Capitolo 31
La mattina dopo, mi sveglio totalmente intontita.
Ci metto un attimo a ricordare dove mi trovo, ma l'imponente coniglio in peluche ai piedi del letto mi fa riconoscere in un battito di ciglia la camera da letto di Sheyla.
Mi stropiccio gli occhi, infastiditi dai raggi di luce solare che penetrano dalle persiane.
Scorgo una figura nell'ala destra della stanza: Sheyla, seduta a cavalcioni su una delle sedie della scrivania, che mi guarda con gli occhi ridotti a due fessure... Il suo sguardo mi suscita una certa inquetudine.
«Ti... ammazzo», mi sussurra, senza togliermi gli occhi di dosso.
Non capisco se dovrei ridere per la sua espressione, o temerne le conseguenze.
Visto che non controbatto, continua:
«Sai, vero, che il tuo caro amichetto Peete ieri sera ci ha provato per tutta la sera con me, non è vero?», il tono sempre più minaccioso. «E sai, vero, che tu mi hai piantata in asso con due semi-sconosciuti?».
Annuisco, ad entrambe le domande, ma tento di difendermi.
«Hai ragione, mi dispiace, ma Ian mi ha garantito la tua incolumità e...» , inizio a giustificarmi.
«Oh già, Ian, eh?», alza gli occhi al cielo, ma subito dopo mi guarda con malizia. «E cosa dovrei sapere?»
Arrossisco mentre lei, con un balzo, piomba sul letto, costringendomi a rivelare la verità.
Le si illuminano gli occhi quando le racconto di come mi ha trascinata via dal locale, di quanto fosse sinceramente preoccupato per me, del bacio, delle chiacchiere fino all'alba.
Beh, mi ci è voluto ben poco per dissuaderla dall'arrabbiatura, finchè non si incupisce per un attimo.
«Ma, Anthea...», inizia, scrutandomi. «Come sono finite le cose, con Ethan?».
Mi si stringe il cuore solo a sentirlo nominare, e fisso per un secondo il vuoto, incerta su cosa rispondere. Sarà il caso di dirle la verità? Sono discorsi talmente personali e riservati...
Tuttavia conosco Sheyla, la sua empatia e la sua sensibilità, e sono certa che quando si tratta di lei, io possa fidarmi ciecamente. E poi, finalmente avrò qualcuno con cui sfogarmi, che potrà aiutarmi nelle scelte con i due ragazzi.
Le racconto tutto anche stavolta, del litigio in corridoio tra lui ed Ian, di quanto è successo alla sua famiglia, di quanto mi dispiace per la sorella di Ian, e la vedo sbiancare crescentemente ad ogni rivelazione. Capisco che si sente esattamente come me quando ho scoperto il tutto.
Fa male, fa ancora male, e ancora temo che Ethan continui ad essere ciò che è stato...
«Cavoli... non me l'aspettavo», è tutto ciò che riesce a dire. E non posso biasimarla.
La domenica con Sheyla passa alla svelta, ma non avrei mai pensato di poter desiderare ardentemente di andare a scuola: ho voglia di vederlo, di scoprire se stavolta possiamo veramente iniziare a creare qualcosa, mattoncino dopo mattoncino.
[...]
Al primo trillo della sveglia, scatto in piedi come una pantera inferocita, stupendomi di me stessa. Mai stata più pronta di oggi per affrontare una giornata scolastica.
Piombo in bagno, costringendomi a prepararmi di tutto punto: oggi non resterò inosservata, o per lo meno, non ai suoi occhi.
Dopo essermi lavata il viso e i denti, mi sistemo i ciuffi dei capelli all'indietro, mi infilo in un paio di pantaloni attillati bianchi, un maglioncino beige leggermente scollato, una collanina e un paio di semplici orecchini a cerchio.
Dopo qualche passata di mascara, decido che può andare.
Mi precipito giù per le scale, saltellando e canticchiando qualsiasi canzone mi passi per la mente, con la testa tra le nuvole.
Mamma, al piano di sotto, è decisamente stupita nel vedermi così di buon umore di prima mattina. Mi fissa impalata impugnando un sacchettino tra le mani, che le strappo via, sorridendo.
Mi infilo nel mio adorato cappottino e mi precipito fuori, diretta a scuola, e tiro un urlo di gioia quando scopro il contenuto del sacchetto: una croissant alla ciliegia. La adoro.
Quando arrivo a scuola, mi sento così nervosa, tanto che scopro aver distrutto senza pietà il sacchetto della brioche. Lo getto nel primo cestino che mi trovo davanti, e, piena di me, entro in quello che fino a poco tempo fa consideravo un inferno.
Ora invece sono costretta a ringraziarla, questa scuola, dal momento che senza di essa non avrei mai potuto conoscere queste persone a me care. Certo, mi sarei risparmiata tante lacrime, tante delusioni, ma rifarei tutto da capo, perchè sono convinta che ne valga la pena. Che ne varrà la pena.
So esattamente dove trovare Ian, perciò non mi lascio sfuggire l'occasione, e mi precipito al mio armadietto...
Non riesco a trattenere un sorriso quando scopro di non essermi sbagliata: lo intravedo dietro lo sportello del suo armadietto, intento a parlare con qualcuno.
Tuttavia, il sorriso svanisce all'istante, quando i miei occhi focalizzano la chioma dai capelli rossi, di fronte a lui.
Non posso crederci, non voglio crederci. E' tutto un incubo, ma chi vogliamo prendere in giro?
Sono tentata di proseguire diretta al mio armadietto, fingendomi incurante di tutto ciò, ma mi blocco non appena scorgo le lacrime sul volto di lei, e un'espressione nuova su quello di lui.
E' dispiaciuto per qualcosa, non c'è dubbio, e per un attimo un'ondata di speranza mi travolge... Che stia forse tentando di chiudere con lei definitivamente?
Le lacrime scorrono come fiumi sulle sue guance accese, sbavandole leggermente il trucco, e mi sorprendo a sentirmi rammaricata per lei.
Tuttavia, la speranza si frantuma in me quando lei gli tira dei pugni inutili sul petto, che lui blocca in un attimo, costringendola a guardarlo negli occhi. Non la sta piantando, la sta consolando, rassicurando.
Sento le gambe cedermi, la bocca si prosciuga, gli occhi mi si riempiono di lacrime, che mi costringo a trattenere, implorandole in silenzio di tornare da dove sono venute.
Non riesco a muovermi, rimango ferma immobile ad osservare questo disgustoso scenario.
Evelyn si divincola dalla presa, e si avvia a passo spedito lontano da lui, mentre Ian cerca in ogni modo di persuaderla a tornare da lui. Dopo di che sferra un pugno all'armadietto, e si dirige verso di me.
Una lacrima ribelle, scorre giù lungo la mia guancia, ma mi affretto ad asciugarmela, convinta di dover affrontare un litigio con il ragazzo che fino a ieri mi trattava in modo così dolce, così diverso, così apparentemente sincero.
Tuttavia, per oggi non vi sarà alcun litigio, poichè Ian mi oltrepassa, proprio come se io non fossi lì, come se facessi parte di un'altra dimensione. Sono diventata trasparente, per lui.
E io, come una stupida, sono caduta di nuovo in una delle sue trappole malefiche, credendo come un'allocca alle sue menzogne.
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