- Capitolo 40 -

Wynter's POV

Quella notte dormii malissimo: continuavo a svegliarmi e mille pensieri non smettevano di affollarmi la testa. Ero triste e titubante. Nel mio futuro c'erano troppi punti di domanda, troppe incognite che non avevo considerato. Ma potevo rimanere? No. Per quanto volessi restare a Palmer Fall, sapevo che avrei dovuto cambiare aria. Non potevo sopravvivere in un posto così piccolo, così poco frequentato.

Appena venne l'ora della colazione, mi alzai e scesi in cucina. Hazel aveva preparato i pancake con i mirtilli blu, i miei preferiti. Sembrava che sapesse già che sarei partita.

-Ciao Wendy, come hai dormito?-.
-Bene- mugolai prendendo dal frigorifero una bottiglia di succo alla pesca.
-Oggi rimani un po' a casa eh?- esclamò sedendosi al tavolo.
-Sì, che noia- biascicai raggiungendola.
Graham comparve sulla soglia della cucina in tutto il suo splendore mattutino: aveva i capelli arruffati e la maglietta del pigiama era sporca di quello che sembrava sugo. Forse la sera prima si era imbrattato.
-Ho sentito la parola noia, o sbaglio?- rise rubandomi il succo dalle mani e versandosene un bicchiere.
-Passerò la mattinata a guardare la televisione- borbottai prendendo un pancake dalla padella.
Hazel mi sorrise -Perché non vai a farti un giro alla scuderia? Comunque adesso devo proprio andare. Ci vediamo stasera-.
Si alzò e stampò ad entrambi un grande bacio sulla fronte, poi forse via.

Mi sentivo uno straccio e non volevo abbandonarla; lei era stata una bravissima madre in quelle settimane. Mi sarebbe mancata.
Graham sgranocchiò tre pancake come fossero noccioline -Che buoni i pancake, sarebbe comodo imparare a cucinarli...-.
Sbuffai -Tanto non impareresti mai, sei negato-.
Lui sollevò un sopracciglio -La cosa che preferisco di te è la sincerità-.
Sincerità. Ero mai davvero stata sincera con lui?
-E la cosa che io preferisco di te è il tuo sorriso- rivelai scolandomi tutto il succo rimasto.
Graham arrossì imbarazzato e mi regalò il suo sorriso. Ecco in cosa ero stata sincera.
-Wendy...- mormorò scostando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
-Cosa c'è?-.
I suoi occhi si persero nei miei -Vuoi essere la mia ragazza?-.
Deglutii -Graham...-.
-Ti prego- mi supplicò sorridendo.

Come potevo dirgli di no? Io volevo stare con lui, volevo ogni cosa di lui. Eppure stavo scappando. Con quale faccia avrei potuto rispondergli di sì?
-Sì- bisbigliai. Ecco con quale faccia; con la mia fantastica faccia da culo.
Un secondo dopo le sue labbra erano sulle mie, avide di rivendicarne il sapore. Mi gustai il nostro ultimo bacio come un dono inaspettato, ma non per questo meno bello. Graham si vestì in fretta e lasciò la casa con un cavolo di sorriso stampato in faccia.
-Stasera lo diremo a mia madre-.
-Va bene- annuii mordendomi il labbro. Hazel.
-E poi se le cose si faranno serie; e ti garantisco che accadrà, parleremo anche con i tuoi genitori- esclamò prendendo lo zaino coi libri.
-Certo- dissi richiudendo la porta dietro di me. Non potevo guardarlo andare via; sarebbe stato troppo difficile. Troppo doloroso.

Corsi in camera mia e lasciai 1984 sul suo comodino. Doveva sapere; glielo dovevo.
Poi sistemai le ultime cose nel mio borsone e mi avviai a passo spedito verso la porta di servizio. Non mi andava di uscire da quella principale; da là erano uscite due brave persone. Io non meritavo la stessa etichetta.
Mancavano pochi metri alla porta quando intravidi un'ombra dietro di essa; qualcuno inserì la chiave nella toppa. Forse era Hazel che aveva dimenticato qualcosa a casa e stava tornando a riprenderlo. Come avrei giustificato la mia valigia? La serratura scattò e si aprì. Rimasi scioccata. No, non poteva essere vero. Non era Hazel. Assolutamente no. Erano loro. Mi avevano trovata. E non mi avrebbero persa mai più.

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