Roba nuova

È una strana sensazione. Tutto questo benessere. Si è impossessato di me. Non c'è un solo giorno in cui non stia bene; anche le giornate più sole e lugubri sono pervase di serenità e calma. Non credevo sarebbe mai stato possibile. Mai. Non lo avrei mai immaginato, davvero. È come se camminassi sempre a qualche centimetro da terra e tutto è più bello, caloroso e luminoso.

Sai, mi sono ripresa, ma ripresa sul serio e anche questo non pensavo sarebbe stato possibile. Lo amavo così tanto e mi ha fatto così tanto male, un gran male, un dolore che non avevo mai provato, che adesso conosco e, se ricapiterà, non odierò, lo affronterò; affronterò tutte le lacrime, tutti i giorni passati a non mangiare, perchè proprio non ci riuscivo, affronterò tutte quelle mattine in cui mi sembrerà impossibile solamente aprire gli occhi e tirare un profondo respiro, stropicciarmi il viso e scendere dal letto; quelle mattine metterò un caldo maglione, preparerò una bella colazione, calda anch'essa, e riguarderò  tutte le fotografie, i video con le persone che mi hanno resa felice e mi hanno aiutato ad essere me stessa; ripenserò a  tutte loro che adesso mi stanno insegnando ad amare la vita per come è e a prenderla per come viene. Quelle persone che mi hanno fatto scoprire come sono belle, come è bello il genere umano così schifosamente tragico, maldestro e scontroso e che, tuttavia, ti sorride ancora. Che mi hanno insegnato ad assaporare la sensazione che pian piano sale quando accanto a te, davanti ad un bellissimo monumento o un'imponente chiesa, sul marmo è seduto un barbone; spezzi a metà il tuo pranzo e glielo dai; lui ti guarda con quegli occhi stralunati, ti prende per pazzo e accetta, senza magari neanche ringraziarti per la sorpresa. Ti fai una sigaretta  e ne chiudi una anche per lui, poi ti allontani piano e lui continuerà a guardarti. E quando sarai lontano ti sorriderà, agiterà la mano e ti griderà un ciao sorella.
Cammino a qualche centimetro da terra, cammino chilometri e chilometri, correndo quando sono in ritardo, ma ci sono sempre questi amici, questi quasi sconosciuti, che mi fanno trovare qualche goccia di caffè messo da parte, mi fanno trovare una sigaretta anche un po' fumacchiata, che mi aspettano per un ultimo abbraccio, un bacio, due parole, prima della mattina dopo. È straordinario, le conosco da così poco, ma sono così importanti, come se le conoscessi da una vita, come se fossimo cresciuti insieme e ne avessimo passate tante, insieme.
Studio, mi danno, ma tutto mi affascina. E la sera torno a casa distrutta, ma con quella serenità e felicità che non avevo più da tanto tempo e che...detto sinceramente, non avevo mai avuto. Mi mancano le vecchie persone, i vecchi amici, le domeniche in famiglia, ma questa è tutta un'altra vita, la mia nuova vita e io la sto riscattando. Non la maledirò più, non maledirò più chi mi ha fatto soffrire e chi mi farà soffrire ancora; non maledirò più gli occhi gonfi al mattino, dopo una notte passata nello sconforto: quegli stessi occhi, il mattino  seguente, guarderanno delicatamente l'alba e accarezzeranno il profilo vicino del mare. Non maledirò più lo stress, perchè, Dio mio, quanto è bella una risata con gli amici dopo una giornata faticosa e non maledirò più il dolore fisico, c'è sempre quella persona, amico o sconosciuto che sia, che ti aspetterà per riposare insieme. Non maledirò più l'insonnia, anche se in realtà, forse, non l'ho mai fatto, perchè è durante la notte che posso uscire sul terrazzo, sentire il vento fresco che viene giù dai monti, vedere le luci tenui della città e, in fondo, il profilo del porto con magari qualche nave luminosa attraccata.
E alla fine ringrazio per tutto quello che è stato, ringrazio me stessa per essere stata a volte così stupida, ingenua, incosciente, sensibile e ignara. Il dolore che mi sono procurata e che mi hanno procurato è stato utile, lo sarà ancora, lo sarà fin quando respirerò con tutto quello a venire. E rigrazio tutte le persone che ho incontrato nel mio corto cammino che mi ha portato qui, buone o malvagie che siano state.
Non maledirò più il mio respiro al mattino e sorriderò al sole che mi ferisce gli occhi, penetrando dalla finestra al mattino.

E mi dispiace che tu questo non lo abbia capito in tempo, mi dispiace così tanto. Avrei voluto dirtele con la mia voce queste cose, magari per telefono, la sera, prima di andare a letto o attraverso una videochiamata per rivedere il tuo volto  e le tue movenze così simili alle mie. Anche se in realtà mica me lo ricordo se ci somigliamo e se tenevi le spalle come le mie.  Ma doveva andare così. Probabilmente è grazie a te che scrivo, quindi ti ringrazio per ciò che sei stato, anche se per poco. Sto provando ancora a perdonarti, voglio riuscirci. Non è facile. Forse un giorno, quando sarò adulta, grande e avrò visto e sopportato molte più cose potrò almeno un po' capirti. Ci sto lavorando, ma , nonostante tutto, ti voglio bene.

Buonanotte Thomas.

Sono felice.
 

                                  Per sempre tua

Tua figlia.

Y.

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