9 - Come fai ad esserne sicura?
Sono passate più di due settimane da quando io e Cory siamo in Corea e tutto sembra andare meglio di quanto potessi mai sperare. Christopher adora suo figlio, Cory è entusiasta di poter passare del tempo con il papà, ma anche con tutti gli altri membri, che si sono decisamente affezionati al piccolo monello.
Trascorriamo più tempo nel loro dormitorio che a casa di Rori e Chan sfrutta ogni istante libero per stare con noi. Lo vedo stanco ultimamente; stanno preparando un nuovo comeback e lui, come al solito, lavora troppo. Mi chiedo se conosca e rispetti davvero i suoi limiti o se si creda Superman ogni tanto.
Mi sta implorando con i suoi dolci occhi carichi di sonno. Mi ha chiesto nuovamente di passare la notte al dormitorio, per poter trascorrere più tempo con Cory. Come faccio a dirgli di no quando si fa in quattro per lui?
Lancio un'occhiata al mio bimbo accoccolato tra le braccia di Minho, che gli legge una fiaba a bassa voce. Sono sorpresa di vedere quanto vadano d'accordo quei due.
«Da quanto sono così?» chiedo a Chan, che lancia un'occhiata verso il divano senza rispondermi.
«Da dopo cena!» interviene Changbin, «Si sono letti tre libri!» é stupìto quasi quanto me.
Sorrido teneramente e torno a guardare Chan. Nei suoi occhi mi sembra di vedere un lampo di... Gelosia? Invidia?
Ma spero di sbagliarmi.
«Va bene, restiamo» acconsento, vedendo il sorriso tornargli sulle labbra e le fossette comparire sulle sue guance, «ma lascia dormire me sul divano.» aggiungo.
«È fuori discussione, Nena.» sbotta, quasi irritato. Trattengo il fiato a quel soprannome e lui si accorge immediatamente della gaffe: «Scusa, Elly.» dice addolcendo lo sguardo.
Annuisco in silenzio e torno a guardare Cory, che ora ha gli occhi chiusi. Minho ci osserva in silenzio, immobile per non svegliare il piccolo che riposa sul suo petto. Nei suoi occhi scuri scorgo qualcosa che non riesco a decifrare.
Chris si avvicina al divano e con delicatezza prende il figlio tra le braccia, per portarlo in camera da letto e rimboccargli le coperte. Li osservo scomparire nel corridoio, mentre sento gli occhi di Minho àncorati al mio viso.
Mi volto e incrocio il suo sguardo, certa che lo distoglierà: fissare la gente è inopportuno, no?
E invece no, continua a scrutarmi con le sue iridi scure e incandescenti. Sono occhi pieni di parole non dette, i suoi. E mi ritrovo a pensare di voler sapere che parole sono.
L'unico rumore nell'ampia stanza è lo scrosciare dell'acqua sui piatti nel lavandino. Sta sera é toccato a Seungmin e Changbin sistemare la cucina e sono insolitamente silenziosi.
Sento un brivido percorrermi la schiena e devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non guardare altrove, interrompendo quel contatto con il ragazzo budino che continua a cercare di scrutarmi l'anima. Fin dove vuole scavare con quegli occhi?
E prima che questo silenzio e questi sguardi diventino insostenibili, la voce di Chris viene in mio soccorso:
«Dorme come un sasso.»
Mi volto verso di lui, impiegando qualche istante a capire che si sta riferendo a Cory. Chan mi sorride, ma so che in fondo gli dispiace non aver dovuto inventare una fantasiosa storia di cavalieri e draghi questa sera. Cory glielo chiede spesso e so che Chris adora vederlo crollare cullato dalle sue parole.
Sposto gli occhi dal suo viso e mi rendo conto solo in quel momento che si é preparato per passare la notte sul divano e, come sempre, indossa solo dei boxer. I pigiami per Christopher Bang Chan sono inutili.
Non riesco a non squadrare quel corpo perfetto - eh sì, è decisamente più muscoloso dell'ultima volta che l'ho visto - e sento gli occhi di Minho ancora puntati sul mio viso.
«Chan, c'è una donna in casa!» sbotta Seungmin, che ha appena finito in cucina e ci ha raggiunti.
L'australiano fa spallucce, «Nulla che lei non abbia già visto» sorride, lanciandomi un'occhiolino indecifrabile.
'Cretino.'
Alzo gli occhi al cielo e sorrido a Seungmin: «Non ti preoccupare, lo conosco da quando si faceva la pipì nei pantaloni.»
Chris diventa scarlatto: «Oh, è successo solo una volta!» borbotta, grattandosi il collo e mettendo in risalto i muscoli del cavo ascellare. Distolgo lo sguardo e sghignazzo del suo imbarazzo.
Changbin scoppia a ridere e inizia a canzonare il leader. Nel frattempo Minho si alza dal divano e, con un veloce gesto di saluto, scompare in camera sua.
Osservo la sua figura allontanarsi nel corridoio e mi chiedo cosa diavolo passi per quella testa ricoperta di ciuffi lilla.
Sospiro e scrollo le spalle: «Vado anche io ragazzi, buona notte!» saluto e, dopo una rapida fermata in bagno, raggiungo Cory, crollando quasi subito in un sonno profondo.
. . .
Sono persa in qualcuno dei miei sogni, stranamente uno di quelli che definisco "sogni neutri". Non ti svegli con il sorriso, ma nemmeno sudata e maledettamente agitata e, per fortuna, ultimamente sono questi i sogni che faccio più spesso.
Sento due braccia accoglienti stringermi da dietro e per un secondo mi crogiolo in quella confortevole stretta, senza farmi domande. Un piacevole calore mi invade. È il calore del contatto con il corpo umano, con il corpo di un uomo, con il corpo di qualcuno che non sia Cory. Un calore che non ricordavo nemmeno.
Mugolo e apro gli occhi istintivamente. Davanti a me il volto di Cory ancora addormentato mi rasserena. Una mano grande, che riconoscerei tra mille, é adagiata sulle sue spalle, come ad accarezzarlo, a proteggerlo, e si solleva a ritmo con il respiro del piccolo corpo.
Mi volto lentamente e confermo i miei sospetti: il viso di Chan é terribilmente vicino al mio. Si è addormentato dietro di me, una mano su Cory e una sul mio fianco.
Arrossisco visibilmente e mi irrigidisco. Che diavolo fa?
«Chris?» lo chiamo con un sussurro, ma non ottengo risposta. Il suo respiro regolare mi indica che sta dormendo in quella posizione da un pò. Come cavolo gli viene in mente di infilarsi nel mio letto?
Il suo petto è spalmato contro la mia schiena nuda, pelle contro pelle, ed è estremamente caldo. Lo è sempre stato e le alte temperature estive non aiutano il suo controllo termico. Le sue gambe sono arrotolate alle mie. Mi sento un tantino stretta.
Provo a chiudere gli occhi, ma non riesco ovviamente a prendere sonno. La mia fronte si è imperlata di sudore, il mio cuore sembra voler scappare dal petto. Devo togliermi da qui.
Senza movimenti bruschi, mi sfilo dalle sue braccia e sgattaiolo fuori dal letto. Mi infilo una maglietta e, senza voltarmi, mi dirigo sul divano in cucina.
Ho il respiro accelerato, mi sembra di star scappando da qualcosa, ma non ho il coraggio di chiedermi da cosa. Sento il sangue pulsare rapidamente nelle arterie e la mia bocca è completamente asciutta. Guidata solo dalla luce della città, apro il frigorifero a tentoni per dissetarmi.
'Probabilmente dormirò qui.' penso e mi avvio lentamente verso il divano, sorseggiando direttamente dalla bottiglia. Per cercare un bicchiere avrei fatto troppo rumore.
Allungando una mano in avanscoperta riesco a individuare il tessuto ruvido del copridivano e mi siedo in un angolo, lasciando la bottiglia sul pavimento.
Sono ancora accaldata e scossa e, quando sento un respiro divertito alle mie spalle, per poco non urlo.
«Shhh, sono io!» la voce di Minho mi rassicura.
«Merda, che spavento!» sbotto, portandomi una mano al cuore. Dalla finestra penetra un lieve bagliore che gli illumina il viso. Sta sghignazzando lo stronzetto.
«Scusa» sorride sedendosi dall'altro lato del divano, ma non sembra affatto pentito.
«Perché sei qui?»
'Perché sono qui?'
Arrossisco improvvisamente e ringrazio il buio della stanza per riuscire a celare il mio imbarazzo. Apro la bocca per parlare ma non trovo le parole per spiegare la situazione senza risultare equivoca. Non so cosa Minho sappia di me e Chan e non voglio mettere il leader in cattiva luce. In fondo, non è successo niente.
«Helena?» mi incalza lui, immobile.
È la prima volta che mi chiama per nome e adoro come lo pronuncia.
Ritiro le gambe, coprendomi come posso con la maglietta.
«Chan voleva dormire con Cory» spiego, cercando di usare un tono neutro.
Minho resta a fissarmi, cercando probabilmente di trovare qualche informazione sul mio viso, e sbatte le palpebre. La sua espressione mi sembra la solita impassibile, ma le sue sopracciglia lo tradiscono: é infastidito.
«Che coglione!» sussurra.
«Minho!» sbotto, tenendo la voce bassa. Non mi aspettavo si esponesse così tanto, Mr. Indecifrabile.
«Scusa, Helena, ma con te si comporta da deficiente.» incalza lui, guardando un punto non definito fuori dalla finestra.
«Che intendi?» domando. Non sono sicura di voler conoscere la risposta, ma finalmente potrò capire qualcosa in più di questo strambo ragazzo.
Minho sospira: «Mi ha raccontato tutto» dice, facendo una breve pausa.
Lo stomaco mi si contorce, 'Tutto?'
«Ti ha tenuta vicina tanti anni, sapendo che tu provavi qualcosa per lui, poi ti ha rifiutata e infine avete fatto sesso. Senza preservativo per giunta.»
Sbianco. Sa proprio tutto, cazzo.
«Sono stata io ad insistere, Minho.» rispondo, cercando di sorvolare sul resto. Non mi piace pensare che tutti sappiano quanto io andassi dietro a Christopher, quanto potere avesse su di me. Mi fa sentire... debole.
«Lo so, eri grande e potevi decidere da sola e, infatti, sei stata una cretina pure tu.» sbotta, «Ma ora chi è che si infila nel tuo letto pur essendo fidanzato?» mi chiede, tagliente.
«Minho, vuole solo dormire con suo figlio...» dico con un lamento. Sono già confusa di mio, non mi piace dover anche dare spiegazioni.
Lui mi squadra, sembra che cerchi di leggermi negli occhi la risposta a qualche sua domanda.
«Dimmi che si è messo accanto a Cory e non ti ha sfiorata e ritiro quello che ho detto.»
Ammutolisco. Non sono così brava a mentire, soprattutto a me stessa.
«Appunto.» conclude con una smorfia.
«Si tenesse Soo-Min, non ti merita.» sbotta ancora e io fatico a capire da dove provenga tutto quell'astio.
«Minho, tra me e Chan non ci può essere niente, ma...»
«Avete un figlio insieme, per forza resterete in contatto, per forza c'è della tenerezza» mi interrompe bruscamente, «ma come fai a esserne sicura?»
"Sicura?"
«Sicura di cosa?»
«Che non ti spezzerà di nuovo il cuore.» sbotta.
Resto pietrificata. Improvvisamente tutto il sudore di prima è diventato freddo e sento la pelle d'oca lungo tutte le braccia.
Non faccio in tempo a digerire ciò che ha detto e formulare una risposta, che lui continua:
«Ho visto come lo guardi. Non ti è indifferente.»
Resto sconvolta dalle sue parole, così dirette. Ci conosciamo appena e pensa di avermi capita perfettamente. La cosa irritante, però, è che forse veramente mi ha capita meglio di chiunque altro.
«Certo che non mi è indifferente!» sbotto, tendo bassa la voce, «È stato il mio primo amore!» aggiungo, fiera di non sentire gli occhi umidi al pensiero del nostro passato.
«Ma non tornerò indietro, ora è solo un amico e il padre di Cory.» concludo, calmando il respiro.
Perché mi sto giustificando? E con Minho poi?
Il silenzio si impadronisce del salotto per qualche istante e io ne approfitto per riordinare i pensieri. Tutto sta remando contro il mio equilibrio, ma io ho faticato tanto per raggiungerlo e non permetterò né a Chan né alle domande scomode di Minho di farmelo perdere.
So chi sono, so cosa ho passato e so cosa voglio ora da Chan. Non importa che il suo corpo mi faccia ancora effetto, non importa che abbia provato ad avere un contatto fisico con me sta notte. So perfettamente cosa provo.
Mi volto verso Minho, che fissa il cielo attraverso la finestra, e cerco di sdrammatizzare la situazione:
«Perché fai così? Non sarai geloso, Minho?» gli chiedo con un sorriso.
Ottengo l'effetto opposto, si spazientisce.
«Perché sei una mamma spettacolare e una ragazza d'oro. E lui non ti merita.» dice innervosito e fa per alzarsi.
Non so per quale motivo, non ho idea di cosa mi passi per la testa in questo momento, ma lo afferro per l'avambraccio. La mia mano percepisce quasi una scossa a quel contatto inusuale.
Lui si volta a guardarmi perplesso. Questa sera mi sembra di vedere oltre quella corteccia di indifferenza e impassibilità che sfoggia sempre. Questa sera sto finalmente vedendo delle sue emozioni, sto sentendo qualcuna di quelle parole non dette.
«Resta» dico semplicemente.
Lui sgrana gli occhi e mi sembra che abbassi lo sguardo, imbarazzato.
Torna a sedersi sul divano affianco a me in silenzio e fissa la tv spenta davanti a noi. Ci intravedo il nostro riflesso e inizio finalmente a calmarmi.
«Cos'è Nena?» mi chiede ad un certo punto.
'Ha sentito ieri sera allora, mentre leggeva a Cory...'
«Nena era il mio soprannome.» spiego, cercando di restare sul vago, «Lo usavano gli amici stretti in Australia. In particolare Chan e mia sorella.»
«E perché ora vuoi essere chiamata Elly?»
Sospiro. Dovevo aspettarmi che non si sarebbe accontentato di una risposta sommaria.
«Non mi sembra il caso di...»
«Dimmelo, per favore» insiste. I suoi occhi scandagliano il mio viso e io tengo gli occhi puntati sulle mie gambe nude. Mi passo una mano sul viso assonnato.
«Perché mi ricorda quella volta.» ammetto, ed è la prima volta che lo dico a voce alta.
Minho annuisce e attraverso il riflesso della tv vedo che allunga una mano verso di me e cerca la mia. Non so perché lo faccia, ma lascio che me la stringa.
Il suo palmo è estremamente morbido e piacevole e i suoi polpastrelli disegnano piccoli cerchi sulla mia pelle. Sento le spalle alleggerirsi di tutta la tensione accumulata nell'ultima mezz'ora.
«Grazie per le storie che leggi a Cory» dico, dopo qualche istante di silenzio.
«Posso leggerle anche a te, se vuoi» ridacchia. Sentire il suo tono di nuovo leggero é tranquillizzante.
«So leggere anche da sola, grazie!» sghignazzo.
«Oh, ma io sono un fantastico narratore!» aggiunge, lanciandomi un occhiolino. Sorrido e mi immagino la scena: io al posto di Cory, con la testa appoggiata al suo petto, e la sua voce che mi culla sussurrandomi di draghi e principesse. Arrossisco appena.
«Dai, vai a dormire nel mio letto se vuoi.» propone, distraendomi da quegli assurdi pensieri, «Dormo io qui.» aggiunge, con tono dolce.
Lo guardo, leggermente stupìta da tutta quella gentilezza, ma scuoto prontamente la testa
«Non scherzare! Non ho problemi a dormire in salotto.»
«Allora resto qui con te.» sentenzia, incrociando le gambe e mettendosi comodo nel suo angolo di divano.
Alzo gli occhi al cielo: «Dai Minho, ho già un figlio e Chan...»
Lui sorride, ma non torna sui suoi passi: «Per favore, dormi in camera mia.» insiste.
Sospiro e annuisco. Non ho più le forze per ribattere.
«Va bene, tra poco vado. Cinque minuti.»
«Certo, resta con me quanto vuoi, piccola.» mi lancia un'occhiolino provocante.
Gli colpisco la spalla con un pugno leggero, «Cretino».
. - . - . - .
Spazio autrice
Eccomi con un nuovo capitolo, questo devo dire (sì, dai, ogni tanto sono soddisfatta) mi piace abbastanza, anche se l'ho riletto poco. Cosa ne pensate?
Prossimo capitolo a breve (10 giorni, domenica 8) ma se arrivano 5 stelline provo a pubblicarlo mercoledì prossimo!! <3
Baci
L
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