Capitolo 22
Il tempo che ci rimane lo trascorriamo in silenzio, inspirando a pieni polmoni quest'aria fresca, nuova, pulita.
Ian, poi, si alza, si pulisce con la mano i jeans a sigaretta e mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi. La afferro dopo un attimo di esitazione, e spazzolo anche io il cappotto.
Zaino in spalla, torniamo alla moto, e mi sento molto più sicura di me quando Ian mi aiuta a salire. Mentre mi allaccia il casco, ne approfitto nuovamente per guardarlo.
Stavolta però, il mio sguardo incontra il suo, e mi lascio sfuggire un sorriso imbarazzato, mentre lui fa muovere il piercing sotto il labbro con la lingua.
Sembra a disagio, Ian a disagio? Impossibile, è sempre così pieno di sè.
Sale sulla moto davanti a me, mi prende le mani come prima, ma tentenna un secondo prima di lasciarle andare.
Non posso fare a meno di chiedermi cosa gli stia prendendo. Perchè sembra che sia imbarazzato? Che cerchi contatto? Mi chiedo se sia io la paranoica che si sogna le cose. Si, conoscendomi, probabilmente è così.
Ma sorrido comunque, immersa nelle mie fantasie.
Quando torniamo a Jacksonville, gli indico la strada perchè possa portarmi a casa, e si ferma fuori, sul vialetto di fronte. Dopo una mattinata del genere, mi spiace doverla concludere, però sono decisamente felice, perchè sono piena di speranza: forse finalmente ora riusciremo ad essere amici. Pensare che la giornata sia iniziata così male, ma finita altrettanto bene è un sollievo.
Gli restituisco il casco, e lo ringrazio.
«Beh, ci si vede!» esclamo, sorridente.
Annuisce, con un mezzo sorriso.
Mi incammino saltellando verso i gradini di casa mia, ma decido di dare un'ultima occhiata.
Me ne pento subito: mi volto, e scopro Ian fermo a fissarmi. Mi pietrifico all'istante e mi precipito in casa, mentre il boato dovuto all'accensione della moto riempie tutta la casa...
Chiudo la porta alle mie spalle e mi ci appoggio con la schiena.
La voce familiare di mamma mi accoglie, lasciandomi interdetta.
«Anthea?! Che ci fai a casa?», domanda scostando le tende in cucina, intenta a capire da dove provenga quel rumore assordante. Mi ci fiondo davanti, cercando di impedirle di vedere.
Devo distrarla; se dovesse sapere che Anthea Allen è salita su quel mezzo, me ne direbbe quattro, come minimo. Guardo l'orologio: sono in anticipo di almeno mezz'ora.
«Ci... ci hanno fatto uscire prima.», mento, con voce incerta.
Non me la sono mai cavata con le bugie, non fanno proprio per me. L'unica volta che sono riuscita a scamparla è stata quando ho detto che sarei rimasta a casa con Kristel a guardare un film e invece siamo uscite con gli altri, in centro, fino alle 22.00 di sera. La mattina dopo, al ritorno, mi sono sentita talmente in colpa che, piangendo, ho confessato. I miei si erano messi a ridere di fronte alla mia incapacità, ma poco tempo dopo avevo comunque ricevuto una bella ramanzina.
Stavolta, però, è diverso. Sono quasi certa che a mia mamma, ansiosa com'è, verrebbe un infarto se lo venisse a sapere. Così decido di evitare.
Passo la giornata a fare i compiti e scrivo a Sheyla di passarmi gli appunti delle lezioni in comune. Devo cercare di portarmi al pari, per quanto possibile.
Non appena sono esausta, mi lancio sul letto, e ripenso alla giornata appena trascorsa. Non posso fare a meno di sorridere. Emozioni contrastanti, e tutti in solamente un paio d'ore.
Senza accorgermene, mi sto toccando con le dita il labbro inferiore, ripensando al bacio con Ian.
Il cuore mi batte all'impazzata, ma continuo a non comprendere queste sensazioni.
Sono contenta di essermi avvicinata ad Ian, che fino a poco tempo fa con me si mostrava scostante, ma vorrei capire se questo mio avvicinamento possa essere tutta una mia illusione, una montatura nella mia testa. Spero di sbagliarmi.
Poi però penso anche ad Ethan, anzi.., Agli Ethan. Quello del passato, e quello del presente. Che siano ancora la stessa persona? Troppe domande ancora senza risposta.
Ripenso a quegli occhi blu che mi scrutano a fondo, mentre cerca di farmi capire l'esercizio n. 3 di pagina 356... Ha mentito per tutto questo tempo? Non gli frega niente di me?
Un'ondata di delusione, di preoccupazione e di ansia mi pervade completamente, sotterrando e calpestando senza pudore l'eccitazione che ho provato poco fa.
Mi addormento, con la speranza che i pensieri e le preoccupazioni nella mia testa si facciano chiari il più in fretta possibile.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top