- Capitolo 12 -
Wynter's POV
La casa di Graham era una piccola villetta bifamiliare che lui e sua madre condividevano con una famiglia molto numerosa. C'era un bel giardino pieno di margherite e un'altalena nuova di zecca.
Lui legò il cavallo alla staccionata che delimitava la proprietà e aprì il cancello.
-Non aspettarti niente di eclatante. Non siamo ricchi- borbottò mentre varcavo la soglia di casa.
Il salottino che mi si presentò davanti era piccolo ma molto accogliente; decorato con mobili vintage e colori tenui. Sembrava di entrare in un film degli anni '60.
-È bellissima- dissi quando mi accorsi che mi stava fissando con aria interrogativa -si sente che è un luogo pieno d'amore-.
Graham si grattò la testa e mi venne da ridere. Perché un ragazzo si doveva sempre grattare la testa quando pensava? Lo facevano tutti!
-Grazie Wendy, vieni ti faccio vedere la tua stanza- rispose mentre saliva la grande scala a chiocciola che dominava il salottino.
-Non so davvero come ringraziarti. Non mi conosci nemmeno, eppure mi stai offendo un riparo- dissi arrossendo.
Lui mi sorrise calorosamente -Non so perché, ma quando ti ho visto ho capito che avevi bisogno di aiuto. Così ti ho aiutato-.
-Beh, grazie- farfugliai imbarazzata. Aveva centrato il punto.
-Non ringraziarmi; quando vorrai mi racconterai la causa dei tuoi problemi-.
La camera degli ospiti era... Azzurra. Le pareti erano dipinti di un gradevole celeste che si schiariva andando verso il soffitto. C'era un grande armadio di legno bianco e una scrivania dello stesso materiale. Le pareti erano piene di pesciolini disegnati e piccole creature del mare. Una grande porta-finestra dava su un balconcino arredato con delle poltroncine bianche e un sacco di piante e fiori coloratissimi.
-Wow...- sussurrai estasiata -se la camera degli ospiti è così, non voglio immaginare le altre-.
Graham scoppiò a ridere e aprì la finestra per far cambiare aria -Io adesso devo andare a prendere mia mamma a lavoro, ci vediamo tra un'oretta-.
-Va bene, ciao- dissi senza staccare gli occhi dalla mia favolosa camera. Non volevo più tornare a Bleak Haze.
Mi lanciai sul letto e ispirai a fondo l'odore di lenzuola pulite. Che meraviglia.
Presi il borsone e vi cercai dentro della biancheria pulita e una tuta.
Andai alla ricerca di un bagno per farmi una doccia dopo due giorni che non vedevo né acqua né materassi.
Il bagno era pulito e stupendo come tutto il resto della casa. Mi infilai sotto la doccia e scrollai via con il sudore tutte le preoccupazioni di quel periodo.
A Palmer Fall non mi avrebbero mai trovato; non poteva succedere. Ero così isolata che non rimasi sconcertata quando scoprii che il paese non era coperto da una rete internet. Per andare su Google bisognava fare tre fermate in treno.
Appena finii la doccia, andai in cucina e guardai se c'era in frigorifero qualcosa che potessi cucinare per Graham e sua madre. Mi stavano ospitando: dovevo almeno rendermi utile. Poi avrei trovato un lavoro. Per fortuna la mia carta d'identità falsa diceva che Wendy aveva 21 anni. Io ne avevo 17 ma truccata nel modo giusto, avrei potuto ingannare chiunque.
Trovai una confezione di carne trita e diverse verdure. C'era anche un pezzo di formaggio prossimo alla scadenza, così preparai un pasticcio di pollo, formaggio francese e patate. Misi tutto in forno e sparai che andasse tutto bene. Dio mi aveva dato una possibilità, non potevo buttarla nel gabinetto.
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