Deep
Il viaggio procede veloce, forse troppo. Vorrei che durasse per sempre. Cantiamo insieme a squarciagola le canzoni che passa la radio, ridiamo, sì mi fa ridere, come nessuno è mai riuscito a fare. Provo una sensazione strana, molto forte, starle vicino mi rende nervosa ma allo stesso tempo libera di essere ciò che sono. Una cosa nuova per me. Tutti mi hanno sempre detto cosa fare e come farlo. Ho cercato di essere la brava ragazza che studia e aiuta in casa, ma dentro di me ho sempre avuto un fuoco pronto ad ardere. Ed ora è scoppiato in un incendio.
"Mia cara Gin, siamo arrivate!" Mi dice, con i suoi due grandi occhi verdi puntanti su di me.
Sono agitata. Ho i battiti del cuore accelerati, i polpastrelli delle mani mi sudano. Sento il corpo caldo, ma allo stesso tempo sudo freddo. Avete presente quando vi viene la febbre? Uguale! Solo che io sto bene, ma sto per commettere un crimine. Io, Ginevra Reed sto per commettere un furto. La classica ragazza della porta accanto, bella e gentile, dall'animo buono, sempre pronta ad aiutare il prossimo, ed ora invece mi sto avvicinando al lato oscuro. Quell'oscurità che mi porto dentro da tempo sta bussando alla porta, pronta ad uscire ed esprimere chi si nasconde dietro questo viso pulito. Giuro a me stessa che questa sarà la prima e unica volta, mi libero da tutto quello che mi blocca e stop. Respiro. Mi chiedo cosa sto per combinare, il perché, fingo di non sapere, ma il mio perché è proprio lì davanti a me. Il suo solo sguardo mi fa ribollire il sangue.
Mi prende per mano e insieme, unite forse più di prima, varchiamo la soglia del centro commerciale. Missione: balsamo. Faccio respiri profondi e lunghi, cercando di rilassarmi almeno un po'. Insomma stavo per rubare uno stupido balsamo, mica un milione di dollari. Il mio cuore cerca di convincermi che andrà tutto bene, che non sto facendo nulla di male, ma il mio cervello non è del tutto d'accordo. Ci avviciniamo al market, direzione beauty. In pochi istanti, davanti a noi, si apre lo stand per la cura dei capelli. Ci sono innumerevoli prodotti, da quelli più cari a quelli meno, quelli naturali e quelli non. Alcuni colorati, altri dal packaging più triste.
"Quale preferisci?" Le chiedo, con la voce tremante.
La salivazione mi ha completamente abbandonato, ho la bocca asciutta e il respiro affannoso. Le sensazioni che provo in questo momento sono molteplici: in primis una paura folle, ma sento anche una scossa che percorre tutto il mio corpo, dalla testa fino ai piedi. Dopo tanto tempo mi sento finalmente viva.
"Questo è perfetto!" Mi risponde, con la sicurezza che c'è in lei e che ormai ho iniziato ad amare.
Afferro il tubetto con la mano, in modo forse un po' troppo deciso, ma ormai sono in ballo e decido di buttarmi in pista. Mi accorgo che vicino al tappo c'è un taccheggio adesivo, che prontamente stacco e butto dietro allo stand. Però chi l'avrebbe mai detto? Non sono mica tanto male come ladra! Per finire metto il balsamo in borsa, sorrido a Cappy e mano nella mano usciamo insieme dal market, senza che nessuno se ne accorga.
Saliamo sul furgone e sono euforica, so che non dovrei, che ho appena fatto una cosa sbagliata secondo la legge, ma non posso fare a meno di esserlo.
"Sei stata grande! Come ti senti?" Esclama, con ancora più euforia di me. È contenta, per me, per lei.
"Viva! E questo grazie a te!" Le sorrido. Non so come spiegarle bene come mi sento veramente, per il semplice motivo che non lo so spiegare nemmeno a me stessa.
"Sappi che al mio primo furto sono stata beccata in pieno! Quindi chapeaux mia cara Gin! Hai un talento!" Adesso ride, di gusto. Non so dire se io abbia mai riso così, fino ad oggi.
"E tu sappi che ci è mancato poco che vomitassi sul pavimento!" Rispondo alla sua risata rumorosa.
Dopo tutte queste risate, Cappy mette in moto il furgone e puntiamo dritte verso la villa. Non so se al ritorno, su quei sedili, sono sedute le stesse ragazze dell'andata. Qualcosa è cambiato in me e qualcosa è nato tra noi due, adesso siamo unite da un segreto. Ora lei conosce un pezzo in più di Gin. Abbiamo attraversato l'oscurità insieme e ne siamo uscite vittoriose.
Parcheggiamo il furgone sul piazzale che circonda la villa. Fuori ci sono dei ragazzi seduti sui divani e delle ragazze sdraiate per terra, intente a bere una birra. Si voltano verso di noi, con sguardo interessato.
"Finalmente Cappy ha il suo balsamo!" Grida una ragazza, in tono dispettoso. Sarà sicuramente stata lei a finire il tubetto e a non averlo "ricomprato".
"Esatto Gypsy! E non per merito tuo ma di Gin!" Mi stringe a sé, come per ringraziarmi, ma anche per far vedere al resto del gruppo che il merito era tutto mio.
Mi afferra la mano e mi porta a conoscere le altre persone. Avanzo con sguardo basso, nonostante quello che è appena successo, non ho ancora piena fiducia in me stessa. Ma Cappy, in pieno stile angelo custode, mi sussurra all'orecchio:
"Stai tranquilla, sei una di noi adesso."
Le sue parole sono quello che volevo sentire. Sollevo spalle e mento, indosso il mio sorriso migliore e a gran voce saluto il resto di quella grande famiglia.
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