1 - Emma
Continuo a fissarmi nello specchio sperando di ricevere un'illuminazione sui miei capelli. Sono miei, eppure sono sempre loro a decidere come mettersi. Passo una mano tra i boccoli castani cercando di domarli, mantengo la calma, non è proprio il momento adatto per innervosirsi. Passo in rassegna quel po' di trucco che ho deciso di mettermi per darmi un tono e mi osservo. La matita nera si intona bene con il verde acceso dei miei occhi forse un po' troppo grandi.
"Spero per te che tu sia pronta, non ho intenzione di affrontare il primo giorno di college da sola" Asia esce dal bagno del nostro appartamento e viene dritta verso di me. Mi guarda "Emma sei splendida, ora possiamo andare per favore?"
"Sì direi di si." Prendo la borsa controllando che ci sia tutto il necessario dentro e mi avvio verso la porta d'entrata. La mia amica mi segue e in un attimo siamo per strada dirette verso il campus.
Abbiamo scelto di avere un appartamento tutto nostro. Dopo il diploma, ci siamo messe subito alla ricerca di un lavoro per mettere da parte abbastanza soldi da poterci permettere la vita che insieme sognavamo dal primo anno di liceo. In parte le nostre famiglie ci aiutano, ma eravamo consapevoli che andando via di casa non avrebbero potuto mantenerci. Così abbiamo preferito tardare di due anni e avere fondi sufficienti per poter iniziare questo nuovo capitolo della nostra vita al meglio. Ci siamo aspettate.
Io e Asia siamo come il giorno e la notte, ma senza di lei non so dove sarei adesso. Mi completa, mi conosce come mai nessuno è riuscito a fare. Lei c'è quando qualcosa nella mia vita non va, è lì pronta a mettersi al mio fianco e a darmi quella forza necessaria per andare avanti. Abbiamo condiviso tutto da quando ci conosciamo e oggi, se ho una certezza, è che lei nel mio futuro ci sarà sempre.
L'aria di ottobre è fresca, ma non troppo, il nostro appartamento dista venti minuti a piedi dal campus e quella passeggiata serve un po' a tranquillizzarmi, mentre parliamo. Sono agitata, qualcosa di nuovo sta iniziando, e desidero con tutta me stessa che vada tutto bene, o almeno ci spero, ho veramente bisogno di voltare pagina.
Arriviamo all'edificio principale, ci immobilizziamo consapevoli che stiamo per separarci momentaneamente. Io ho scelto dei corsi e lei altri.
"Ci vediamo in mensa alla pausa pranzo allora?" Chiede lei con un velo di preoccupazione nella voce. Conosco Asia e so che si sta impegnando per non mostrarmi quanto in realtà è nervosa.
"Certo, ci vediamo all'entrata. Stai tranquilla andrà tutto bene". Ci sorridiamo, le do un bacio veloce sulla guancia e mi allontano in cerca della mia aula.
Le prime ore del mattino passano veloci senza rendermene conto. I professori si presentano e ci illustrano il programma. È bello guardarsi intorno e non vedere le solite facce.
All'ora di pranzo ho già scritto pagine intere di appunti e metto in ordine mentalmente le cose che dovrò cominciare a studiare, sono talmente presa dai miei pensieri che non mi rendo conto di camminare senza sapere dove andare. Mi guardo intorno e cerco di fare mente locale, la mensa dov'è?! Ho una mappa del campus nella borsa, me l'ha data Asia sapendo che il mio senso dell'orientamento è pari a zero, lei è cosi: previene. Continuo a frugare ma niente, devo averla lasciata nell'altra borsa. Mi volto rassegnata, provo a ricordare un particolare, qualcosa che mi riconduca all'edificio principale, decido che un albero mi è più familiare di un altro e mi avvio verso il viale. Affretto il passo, ho bisogno di trovare qualcuno a cui chiedere indicazioni, nel frattempo prendo il telefono per avvisare la mia amica che mi sono persa, sono sicura che non rimarrà stupita. Mentre guardo il display improvvisamente vado a sbattere contro qualcosa, il telefono mi cade dalle mani, senza nemmeno alzare lo sguardo mi affretto ad abbassarmi per raccoglierlo e quel qualcosa con cui mi sono scontrata fa lo stesso. Alzo lo sguardo e tutto quanto intorno a me si ferma. Non so cosa stavo facendo o dove stavo andando, per un attimo tutto quello che vedo sono solo i suoi occhi. Occhi che immobilizzano e non fanno respirare, un azzurro intenso come il mare è lì che mi fissa e io non riesco a pensare a nient'altro. Mi scuoto un po', torno in me e vedo che sta sorridendo, sorride in modo disarmante e vedo le sue labbra muoversi, sono talmente ipnotizzata che non sento nessun suono. Mi rialzo in fretta -forza Emma dì qualcosa- penso.
"Scusa non ti avevo visto"
"Ti ho chiesto se ti sei fatta male" continua a sorridere divertito, si sarà sicuramente accorto dell effetto che mi ha fatto.
"No, non mi sono fatta niente"
"Beh, il tuo telefono non può dire lo stesso" guardo il telefono che, non so come, è nelle sue mani e noto che il vetro del display è completamente rotto.
"Cavolo, ci mancava solo questa" sospiro "scusa ancora, devo proprio andare"
Mi giro e ripenso che non so proprio che direzione prendere, forse lui conosce il posto meglio di me.
"Non vorrei disturbarti ancora, ma sono nuova e mi sono persa, non è che sapresti indicarmi la mensa?" Provo a non sembrare agitata ma è uno sforzo inutile.
"Una matricola eh? Mi sembrava di non averti mai vista in giro. Ti accompagno, vieni!"
Ci incamminiamo e prendo le giuste distanze per poterlo osservare meglio. È alto almeno venti centimetri più di me, il suo corpo sembra perfetto sotto la felpa e il fatto che porti i capelli quasi rasati, fa risaltare ancora di più i suoi bellissimi occhi. È perfetto.
"Ci metterai un po' ad abituarti, ma vedrai che con il tempo conoscerai questo posto come le tue tasche."
"Sei qui da molto?" Chiedo cercando di non sembrare troppo curiosa.
"Sono all'ultimo anno, spero di riuscire a laurearmi entro questa estate"
"E in cosa ti laureerai?"
"Curiosa la ragazza" sorride in quel modo e io arrossisco per l'imbarazzo.
"Mi piace sapere le cose, ma se non ti va di dirmelo nessun problema, non voglio sembrare invadente"
"Stavo scherzando, riusciresti a far parlare anche un muto con quegli occhioni verdi e quel sorriso" ecco, avevo ragione, i miei occhi sono troppo grandi, non riesco proprio a vedere il complimento anche se dal modo in cui lo ha detto forse lo è.
"Economia" i miei pensieri erano ancora concentrati sulla frase precedente che quasi non lo sento.
"Cosa?"
"La mia laurea..."
"Ah si!"
Improvvisamente si ferma e mi fissa, mi perdo ancora un po' nei suoi occhi quando lo sento dire "Siamo arrivati"
"Oh... allora vado, grazie di tutto sei stato gentile"
"È stato un piacere..." mi guarda aspettando, mi viene in mente che non gli ho detto come mi chiamo.
"Emma!"
"Piacere Emma, io sono Thomas comunque. Ci si vede in giro allora." Si volta e se ne va.
Sento qualcosa di strano nello stomaco, qualcosa che non sento da molto tempo. Cerco di reprimerlo eppure è lì, pronto ad assalirmi. Faccio un respiro profondo e penso che prima mi leverò quel ragazzo dalla testa, meglio sarà.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top