28° Capitolo

Ero in ginocchio a terra, con la testa di Zayn sulle mie gambe, non facevo altro che passare le mie dita fra i suoi capelli neri, erano così morbidi e profumati.

Le lacrime scendevano veloci lungo le mie guance, erano salate e sentivo il loro sapore ogni volta che arrivavano alle mie labbra, ma continuavano il loro percorso, cadendo sul viso del ragazzo che amavo. Quel viso che si stava facendo sempre più pallido ogni minuto che passava, il suo corpo stava perdendo le forze, era sempre più debole e l'unica cosa che potevo fare era stringerlo forte tra le mie braccia. Le mie lacrime non smettevano di scendere come il suo sangue che non smetteva di uscire dal suo fianco, dove il proiettile era andato a colpire. Le mie urla rimbombavano in tutta la stanza, tutti tacevano, nessuno osava parlare, non c'era niente da dire.

Quando un tuo amico, il tuo ragazzo, una persona importante sta per morire cosa fai? Puoi urlare per il dolore che ti colpisce dritto al cuore, puoi buttare tutto all'aria per sfogarti, prendertela con il primo che passa, ma a cosa serve? Urlare, distruggere tutto, non sevirà a riportare quella persona indietro, non servirà a tornare indietro nel tempo, non servirà a evitare tutto. Quindi a volte la reazione migliore è rimanere in silenzio, lasciare che le lacrime facciano il loro percorso, non smettere di tenere con sé quella persona a noi cara. Non pensare a quelle stronzate che è in un mondo migliore, sono cose che si dicono ai bambini, perchè non sai se è davvero in un posto migliore, non sai nemmeno se esiste qualcosa dopo la morte.

Nonostante le mia urla siano forti, dentro di me c'è un silenzio assordante che lascia il libero spazio ai miei pensieri, ai miei ricordi, alla ricerca di una motivazione valida di quello che sta succedendo.

Volevo solo proteggerli e ho finito col far uccidere la persona che amo.

Volevo risolvere tutto e ho peggiorato soltanto le cose.

Volevo trovare un modo per essere felice e invece ho distrutto ogni piano, ogni sogno.

Ore prima...

Arrivo con Louis fuori da un edifico grande e grigio, siamo dovuti uscire fuori città per raggiungere questo posto sperduto nel nulla.

Intorno a noi ci sono solo alberi e questo imponente edificio, dentro il quale sono rinchiuse persone da un intelligenza incredibile, ma usata in modo sbagliato.

È qui che mi hanno portato, dove mi hanno addestrato per uccidere senza alcuno scrupolo e oggi sono decisa più che mai a far morire questo posto insieme a chi lo dirige.

Al suo interno ci sono ragazzi e ragazze che sono diventati delle macchine da guerra, con quale scopo poi? Con quello di uccidere persone innocenti solo perchè si è pagati?

Killer professionisti, persone senza sentimenti e senza controllo, ecco cosa gli hanno fatti diventare.

Ci sono persone dotate di un intelligenza straordinaria, che potrebbero fare grandi cose, e invece si sono abbassati a questi livelli disastrosi, trasformare persone in macchine per uccidere, in cambio di un bel po' di soldi, o solo per servire gente malata di mente, gente che andrebbe rinchiusa nel centri di salute mentale e mai più fatti uscire.

Appena scesi dalla macchina, io e Louis, notiamo la macchina di mio fratello vuota, probabilmente è già entrato.

Aprò il portabagagli e lancio un giubotto antiproiettili a Louis, per poi metterne un anch'io.

Non so quanta pericolosa possa essere questa specie di missione, spero solo che ne usciremo tutti illesi.

Le telecamere di sorveglianza erano sparse in tutte l'edificio ma c'era una via per passare inosservati, le fognature, passavano sotto l'edificio e da esse si poteva entrare senza essere notati. Misi nella fondina la pistola dopo averla cariata, stessa cosa fece il mio compagno.

Levammo il coperchio del tombino, scendemmo la scala ed entrammo nella fogna, c'era un puzzo terribile, odore ti topo morto mischiato alla merda. Non era oer niente buono da sentire, mi veniva da vomitare.

L:<Che schifo è questo? È insopportabile Rox. Non è che ora esce il coccodrillo delle fogne e ci mangia?>

Risi sentendolo e scossi la testa, un po' di divertimento ci stava, almeno si ammazzava la tensione e l'ansia, aiuta molto anche se non sembra.

R:<No Lou, nessun coccodrillo>

Continuammo a camminare finchè non mi fermai davanti ad una scala.

L:<Questa dove porta?>

R:<Alle docce, a quest'ora non le usano, possiamo stare tranquilli>

L:<E una volta usciti?>

R:<Passeremo per i condotti dell'aria, tranquillo andrà tutto bene>

L:<Spreriamo...> non mi credevo nemmeno io, figuriamoci se lo faceva lui.

Salimmo le scale, aprì il coperchio e usci dalle fogne e da quella puzza infernale. Appena uscì anche Louis sentimo dei passi diero di noi.

Ci giramo e notamoun uomo alto, con una divisa blu addosso, era ua delle guardie. Fece per prendere la pistola dalla sua pistola ma fui abbastanza veloce da bloccarlo, lo spinsi a terra e mi misi sopra di lui, premendo il mio braccio contro la gola impedendoli di respirare. Continuava a dimenarsi e cercava di muovers, ma senza alcun risutato, lo tenevo bloccato a terra. Dopo qualche minuto smise di muoversi e anche di respirare.

L:<T-Tu l'hai uc->

R:<Non ci pensare e andiamo> lo intermpetti ed entrammo nel condotto dell'aria.

L:<Sai dove dobbiamo andare?> annui cominciando a gattonare con lui dietro che mi seguiva.

Si sentiva dalla sua voce che era rimasto scosso dalla scena di prima, probabilmente aveva anche paura che succedesse qualcosa di peggio.

Continuo a sperare di no.

E poi eccoli, degli spari.

Il mio corpo fu pervaso da una serie di brividi.

Sapevo che Harry era arrivato qua, era già dentro l'edificio convinto che ci fosse Louis. La sua voce si sentiva chiaramente, stava urlando il nome del suo fidanzato a squarcia gola, urlava alle guardie chiedendo dove lo tenevano nascoto, che lui non centrava niente in tutta quella storia. Deve amarlo davvero molto.

Ma Louis non centrava davvero, era solo per attirare Harry qua, da sola non ce l'avrei mai fatta.

Devo assicuarmi che non succeda niente a lui.

Guardai in basso, attraverso la grata, ed eccolo lì in tutta la sua bellezza. Zayn stava cercando di far calmare Harry, senza successo.

Mi incantai a guardarlo e dentro di me si scatenò la voglia di baciarlo e di farmi stringere dalle sue braccia.

Però un altro rumore di liberò dai miei pensieri, era Louis che aveva aperto un' altra grata e sgranai gli occhi capendo cosa voleva fare.

R:<Fermo Louis!> ma fu troppo tardi, era già uscito.

Voleva andare da Harry, lo aveva visto preoccupato per lui e non ha fatto altro che seguire il suo istinto, cioè andare e farsi vedere, mostrargli che era vivo e vegeto.

Guardai il viso stupito di mio fratello, abbracciarlo forte e pian piano tranquillizarsi.

Uscì anch'io dal condotto dell'aria e subito i suoi occhi furono su di me, e capì tutto, il suo viso da rassicurato per il ritovamento del suo Louis mutò in un espressione arrabbiata verso di me.

H:<Come hai potuto?! Avrebbe potuto farsi del male! Avresti potuto farti del male! Sei un incosciente!>

R:<Harry...volevo solo attirarti qua e lui era l'unico modo per farlo, ho bisogno di te>

H:<Avresti potuto chiedermelo, non serviva ricorrere a ciò!>

Zayn corse verso di me e mi abbracciò.

Era una sensazione belissima, era come sentirsi a casa.

Ricambiai l'abbraccio e chiusi gli occhi stringendolo. Aveva un buon profumo, poteva creare una dipendenza.

La sua mano si muoveva lentamente su e giù e il suo respro caldo contro la mia pelle mi fece venire i brividi.

Z:<Stai bene?> sussurrò al mio orecchio, aveva un tono di voce calmo e dolce.

Annui solamente e mi staccai di malavoglia dall'abbraccio.

Giusto in tempo.

Venimmo accerchiati da delle guarde, ognuna di loro impugnava una pistola ed era rivolta verso di noi.

Ci siamo.

Una di loro si spostò e lo fece passare, il maestro. O meglio dire: Des. Quell'uomo che dovrebbe essere mio padre.

Non lo è stato.

Il papà è quella persona sempre pronta a difenderti. Per molte bambine rappresenta il loro eroe, colui che sta al loro fianco, che le difende dai mostri quando sono piccole e dai ragazzacci quando sono grandi. Il papà è un po' come il principe azzuro, tutte sognano un principe azzurro che infondo abbia le caratteristiche del proprio papà. Il papà è l'unico uomo che sai con certezza che che ci sarà sempre, sai che se hai bisogno di conforto lui c'è. È sempre lì, nello stesso posto, basta chiamarlo. Lui che fa sacrifici per rendere felice la sua bambina, che accompagna sua figlia alle lezioni di danza o il figlio a calcio. Il papà è la persona che non ti lascerà mai sola, che sarà sempre pronto a sostenerti in ogni cosa che vuoi fare, cazzatta o no che sia. Darebbe la vita per te.

Ma ci sono tanti tipi di papà, buoni e cattivi.

A me è toccato quello cattivo.

Quello che pensa solo al proprio interesse e non ai figli.

Ecco, lui è un uomo senza cuore, senza sentimenti, non adatto ad avere il ruolo da padre.

D:<Eccoli qui> si avvicinò a noi, sorridendo, un sorriso malato. <Avete deciso di venire a farmi visita? Potevate chiamare, mi sarei organizzato meglio> disse e rise guardandoci.

Non potevo sopportare la sua vista. Mi dava il volta stomaco.

Lo guardai dritto negli occhi e gli sputai in faccia.

Ma rise di più, mi diede uno schiaffo e delle guardie mi bloccarono le braccia dietro la schiena, provai a liberarmi ma non ci riusci e la loro presa su di me si fece più forte.

La guancia mi bruciava, ma non era il momento di pensarci.

Harry si butto addosso a Des, cominciando a riempirlo di pugni, ma più lo colpiva e più lui rideva. Con il sangue che gli usciva dal labbro, dal naso e un occhio nero non smetteva di ridere. Altre guardie bloccarono Harry mentre io cercavo di liberarmi, mi guardai intorno e vidi Louis accovacciato a terra impaurito e Zayn immobile non sapendo cosa fare, se solo avebbe osato muoversi le guardie lo avrebbero bloccato o addirittura sparato.

Des si pulì dal sangue, che riprese a uscire dalle ferite aperte, si avvicinò a me e mi prese per i capelli, tirandoli e facendomi uscire un lamento dalle mie labbra .

R:<Smettila!>

D:<Sei venuta qua perchè? Pensavi di uccidermi e vivere felice e contenta? Beh lascia che te lo dica, non è così. E da qui non uscirete vivi>

Estrae una pistola e la premette contro la fronte.

Degluti piano, avevo paura, ma non di morire, paura di lasciare i miei amici, di non poter più rivedere quegli occhi nocciala di cui mi sono innamorata, di non poter più sentire il suo odore e di non addormentarmi tra le sue braccia.

Chiusi gli occhi per prepararmi al colpo.

E ne arrivarono ben due, ma non a me. La pistola che era premuta contro la mia fronte cadette a terra e aprì gli occhi per vedere quello stronzo cadere a terra, con un buco in fronte. Un solo sparo, ma l'altro?

Mi girai e mi manco l'aria,una guardia con la pistola in mano, messa nella direzione di Zayn, steso a terra con il sangue che uscia dalla ferita sul fianco, e privo di sensi.

Una sensazione terribile si fece largo nel mio cuore, una sensazione di vuoto, qualcosa di importante mi è stato strappato via e quel vuoto è talmente grande da farmi mancare il fiato.

Lui era lì, steso a terra, immobile.

Mi inginocchiai accanto a lui e gli feci appoggiare la testa sulle mie gambe.

R:<Zayn...> sussurrai con voce spezzata e dando il via alle mie lacrime.

Ore dopo...

Il bip della macchina al quale Zayn era collegato ormai non mi infastidiva più. Dopo quell'evente all'edificio è scoppiato il caos, sono tuti scappati e noi abbiamo portato Zayn all'ospedale.

In coma.

È entrato in coma, questo è quello che ci dicono i dottori e non sanno nemmeno se si sveglierà mai.

Ora sono qui, seduta accanto al suo lettino e non smetto di guardarlo. È così bello, anche con tutti quei fili attaccati e quella macchina che lo tiene in vita. Gli stringo lamano e gli bacio le nocche, lasciando che ogni tanto qualche lacrima cada sulla sua pelle.

R:< ti sei sacrificato per me... hai preso coraggio impugnando quella pistola e hai sparato, hai sparato per salvarmi. Vorrei ringraziarti ma vorrei farlo con te sveglio, mentre mi guardi negli occhi e mi lasci navigare in quel mare color nocciola. Ho bisogno di te, che mi stringi e che mi dici che stai bene. Le donne possono essere forti sai? Ma lo sono molto di più con il loro uomo accanto, che le incoraggia e le sostiene, che le danno forza e le amano. Tu sei il mio uomo e ho bisogno di te, ti prego apri gli occhi. Voglio vederti sorridere, voglio baciare le tue labbra, voglio fare di nuovo l'amore con te. Voglio te. Sapere che non potrò più averti accanto a me fa male. Ricordo ancora quando tu e tua sorella non vi parlavate, di come ti rifiutavo, ma in realtà ero già cotta di te. Io sono innamorata di te, delle tue abbra, delle tue mani, della tua voce che mi fa venire i brividi, del tuo profumo che mi manda il cervello a puttane. Non ti sei mai dato per vinto e mi sei sempre stato accanto. Ora è il mio turno, non ti lascerò solo amore mio. Io resterò qua e quando aprirai gli occhi sarò qua con te. Ti amo.>


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Buona sera!

Sì finalmente ho aggiornato, e purtroppo il prossimo capitolo sarà anche l'ultimo di questa storia.

Mi piacerebbe sapere che ne pensate.

Ringrazio tantissimo voi che leggete questa storia, vi adoro.

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