- Capitolo 26 -
Wynter's POV
-E adesso cosa facciamo?- mi chiese Graham distogliendo lo sguardo.
-Bisogna mettere semplicemente le lenzuola a mollo. Mantenendole bagnate poi è più semplice rimuovere il sangue- gli spiegai.
Lui parve rifletterci un attimo -Nel bagno al piano di sotto c'è una vasca da bagno. Potremmo riempirla e mettere là le lenzuola-
Acconsentii e facemmo come avevamo organizzato.
Eravamo stranamente silenziosi: dopo il bacio non avevano quasi più parlato. E la torta era risultata buonissima.
-Ehm... Quindi per la festa?- domandai interrompendo il silenzio.
Graham si appoggiò al bordo della vasca -È in un locale vicino Boise. Ci possiamo andare in macchina-
-Bene-
-Bene- ripeté lui.
Di nuovo silenzio. Stava diventando imbarazzante.
-Qual è il problema?- sospirai.
Lui mi fissò coi suoi grandi occhi chiari. Così profondi.
-Nessuno-
Alzai gli occhi al cielo -Non mi stai più parlando... E onestamente non ne capisco il motivo-
-Sono solo un po' stanco-
Mi morsi il labbro -Il bacio di oggi non c'entra nulla?-
Le guance di Graham presero fuoco. Ecco, svelato il problema.
Gli scompigliai i capelli -Non volevo metterti a disagio. Volevo solo farti riprendere dimestichezza con il mondo femminile-.
Lui mi lanciò un'occhiata ambigua -Ma io ho dimestichezza! Non capisco perché sia tu che mia madre mi trattiate come un bambino che non ha mai nemmeno guardato una ragazza...-
Abbassai lo sguardo -Scusa. È solo che in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare-
Lui si alzò dalla vasca e mi mise un braccio dietro le spalle -Tranquilla, non mi sono arrabbiato-
Tornammo in soggiorno e ci sedemmo sul divano.
-Ma se avevi già dimestichezza, perché non mi hai mandata via?- biascicai pensierosa.
-Perché non si può mai respingere un bacio-.
Scoppiai a ridere -E chi l'ha detto?-
-Non lo so, ma qualcuno lo deve pur aver detto-
-Come no... Beh, quando hai intenzione di presentarmi la ragazza che ha finalmente suscitato il tuo interesse?-
Graham sollevò le sopracciglia e sorrise divertito -Perché ti importa?-
-Perché sei il mio coinquilino- esclamai come se fosse ovvio.
Lui si avvicinò a me e cominciai a sentir caldo, nonostante fosse inverno e il riscaldamento fosse spento.
-Non sono il tuo coinquilino... Questa è casa mia- sorrise.
-Si, beh. È vero...-
Era così vicino che potevo specchiarmi nei suoi occhi. Vedevo la mia immagine dentro le sue iridi chiare.
-Lo so- bisbigliò lui.
Si avvicinò ancora di più. Oramai ci separavano pochi centimetri.
-Che cosa stai facendo, Graham?- chiesi mentre i battiti del mio cuore aumentavano a dismisura e le guance mi si imporporavano.
-Sto per restituirti il favore che mi hai fatto oggi pomeriggio- disse lui sorridendo. Sorrideva sempre.
Dischiusi leggermente le labbra per parlare -Non sei obblig...-.
La mia frase fu interrotta dal contatto della sua bocca con la mia. E come poche ore prima, infilai le dita tra i suoi capelli chiari e gli accarezzai il braccio muscoloso.
Lui mi strinse a sé e mi baciò sempre più lentamente, fino a farmi mancare il respiro.
Improvvisamente sentimmo il rumore di una chiave che girava nella serratura e ci staccammo al volo.
Appena Hazel entrò, ci trovò seduti uno accanto all'altro sul divano a guardare la TV.
-Ohi, ragazzi. Sono tornata. Il cinema era chiuso... Che disdetta-.
-Già, che disdetta- le rispose Graham ammiccandomi.
Arrossii e distolsi lo sguardo. Questa fuga cominciava a piacermi più del previsto.
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