- Capitolo 31 -
Brooklyn's POV
Appoggiai la borsa sul cofano dell'auto. Possibile che non trovassi mai le chiavi? Iniziai a svuotarla, ma non c'erano molte più cose di quelle che pensavo, ecco perché era così pesante.
Agenda, portafoglio, libro di letteratura, fazzoletti, trucchi e... Presi in mano quell'oggetto come se non lo rivedessi da una vita. Era proprio quello, nessun altro poteva essere così. Il telefono era in condizioni perfette, con la cover nera decorata solo con una scritta corsiva bianca "Wynter".
Me lo rigirai tra le mani, per essere sicura che non fosse né un'illusione, né un sogno.
Era reale e confermava i miei dubbi: era scappata. Non si allontanava mai più di un metro dal suo cellulare, ci teneva e se lo aveva dato a me c'era una ragione.
Lo accesi, aveva ancora il 64% di batteria. Mi chiese immediatamente il PIN, che non avevo la più pallida idea di cosa potesse essere. Il suo cellulare era sempre acceso, non mi era mai capitato di vederla inserire il codice.
Provai a immaginare cosa avesse pensato Wynter quando doveva sceglierlo. Il mio era la mia data di nascita, ma lei non avrebbe mai fatto una scelta tanto banale.
Dopo una breve riflessione azzardai il primo tentativo. "0635" i suoi due numeri fortunati. Era molto superstiziosa, credeva che se avesse avuto quei numeri con sé la fortuna sarebbe stata dalla sua parte.
Io non ci credevo, ma lei si sentiva più sicura se nei giorni importanti li aveva. Sosteneva che erano solo per quando c'era qualcosa di importante, la fortuna non era infinita e non poteva usarla tutta lo stesso giorno.
Purtroppo non era il codice giusto.
Poi scrissi il nome del suo libro preferito: 1984, ma il cellulare me lo indicò come errato.
"Solo un altro tentativo" comparve in rosso, come se non lo sapessi. Ragionai un attimo, non avevo più idee.
"Quanto conosci la tua migliore amica?". Questa domanda continuava a venirmi in mente ma non avevo la risposta.
Provai con la data in cui c'eravamo conosciute "0918" sperando che non fosse sbagliato.
Era una data importante per entrambe, era probabile che l'avesse scelta.
Anche questo codice si rivelò errato, non sapevo proprio cosa fare. Camrin era occupata come sempre con i suoi fratelli: con la morte di suo padre e la madre accusata del suo omicidio, non aveva molto tempo libero. Decisi, quindi, di contattare Emmett, anche se a malapena lo conoscevo. Lui e Cam erano gli unici che la pensavano come me e volevano aiutarmi, se non potevo parlarne con lei, lui era l'unica alternativa.
Avrei trovato il modo di chiamarlo in quel preciso momento, anche se magari aveva altri impegni. Sperai che quando lo avessi incontrato, avrebbe deciso di aiutarmi. Da sola non sapevo dove sbattere la testa. Risalii sull'auto e accesi lo stereo, ma non servì ad allontanare i pensieri che affollavano la mia mente, senza darmi tregua.
Forse non conoscevo così bene la mia amica quando credevo. Mi mentiva, le stava succedendo qualcosa e non me ne aveva parlato.
Mi sentii incredibilmente stupida, lei sapeva tutto di me, io non quanto immaginavo di lei. C'erano segreti tra noi, ed io pensavo che non ci sarebbero mai stati.
Non ero riuscita a stare accanto a Wynter quando aveva più bisogno di me. Non era riuscita a fidarsi. E la fiducia è alla base di qualsiasi amicizia.
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