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Grimmauld Place nº12 (Meg)
Svegliandomi vedo la faccia di Sirius a un centimetro dalla mia, ancora dormiente.
È strano trovarmi in casa sua, da ben tre giorni, nella sua camera... questa stanza è ricca di ricordi... delle foto vecchie, alcuni poster, e i colori di grifondoro sparsi un po' per le pareti.
Le tende del baldacchino sono nere e verdi, e il materasso dev'essere comodo, a giudicare dalla posizione rilassata di Sirius.
Non riesco a credere di essere di nuovo tra le sue braccia, senza altro a separare i nostri corpi e i nostri cuori.
«Buongiorno.»sbadiglia, aprendo i suoi occhi grigi.
Sento il mio cuore battere un po' di più, e gli do un bacio sulle labbra, avvertendo pochissimo il contatto con la barba.
«Devo rasarmi.»sussurra sorridendo.
«Faccio io.»rispondo, poi lui mi posa un bacio sul naso.
«Come sempre.»mi stringe di più a sé, il suo corpo è caldo e accogliente, ma coperto di tatuaggi.
«Non mi hai ancora detto quando li hai fatti questi...»
«Azkaban.»
«Oh...»abbasso lo sguardo, e gli accarezzo i capelli.«Non vuoi ancora dirmi cosa è successo lì?»
«Te l'ho raccontato, ti ho detto tutto.»allenta la presa su di me, e si solleva su un gomito.
«Non è vero.»protesto.
«Ho pensato a te continuamente.
Ho pensato a te e ad Harry. Non potevo salvare te ma avrei potuto salvare Harry. Non avrei mai immaginato che... Meg, abbiamo la possibilità di essere una vera famiglia... io, te ed Harry.»conclude con entusiasmo.
«Io non posso invecchiare...»sospiro, chiedendomi se esiste un modo per crescere.
«Troverò il modo, consulterò i vecchi libri di mia madre, Silente potrà aiutarci. Ti ha riportata in vita, e adesso il tuo cuore batte e senti il calore... e provi diverse cose...»la sua mano scivola sulla mia spalla.
«Promettimi che saremo una famiglia.»
«Te lo giuro sulla mia vita.»esclama solenne.
«Come hai reagito quando Remus...»
«Possiamo non parlare di Remus?»domanda mettendosi a sedere.
«Perché?»chiedo incuriosita.«Avete litigato? È perché non ti ha detto subito di me?»
«No, è stato abbastanza immediato.»
«Allora? Vi ho sentiti litigare...»
Sirius non risponde, si alza da letto, infila la vestaglia che ha gettato ieri sera su una sedia qui accanto.
«E tu?»
«Io, cosa?»domando mettendomi a sedere.
«Raccontami qualcosa di te...»
«Beh, sai già tutto. Sono stata in una capanna sperduta in Irlanda, poi sono tornata ad Hogwarts sotto mentite spoglie, e...ora sono qui.»sorrido poggiando i piedi sul pavimento.
«Ti sta bene il biondo.»sorride.
«Lo so.»rispondo camminando verso di lui.
«Lo sai? Che modesta.»scherza prendendomi una mano.«Dovresti mettere qualcosa addosso. Quel vestito non è adatto. Magari qualcosa di più pesante, e più lungo.»
«Mi hai già prestato la tua camicia da notte, e un mantello...Ho lasciato tutta la mia roba nel sotterraneo...cioè nel dormitorio.»mi correggo all'istante.
Sirius mi guarda confuso, poi mi lascia la mano, come se fossi qualcosa di irriconoscibile che si sta deteriorando.
«Sotterraneo? Meg... il dormitorio di grifondoro...»
«So benissimo dove si trova, ero anch'io una di voi, ricordi?»
«Eri?»
«Sono serpeverde. Non davvero, non sono stata di nuovo smistata...fa parte della "copertura".»gli preciso.
«Ma perché serpeverde?»
Non posso dirglielo.
«Per...per non sembrare sospetta... nessun motivo in particolare.»
Rimaniamo in silenzio, ma un rumore improvviso ci fa sobbalzare.
«Merda.»sussurra Sirius, aprendo alla svelta l'armadio e frugando dentro, per poi tirare fuori una veste molto larga e color bordeaux, da uomo.
«Devo farti entrare nella stanza di Fierobecco, prima che ti vedano.»
Indosso la veste celermente, rimanendo confusa.
«Ma chi?»
«I membri dell'ordine sono qui.»
«Quindi? Vorrei vederli.»rispondo andando verso la porta.
«No! Non ci si può fidare di tutti! Ascolta, puoi smaterializzarti.»
«Nella stanza di chi?»
«Fierobecco, l'ultimo piano, l'unica porta sulla sinistra, muoviti! Lì non ci va nessuno!»
«Sirius, aspetta.»lo afferro per un braccio.
«Sirius! Siamo qui!!»una voce di uomo molto profonda minaccia di avvicinarsi.
«Cosa?»domanda lui.
«Mi dispiace se ti ho deluso.»e detto questo mi smaterializzo, senza dargli il tempo di replicare.
L'odore della veste è lo stesso di Sirius, e mi riscalda moltissimo.
La stanza è buia, e sento un respiro pesante provenire da un giaciglio.
«Lumos.»
Un grosso animale alato si palesa di fronte a me, apre gli occhi color ambra e il piumato bianco e grigio è affascinante.
«Fierobecco? Sei una bestia magnifica.»esclamo.
Indugio ad avvicinarmi, la mia memoria è fresca di lezioni di Cura delle Creature Magiche...Al mio terzo anno, ho visto un ippogrifo per la prima volta.
Mi inchino, ma prima che io possa farlo del tutto, la bestia si inchina a sua volta.
«Resteremo insieme per un po', a quanto pare.»
Il becco è levigato e liscio, non ha un cattivo odore, è un animale molto curato.
«Sono Megan, comunque. Almeno credo.
Ho deluso Sirius, sono diventata una serpeverde...
Non posso dirgli il vero motivo, altrimenti dovrei parlargli di Draco... potrebbe arrabbiarsi, sentirsi tradito, potrei perderlo.
Oppure... Posso andare di sotto.
E fargli vedere che sono abbastanza grande da badare a me stessa, che non ho paura di nulla e che sono più grifondoro di chiunque altro. Serpeverde non mi definisce assolutamente, e devo farglielo capire.»
Fierobecco mi fa spazio sul giaciglio, e io mi guardo intorno. I quadri non ci sono.
Per fortuna... detesto essere osservata dai dipinti.
«La prima volta che ho visto uno come te ero terrorizzata, annichilita a dire il vero... non sapevo precisamente come fare.
Ma una bella botta sul braccio non me l'ha tolta nessuno... che brutto stronzo quel volatile. Oh...ma non ti preoccupare, qualcun altro mi ha fatto passare il terrore degli ippogrifi, tu lo conosci bene, il signor Sirius Sarcasmo Black... Chi l'avrebbe mai detto? Ci voleva lui per farmi entrare subito in confidenza con gli animali, ma credo sia anche merito della morte, sai? Catalizzo meglio ogni cosa, ma mi faccio prendere dalle emozioni ultimamente, forse dipende da me e non dalla mia condizione...chissà. Il corpo umano è un macchinario complesso e talvolta imperscrutabile.»
Sto parlando come Silente.
Ed è snervante.
Sento dei passi, e salto in piedi, avvicinandomi di poco alla porta.
«Fierobecco! Sono Remus, sto entrando! Andiamo, sono solo!»
Indietreggio di poco,  verso l'ippogrifo.
«Meg!»Remus entra richiudendo subito la porta alle sue spalle.«I miei avvertimenti erano per te.»sussurra.
«L'ho capito.»sorrido.
Remus mi squadra, deglutendo, poi si inchina a Fierobecco, che fa lo stesso.
«Sirius non vuole che mi faccia vedere.»sbuffo.
«Cosa diavolo hai addosso?»sorride Remus, tentando di trattenere una risata.
«Non ne ho idea, Sirius mi ha dato questa roba molto pesante, da uomo.»scrollo le spalle.
«È troppo larga, prova a migliorare questo abito.»
«Professore, lascio a lei il piacere.»metto le mani sui fianchi.
«Oh...non me ne intendo di queste cose...»
«Lascia stare. Devo andare di sotto!»
«Meg, no.»
«No? No? Sapete dirmi solo "no"! Da quando vi ho rivisto! Siete diventati davvero adulti! E adulti noiosi!»mi siedo accanto al giaciglio di Fierobecco.
«È per il tuo bene.»
«Sembri mio padre!»esclamo mentre accarezzo Fierobecco.
«Cerca di capirci, ti abbiamo già persa una volta, non voglio...non vogliamo perderti di nuovo.»i suoi occhi si fanno lucidi, e la sua voce si incrina.
«Non potete tenermi nascosta per sempre. Sai, Remus? A volte mi sempre di essere costantemente a metà tra un'adolescente e un'adulta. Troppo ragazzina per gli adulti, troppo matura per i miei coetanei. Cosa c'è di sbagliato? Ho esperienza, molta più esperienza degli adolescenti, ma non è abbastanza per essere considerata adulta. Forse se Sirius riuscirà a trovare un modo per farmi invecchiare potrò liberarmi di questo limbo struggente.»
Remus non risponde, ma si accovaccia davanti a me, e mi prende il viso tra le mani.
«Mi dispiace.»sussurra, accarezzandomi una guancia. «Darei la mia vita per renderti felice, se questo può farti essere felice... Megan ti giuro che io aiuterò Sirius, costi quel che costi.»mi da un bacio sulla fronte, e io chiudo gli occhi per un po'.
«Scusate se vi interrompo, Remus, Molly si chiede tu dove sia andato, ma vedo che stai bene, e in ottima compagnia.»
Sirius incrocia le braccia e si appoggia allo stipite della porta.
«Volete dirmi perché avete litigato?»sbotto.
Sirius chiude la porta.
«Remus, non credo sia il caso di farla aspettare, Molly è capace di venirti a recuperare fin qui!»sorride Sirius, ignorando la mia domanda.
Remus si rimette in piedi ed esce.
Sirius mi guarda, e io ricambio lo sguardo.
«Non mi hai deluso.»dice.
Mi alzo dal giaciglio, e mi posiziono di fronte a lui.
«E per la cronaca, sono d'accordo con Remus, troveremo una soluzione, e non ci fermeremo.»mi abbraccia, poi mi prende in braccio, a mo' di sposa.
Non ci sono parole per descrivere gli attimi minuscoli che scandiscono il tempo dei nostri sguardi.
Lo bacio, dolcemente, stringendomi a lui.
Lui rimane immobile, e mi posa sul giaciglio, togliendo la veste da uomo.
Continua a baciarmi, e smette, mi guarda e poi ricomincia.
«Voglio sposarti.»
«Cosa?»sorrido.
«Voglio sposarti, e voglio prendermi cura di Harry insieme a te.»
«Allora cosa stiamo aspettando? Facciamolo.»
«Sono ricercato, tu sei bloccata alla tua età...»
«Ma io ti amo.»
«Anch'io ti amo, ma se mi prendono e se ti scoprono, Harry perderà entrambi.»
«Possiamo sposarci in segreto, e Harry può tornare qui sempre, non dovrà più andare dagli zii.»
«Ci nasconderemo sempre, sei sicura di volere questo? Perché da quello che hai detto...»
«Ho detto che non potete tenermi nascosta alle persone a cui tenevo. Intendevo i membri dell'ordine.»
«Ma sei disposta a lasciare Hogwarts, un'altra volta?»
Rimango impietrita per un attimo.
Non ci avevo pensato.
«Sirius, ho aspettato più di sedici anni per rivederti, ti rendi conto? Sedici anni. Hogwarts è stata la nostra scuola, e per molti una casa.... ma per me...tu sei la mia casa. Capisci? Accetto la proposta, prometto di essere una buona madre per Harry, lo difenderò da tutto e tutti, come ho fatto nell'ultimo anno e come continuerò a fare.»
Sirius è in lacrime, e mi bacia il dorso della mano, come per trovare conforto.
«Non lasciarmi, Meg, non lasciarmi più.»
Lo stringo a me, schiacciando quasi la sua testa sul mio petto, e rimaniamo così, tra le sue lacrime è il battito del mio cuore.
«Aspetta, ti richiudo la veste, o prenderai freddo.»
«A dire il vero, quando sei con me, non ho mai freddo.»
«Lo so, insomma, un po' di pudore, signorina.»sorride tra le lacrime.
«Tu parli di pudore? Questa è buona! L'altra sera non mi sembravi attento al pudore, e neanche la sera prima. Sei diventato un bravo ragazzo, Black?»lo provoco.
«E tu una cattiva ragazza, Gold.»

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