Senza un Perchè
Talvolta sono così romantica. Il mio petto si colma d'amore e non si gonfia di dolore. Le lacrime arrivano, ma sono calde, dolci, attese, belle.
Non ti pensavo da così tanto tempo e ad un tratto eccoti lì. Il tuo ricordo mi riempie il cuore e non posso far altro che rendermi disarmatamente conto che in fondo si può ancora amare senza un perchè. E io in quel momento non mi sono più sentita sola, come adesso, che rivivo quel ricordo. Avevamo dormito insieme, era la prima volta. Io ero così contenta e anche tu, così mi dicesti. Ricordo ancora i tuoi baci e il tuo calore sulla mia pelle, il pesante piumone che ci avvolgeva e il mio terribile pigiama. I miei capelli erano abbastanza lunghi da poter spargersi sul cuscino , differentemente da adesso. Restammo a parlare per una frazione di tempo che a me parse infinita; pochi minuti, un'ora, tutta la notte. Non ricordo di preciso. E alla fine le mie palpebre si chiusero per la stanchezza, ma il sorriso rimase sulle mie labbra e mille altri racconti si gelarono dentro la mia bocca, mentre erano sul punto di sgorgare. Non so se tu stessi già dormendo o meno, non ha importanza. Mi avevi ascoltato. E come era caldo il tono della tua voce, il timbro così dolce e vellutato. Mi dasti un ultimo bacio, una tua mano era su una mia guancia, l'altra intrecciata alla mia. Parlai, parlai. Poi mi addormentai, non stanca di noi, ma consapevole che sarebbe stata una delle notti più belle, coperta dal piacevole calore di quel sentimento e protetta dalla tua rassicurante presenza. E non sognai nulla quella notte, forse perchè tutto quello che avevo sempre voluto era accanto a me. Solo piccole stelle fecero capolino tra il buio spazio sotto le mie palpebre.
Non so di preciso quando o come mi svegliai. Ma tu eri ancora lì. Il mio palmo racchiudeva ancora le tue dita e mi beai di quel caldo contatto. Tenni gli occhi chiusi, ma non perché la luce del sole proveniente dalla finestra li ferisse; mantenni il respiro lento e misurato, ma non perchè non volessi svegliarmi. Tu dovevi credere che io dormissi ancora. Perchè, quella mattina, il tocco delle tue dita sul mio volto era così...così...non riesco a trovare un termine adatto a descrivere la beatitudine che provai. I tuoi polpastrelli carezzavano il profilo duro del mio miei zigomi, del mio mento; passavano sul mio cipiglio, sulle guance e tra i capelli, che ritmicamente mi portavi dietro un orecchio. La mia bocca era semi aperta, e subito me ne vergognai. Farmi vedere in modo così sgraziato e vulnerabile non era da me. Ma subito sentii il tuo fiato fresco, le tue dita levigate che mi carezzavano, i tuoi piedi intrecciati ai miei e non potei far altro che sentirmi amata, così amata, davvero amata. Per la prima volta mi riempii di questa sensazione così bella e nuova. Non ero più sola. Ti amai così tanto in quel momento. Tenni gli occhi chiusi e a sorpresa mi strinsi a te, avvolgendo le mie braccia attorno ai tuoi fianchi e nascondendo il mio volto sul tuo petto. Le tue braccia, senza un perchè, mi strinsero. Senza un perchè mi stavo amando. E per questo io iniziai a pensare di non essere poi così pessima; per questo iniziai a volermi un po' bene; per questo il petto si sgonfiò dal dolore e si colmò di bellezza. Ti amai così tanto in quel momento. Così tanto.
E adesso che tengo gli occhi spalancati a fissare un infimo spazio di un buio soffitto, ripenso allo spazio cullante di quella notte e nella solitudine, il tuo ricordo mi riempie il cuore.
"Amate una persona che vi farà venir voglia di svegliarvi sempre prima del previsto per guardarla qualche attimo in più prima di uscire e di dormire sempre un attimo più tardi, per farvi chiudere gli occhi stanchi di sonno, ma mai stanchi di lei." M. Bisotti
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