- Capitolo 18 -

Wynter's POV

14 ottobre, Università di Boise
Caro diario,
Sono tranquillamente seduta nel piccolo bar sull'ala East dell'Università di Boise. Sto aspettando che Graham esca, così potremo andare a pranzo.
Mi piace questo posto; ci sono un sacco di ragazzi giovani e volenterosi e altrettanti insegnanti desiderosi di dare il meglio alla mia generazione. È bella l'aria che si respira. Ho paura di essere riconosciuta ma devo oggettivamente ammettere che le probabilità che accada rasentano lo zero.
Mi manca avere qualcuno con cui confidarmi e a cui raccontare quello che mi accade. Mi manca qualcuno che mi chiami "Wynter" anziché "Wendy"; ma per il resto comincio ad abituarmi a Graham e Hazel. Sono assolutamente perfetti.
Kisses,
Wynter

L'orologio sulla parete del bar segnava le dodici in punto. Graham sarebbe uscito a momenti; avrei dovuto raggiungerlo.
Mi alzai e mi avviai verso l'uscita; passando accanto alla porta di vetro che segnava l'ingresso non potei fare a meno di notare un volantino verde appeso.

Mi fermai a guardarlo e lessi le poche righe che vi erano stampate sopra.
"Cercasi cameriera giovane e cordiale coi ragazzi. Per informazioni rivolgersi al numero sotto citato".
Poteva essere una buona idea? Beh, si. Sarei andata a lavoro ogni giorno con Graham e mi sarei divertita moltissimo al bar in mezzo ai ragazzi. Inoltre avrei dovuto guadagnare abbastanza da potermi permettere una vita dignitosa.

Presi il volantino e corsi verso l'aula di Anatomia Umana. Graham doveva essere già uscito.
Fortunatamente lo incrociai mentre correvo nella sua direzione; parlava con due ragazzi che dovevano avere all'incirca la sua età.

-Ciao Wendy!- esclamò lui non appena mi vide.
-Ciao- risposi fermandomi davanti a lui.
I suoi amici mi salutarono cordialmente e mi squadrarono da capo a piedi.
-Andiamo?- domandai concentrandomi su di lui.
-Certo. Ciao Carl, ciao Steve- farfugliò lui allontanandosi.

Non so come mai ma mi sembrava in imbarazzo. Forse non voleva farsi vedere in giro con me. Ma perché non avrebbe dovuto? Dicevo di avere ventun anni ed ero abbastanza certa di non sembrare una dodicenne.

-Come è andata?- chiesi per rompere il silenzio.
-Bene. Anatomia è complessa ma mi piace molto; credo che l'esame andrà bene-.
-Quand'e?-.
-Tra due settimane. Ho tutto il tempo di prepararmi. A te invece, come è andata?-.
Infilai le mani in tasca mentre uscivamo dall'edificio -Bene anche a me; ho fatto un giro per il cortile e ho visto la biblioteca. È enorme-.
-Non è particolarmente grande in realtà, ti piacciono i libri?-.
Arrossii lievemente -Sì. Me ne sono portata dietro un paio ma li ho già riletti diverse volte mentre venivo in Idaho-.

Graham si guardò intorno e borbottò -Mi sembra di aver visto una libreria qua intorno. Adesso andiamo a comprare qualcosa-.
Scossi la testa violentemente -No! Non c'è problema; non serve-.
-Ma sei mia ospite. Voglio comprarti dei libri-.
-Non puoi banalmente prestarmi quelli che già hai?-.

Graham scoppiò a ridere e la sua risata mi riempii di gioia. Ero una persona divertente! A Bleak Haze era Brooklyn quella divertente; io al massimo potevo essere la cheerleader sexy con i tacchi firmati.
-Facciamo così: io comprerò dei libri per me e tu mi consiglierai per il meglio; dopodiché te li presterò-.
Alzai gli occhi al cielo lo spintonai -Va bene. Per questa volta hai vinto tu-.


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