Capitolo 17

Nate

Mi fa male la testa. In realtà credo mi faccia male all'incirca ogni singola parte del mio corpo.

Non so da quanto tempo sono qui, il tempo è indefinibile in una stanza dalla luce sempre accesa e senza finestre. So solo che oramai tutto il mio terrore pare essersi affievolito, sono così stanco da non poter essere neanche spaventato.

Sono abituato alle cose strane, in realtà, ma questa è quella che addosso mi ha messo più paura e stanchezza.

Ora che mia sorella sta lentamente iniziando ad accettare il fatto di avere tre anni della propria vita persi nell'oblio, ecco che le capita un altro evento drammatico.

Non riesco ad immaginare come si possa sentire.

Certo che ai fratelli Evans sembrano capitare cose strane in continuazione. Speravo che sarebbe andato tutto meglio dopo l'amnesia di Emy. Non le ho detto nulla sul biondino che ha incasinato la vita a me e a lei, cercando di rendere più normale la nostra vita.

Ma evidentemente la sfortuna ci è rimasta aggrappata alla pelle con gli artigli.

Sento un cigolio sinistro, e l'unica porta della stanza si apre, scricchiolando. L'ambiente è sporco, agli angoli della stanza la polvere si è accumulata in modo terrificante e preferirei non sapere che cosa siano le macchie secche sul muro.

Sono a piedi nudi e vestito con abiti non miei. Ho solo dei jeans larghi e rovinati ed una maglia bianca.

Alzo lo sguardo. Ogni tanto degli uomini dal volto coperto da maschere vuote sono venuti a portarmi il cibo. Non ricordo quante volte, ma misurare il tempo che ho passato qui in base al cibo è impossibile, dato che di solito mi viene portato ad orari irregolari.

Questa persona, però, non ha il volto coperto e non ha con sé nessuna strana sbobba dal sapore nauseante.

È un ragazzo non più grande di Emy, dai capelli corti e castani, ordinati ben puliti. Ha degli occhiali dalla montatura bianca e il volto cosparso di lentiggini. Sottobraccio ha quello che pare un vecchio tomo ingiallito e polveroso.

Anche se volessi alzarmi e andare verso di lui, le spesse catene che mi legano caviglie e polsi ad un gancio davanti al pavimento me lo impedirebbero, quindi restò fermo e sollevo leggermente lo sguardo verso il soggetto. Non saprei cosa aspettarmi da lui, ma non sono agitato.

- Salve - dice il ragazzo - Siamo stati un poco maleducati con te, vero?

Si siede per terra, incrociando le gambe sul pavimento lurido.

- Ti abbiamo dovuto lasciare in isolamento per un po', ma era per controllare se la tua mente era abbastanza forte.

Tira fuori un blocco per gli appunti - Hai reagito positivamente all'isolamento, senza crollare emotivamente. Sei stato tranquillo e hai mantenuto i nervi saldi. È una mente forte è ciò che ci serve.

- Aspetta - dico, grattandomi nervosamente la nuca - Voi chi sareste, esattamente?

- Noi lavoriamo per un mondo migliore - risponde, pacato sistemandosi per bene gli occhiali sul naso - Ora ascolta, capirai presto ciò che voglio spiegarti. Vedi, tu sei stato scelto in base a diverse caratteristiche particolari che ti rendono il soggetto perfetto per ciò che noi vogliamo realizzare.

Sta parlando in modo strano. Come se parlasse di affari, ma di fatto il suo discorso ha in sé qualcosa di vagamente disturbante. Non capisco cosa intenda con "un mondo migliore". O per cosa io sia stato scelto. Ma non mi piace.

- Come ho detto hai superato le nostre aspettative sulla tua forza psicologica. In più hai soddisfatto altri requisiti. Sei un uomo tra i venti e i trent'anni, con una buona forza fisica, di altezza superiore al metro e settanta, e non sei infetto. Ormai abbiamo appurato che sei il soggetto adatto.

- Infetto?

- Non sei contaminato dal CPV, un Virus che si sviluppa spesso tra coloro che nascono in questa città a causa di una presenza.

- Non ti seguo - dico, aggrottando le sopracciglia. Questo qua deve essere fuori di testa. Non capisco cosa voglia da me, ma la situazione mi piace sempre di meno. Iniziò a pensare che faccia parte di una sorta di setta satanica o simili.

Ma non voglio mostrare a questo tizio la mia preoccupazione.

- Allora - dice lui, sospirando come se fossi un bambino troppo distratto a cui le cose vanno spiegate con calma - C'è stata una creatura qui, nell'antichità, chiamata Mr,Creepypasta, che ha deciso di lasciare qui il proprio corpo in un sonno eterno. La sua presenza nel sottosuolo rilascia un Virus particolare, detto CPV, che trasforma chi nasce qui in mostri assetati di sangue. Molti ragazzi sono stati infettati, e trasformati in persone cattive. Questi vengono presi da un'altra entità, Slenderman, e usati come suoi schiavi protetti da lui.

Aggrotto le sopracciglia, non credendo a ciò che dice questo tipo. È pazzo, probabilmente. Devo liberarmi da questa situazione, ma le catene non mi aiutano.

- Ciò che noi vogliamo è ribaltare tutto ciò. Vogliamo superare il potere di Slenderman e governare la città. Diventeremo superiori a loro e renderemo loro nostri schiavi, e li useremo come armi. Sono più forti degli umani, e saranno il nostro esercito, ma ci serve qualcuno che possa dominarli. E quel qualcuno, Nate Evans, sei tu.

- Eh?

- Beh, non tu materialmente - precisa lui, guardandomi negli occhi e sistemandosi il golfetto color cremisi - Tu sarai solo l'ospite. Hai il corpo e la mente adatti a non collassare alla forza del nostro signore Zalgo. Lui è forte, ma non può entrare nel nostro mondo senza possedere qualcuno. Sposteremo la sua anima nel tuo corpo, dato che la tua mente e i tuoi muscoli possono reggere la sua potenza senza farti morire. Capisci che cosa intendo, vero?

Sentendo tali parole un brivido mi sale lungo la schiena. Tutto questo è inquietante, e questo tizio è pazzo. Ci sono tante cose strane, ma questo è del tutto assurdo. Questo tizio è pazzo, non so cosa voglia farmi, ma io devo andarmene.

- Oh, certo... - dico, inghiottendo la mia ansia - Certo che capisco...

Il ragazzo mi sorride - Oh, perfetto! Presto sarai l'ospite di Zalgo! È un grande onore, devi essere orgoglioso! Una settimana ancora,  abbi pazienza!

Lui si alza in piedi, sorridendomi - Colui che attende dietro il muro, il nostro signore del Caos, sarà presto tra noi.

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