9 | VITTORIA E ARCHIBALD




<<Voglio. Ogni. Singolo. Dettaglio. Su. Ieri. Sera>> respiro profondo <<Oddio, è lì con te ora?>>

Vittoria in risposta mugugna parole incomprensibili. Tra queste c'è anche un <<No>>.

Ha il telefono poggiato sul cuscino ma non ha idea di che ore siano e se non sapesse riconoscere la voce della sua migliore amica anche in mezzo ad un rave party non saprebbe chi ha chiamato visto che non ha la forza di aprire gli occhi.

L'unico gesto che ha fatto, non appena il cellulare ha cominciato a squillare, è stato scorrere il dito sullo schermo per rispondere. E l'ha fatto più per non sentire quella stupida suoneria che per altro.

<<Andiamo Vi, me lo devi>> incalza Clarice al telefono <<Io sono qui a casa e tu sei a Monte Carlo. Con Archie Davidson. Potrei essere arrabbiata, invece ti sto dando la possibilità di raccontarmi tutto e placare la mia sete di conoscenza>>

Vittoria si porta una mano sugli occhi e si stropiccia le palpebre, racimolando le forze per soddisfare i bisogni della sua migliore amica. Almeno è contenta che abbia preso con filosofia la sua impossibilità di rientrare a casa ieri sera e, di conseguenza, il fatto che Vittoria abbia passato la serata con Archie.

Che poi, detta così, non rende propriamente il concetto.

<<Dammi un minuto>> abbozza mentre la voce viene per metà coperta dal cuscino sul quale rotola fino a raggiungere la fine del letto matrimoniale. Si guarda attorno poggiando i piedi per terra, studiando la stanza alla luce del mattino.

Neutra è la prima parola che le viene in mente. Tanto legno. Lenzuola chiare. Una grande finestra con una bella vista.
La perfetta camera degli ospiti.

Vittoria si stiracchia così rumorosamente da far sembrare a Clarice di essersi svegliata al suo fianco, poi cerca tra le lenzuola i calzini che come sempre si è sfilata sotto le coperte e ci infila i piedi. Prende un grosso respiro. Incrocia le gambe sul materasso e via con il racconto della serata.

La serata che Vittoria ha passato con il più simpatico di casa Davidson. Nicholas.

Dopo aver acconsentito a restare, infatti, Archie aveva cominciato a blaterare di posti dove andare a mangiare, cosa da vedere nel Principato di notte, babysitter da chiamare. Quelli però erano stati anche i suoi unici dieci minuti di libertà di quella sera, visto che al suo manager non erano bastate tutte le chiamate che gli aveva fatto durante il pomeriggio. No, l'aveva chiamato anche in quel momento. Conference-call straordinaria con gli sponsor del suo team dall'atra parte del mondo, urgente e riguardante progetti per l'indomani.

Archie le aveva fatto segno di scusarlo, che si sarebbe sbrigato in una mezz'ora. Le aveva mostrato il resto dell'attico: la stanza dove si sarebbe sistemato per la conference call, la camera degli ospiti dove avrebbe dormito lei.

<<Qualsiasi cosa, disturbami>> aveva detto prima di sparire dietro una porta scura.

Così, Vittoria si era ritrovata in una casa non sua e che un po' la metteva in soggezione, a badare ad un bambino e due cani, senza sapere se sarebbero usciti, se far mangiare Nick, se preparare qualcosa per loro. Insomma, totalmente spaesata. Decisamente non la serata nel Principato che si sarebbe aspettata.

Aveva pensato di lasciarsi tentare dal diavolo, ed era finita a fare la casalinga solitaria.

Per fortuna che Nicholas al contrario del padre non aveva intenzione di abbandonarla, così l'aveva trascinata nella sua stanzetta per mostrarle la collezione di giochi e foto del suo cavallo. Mocha era un animale davvero adorabile.

Quando poi le aveva detto di avere fame, Vittoria aveva mandato mentalmente a quel paese qualsiasi idea di cena con Archie in uno dei tanti posti di cui farneticava e aveva portato Nicholas con sè in cucina per improvvisare qualcosa. Lì i due, con Super e Chico tra i piedi, avevano preparato un'ottima pila di french toast divertendosi a far saltare i panini in padella con delle mosse da veri chef.

Nick, che ormai guardava Vittoria innamorato, le aveva persino proposto di prestarle un pigiama per farla stare comoda. La ragazza in risposta gli aveva suggerito di andare a rubarne uno dall'armadio di suo padre, e lui super efficiente le aveva portato tuta e felpa.

Avevano cenato, si erano messi sul divano, avevano cominciato a vedere un film e poi i quattro - si, anche Super e Chico - erano crollati l'uno aggrovigliato all'altro.

Facendoci caso, Vittoria ha ancora segni della bava di Super sulla tuta.

<<E Archie?>> domanda Clarice, sentendo l'arrivo della fine del discorso.

Vittoria sbuffa.

<<Archie è venuto a svegliarci che era mezza notte passata. Si è caricato Nick in spalla, si è scusato e mi ha augurato buonanotte. E non ha neanche voluto i french toast>> puntualizza, rendendosi conto man mano che parla di quanto quella serata fosse stata paradossale. Era sicura che Archie, dopo aver fatto tanto per tenerla lì, avrebbe trovato un modo per farsi conoscere, per passare delle ore insieme. Invece aveva trascorso una piacevole serata, ma non con lui. E se quella era la vita quotidiana con Archie, forse Vittoria avrebbe dovuto cominciare ad essere più comprensiva con Jennifer. <<Praticamente sono diventata la sua babysitter>> conclude.

<<Oddio, devo chiamarti Alex d'ora in poi?>> esclama Clarice, ridacchiando. Vittoria le risponde con una parola volgare e l'amica ride ancora di più. <<Ed io che temevo avresti ceduto alle sue avances. O meglio, almeno che te le avrebbe fatte>>

La bionda alza gli occhi al cielo, camminando in tondo al centro della stanza.

<<Non cederei mai alle sue avances>> la corregge.

<<Però sei rimasta lì>> le fa presente Clarice, dritta la punto.

<<Avrebbe dovuto smuovere mezzo mondo per farmi tornare a casa ieri, abbiamo finito tardissimo le deposizioni>> risponde pronta. Infondo ci aveva pensato a lungo, quella notte, ad un modo per giustificare alla sua migliore amica - e a sé stessa - perchè aveva deciso di rimanere <<E poi qui è bellissimo Clary. Ci dobbiamo tornare insieme. C'è un cielo stupendo e fa caldo e...>>

<<Basta o mi deprimo, che qui piove a dirotto>> la interrompe la ragazza all'altro capo del telefono.

Rimangono al telefono qualche minuto ancora, Vittoria saluta anche Emma e poi chiude la chiamata. E' il momento di affrontare il risveglio di casa Davidson.

Passa qualche minuto a domandarsi se sia il caso di cambiarsi prima di farsi vedere da Archie, il che però la porta a due conclusioni: la prima, uscire alle nove di mattina dalla camera con il tailleur sarebbe solo l'ennesima conferma per Archie del suo essere sempre impostata; la seconda, dovrebbe rimettersi il tailleur di ieri visto che oltre  ad essersi portata dell'intimo pulito - per fortuna, almeno quello -, non aveva pensato ad un cambio di completo. Però odiava rimettersi lo stesso vestito per due giorni di fila, farlo di prima mattina sarebbe stato ancora peggio.

Alla fine esce dalla camera rimanendo con la tuta con la quale ha dormito e si addentra nel corridoio, sbagliando nella confusione la direzione giusta per trovare la zona giorno. Andando  a sinistra infatti e seguendo una svolta si ritrova davanti alla porta spalancata della camera padronale. Intravede la fine di un letto matrimoniale con il poggiapiedi sul quale sono accatastate delle felpe, le lenzuola sfatte, i toni caldi ma neutri della stanza, ed istintivamente fa un passo indietro. Si sente come se stesse varcando un confine non scritto, qualcosa di troppo intimo perchè lei possa vederlo.

Perchè lei è l'avvocato della moglie di Archie, la donna che dormiva in quel letto, e in nessun manuale di diritto aveva mai trovato che rientrasse tra le funzioni del difensore quella di dormire in casa del quasi ex coniuge del proprio cliente.

Anzi, le sembra qualcosa di deontologicamente molto scorretto.

Mai come in quel momento, davanti alla camera dei Davidson, la sua stessa presenza in quella casa le sembra sbagliata. Non avrebbe dovuto farsi convincere a restare.

Che stai facendo, Vittoria Sperti?

Gira su sé stessa e torna sui suoi passi, prendendo questa volta la direzione giusta e riuscendo a raggiungere la zona giorno con un peso sullo stomaco che le impedisce però di godere di quel salone illuminato dalla calda luce del mattino e dell'aria fresca che entra da una finestra socchiusa e della vista del Principato proprio ai suoi piedi.
È un peccato, perché è un vero spettacolo.

<<Serviva una notte a Monte Carlo per farti sbottonare>> sono le parole con cui Archie la accoglie non appena mette piede in cucina e i suoi occhi si poggiano su di lei.

<<Quanto sei scontato?>> risponde in fretta lei, che già aveva messo in conto un commento sul suo abbigliamento. Ondeggia una mano con fare annoiato ma non lo guarda negli occhi, non ancora. Anche quella le sembra una scena privata dalla quale dovrebbe rimanere estranea.

Nick la saluta alzando una mano con un biscotto tra le dita per poi lanciarlo nel latte. Chico lascia andare un leggero mugolio, quasi volesse partecipare a quel giro di buongiorno. Super è già troppo stanco anche per quello.

Mentre il piccolo di casa è accucciato sullo sgabello davanti all'isola della cucina, Archie è in piedi e poggiato vicino alla macchinetta del caffè, quasi fosse stato sempre lì ad aspettarla per poterglielo fare.

<<Caffè?>> le domanda infatti mentre Vittoria va a prendere posto accanto a Nick, rubandogli un biscotto dalla pila che il ragazzino si è creato nell'angolo della tovaglietta.

Nick anziché protestare si mette a ridere, ed era un po' ciò che voleva. Quella risatina la mette a suo agio.

<<Tu che bevi?>> chiede allora ad Archie, notando la tazza grande che il ragazzo stringe tra le mani. Solo in quel momento decide di ricambiare lo sguardo di lui che al contrario neanche per un attimo l'aveva abbandonata.

C'è qualcosa di diverso in quelle iridi scure, quella mattina. Qualcosa che forse le conviene evitare.

Le viene da ridere però rendendosi conto che indossano la stessa tuta.

<<Orzo>> si decide a rispondere Archie, perso nei suoi pensieri mentre soffia lentamente sulla tazza bollente.

Vittoria arriccia il naso.

<<Caffè allora, grazie>> afferma.

Archie scuote la testa con un mezzo sorriso sulle labbra, poi si gira per mettere la cialda nella macchinetta. Quando il caffè è pronto le porta la tazzina e le si siede di fronte.

Le sorride. Vittoria aggrotta le sopracciglia.

E' la colazione più strana della sua vita.

Nicholas passa tutto il tempo ad esaltare i frenchtoast di ieri sera e a dirsi eccitato per la giornata  che lo aspetta, in villa da un suo amico per una festa di compleanno, evitando così ad Archie e Vittoria lo sforzo di trovare qualcosa da dirsi. Non che abbiano mai avuto problemi a farlo. Sopratutto a trovare qualcosa sulla quale stuzzicarsi.

<<Mi dispiace ancora per ieri>> esordisce lui dopo aver mandato Nick a vestirsi <<Purtroppo ho una vita un po' incasinata>>

Poggia i gomiti sul bancone e si sporge leggermente in avanti, tenendo gli occhi aperti e pronti a catturare qualsiasi tipo di reazione sul viso di lei. Vittoria si limita a scrollare le spalle.

<<E' stata una serata molto più divertente di come sarebbe stata una cena con te>> risponde, pungente e con le sopracciglia alzate.

Quell'espressione però sembra ormai non avere più effetto su di lui, che ne ride mentre fa un mezzo giro su sè stesso e la raggiunge dall'altra parte del bancone.

<<Andiamo, proverò a farti divertire oggi>> esclama, affiancandola. Vittoria appare restia mentre lo guarda ancora seduta sullo sgabello <<Andiamo a Cannes>>

<<E che facciamo a Cannes?>> le viene spontaneo domandare, cercando di mettere insieme spezzoni di conversazioni che gli aveva sentito fare ieri al telefono. Quella gita le puzza parecchio.

<<Andiamo a girare uno spot>> annuncia infatti lui, battendo le mani davanti a sè e fingendosi entusiasta della cosa <<Cioè io giro lo spot, tu assisti, poi ci divertiamo per la città. E' meravigliosa, te l'assicuro. Anche più di Monaco>>

Vittoria fa per controbattere senza ancora sapere cosa dire, fidandosi del suo istinto, ma lui la precede. Le afferra entrambe le braccia e la tira leggermente verso di sè, quanto basta perchè si metta in piedi.

<<Fidati di me>>

E quelle, ebbene, furono proprio loro.

Le ultime parole famose.



Tutta la mattina è fatta di alti e bassi, ma anche di zone grigie, indefinite. Fanno parte di queste ultime sicuramente le occhiate che Archie e Vittoria si scambiano mentre litigano lungo il tragitto per qualcosa che poi, una volta arrivati a Cannes, neanche ricordano. Che poi è un litigio fatto di smorfie e risate.

Archie guida rilassato, godendosi ogni chilometro macinato. Vittoria è seduta scomposta per poterlo fronteggiare meglio e tiene una mano fuori dal finestrino abbassato.

Negli alti si trova sicuramente il panorama della Costa Azzurra, che contorna il profilo di Archie per quasi tutto il tempo di percorrenza di quella strada tortuosa.
Ma c'è anche l'aria salmastra, la semplice eleganza di Cannes, la quiete, la simpatica assistente del regista che le tiene compagnia per quasi tutto il tempo. Tempo che invece Archie passa davanti alle telecamere mentre girano la pubblicità per la stessa marca di macchine che il ragazzo guida in Formula Uno. Questo rientra certamente tra i bassi.

Se Vittoria pensava che potesse essere divertente dare un'occhiata ad un set, di certo dopo la prima ora si era resa conto di averne abbastanza per tutta una vita.

Per un primo momento si fa andar bene le occhiate che Archie le lancia mentre cerca di seguire le direttive del regista, anzi quasi la diverte il modo in cui cerca di coinvolgerla anche quando è impegnato a fare tutt'altro. Poi, per fortuna, conosce Giulia. E' italiana, è l'assistente del regista ed è sempre sull'attenti, pronta a scattare a qualsiasi ordine del suo capo, ma nei momenti morti si ritrova a parlare con lei. Tipica empatia degli italiani all'estero.

Fa parte della zona grigia anche la pausa pranzo, che passano attorno ad un tavolino con vista sul mare in compagnia di Anthony, il regista, e Giulia. L'uomo, con gli occhiali da vista spessi e i capelli brizzolati, aveva insistito per mangiare una cosa insieme e tiene banco per tutto il tempo, interessando i più giovani con aneddoti dei suoi anni d'oro e dei red carpet a Cannes.
Vittoria cerca di fare la trattenuta, di far arrivare ad Archie il sentore che qualcosa non va, che non è giusto che lei sia bloccata lì con lui, ma dopo un po' proprio non ci riesce e sorride. Archie non se lo merita, ma Anthony si.

<<Quanti cuori ha conquistato quel sorriso?>> le domanda quest'ultimo, muovendo una mano verso di lei.

Vittoria fa un gesto indifferente e scrolla le spalle, come a voler liquidare la situazione. Quando poi i suoi occhi cercano quelli di Archie, lui la stava già guardando.
Sembra volerle dire qualcosa, qualcosa che lei non afferra. O che non vuole capire.

Il resto della giornata la ragazza si rifiuta di passarlo a guardare la superstar della giornata che viene mangiata dalla telecamera. Segue la troupe quando cambiano set, ma non appena Archie non guarda decide di dileguarsi.

Da sola, alla scoperta di Cannes.
Tanto con sé stessa ci sta benissimo.

Passeggia su La Croisette con lo sguardo rivolto verso la distesa d'acqua cristallina, respirando a pieni polmoni l'aria salmastra e godendo dei flebili raggi di sole che le colorano le guance.
Scopre una città viva, colorata, con le case basse e le stradine del centro affollate. Incontra gente educata alla quale sorride, chiede indicazioni su dove andare, cosa vedere. Si ritrova al porto vecchio, poi dentro un allegro mercato al coperto.
In Rue d'Antibes ne approfitta persino per un cambio d'abito, comprando qualcosa di morbido e colorato per sostituire il tailleur che indossava dal giorno prima. Lo infila direttamente nel camerino, uscendo dalla boutique come una persona nuova. Nella busta poi ha anche un vestito nuovo per quella sera, per non trovarsi impreparata tra le strade del principato, o di Cannes, o di ovunque si troverà dopo il tramonto.

Con o senza Archie.

Dopo ore di camminata e gli occhi pieni di splendore non le importa che lui non sia lì con lei. È stato Archie a chiederle di restare, ma non è per lui che è rimasta.

Voleva godersi una giornata lontana dalla frenesia londinese, scoprire quella meravigliosa parte di mondo, ed è stata accontentata.

<<Quasi non ti riconoscevo>> le dice Archie quando più tardi la raggiunge, trovandola seduta su un muretto con lo sguardo rivolto verso il porto vecchio.
Ci sono tante barche lì e Vittoria ha un'irrefrenabile voglia di prenderne una e salpare per il largo mentre il cielo comincia a tingersi di rosa e arancio. Il mare è piatto nella baia ma il maestrale accarezza le bandiere sugli alberi delle navi e al largo sarà certamente meno docile. Mistral, così lo chiamano in Costa Azzurra. Glie l'aveva detto suo padre quando una volta gli aveva chiesto se sarebbero mai riusciti ad arrivare in Costa Azzurra in barca a vela.
"Tanto bella quanto letale" le aveva risposto lui "Il mistral soffia così forte che una leggenda narra di quando gli uomini per disperazione cercarono di imprigionarlo. Poi hanno imparato a non temerlo, ma a rispettarlo"

<<Vuoi fare un giro? Possiamo noleggiarne  una>> aggiunge Archie, probabilmente ricordando della passione di Vittoria.
Lei però scuote la testa, sedendosi meglio sul muretto come a volergli fare spazio.

<<Non oggi>> risponde <<C'è maestrale. E va rispettato>>

Non vede la reazione di Archie però lo sente muoversi. Prende posto accanto a Vittoria, a cavalcioni sul muretto. Sembra insistere con lo sguardo su di lei per un po', ma il richiamo del bel tramonto sul mare ad un certo punto ha la meglio.
Ed è in quel momento che è lei, invece, a guardarlo, a catturare un frammento di quell'espressione finalmente rilassata come può esserlo soltanto un viso con gli occhi pieni di uno spettacolo del genere.

È quello il momento in cui conosce Archie Davidson. Non servono discorsi, o i caffè, o le deposizioni, neppure le camminate sul Tamigi. Forse neanche passare tutta la giornata insieme in giro per Cannes sarebbe bastato.
Ma quell'attimo, quell'attimo sì.

<<A cosa pensi?>> domanda Archie, tirando una gamba sul muretto e poggiandoci sopra il mento. Il viso è rivolto verso di lei ma gli occhi no, sono ancora persi tra le increspature dorate del mare.

Deve passare ancora qualche minuto perché lui si decida a spostare le sue iridi su di lei.
A quel punto non sa neanche Vittoria perché, ma si apre in un grande sorriso e allunga una mano verso Archie.

<<Vittoria Sperti>> gli si presenta sentendosi forse un po' stupida, un po' ingenua, un po' la persona che non è mai stata. Il ragazzo alza un sopracciglio, incuriosito, ma per quanto spiazzato non si tira indietro.

Stringe la mano sospesa a mezz'aria. Il tatuaggio con la bussola è ben in vista, la pelle scura fa risaltare ancora di più il pallore di quella di lei.

<<Archibald Henry Davidson>> dice con una mezza risata <<Chi sei, Vittoria?>>

<<Sono una velista con un debole per i muretti che affacciano sul mare, nel tempo libero spacco i culi in tribunale. Senza a troppi sforzi.>> decide di presentarsi in quella versione più vacanziera, più spensierata, quella che sogna un giorno di mettere un puntino su tanti dei porti in giro per il mondo. Con la propria barca. <<E tu, Archibald?>>

<<Sono un pensatore al tramonto. Lo faccio per lavoro. Mi siedo, guardo il tramonto e rifletto sulla vita. Sono pensieri molto profondi, giuro>> scherza Archie con leggerezza, continuando a sembrare un pizzico sorpreso dalla svolta inaspettata che ha preso la conversazione.

Forse si immaginava che lei lo riprendesse per averla abbandonata, e invece alla fine della giornata poco le importa.

<<Oh ci credo, ci credo>> annuisce vigorosamente, trattenendo una risata.

<<È un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo>> continua <<nel tempo libero guido macchine molto veloci e ho una nuova passione per infastidire l'avvocato di mia moglie>>

<<Ho saputo che se continui ad infastidirla ti lascerà su questo muretto e continuerà la sua vacanza in solitaria>> risponde lei con un sorriso sghembo <<Immagina con quanta rabbia poi tratterebbe la tua causa>>

<<Allora dovrei proprio cercare di addolcirla>> afferma girando su sè stesso con le gambe sollevate fino a farle scendere sulla strada sotto il muretto. Si mette in piedi e le allunga una mano <<Potrei cominciare offrendole la cena che le avevo promesso>>

Vittoria gli regala un'espressione al tempo stesso divertita e accondiscendente. Non afferra la mano che lui le porge però, scansandola piuttosto e raggiungendolo giù dal muretto con un salto.

<<La concorrenza è dura: devi essere più simpatico tu tuo figlio e farle mangiare qualcosa di più buono dei suoi french toast>> mormora prendendo a camminare per le strade che sembra quasi conoscere da una vita. Lancia poi un'ultimo sguardo al porto con in testa un arrivederci.

<<Il segreto per la riuscita è uno solo: spegnerò addirittura il telefono>> dice Archie, passeggiando al suo fianco con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni chino chiari e le spalle rilassate <<Il resto lo farà la mia personalità>>

Vittoria nota come le persone si girano a guardarlo ed ha il sospetto che lo farebbero anche se non fosse una superstar, ma per fortuna nessuno si azzarda a fermarli.
Vivere la città con lui è diverso rispetto a farlo a sola. Non più bello, solo diverso.
Le piacciono le cose diverse, le variabili. Rendono tutto così inaspettato.

<<Andiamo alla macchina?>> domanda Archie.

<<Non ancora>> risponde lei, facendo passare lo sguardo tra le vetrine dei negozietti sulla Croisette. <<Non prima di aver trovato un souvenir per la collezione della mia coinquilina, mi farebbe dormire fuori casa>>

<<Cosa cerchiamo?>>

Il fatto che si metta a disposizione in prima persona la colpisce, in positivo. Per qualche motivo non pensa ad Archie Davidson come ad una persona che solitamente cerca souvenir per negozietti turistici.

<<Colleziona matite brutte, pezzoline degli occhiali o libri che centrino con il posto da cui sono stati presi>> esclama avvicinandosi ad una bancarella di libri usati.

Sente la risata di Archie alle sue spalle.

<<La tua coinquilina ha dei gusti davvero strani>> le fa presente.

<<È per questo che la adoro>>

Se Archie sapesse, che in qualche modo anche lui ha adorato la sua coinquilina.

Se sapesse tutto, anziché scegliere souvenir con Vittoria, sicuramente scapperebbe a gambe levate.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top