fifteen
15. that money.
Lauren era lì, a un passo dal dire la verità, a un passo da liberarsi l'anima e togliersi quell'enorme peso che la stava sovrastando. Voleva liberarsi il cuore e finalmente dire a qualcuno a cui teneva di fidarsi di lei, di credere nella sua innocenza. Perché di tutto quello strazio, lei non era che la vittima.
Cosi guardò ancora per un attimo Camila negli occhi mentre quest'ultima sembrava non voler spezzare quel legame visivo che si era venuto a creare, ma era troppo forte per Lauren che abbassò lo sguardo al suolo.
Portò una mano sulla propria spalla camminando avanti e indietro. La sua mente cercava disperatamente le parole giuste che potessero spiegare al meglio quello che aveva da dire, non voleva che ci fossero malintesi o questioni poco chiare. Doveva essere tutto limpido, pulito, chiaro. Non per altri, ma per Camila sì.
"Forse è meglio che ti sieda." Affermò. Camila annuì senza pensarci troppo, allungò un braccio trascinando a sè uno sgabello su cui si sedette. Poggiò entrambi i gomiti sul bancone e continuò ansiosa ad aspettare la spiegazione che da sempre aveva voluto, ma che non aveva osato chiedere.
Quasi non le sembrava vero che Lauren fosse lì, pronta a risolvere alcuni dei suoi punti interrogativi.
"Non so da dove cominciare." Sospirò Lauren fermandosi improvvisamente.
Camila sussultò impercettibilmente; si aspettava qualcosa di importante ma sentire quella frase le fece credere che la nera fosse ben lontana dal dirle qualcosa di concreto.
"Se non te la senti-"
"No." La interruppe. "Io voglio dirtelo, solo che ho paura che non capiresti." Disse.
Camila notò come le dita di Lauren tremassero nell'affondare in quella chioma scura di capelli.
"Prova a farmi capire, allora."
Gli occhioni verdi della più grande incontrarono ancora una volta i suoi con una ostentata sicurezza. "Quello che ho fatto è folle Camila."
"Molto." Aggiunse dopo una breve pausa.
La più piccola sospirò stanca di tutta quella insicurezza. "Mio dio, Lauren. Cosa puoi aver fatto di cosi folle? Non hai certo ucciso qualcuno!" Esclamò questa agitando le mani in aria.
E Lauren non parlò. Non disse niente. A dire il vero non la guardò nemmeno negli occhi, si limitò a spostare l'attenzione su altro e Camila ebbe un brivido lungo la schiena. Era maledettamente diverso dalle altre volte. Non era piacere, non era felicità o passione. Era...paura?
Sì, paura.
Lauren continuava a non dire niente e quel fottuto silenzio mandava in confusione Camila molto più di qualsiasi altra sua azione. Non la guardava nemmeno, sembrava come vergognarsi di qualcosa.
Qualcosa che aveva appena detto lei.
Camila restò in silenzio assieme a lei, ma dentro di sè avrebbe chiesto cosi tante cose, cosi tante parole e domande. La paura.
Chi era davvero la ragazza che aveva davanti? Chi era davvero la persona per cui era riuscita a provare qualcosa?
Possibile che fosse un'assassina?
Camila provò a dire qualcosa ma in quel preciso istante un rumore fastidioso arrivò dritto alle loro orecchie. Lauren sollevò di scatto lo sguardo cosi come Camila che si alzò da quella postazione.
La porta. Quella era la porta che veniva sfondata.
Camila non ebbe il coraggio di muoversi, era immobile, terrorizzata nel sapere chi fosse. Lauren, invece, con prontezza afferrò il polso di Camila e la trascinò con sè nella camera da letto in cui aveva nascosto lo zaino. Lo aprì tirandone fuori la sua pistola che ormai sembrava essere diventata indispensabile per la loro sopravvivenza. Poi continuò a rovistare e porse a Camila un pugnale.
"Perché cazzo hai un pugnale nello zaino?", chiese sconcertata. Lauren ruotò gli occhi al cielo nervosa. "Ti sembra il momento di fare domande?"
Camila boccheggiò qualcosa cercando di rispondere, ma proprio in quel momento qualcuno le interruppe.
Una voce dal piano inferiore gridò i loro nomi.
"Lauren, Camila? Dove siete?"
Shawn.
"Shawn?", chiese Lauren alla più piccola. "Come cazzo fa ad essere qui?" sussurrò guardandola ma questa non rispose e abbassò lo sguardo.
"Camz..."
Lo sguardo di Lauren si fece severo cosi come il tono di voce.
"Lo hai chiamato!" Sbottò.
"Io...Io non sapevo che fare, okay? Ero disperata e lui è il mio migliore amico. Mi sono sempre fidata di lui in questi anni."
Lauren scosse il capo allontanandosi dalla ragazza e portò le mani alla testa. Il ragazzo continuava ad avvicinarsi, Lauren riusciva a sentire i suoi passi salire le scale e arrivare al piano superiore dove si trovavano loro due. Cosa doveva fare?
Non si fidava di Shawn, non lo conosceva ovviamente ma in lui c'era quel qualcosa che la spingeva a non volerlo vicino a sè o a Camila sebbene fossero amici. Non lo convinceva, non lo aveva mai fatto.
Troppo perbenista per lavorare in un locale come quello e non avere risentimento nei confronti di suo zio. E poi gli stava davvero bene quello che suo zio faceva fare alla sua migliore amica, davvero?
"Camila!" gridò ancora il ragazzo ormai vicino.
La ragazza si voltò lanciando il pugnale sul materasso. Era pronta a correre da lui e questo fece stranamente male a Lauren, dentro di lei qualcosa bruciò, e forse fu per questo che la bloccò afferrando la sua spalla. "Aspetta." Disse.
Camila la guardò confusa mentre Lauren si chinava e prendeva nuovamente il pugnale che in seguito le porse. La più piccola fissò l'oggetto d'argento per un po', poi si riservò del tempo per perdersi in quegli smeraldi.
"Non mi serve, è solo Shawn." Sorrise Camila.
"Sì ma...", Lauren sospirò nervosa. "Ti prego." Aggiunse prendendo la sua mano e lasciando il pugnale sul palmo. "Tienilo, per sicurezza."
Le dita di Camila strinsero l'oggetto e lo nascosero nella tasca di pantaloni che indossava. Rivolse un breve sorriso a Lauren prima di fuggire e correre alla ricerca del ragazzo.
Lauren aspettò un attimo poi seguì svogliatamente la ragazza. Quello Shawn non sarebbe stato altro che una piaga, e poi come cavolo era riuscito a trovarle cosi in fretta?
C'era qualcosa con quella apparizione che non la convinceva.
Seguì Camila che quando vide il ragazzo gli saltò praticamente addosso in un abbraccio che Lauren invidiò. Non aveva mai avuto dimostrazioni di affetto cosi evidenti dalla più piccola anche se avrebbe tanto voluto che l'abbracciasse in quel modo. Sentire che anche lei provava qualcosa, che non era l'unica ad immaginare una storia? Si sarebbe potuta chiamare cosi? Forse sì o forse no. Ma ultimamente Lauren non faceva che immaginare come sarebbe potuto essere avere la consapevolezza che quella piccola cubana era tutta sua.
"Shawn!" urlò entusiasta. Il ragazzo le sorrise avvolgendola con le sue braccia possenti e poggiò il mento sulla spalla della ragazza. Quando Lauren incrociò lo sguardo con Shawn si accorse che qualcosa non andava.
La sua espressione seria. La stava fulminando con lo sguardo, era forse una sfida?
Un brivido percorse la spina dorsale della nera.
Ti prego, non farle del male...
E accadde. In un attimo, un secondo, un momento. Bastò davvero solo un breve attimo perché Camila si trovasse ad urlare e a chiedere aiuto mentre un braccio di Shawn la bloccava a lui per il collo, e l'altra mano impugnava un coltello puntato al collo della mora che piangeva disperata.
"Shawn! Perché lo stai facendo?!" Strillò tra le lacrime la ragazza.
Lauren puntò la pistola contro il ragazzo che le sorrise beffardo. "Se non posi quella cazzo di pistola le taglio la gola." E lo disse con una tale freddezza che ferì Camila e anche Lauren.
Quel ragazzo, quel dolce e tenero ragazzo che sembrava cosi dannatamente diverso da quel mostro di suo zio, adesso si stava rivelando per quello che era davvero.
"Non lo faresti davvero." Provò Lauren ma il ragazzo rise quasi in maniera isterica.
"Non sfidarmi Lauren Jauregui."
Lauren caricò il colpo, il sorriso sparì dalle labbra del ragazzo che non si aspettava una reazione del genere. "Che cazzo fai? Ti ho detto che la uccido!" Gridò furioso e strattonò la ragazza ancora più a sè. Le lacrime di Camila ormai scorrevano senza sosta. Il cuore le faceva male, tutto le faceva male.
"Cosa ti ha promesso tuo zio, mh? Più soldi? Un premio se riesci a portare la sua gallina al pollaio?" Chiese Lauren.
"Gli hai portato via molti soldi. Avrò una percentuale di quei soldi." Rise il ragazzo.
Lauren sentì un senso di nausea colpirle lo stomaco. Le ricordava quella risata cosi raccapricciante di Alien.
"Voglio quei soldi, Lauren. Li voglio adesso."
a/r
buonasera.
primo aggiornamento nel nuovo anno. yeaaah!
comunque mi dispiace per avervi fatte aspettare un po', spero però vi piaccia il capitolo.
per chi ancora non lo sapesse: ho creato un gruppo di camren shippers su whatsapp, per chi volesse unirsi mi mandi il numero in privato con il nome ♡
commentate e votate. :)
ylenia
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