- Capitolo 17 -

Brooklyn's POV

Camrin era dall'altra parte del cortile, da sola e abbastanza isolata dal resto degli studenti. Ma non fu questo a spingermi ad avvicinarmi a lei, piuttosto la voglia di non stare con Evelyn. Non perché non fosse più mia amica, semplicemente non mi sentivo capita da lei.
Teneva molto a Wynter, ma mai quanto me. Camrin invece aveva perso suo padre, stava anche peggio di me.

-Ciao- dissi sedendomi sulla panchina con lei. Alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e, appena mi riconobbe, mi rivolse, anche se solo per una frazione di secondo, un sorriso.
-Ehilà- rispose riponendo il libro nella borsa con cura. A differenza di me, lei era molto ordinata e precisa, si vedeva da come si comportava e dall'abbigliamento.

Il mio pensiero si rivolse nuovamente alla mia migliore amica; una delle caratteristiche che avevamo entrambe era proprio il disordine. Insieme eravamo in grado di distruggere una casa in meno di mezz'ora.
Non le chiesi come andava, se stava bene o altre domande d'educazione, le risposte le sapevo già. Fu lei a prendere l'iniziativa e a parlarmi.

-Il tuo discorso ieri è piaciuto a tutti- disse incrociando le gambe e appoggiandole sull'asse di legno.
-Ciò nonostante, tutti continuano a far finta di niente; credendo che i problemi spariranno da soli- le feci notare scuotendo la testa.
-Non sono abbastanza forti per rendersi conto della situazione e agire. Come biasimarli, non tutti sono come te- spiegò guardandosi intorno.
-Tutti le volevano bene, ma quando c'è da agire nessuno fa niente, nemmeno la polizia- dissi, ribadendo nuovamente il mo pensiero.
-Almeno gli agenti provano a fare qualcosa per lei, mio padre è come se non ci fosse mai stato- sospirò.

La sua espressione da triste e rassegnata si trasformò notevolmente, improvvisamente iniziò a sorridere.
-Dovremmo agire noi. Io ti aiuterò a trovare Wynter e tu mi aiuterai a scoprire chi ha ucciso mio padre- esclamò come se stesse rivelando la scoperta del secolo. Forse non era così importante per l'umanità, ma senz'altro lo era per me.
-Allora abbiamo un patto- le dissi porgendole la mano. Camrin la strinse immediatamente con forza.
-Sì, un'alleanza che funzionerà sicuramente-.

Le raccontai tutta la storia, dalle settimane prima della sua scomparsa, alle prove in camera sua, fino al fascicolo rubato invano.
L'ultima parte la fece ridere un po' di me, un'illusa che sperava di trovare le informazioni su uno dei casi più riservati che la polizia seguiva sulla scrivania di un centralinista.
Camrin mi raccontò cosa invece era successo a lei. Una storia più corta ma molto più triste.

Era un giorno come tanti altri, stava guardando la TV nel salotto di casa sua, quando ricevette una telefonata. Era sua madre, voleva avvisarla che non sarebbe tornata per cena a causa di alcuni impegni di lavoro.
Camrin le credette e tornò a seguire uno stupido reality show per passare il tempo.
La mattina dopo la madre le raccontò tutta la verità. La polizia l'aveva chiamata nel tardo pomeriggio per avvisarla che un cadavere, probabilmente quello del marito, era stato ritrovato in una via della periferia di Bleak Haze. Volevamo che lei andasse subito in centrale per accertare se si trattava del signor Hall o meno.
Il responso non fu quello in cui aveva sperato fino alla fine, la polizia non si sbagliava. Le indagini si aprirono poche ore dopo, ma dopo meno di un giorno la notizia era già passata in secondo piano a causa della scomparsa di Wynter Drown.
Camrin fu costretta ad affrontare una situazione che non avrebbe mai immaginato, non doveva essere forte solo per lei ma anche per i due fratelli minori.
I pochi agenti che continuarono ad indagare sul caso, trovavano nella signora Hall uno dei maggiori sospetti. La donna e il marito ormai erano separati da anni e avevano mantenuto buoni rapporti per i figli, lei non aveva motivo di ucciderlo.
Delle impronte nella casa del marito dicevano però il contrario e la polizia non si impegnava a seguire altre piste.
La madre era stata sbattuta in cella e i ragazzi erano momentaneamente stati affidati alle cure della nonna in attesa del processo.

La storia di Camrin mi lasciò sbalordita, non sapevo cosa dire, come rassicurarla.
La ragazza però mi lesse nel pensiero e mi rispose senza neanche che io dovessi dire qualcosa.
-Aiutarmi nelle indagini è già la cosa migliore che tu possa fare- disse con una calma che io non sarei mai riuscita a mantenere.

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