Capitolo 11

Raggiungiamo la casa di Travis, situata in un quartiere vicino costernato da case una più bella dell'altra e mi preoccupo di essere in ritardo, dal momento che la villa straborda già di persone. Osservo preoccupata e agitata Sheyla, che invece appare completamente sicura di sé e mi incoraggia ad entrare. Seguo il suo consiglio, e superando le occhiate indiscrete di certi ragazzi seduti a sorseggiare della birra sul porticato, mi lascio trascinare dentro.

La musica mi spacca i timpani, il disagio si fa sempre maggiore. Noto che Sheyla tenta di dirmi qualcosa, ma non riesco a sentirla e dunque scuoto la testa con aria interrogativa.

Mi fa segno di seguirla e così faccio. Mi porta su un divanetto, ci sediamo e lei mi da in mano un bicchiere di plastica rosso.

«Che cos'è?» domando. Lei fa spallucce e beve senza problemi.

Decido di fidarmi e al primo sorso faccio una smorfia. Amaro, ma con un retrogusto di ananas. Lei mi guarda sogghignando, e contraccambio il riso.

Tutt'intorno le persone chiacchierano, o meglio, urlano, cercando di farsi capire dal resto delle persone, e sbircio in un'altra stanza parecchio buia dove un gruppo di ragazzi e ragazze si scatenano in pista.

Sento qualcuno urlare dietro di me..

«Ben arrivate!»

Ci voltiamo e mi ritrovo Ethan che non riesco a vedere chiaramente per via del gioco di luci derivante dall'altra stanza. Decido dunque di alzarmi e avvicinarmi. Solo ora noto lui che mi fissa con un'aria esterrefatta. Devo essere molto diversa, però la cosa non mi dispiace. Questo look mi da un po' di sicurezza in più, che in questi casi non guasta di certo.

«Sei una favola.»

Sorrido a 32 denti. «Anche tu non sei niente male» dico ridendo, nonostante non fossi affatto ironica.

Camicia bianca e jeans. Sta benissimo, come sempre d'altronde.

Dietro le sue spalle vedo Sheyla che sogghigna e si allontana sorridendomi. Ma dove se ne va? Vorrei correre da lei e strozzarla, ma decido di trattenermi e lasciarmi accompagnare in un posto incognito da Ethan.

Alla fine scopro che sono appena stata trascinata in cucina, dove su una tavolata enorme si estendono salatini e pizzette di ogni tipo ma anche un'immensa quantità di alcolici. Vedo lui versarmi in quel solito bicchierino rosso della vodka liscia... La cosa mi preoccupa ma almeno per una sera non voglio risultare la classica perfettina. Me lo porge e io, prima di tutto butto giù l'ultimo sorso di "cocktail all'ananas" rimasto, e sorseggio lentamente quello offertomi.

Lui rimane scioccato, e sono fiera di me. Ma ancora per poco: non avrei mai immaginato che la vodka fosse tanto forte, ma decido di evitare smorfie varie e cercare di apparire sicura e abituata a questo genere di cose.

Ci raggiungono poco dopo Travis e i suoi amici, e tutti insieme in quella sala decidiamo di fare un brindisi a gran voce: «Al nuovo anno!»

Mi sorprendo ad urlare, assieme agli altri, dopodiché ridiamo in coro.

Le facce di Travis ed Ethan mutano in un lampo, e volgo lo sguardo verso la loro direzione. Oh-oh... Ian, la cornacchia, le sue amiche ed altri ragazzi. Lei vestita con una minigonna in pelle rossa e un top scuro scollato al limite. La cosa non mi stupisce. Ma.. perché guardano Ian in quel modo?

«Hai invitato anche lui?»

Travis cerca di scusarsi.

«No.. ma sai che non posso cacciare quelli del nostro istituto. E' una festa per tutti!»

Ethan annuisce, palesemente adirato.

Capisco che tra i due non scorra buon sangue. Beh, non che ci voglia un genio. Mi sento ribollire quando Ian mi lancia un occhiolino. Non so far altro che alzare la mano per salutarlo. Cerco di evitare però lo sguardo di Ethan. Piuttosto mi volto verso la tavolata e mi verso un terzo bicchiere, stavolta di un liquido verdognolo. Al quarto sorso mi sento leggermente fiacca e la testa pesante, tanto che mi ritrovo a camminare attaccata come una cozza ad Ethan, e nonostante l'imbarazzo non posso farne a meno.

Vedo Sheyla seduta sul solito divanetto in pelle a sghignazzare con dei ragazzi, ma la folla mi impedisce di raggiungerla...

Mi accorgo poco dopo di essere rimasta sola con Ethan mentre credevo ci fossero anche i suoi amici con noi, e sento la pelle diventarmi paonazza e sempre più calda. Tuttavia, ogni due passi per la casa lui si ferma per salutare con la classica stretta di mano persone a me sconosciute, che dunque saluto solo con un sorrisino tirato.

Noto inoltre alcuni ragazzi che si soffermano a guardarmi le gambe nude e Ethan, da vero gentiluomo quale è mi trascina via.

Mi trovo in mano un ennesimo cocktail, che con il passare del tempo perde via via il sapore più amaro e diviene più semplice da deglutire.

Passo la serata a ridere come non avevo mai fatto prima, con persone nuove e sconosciute, ma che tuttavia sembrano essere nelle mie stesse condizioni.

Mi ritrovo poi seduta sul divanetto assieme a Sheyla, che abbraccio dal nulla. Lei mi guarda stupita e esplode in una sonora risata.

«Benvenuta nel club!» lei mi dice, e non riesco a far altro che ridere anche io.

Dopo un attimo di balordia, sento qualcuno dall'altra parte del divano urlare:  «Facciamo il gioco della bottiglia!»

Cerco allora di riprendermi e riesco ad astenermi, cosa che fa anche Ethan ma mi godo comunque lo spettacolo. Rido ogni volta che la bottiglia si ferma ascoltando i boati di sorpresa e le lamentele dei coivolti.

Anche Sheyla è  costretta a baciare un bel ragazzotto,  uno della squadra di basket, da quel che dice Ethan, ma anche un ometto con gli occhialini piantati sul naso. Non sembra un problema per lei.

Sheyla mi passa l'ennesimo drink. Lo butto giù tutto in un sorso solo... ed Ethan ridendo e guardandomi con gli occhi stanchi ma comunque sia attratti mi dice «Vacci piano, okay?»

Annuisco e tentenno nell'alzarmi di scatto, ciondolando. 

«Voglio balare.»

Tutti scoppiano a ridere, credo sia per il mio modo di parlare strascicante, ed Ethan mi porta, o meglio, mi trascina, all'interno di quella stanza buia e rumorosa, che appare molto più affascinante dall'interno.

Non esito un secondo a lanciarmi nella folla e iniziare a scatenarmi. Ballo, ballo come mai ho fatto prima, lasciando ondeggiare di qua e di là il mio vestito bianchissimo. Perdo per un istante Ethan, e mi ritrovo a ballare con un ragazzo che mi versa dell'alcol in bocca dal suo bicchiere. La riconosco ormai: Vodka. Mi sento gli occhi di tutti puntati su di me. Ma questa non sono io.

Subito dopo sento qualcuno strattonarmi, ma non riesco a vedere chiaramente.

«Ma che stai facendo?»

La persona incognita che mi sta strattonando, provocandomi anche una forte fitta alla testa, ora sta spingendo e minacciando il ragazzo che mi ha fatta bere dal suo bicchiere per poi tornare da me. Ma riconosco la persona dal profumo e mentre cerca di trascinarmi via cerco di divincolarmi. Ian.

«Vieni via.» mi dice.

Io faccio cenno di no e tento di dire..

«Mi sto divettendo!»

Pensavo che il mio modo di parlare l'avrebbe divertito, ma la sua espressione rimane seria. «Vieni via, ti dico.», e dal momento che oppongo resistenza, mi carica su una delle sue possenti spalle, mi trascina fuori e mi fa sedere su una delle seggioline bianche mentre lui si piega sulle gambe proprio di fronte a me. La testa mi gira e sento gli occhi tanto stanchi. Mi domando dove sia Sheyla.

«Ma tua madre non ti ha insegnato a non bere dai bicchieri degli altri? In queste situazioni poi...»

Mi lamento ma lui non sembra cedere e continua a rimproverarmi cose che non ho intenzione di ascoltare. Tuttavia lo guardo, lo fisso anzi... e non riesco a pensare ad altro che a quanto sia affascinante, specialmente in quella camicia nera.

Mi stupisco di me stessa quando mi ritrovo a scompigliargli i capelli con le mani, e riesco a farlo zittire.

Qui fuori sul porticato ormai non c'è più nessuno. Sono tutti dentro a bere, divertirsi e ballare, cosa che ho fatto fino a poco tempo fa.

Non smetto di fissarlo, e lui fa lo stesso. Stavolta però non provo alcun tipo di disagio, né tantomeno imbarazzo. E faccio quello che mi sento di fare. Lo bacio.

Chiudo gli occhi ma posso comunque sentire il suo sconcerto iniziale, tuttavia il mio bacio viene ricambiato. Mi vengono i brividi, poiché si tratta di un bacio molto diverso da quelli dati in precedenza. Mentre lui mi afferra per il collo percepisco il sapore di alcol proveniente da entrambi, ma la cosa non mi infastidisce, anzi... Se potessi continuerei per ore.

Tuttavia il momento magico viene smorzato dalla voce stridula di qualcuno.

«Iiian.» ma la voce si interrompe non appena Miss-Cornacchia varca la porta d'ingresso.

Mi stacco istantaneamente volgendo ancora lo sguardo fisso negli occhi di Ian, che fa lo stesso.

Mi volto però verso Evelyn, che mi guarda con un'espressione che può essere considerata un mix tra il disgusto e l'istinto omicida.

Provo un briciolo di imbarazzo, che tuttavia sparisce quando sento la Cornacchia proseguire, mantenendo la solita espressione.

«Lei? Che ci trovi in lei? Miss-perfettina, pff...»

Mi sento ribollire e mi alzo di scatto in piedi, ciondolando. Sento qualcuno che mi stringe la mano, come per tenermi ferma: Ian, ancora abbassato sulle sue ginocchia. Mi libero e la fisso.
«Meglio miss-perfettina che stronza, come te.»

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