ABBEY ROAD.

Mi accorgo di essere crollata in un sonno profondo solo quando suona la sveglia . Allungo il braccio e la spengo.

Quel suono frastornante che sta diventando il mio incubo di mattina. Quanto lo odio.

Stamani dovrò conoscere la bambina di cui dovrò prendermi cura quindi devo essere radiosa anche se sarà difficile data la mia stanchezza .

Mi dirigo subito nel bagno comune e inizio a farmi una doccia. Quando esco dalla cabina intravedo Beth che mi saluta da lontano. Mi copro con l' asciugamano e subito vado nella mia camera .

Inizio a lavarmi i denti e la faccia e applico una maschera al viso. Mentre la maschera agisce prendo il curriculum e inizio a ripetere le parole che dovrò dire alla signora che ieri mi ha chiamata.

Non voglio fare brutta figura e per dare una buona impressione devo essere sicura di quel che dico. Dopo circa venti minuti decido che è ora di iniziare a vestirmi.

Apro l'armadio e sprofonda nell'indecisione.

Come al solito ho l'imbarazzo della scelta...troppi vestiti che non mi metterei mai e pochi invece che sono all'altezza di Londra.

Dopo vari abbinamenti decido di indossare un vestito rosa a pois bianchi, ballerine, una borsa in cui inserisco il mio curriculum .

L'unica cosa di cui ho bisogno, ora, è una cintura così vado Da Emilie mi faccio dare le chiavi della sua stanza e subito mi metto a frugare nel suo cassetto fino a quando non trovo una cintura di pelle molto sottile che si abbina perfettamente al mio vestito.

Esco dalla stanza , restituisco le chiavi e subito mi catapulto fuori dal dormitorio senza nemmeno salutare le mie amiche.

Prendo il telefono per dare un'occhiata all indirizzo: Abbey Road n. 58...beh non ho la più pallida idea di dove si trovi.

Abito a Londra da più di quattro mesi ormai ma non conosco altre strade al di fuori di quella del mio dormitorio.

Questo perché mi sto impegnando molto nello studio e non sono quella tipica ragazza a cui piace fare shopping e girovagare per la città.

Raramente giro per Londra alla ricerca di un centro commerciale o almeno un negozio d' abbigliamento, per comprare qualche vestito nuovo, e devo dire che questo il mio guardaroba lo dimostra.

La mia conoscenza dell'inglese mi permette di chiedere alcune informazioni ma non riesco a capire granché...l'inglese qui è troppo diverso da quello che parliamo noi.

La pronuncia non si capisce perché è troppo stretta e non voglio fare brutte figure quindi faccio a meno di chiedere altre indicazioni e alla svelta continuo a fissare la mia mappa anche se non ci capisco un bel niente.

È passata più di mezz'ora e mi sono allontanata ben poco dal dormitorio e se continuo di questo passo non arriveró mai ad Abbey street quindi decido a malincuore di chiamare un taxi che sicuramente mi farà spendere un occhio Della testa.

Mentre aspetto decido di contattare una mia amica che abita nello stesso paese in cui sono nata , che non sento da tempo.

Sono molto affezionata a lei, o almeno lo ero, perché con lei ho passato la mia infanzia...abbiamo persino frequentato le elementari insieme...non l'avrei abbandonata per niente al mondo ma la morte di mia mamma é stato un dolore troppo forte per me e visto che non volevo restare al fianco di mio padre e della sua nuova giovane moglie mi sono trasferita in un altro Stato.

" Hey Amanda come stai? È da tanto tempo che non ci sentiamo. Ho trovato un lavoro come Babysitter e inizio stamattina. Mi manchi tanto e mi è dispiaciuto abbandonarti ma ho avuto dei seri motivi che mi hanno costretto a farlo. Ti voglio bene e ti verrò a trovare. Stammi bene" .

Invio il messaggio e dopo pochi secondi vedo il taxi arrivare. Appena accosta salto su rapidamente . "

Buongiorno, Abbey Street n. 58" dico affannata. " Bene signorina , si metta comoda che c'è un bel tragitto da fare" mi dice il conducente. Così mi sistemo sul sedile e chiudo gli occhi. Penso a mia mamma e una lacrima mi scende sul viso.

Dopo cinque minuti il telefono squilla...è il numero che mi ha chiamata ieri.

Lo prendo dalla borsa mi schiarisco la voce e
Velocemente rispondo .

" Salve signorina, volevo rinnovarle il nostro appuntamento che sarebbe tra 15 minuti." Dice con tono molto antipatico. " Certo signora a breve sarò da voi , Arrivederci".

Chiudo la chiamata e Prego il conducente di fare alla svelta. Dopo dieci minuti arriviamo ad Abbey Street. Pago profumatamente il conducente e lo saluto.

Scendo dalla vettura e mi fermo ad osservare la strada. Wow...è così bello qui.

Ci sono innumerevoli negozi , tanti grattacieli da farti voltare la testa e così tanti bar che l'odore del caffè si sentirebbe da un chilometro di lontananza.

Ho sempre amato il rumore delle tazzine che vengono poggiate sui tavoli.

L'aria algida penetra nelle mie narici, ormai ghiacciate, e il freddo mi ricorda ,in qualche modo, che devo andare e conoscere la bambina di cui dovrò prendermi cura.

Sono sicura che riuscirò a prendermi cura di lei nel migliore dei modi e ad esserle simpatica.

Cammino un pó lungo la strada e mi fermo in un negozio per bambini.

Guardo la vetrina e vedo un peluche meraviglioso, enorme con un fiocco rosa attorno al collo e un cappellino del medesimo colore.

In più dice " ti voglio bene " e cose del genere quando gli tocchi la zampetta. È perfetto! Pago ed esco dal negozio.

Guardandomi intorno trovo il numero 58. È una villetta bianco panna con un bel giardinetto e una grande terrazza.

Salgo alcuni gradini , prendo il curriculum dalla borsa , respiro profondamente e busso alla porta. Sto ghiacciando. Aspetto ma nessuno mi apre.

Cosí decido di bussare di nuovo. Questa volta vedo la porta aprirsi. Mi faccio strada dentro quel sottile corridoio e chiedendo il permesso entro nel salone.

Guardo al suo interno ma non c'è nessuno.

Poi sento dei passi veloci, una corsa e quel che vedo pochi secondi dopo è allucinante.

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