10 - Thomas
"Che cosa mi vuoi far vedere? " I suoi occhi si accendono di curiosità, ridacchio e le dico "Ciao anche a te!"
"Si ciao, dove andiamo?"
"Intanto a mangiare, sto morendo di fame, tu hai mangiato?" mi fissa e poi fa una smorfia contrariata.
"Non puoi dirmi che vuoi farmi vedere qualcosa, incuriosirmi, e poi dirmi che dobbiamo mangiare!" Incrocia le braccia e guarda davanti a se. Rido ancora di più "Emma te la farò vedere, solo che ho fame davvero, sono venuto direttamente dalla palestra e puzzo, quindi mi faresti l'onore di mangiare qualcosa insieme a me al volo?"
"Ah ecco cos'era quest'odore strano!" è tornata in se, scuoto la testa e mi avvio, prendiamo due panini a un fast food vicino gli alloggi universitari e parliamo della nostra giornata, le dico che mi ha chiamato mio padre, ma in realtà non c'è molto da dire, dopo che mi ha chiesto come proseguiva la mia vita universitaria, siamo stati interrotti dalla sua segretaria e ha dovuto attaccare.
"Possibile che non se ne renda conto?" mi chiede lei.
"Ormai non me lo chiedo neanche più, sono abituato a queste cose." Sospira, beve un sorso della sua coca e continua "Trovo che sia inaccettabile e incomprensibile, vorrei proprio fare due chiacchiere con tuo padre!" la sua determinazione mi fa ridere, ma allo stesso tempo mi scalda il cuore, non ho mai avuto nessuno che potesse far ragionare o semplicemente far parlare mio padre, e sapere che lei sarebbe disposta a farlo non so perché, mi fa stringere un nodo alla gola. Mi schiarisco la voce "Allora, passiamo un attimo al mio alloggio, mi faccio una doccia volante e andiamo."
"Me lo stai facendo apposta!"
Ridacchio "Guarda sono proprio la gli alloggi, vieni così ti presento anche Andrew, non ne posso più di sentire le sue prese in giro." Mi incammino e lei mi segue "Perché ti prende in giro?"
"Perché pensa che tu non esista."
Mentre ci avviciniamo la vedo che diventa sempre più seria e tesa, quando arriviamo all'entrata si ferma e guarda davanti a se, mi avvicino a lei e prima di entrare aspetto che dica qualcosa.
"Ehi... tutto bene?" lei alza improvvisamente lo sguardo e con un sorriso forzato mi risponde "Sisi, tutto ok, entriamo?"
Non mi ha convinto, ma ho bisogno di lavarmi e non voglio che rimanga in macchina ad aspettarmi, cercherò di sbrigarmi, le faccio strada fino al primo piano e con la chiave apro la porta. Andrew è sul divano con delle patatine in mano e guarda un film mi vede e esclama "Oh chi si rivede, non fare lo stronzo pure stasera e vieni a vedere questo film con me, è appena cominciato." Poi si volta e vede che con me c'è Emma "Ah tu devi essere l'amica invisibile! Allora esisti!" dice con uno sguardo sconvolto.
"Si chiama Emma."
"Ciao..." dice lei quasi con un filo di voce, è al mio fianco ma leggermente più dietro, sembra in imbarazzo e fuori posto.
"Ciao Emma! Finalmente ci conosciamo" dice Andrew con un sorrisone mentre mastica delle patatine, e lei sembra rilassarsi, ma solo un pochino, ricambia il sorriso e mette le mani nelle tasche del giacchetto.
"Vieni, ti faccio fare il giro, anche se c'è poco da mostrare."
Le faccio vedere la porta della camera del mio amico, non oso farla entrare, non so cosa possa esserci dentro, non è famoso per essere un tipo ordinato, le mostro il bagno e poi entriamo in camera mia, accendo la luce e entra "L'hai sistemata perché sapevi che sarei venuta, oppure sei ordinato di tuo?" mi chiede mentre osserva l'interno, tiro un sospiro di sollievo, sembra essersi riappropriata dell'uso della parola.
"No sono ordinato, sai senza mia madre e con mio padre fuori città, ho dovuto esserlo per forza!" Mi fa un sorriso e si avvicina.
"Non dovevi farti la doccia? Non mi sono dimenticata che volevi farmi vedere una cosa!"
Mi rilasso definitivamente "Dammi cinque minuti, tu se vuoi puoi andare a vedere il film con Andrew, è simpatico anche se non sembra."
"No invece, mi è sembrato simpatico. Tu sbrigati!" Ed esce dalla camera. Corro al bagno mi spoglio velocemente e mi metto sotto l'acqua, sento rilasciare tutta la tensione accumulata da prima a adesso, che le era preso? Era a disagio, sembrava addirittura spaesata, dovrò provare a parlargliene, se riuscisse a spiegarmi almeno saprei come comportarmi se dovesse risuccedere. Esco dalla doccia, inizio ad asciugarmi e mi metto una tuta con una felpa, torno in soggiorno e mi immobilizzo, Caroline è in piedi vicino al divano e parla con Andrew, mi guardo intorno per cercare Emma, ma non la vedo.
"Chi era quella?" mi chiede Caroline con le braccia incrociate al petto.
"Dov'è andata?" sento che mi sto agitando.
"Ti ho fatto una domanda!" continua lei.
"Anche io, ti ho chiesto dove è andata." Cerco di mantenere la calma, Andrew capisce che mi sto alterando e interviene "Se n'è andata Thommy."
Se n'è andata? Perché? Qualcosa mi dice che c'entra Caroline.
"Perché?" tutti e due rimangono in silenzio, alzando la voce insisto "PERCHE'?"
"Caroline pensava che fosse una che ti scopi e non ci è andata molto leggera con i complimenti, Emma non ha detto una parola si è alzata e se n'è andata, non ha nemmeno provato a rispondere."
Guardo Caroline in cagnesco, mi avvicino e le dico "Io e te non stiamo insieme, ti è chiaro questo concetto? Non hai il diritto di venire a casa mia e insultare chi ci trovi, che sia una che mi scopo o una mia amica."
"Dopo l'altra sera hai il coraggio di parlarmi così?" mi dice con voce un po' tremante.
"Mi sembrava che avessimo già parlato di questo, e tu eri d'accordo con me."
Abbassa lo sguardo "Mi dispiace, non so cosa mi sia preso."
"Vattene." La supero e corro giù per le scale, esco dal dormitorio e guardo sia a destra che a sinistra, di Emma nessuna traccia, da che parte è andata? Spero sia andata verso la macchina per provare a riconoscere la strada e scatto in quella direzione, mentre corro tiro fuori il telefono e provo a chiamarla, ovviamente squilla ma non risponde. Arrivo alla mia auto ma continuo a non vederla, e lei continua a non rispondere, faccio il giro dell'isolato ma niente. Cazzo. Do un calcio a un sasso, sapevo che sarebbe stato un errore andare a letto con Caroline. Pensavo che fossimo d'accordo, nessuna complicazione sentimentale, non ne vuole lei e nemmeno io con lei, quindi che cosa le è preso? Sento il telefono squillare e rispondo al primo squillo.
"Emma dove sei?!"
Tira sul con il naso, sta piangendo? "Mi sono persa." E la voce le si inclina.
"Ok non ti muovere, dimmi cosa vedi."
"Non lo so, alberi e palazzi."
"Vedi qualche incrocio? Se si avvicinati e prova a vedere se vedi qualche negozio." Rimane in silenzio mentre immagino stia camminando.
"Da Bob, è un ferramenta credo."
"Ho capito, non muoverti sto arrivando." Non riattacco, posso arrivarci a piedi non corro per continuare a parlare al telefono con lei "Ti va di dirmi cosa è successo?"
La sento tirare nuovamente su con il naso " Dove sei Thomas?" lo dice quasi in un sussurro.
"Se ti giri, puoi già vedermi" giro l'angolo e la vedo alla fine della strada, affretto il passo, lei cammina verso di me e più si avvicina, più vedo i suoi occhi rossi e gonfi di pianto, quando le sono davanti metto in tasca il telefono, e vedendola in quelle condizioni, istintivamente l'abbraccerei, ma sembra così fragile che ho paura di farle del male.
"La tua fidanzata è una stronza." Dice alla fine guardando per terra.
"E perché non lo hai detto a lei?" Non mi risponde "Emma perché non ti sei difesa? Lasci che gli sconosciuti ti trattino male e te ne vai senza dire niente?" mi rendo conto di aver alzato un po' la voce, improvvisamente lei mi guarda e con gli occhi pieni di lacrime urla "Non ci riesco! E' facile parlare vero? Tu devi essere sempre stato ben accetto dalla società, dalle persone che ti hanno circondato fino a oggi e hai imparato anche a difenderti. Beh io NO! Non ho avuto un'adolescenza circondata da amici che mi hanno adorato con cui ho fatto delle belle uscite serali, io la mia adolescenza l'ho passata a fare finta di non sentire le prese per il culo e a ignorare le cattiverie dei miei coetanei, contento?" Ha ricominciato a piangere, ma non capisco perché in quel momento riesco solo a provare rabbia, rabbia per quello che le hanno fatto. Quanto devono essere stati cattivi per ridurla in questo stato? Non riesco a parlare, poi lei si asciuga gli occhi e continua "Sono andata via dalla mia città per ricominciare, ma dovevo immaginarlo che le stronze come la tua ragazza sono ovunque."
"Non è la mia ragazza, smettila di dirlo."
"Beh dovresti ricordalo a lei."
"Mi dispiace, non sapevo che sarebbe venuta."
"Non dispiacerti Thomas, torno a casa e ci metto un bel cerotto sopra, sono abituata, un po' come te con tuo padre."
"Adesso non prendertela con me, mi sembra che sono corso da te, è con te che sto adesso."
"Scusami, sono un disastro." Si mette le mani sul viso e piange più forte, a quel punto mi avvicino e l'abbraccio, e rimango così, voglio che si calmi, le accarezzo i capelli e poggio la guancia sulla sua testa. Piano piano sembra respirare più regolarmente, si scosta e mi dice "Grazie..."
"Non ho fatto niente."
"Si invece, sei rimasto."
"E dove altro potevo andare?" mi sorride e si siede su una panchina la vicino.
"Cosa ti ha detto Caroline per ridurti così?"
"Thomas scusa, non ho proprio voglia di ripeterlo, chiedilo a lei." Sicuramente chiederò a Andrew, era presente, ma soprattutto voglio capire perché cazzo non sia intervenuto.
"Immagino che tu non abbia più voglia di vedere dove volevo portarti." I suoi occhi si riaccendono e il viso le si illumina "Ne sarei molto contenta invece."
"Andiamo, non è lontano, ma prendiamo la macchina." Ci avviamo, e mentre camminiamo, guardo Emma, non mi è mai sembrata così piccola, così indifesa, mi si stringe il cuore, mi sto affezionando velocemente a questa ragazza, e la cosa più sconcertante è che non posso fare niente per fermalo.
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