Capitolo 13



«Ho dimenticato il libro di chimica in macchina... nel reparto di scienze, in libreria, dovrebbe esserci una seconda copia. Faresti un salto?»

Ha scelto proprio la persona sbagliata, non ho idea di dove si trovi la biblioteca, tuttavia non voglio deludere le aspettative o sembrare un'imbranata, così accetto ed esco dall'aula. Per evitare un ritardo, chiedo direttamente dove si trovi questa biblioteca allo sportello "segreteria" e seguo le indicazioni. La trovo piuttosto facilmente e mi accorgo del fatto che questa è completamente vuota... Scruto tra i reparti e trovo poco dopo quello di Scienze, e mentre cerco il libro che il prof ha richiesto, vengo distratta da delle voci, troppo familiari per i miei gusti.

Cerco di sbirciare al di là dello scaffale ripieno spostando alcuni libri leggermente più a destra, e rimango shockata dallo scenario che mi trovo davanti.

Ian che tiene saldo Ethan per il colletto della camicia grigia, sussurrando minacciosamente parole che non comprendo. Ethan lo guarda altrettanto minacciosamente.

«Credevo che la lezione di due anni fa ti sarebbe bastata. Ma sei solo un fallito.»

Ian è più serio che mai. La sua voce così rude mi impaurisce. Sento un boato e mi accorgo del fatto che Ian sta sbattendo Ethan contro uno scaffale. L'impulso iniziale è quello di soccorrerlo, ma, vigliacca, scopro di non riuscirci. Prendo con me rapidamente il libro e mi allontano, ma mi fermo a guardare ancora un secondo mentre Ian urla:

«E' stata tutta colpa tua, stronzo!»

Spalanco gli occhi mentre vedo Ian caricare un pugno e Ethan corrugare la fronte, ma fortunatamente la rissa viene placata dall'ingresso del Tomlinson, che li allontana, e io esco dalla biblioteca.

Percorro la strada verso il laboratorio con lo sguardo fisso a terra, ripercorrendo ciò che è appena avvenuto. Colpa sua? Due anni fa? Che sarà mai successo?

Entro in aula palesemente segnata, consegno il libro al professore e mi perdo tutto il restante della lezione, pensando a quanto successo poco prima.

Terminate le lezioni, raggiungo Sheyla, a cui decido di non raccontare nulla. Mi è sembrato tutto così personale.

La campanella mi fa sobbalzare, portando via tutti i miei pensieri. Esco ammutolita dall'aula, accompagnata da Sheyla, che mi guarda preoccupata. Non riesco però a darle alcun tipo di spiegazione, non ancora.

Nel corridoio, un gruppo di ragazze sussurra ridacchiando alla mia vista, ma non do peso alla cosa, dal momento che sono totalmente immersa nei miei pensieri. Passiamo di fianco alla presidenza, e mi fermo di colpo, fissando lo scenario.

Ethan e Ian scortati fuori dal preside, con un'aria profondamente delusa. Ian nero di rabbia, con le braccia incrociate. Ethan con un ulteriore taglietto sul labbro. Decido di affrontare la situazione, e non appena la porta della presidenza si chiude, mi precipito dai due e domando decisa.

«Si può sapere che sta succedendo?»

E' Ethan a rispondermi per primo. Come se la cosa mi sorprenda...
«Non ti preoccupare, sul serio. Tutto okay»

Si porta una mano al labbro, tentando invano di nascondere la ferita.

Corrugo la fronte e mi volto ora verso Ian, domandandogli spiegazioni.

Lui fissa a terra. E' come se fosse assente. Al chè decido di insistere:
«Allora?», forse urlo.

I suoi occhi ora sono rivolti verso me, ma è come se non mi stessero guardando. Mi sento trasparente.

«Credi di avere il permesso di farti i cazzi miei ora, per una nullità di bacio?»

Il mio petto sobbalza, ma il mio cuore riprende a battere più lentamente. I ragazzi attorno a noi avranno sicuramente sentito, la cosa mi imbarazza. Ripenso però alle sue parole, che mi feriscono parecchio.

Ma d'altronde io che mi aspettavo? Io stessa ero consapevole della cosa... Non capisco perché ci rimanga così male.

Tento però di trattenere le lacrime, probabilmente dovute all'imbarazzo, al nervoso. Mi faccio forza e gli do' uno spintone, che sembra riportarlo al presente, mi guarda, e finalmente mi accorgo del suo sguardo, si volta dandomi le spalle e si dirige verso la porta d'ingresso, più incupito che mai.

Credo di essere rimasta qualche minuto ferma su me stessa, e nel frattempo sento la folla riprendere il suo corso. Sheyla si avvicina preoccupata e chiede, giustamente, spiegazioni.

«Bacio? Ma perché non me ne hai parlato?»

Riesco solo a scusarmi, dopodiché mi volto verso Ethan, che ancora tenta di celare i taglietti sul suo viso.

«Andiamo, ti accompagno in infermeria.»


Giunti in infermeria, sistemo una sedia bianca vicino a me e gli faccio cenno di sedersi.

Lui obbedisce, mentre cerco in qualche scaffale dei ciuffetti di cotone e del disinfettante.

Dopo aver frugato in un paio di scaffali li trovo, imbevo il cotone della sostanza verdastra e lo passo sul labbro e sullo zigomo di Ethan, che a ogni tocco fa delle smorfie.

Lo trovo carino quando le fa, e il suo viso acquisisce un non so che di sexy. Mi ringrazia.

Io muoio dalla voglia di conoscere la verità, tuttavia dopo la risposta scontrosa ricevuta dall'altra parte, non oso insistere, per non rischiare di ricevere lo stesso trattamento, anche se risulterebbe strano, da un tipo premuroso come Ethan...

Noto che il suo volto si incupisce, esattamente come quello di Ian... La differenza sta nel fatto che lui tenta di nascondere il tutto da dei sorrisetti dolci, che tuttavia non appaiono realistici.

Usciamo dalla sala, e terminate le lezioni, mi ritrovo seduta sui gradini della Jacob's con Sheyla, alla quale racconto tutto: del bacio, di cosa ho visto in biblioteca, della rissa al quale ho "partecipato", del comportamento odioso tenuto da Ian. Risparmio però la mia sensazione di delusione mista rabbia di quando il ragazzaccio ha sminuito tutto. Ma d'altronde non posso fargliene una colpa. Non dimentichiamoci che quella che l'ha voluto è proprio la sottoscritta. Me la sono cercata.

Lei a ogni rivelazione si porta una mano alla bocca, in segno di stupore, e io annuisco, come a dire «già, tutto vero.»

La giornata termina così... e così ne scorreranno molte altre.


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