Capitolo 25

Spingiamo la porta a due ante della mensa, e rincorro Sheyla, che nel frattempo si è precipitata al buffet. Lei riempie il vassoio, mentre io mi limito a posarci sopra due tranci di pizza, e una bottiglietta d'acqua. 
Ci aggiriamo nella stanza alla ricerca di un tavolo libero. Impresa alquanto ardua, per via del ritardo di Sheyla.
Una mano sventola nella nostra direzione, e Sheyla mi chiama, indicando un ragazzone rasato: Luke, al tavolo con Ian, Evelyn, e gli altri.
Interpreto il suo cenno come un invito a sedersi con loro, o meglio, con lui. So per certo che Ian non mi vorrebbe lì, sarei un peso, non si sentirebbe del tutto libero con le sue smancerie con la Cornacchia. Tentenno sul posto, ma alla fine mi incammino verso il loro tavolo. 
Sheyla mi rivolge un'occhiata interrogativa, ma la prendo per il polso e la trascino con me. 
Mi siedo proprio accanto a Luke, sfoderando un sorriso ammaliante, o almeno, è l'effetto che vorrei ottenere.
Ian mi scruta, stravaccato sulla sedia, il braccio che avvolge le spalle di Evelyn. Sorseggia una lattina di Coca-cola, emettendo rumore ogni volta che ne aspira un sorso. Inizia ad innervosirmi. 
Ringrazio Luke, e tento di deglutire bocconcini di pizza, che sembrano essere diventati mattoncini di cemento. 

«Come è andata la giornata?», mi domanda, curioso. 
Se rispondessi sinceramente, se raccontassi davvero come mi sento ora, il casino che ho dentro, qui tutti si metterebbero le mani nei capelli, tutti tranne Evelyn, che riderebbe bellamente di me. 
«Bene, molto bene», mento. 

Sorride compiaciuto, e comincia una conversazione con il ragazzo incappucciato, al suo fianco. 
Quando si raccontano che il Tomlinson è caduto dalle scale stamani, tutti si scompisciano dal ridere, persino Sheyla. Beh, tutti tranne me. Ed Ian, che non mi stacca gli occhi di dosso, con un'espressione incerta, perplessa.
Mentre continuano a raccontare altri aneddoti della giornata, noto che Luke sta poggiando il braccio sul retro della mia sedia in legno, senza toccarmi. Tuttavia, il gesto mi mette in imbarazzo, tanto che mi ritrovo impietrita, dritta sulla schiena. 

«Passami il ketchup...». Ian si rivolge al mio nuovo amico, che in un attimo leva il braccio e glielo porge. Mi sento rilassare all'istante, quando mi accorgo che Evelyn lo sta fissando intensamente, con espressione disgustata. Un istante dopo scatta in piedi, si gira sui tacchi lucidi e si allontana.
Ian si rigira il piercing con la lingua, e se non erro, è un gesto che gli viene spontaneo fare quando è nervoso. 
Non sto capendo esattamente cosa stia succedendo, ma decido di non darci troppo peso. 
Mi aspetto, comunque, che l'idiota che mi sta di fronte la insegua come un cagnolino al guinzaglio, ma rimane sul posto. Non riesco a fare a meno di trattenere un sorrisino, che tento di nascondere mandando giù un altro pezzo di pizza.
Sento Sheyla che mi fissa. Ma che gli prende, a tutti?!


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