- Capitolo 13 -
Brooklyn's POV
Appena entrai in classe, Evelyn dal fondo mi salutò muovendo il braccio velocemente. "Sapeva che non ci vedevamo da circa due ore?" pensai mentre mi sedevo accanto a lei.
-Come mai in ritardo?- mi chiese guardando irritata l'orologio sul cellulare.
-Come mai in anticipo?- risposi mostrandole il mio che indicava un paio di minuti prima del suo, rendendomi puntuale.
Alzò gli occhi al cielo, e appoggiò rumorosamente le braccia sul banco, per farmi notare il suo disappunto. Io la ignorai, era sempre così eccitata e drammatica, ogni piccola cosa diventava un problema di Stato dal suo punto di vista.
Dopo un paio di minuti di silenzio imbarazzante, il professore entrò e iniziò a fare l'appello allegramente. "Dove la trovavano tutti quell'energia?" mi chiesi.
Il professore saltò volontariamente il nome di Wynter evitando un momento di imbarazzo e si fermò improvvisamente quando si rese conto che mancava anche Dexter all'appello.
Non ci sarebbe stato niente di particolarmente strano se l'assente non fosse stato il preferito di tutti i professori, l'allievo sempre presente, tra i "più brillanti dell'istituto" come molti ci definivano.
Anche io facevo parte di quel gruppo ristretto di persone, da cui un solo errore ti avrebbe fatto uscire.
-Alla scorsa ora c'era!- esclamò uno studente per evidenziare che aveva saltato la lezione.
-Non è possibile! Si sarà fatto male- disse preoccupato il professore.
Quando io ero caduta dalle scale durante l'intervallo non si era minimamente agitato, mi aveva anche chiesto di prendere un fazzoletto e di pulire le gocce di sangue su un grandino. Non mi era successo niente di grave, ma aiutarmi sarebbe stato ben accetto.
Il professor Saeldan ordinò a me e a un altro mio compagno di classe di andare a cercarlo e noi uscimmo dalla classe fingendoci allarmati.
-Speriamo che sia al bar, così si becca una bella nota- sogghignò il mio compare, sapendo che nessuno dei due lo sopportava.
-Io voto per un gesto di bullismo eccessivo, magari lo troviamo legato al palo. Nessuna nota ma molto più divertimento- dissi ridendo al ragazzo di cui non mi ero degnata neanche di imparare il nome.
-No! Con la mia ipotesi si sarebbe guadagnato il titolo di "bad boy"- rispose, scoppiando a ridere a metà frase.
"Ragazzo" indicò con il dito la segreteria e urlò: -Eccolo!-.
Lo sguardo di tutti i presenti si spostò verso di noi che delusi dalla scoperta ci dirigevamo verso la stanza lentamente.
-Non si fa! Mi hai proprio deluso- disse il mio compagno di classe fingendosi un insegnante.
-Ho l'autorizzazione del Preside!- ribatté immediatamente Dexter.
-Che noia che sei- sospirò notando che l'alunno stava solo preparando delle fotocopie per gli stage che la scuola proponeva ai ragazzi dell'ultimo anno.
Stavamo per tornare in classe quando la voce della segretaria mi fermò.
-Brooklyn Strade?- urlò anche se ero a due metri di distanza da lei.
-Sì- ammisi, voltandomi verso di lei sperando che non mi odiasse ancora per quando il primo anno le avevo involontariamente (anche se la nota del registro diceva il contrario) versato una tazza di caffè fumante addosso. Si era lamentata per giorni, nonostante mi fosse venuta addosso lei e, ripensandoci, mi doveva ancora una bevanda da mezzo dollaro alla macchinetta.
-C'è una comunicazione per te- disse porgendomi un plico giallognolo.
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