- Capitolo 8 -

Wynter's POV

Il mio borsone sbatteva furiosamente sul mio fianco mentre attraversavo la strada sulle strisce pedonali.
Una macchina inchiodò e il clacson rimbombò per la via.
Non mi voltai ad ascoltare le imprecazioni. Il semaforo era rosso. Lo sapevo.

Entrai nel piccolo negozio di parrucchieri che avevo intravisto precedentemente dirigendomi verso la caffetteria.
Era giunto il momento di cambiare stile, dovevo diventare meno riconoscibile.

Una graziosa donna sulla trentina mi venne incontro sorridendo.
-Ciao, niente scuola oggi?-
La guardai con disprezzo -No, devo andare fuori città con la mia famiglia e comunque non devo spiegazioni ad una sconosciuta-.
La donna annuì imbarazzata -Scusa, non volevo essere scortese. Cosa vuoi che faccia?-.

Presi posto su una delle morbide poltroncine di camoscio che abbellivano il salone.
-Vorrei cambiare colore e tagliare un po' le punte. Forse 20-25 centimetri-.
La parrucchiera sospirò e si mise all'opera.

Meno di un'ora dopo uscii dal negozio con una chioma rosso scuro che sfiorava appena le spalle; i miei capelli mossi ricadevano morbidamente prendendo un adorabile ondeggiatura che il mio precedente taglio non avrebbe mai permesso. Ero carina.
Quella parrucchiera si era rivelata molto meno irritante di quanto avessi pensato inizialmente.

Mi avviai velocemente verso il piccolo Macy's che dominava la piazzetta. Avevo bisogno di qualche vestito in più per cambiarmi; avevo portato solo un paio di pantaloni della tuta e qualche t-shirt di mio padre. Faceva freddo e avevo solo un giubbotto leggero; mi servivano almeno un piumino e una sciarpa.

Mi diressi nella categoria Sales e Low-Cost, che normalmente non avrei mai e poi mai visitato; ma ero disperata. Comprai ciò che mi serviva e feci in tempo a fare un salto al centro commerciale per comprare gli assorbenti e un pacco di Mars con cui avrei tirato avanti fino all'arrivo nella prossima città.

Mi permisi il lusso di acquistare un hot dog fumante dal baracchino lungo la via che conduceva alla stazione. Lo feci ricoprire di senape. Era squisito.

Comprai un biglietto per il primo treno internazionale che sarebbe arrivato e ci salii sopra. Appena presi posto, recuperai una penna e il mio insostituibile taccuino.

12 ottobre, Stazione di Seattle
Caro diario,
Eccomi qui di nuovo, pronta a raccontarti le mie instancabili e noiosissime giornate.
Appena poche ore fa ero in questa stessa stazione e arrivavo da Vancouver; ora riparto e non so a quale fermata scenderò né cosa farò una volta lasciato il treno.
Ho rivoluzionato il mio look ma ho lasciato troppi testimoni; troppe persone che potrebbero ricordarsi di me. Ho comprato alcuni vestiti nuovi e appena potrò cercherò un albergo dove passare la notte. Preferibilmente non uno della catena dei miei...
So che a te potrà sembrare insensato ma ho bisogno di raccontarti tutto: mi sento estremamente sola. Se non avessi più qualcuno con cui confidarmi, perderai l'equilibrio che mi fa andare avanti.
Love you so much,
Wynter

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