Emy
- Ora di cena. Esci e vieni a mangiare - dice una voce fuori dalla mia porta, voce che riconosco come quella di Toby.
Dopo cena so bene che dovrò andare a incontrare questo famoso "Operatore" per quanto non abbia la più pallida idea di chi sia. Fino ad ora le Creepypasta che ho incontrato sono un elfo con gli occhi sanguinanti, una tipa con qualche strano problema con il tempo, un pazzo con la faccia terrificante e un ticchettoso ragazzo con una maschera strana sulla bocca. E, piccola parentesi, ho conosciuto tutte queste persone quando ancora erano soggetti normali. In ogni caso, dopo aver visto tali stramberie inquietanti, davvero non so immaginare come potrebbe essere questo capo di cui tutti paiono avere un timore reverenziale.
Quella sorta di stickman disegnato in ingresso non pare una riproduzione molto accurata e fedele, insomma.
Deve essere davvero terribile, per far paura a degli esseri del genere.
Jeff, in particolare, mi ha lasciata disturbata. Il suo viso è terrificante, tanto da non avvicinarsi minimamente al vecchio Jeff.
Me lo ricordo. Era carino, piaceva alle ragazze perché aveva un'aria dolce e un bel viso, su cui risaltavano i suoi occhi color ghiaccio.
Davvero, era bello.
Ora invece fa talmente paura che guardarlo negli occhi mi è difficile. Vedere quel viso, quelle ferite, quegli occhi senza iride e senza palpebre, è terrificante. È difficile pensare che un umano possa ridursi così.
Apro la porta, e mi trovò davanti il viso di Toby.
Lui si comporta in modo gentile. È strano, quasi assurdo. È un Killer a sangue freddo, ma si comporta in modo amichevole.
Mi accompagna nella sala da pranzo.
Quando la sua mano coperta da un guanto nero scosta la porta rovinata ed anonima la mia vista si riempie di volti strano, coperti o deturpati.
Deve esserci una buona quarantina di persone qua dentro, seduta lungo un tavolo dalle dimensioni esagerate. Quaranta paia di occhi che si voltano verso di me e mi osservano, come fossi un succulento piatto da divorare o qualcosa di simile.
Toby va a sedersi rapidamente, ed io resto in piedi per qualche secondo. Loro mi osservano, e mi intimoriscono con i loro sguardi strani e disturbati.
- Oh, ma che cos'è tutta questa tensione? - dice una voce cantinelante ed allegra, proveniente da uno scuro figuro con braccia troppo lunghe per essere quelle di un umano normale.
Mi guarda con un sorriso acuminato sulle labbra nere, e allarga le braccia terminanti in mani artigliate.
- Diamo il benvenuto alla nuova arrivata, no? Su, non ti presenti?
Dove i sorrisi non sono già incisi o cuciti sulla pelle se ne allargano diversi, mentre maschere nascondono i restanti volti. Li sto divertendo.
- Su, non dici niente? Coraggio, mica ti mangiamo! - insiste lui.
- Emy - dico, leggermente esitante, per poi prendere un tono più deciso - Mi chiamo Emy.
Li sento ridacchiare, e questo mi dà sui nervi. Ma non credo sia il caso di arrabbiarmi con tali soggetti.
Deglutendo, vado a sedermi senza dire una parola. So di dovermi guadagnare il rispetto di quelle persone, ma ho paura di loro. Colui che ha parlato continua a guardarmi con affilati occhi bianchi, e poi scoppia a ridere, ma sinceramente non capisco cosa ci sia di divertente in me.
Le sue risa rimbombano tra le pareti scrostate della stanza, lasciandomi addosso un profondo senso di disagio.
Un ragazzo entra nella stanza da un'altra porta, ha una maschera bianca sul viso, su cui è dipinto un sorriso rosso. Porta con sé una gigantesca pentola, e lo segue una ragazza con la frangia corta e bionda con un contenitore identico.
Senza una parola, versano uno per volta il cibo nei piatti posti davanti a noi e si mettono a sedere vicini.
Guardo la zuppa davanti a me, iniziando a mangiare e notando il lieve brusio della stanza. Alcune Creepypasta parlano tra di loro a voce bassa, sussurrando.
Forse dovrei unirmi anche io a qualche conversazione, alla fine per me farmi nuovi amici non è mai stato un problema.
Istintivamente mi chiedo chi sia Jack tra queste persone. Il mio vecchio amico deve essere qui, ma non lo vedo. Forse ha una maschera.
O forse anche lui è rimasto trasfigurato come Jeff.
Noto Ben, non lontano da me. Anche lui è silenzioso, non parla con nessuno. Tiene lo sguardo sul piatto, pensieroso. Per un attimo, però, i nostri occhi si incrociano.
Sospiro, sapendo di dover fare conoscenza con questi soggetti.
Il ragazzo di fianco a me, però, se ne sta assolutamente zitto. È alto, e porta una felpa gialla. Non gli si vede la faccia, dato che è coperta da un passamontagna su cui è cucita una faccia triste.
La persona davanti a me, però, sta parlando con una ragazza bionda e pallida, dai capelli lunghi e leggermente mossi. Mi rivolge uno sguardo, o almeno così mi pare, dato che ha addosso una maschera femminile dalle labbra nere.
I suoi capelli sono troppo lucidi, paiono finti. Deve portare una parrucca.
- Emy - mi dice lei, al che riconosco la sua voce - È da un po' che non ci si vede, eh?
- Jane?
Lei annuisce - Indovinato. Benvenuta alla Casa. Spero che tu non muoia.
- Rassicurante - commento e poi faccio un cenno verso la bionda - Lei chi è?
Rispetto al resto della combriccola queste sue ragazze si comportano in modo miracolosamente normale.
- Oh, lei è Mary - la ragazza si rivolge alla pallida bionda - Emy era mia amica quando eravamo più piccole.
Per tutta la cena sento Jane e Mary parlottare tra di loro, ogni tanto cerco di intervenire anche io, ma non capisco assolutamente di cosa stiano parlando. Una domanda, però, preme sulla mia gola, esigendo di essere pronunciata.
E, alla fine la accontento.
- Jane, dov'è Jack?
La ragazza si zittisce, per poi rispondere dopo pochi secondi di totale silenzio - Ora lo chiamiamo EJ. Qualche posto alla mia destra, è l'unico con una maschera blu.
Lo noto. È alto, indossa una felpa nera. Tiene una maschera blu con due grandi buchi per gli occhi leggermente sollevata. Non sta mangiando zuppa.
Quella roba rossa non è decisamente un passato di verdure.
Cosa aveva detto Ben?
" Ora gli piace mangiare organi"
Disgustoso.
- Non parlargli adesso - suggerisce Jane - È irascibile quando mangia.
Annuisco, tornando a mangiare. La zuppa è insipida, ma non importa. Dopotutto non è male.
Devo parlare con Jack. Devo sapere che gli è successo in tutto questo tempo. Alla fine, eravamo migliori amici sin dall'asilo.
Quando finisco il mio piatto Toby mi fa un cenno. Non importa se gli altri non hanno finito, è arrivato il momento di andare.
Anche Ben si alza. So che vuole accompagnarmi. Pare quasi che ci tenga davvero, a recuperare il nostro rapporto.
Usciamo tutti e tre dalla stanza nel silenzio più totale. Mi pare di avere ancora gli occhi bianchi del tipo con le braccia lunghe addosso. Non credo sia umano. Quello sul suo viso non sembrava trucco, e poi era sproporzionato, troppo allungato. E il suo naso a cilindro non sembrava per nulla finto.
Scuoto la testa, non è il momento di pensare a quel tipo inquietante.
Andiamo nell'ingresso, e Toby spalanca il portone - Ben, tu non sei stato convocato, l'Operatore non gradirà.
- Non preoccuparti - dice lui, alzando le spalle mentre il vento freddo della notte si insinua sotto i nostri vestiti - Mi fermerò prima. Lo so qual'è il volere dell'Operatore.
Toby, silenzioso come un'ombra, ci guida nella foresta, mentre io e l'elfo camminiamo fianco a fianco.
A quanto ha detto lui, voleva solo proteggermi. Una parte di me vuole a tornare a fidarsi di Ben. L'altra, però, lo nega in maniera assoluta.
Non posso fare finta che non sia successo nulla, ma non credo che la cosa più intelligente da fare sia restare arrabbiata con lui in eterno.
Alla fine, del resto, in passato ho provato sentimenti molto forti per lui. Ma come faccio ad accettare ciò che è, per quanto so che non si tratta di una sua scelta?
- Noi due dobbiamo chiarirci - dico, con un sospiro.
Ben drizza le orecchie elfiche - Cosa?
- Chiarirci. Su ciò che siamo, ciò che abbiamo fatto è ciò che abbiamo intenzione di fare in futuro l'uno nei confronti dell'altro. Non voglio restare per sempre in questa situazione.
Lui annuisce - Non credo che questo sia il momento adatto. Devo fermarmi, adesso.
E così fa.
Resta in piedi, in mezzo agli alberi fitti e sottili come esili dita, e presto lo vedo venir inghiottito dalle tenebre di questa fredda notte senza autunno.
Mi voltò davanti a me, vedendo la torcia che Toby punta davanti a sé per guidare il proprio cammino, ma dopo ancora qualche minuto si ferma.
È venuto il momento di conoscere l'Operatore.
Ringrazio moltissimo @_Anonymous_Proxy_ che non riesco a taggare e...
WOHO!
Ho appena scoperto che cercando Ben Drowned su Wattpad la prima storia che viene è Game Over, è la terza è Breath.
È una soddisfazione meravigliosa, grazie mille per leggere questa storia. Non credevo avrei raggiunto qualche risultato qui su Wattpad, e per quanto tant'è storie abbiano letteralmente milioni di letture in più non importa. Questo è pienamente soddisfacente!
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