3.8


Grimmauld Place nº12 (Meg)
Nessuno sa davvero cosa mi stia passando per la testa.
Nemmeno io lo so.
Il posto dove mi inietto il veleno è così angusto e buio: mi piace.
Il parato è di un verde scuro, molto rovinato e consunto, il pavimento scricchiola, il lampadario è per metà distrutto.
Da un lato della camera c'è una grande libreria ricca di quaderni e libri impolverati.
«Io e lei non siamo somiglianti!»affermo, ripensando a ciò che mi ha detto il ritratto di Walburga.
«È solo uno stupido quadro.»
Estraggo dalla libreria i soliti appunti, e rileggo le procedure per iniettare il veleno: ormai le sto imparando a memoria.
Al centro della stanza si trova una scrivania non troppo grande, con un paio di poltroncine rivestite di seta nera.
Sulla scrivania ci sono provette di ogni tipo, e poi...
Le mie scorte sono già finite, questo veleno è così raro e così potente.
La siringa che uso è una delle più grandi che si possono trovare, ne inietto davvero tanto... forse un po' troppo.
Più ne inietto e più non sento nulla.
Quando ero ancora viva avevo paura di fare qualsiasi prelievo, detestavo la sensazione che si prova quando il sangue viene risucchiato via.
Da bambina ero più coraggiosa.
Ora non lo so, insomma... mi è indifferente.
C'erano un sacco di cose che non temevo quando ero piccola.
Per esempio, non avevo paura dell'altezza o dei cani grandi; non avevo paura di nuotare o del sangue, nemmeno di possibili mostri...
Tutto mi trasmetteva curiosità, poi sono cresciuta: sono diventata un po' codarda e paurosa.
Nei momenti di difficoltà ho tentato di mettere da parte le mie paure e ci stavo riuscendo... poi sono morta.
Quanto vorrei tornare indietro... tornare a quando ero bambina... o quantomeno recuperare quella spensieratezza che ho perso.
È colpa della vita.
È colpa del tempo.

Nel pomeriggio, sul tardi, Nymphadora Tonks decide di farmi visita, dopo una settimana dalla litigata con Remus.
Io ho espresso più volte ciò che volevo: non vedere nessuno.
Sono stata ascoltata?
Ovviamente, no.
Cosa potevo aspettarmi?
Dora entra e si toglie la giacca, ha i capelli di un colore orribile, come se fossero grigio topo; gli occhi celesti sono contornati da occhiaie e sono arrossati, avrà pianto.
La raggiungo in cucina, mentre finisco di infilare un vestito nero di seta.
«Hai dimenticato qualcosa? Vuoi del sale? Dello zucchero? Vuoi Kreacher?
O vuoi scartavetrarmi con parole di conforto? Ti do una notizia: sono apatica.»dico tutto questo sedendomi di fronte a lei.
Tonks sembra essere appena uscita da una forte lite, continua a tenere gli occhi bassi e pieni di lacrime.
Sbuffo e mi avvicino, sedendomi accanto a lei.
«Ma tu non sei apatica, a quanto pare. Cosa è successo? Parla.»la sprono osservando il suo viso triste.
Lei ricambia lo sguardo, sorride debolmente, poi scuote la testa.
«Scusami... non devo piangere. Sono venuta qui per portarti a bere.»
«Qui c'è alcol in quantità industriale, e poi credo che sia tu quella a cui serve una bella sbronza. Inoltre io non posso sballarmi, ricordi? Non sento niente.»
Tonks ride tra le lacrime e in poco tempo sfodera un altro sorriso, più radioso.
«Si può sapere perché piangevi?»
«Si può sapere perché te la sei presa con Remus in quel modo?»
«Sfacciata.»ribatto. «Non voglio parlare di Remus.»
Dora mi guarda accigliata, poi apre la bocca per dire qualcosa.
«Non gli chiederò scusa.»la precedo.
«Lui non vuole... o meglio lui non mi ha detto tutto. Siamo molto preoccupati, non mangi?»chiede alzandosi e dirigendosi verso la dispensa, munita di sportelli rovinati e scheggiati.
Ho percepito una leggera nota di imbarazzo quando ha detto "lui", come se il pensiero di Remus la facesse arrossire un po' troppo.
Non voglio confidarle nulla, nessuna delle due vuole, almeno per oggi: meglio così.
«Lascia perdere, dove hai detto che volevi portarmi?»domando accendendomi una sigaretta.
«Londra, quella babbana. Hanno delle bevande forti.»
«Forse ne sentirò il minimo sapore... Beh! Non puoi uscire conciata così. I tuoi capelli sono pietosi e sembri uscita da una pubblicità babbana di caramelle.
Un po' di nero non guasta mai.»
Tonks si guarda le punte delle scarpe, poi si tocca i capelli.
«Ti ci vuole un po' di rossetto.»constato avvicinandomi al suo viso «È un po' di crema rigenerante.»
Dora scoppia a ridere e poi mi mette una mano sulla spalla.
«Sei pronta ad andare, o no?»chiede prendendo la sua borsa color lavanda.
«Offri tu.»sorrido.

Flashback
Nessuno aveva più dimenticato gli avvenimenti accaduti il giorno prima.
Come potevano dimenticarsene?
Megan Gold era svenuta e il giorno seguente si era ripresa, o quasi.
L'infermeria non le piaceva, faceva troppo caldo, e l'odore di strane pozioni curative le dava il voltastomaco.
Si svegliò alle due del pomeriggio, e si vide circondata da troppe persone.
«Meg? Meg! Si è svegliata, Noah!»era la voce di sua madre, la quale aveva le lacrime agli occhi.
Noah aveva uno sguardo preoccupato, guardava la figlia senza vederla, si limitò a scherzare sulla sua situazione.
«Hai trovato il modo migliore per non andare a scuola gli ultimi giorni!»rise Noah dando un colpetto sulla spalla della figlia.
I presenti si voltarono, Noah era stato fulminato da una buona parte di sguardi.
«Non credo sia il momento adatto per lo humor, Noah.»proruppe la professoressa McGranitt.
Il padre di Meg si schiarì la voce, diede un bacio sulla fronte a sua figlia e uscì.
Megan non sapeva cosa pensare, sentiva la testa completamente svuotata.
Si concentrò sul volto di Sirius, che le accarezzava la testa.
«Come ti senti?»domandò dolcemente Lily, prendendole la mano.
Megan si girò dall'altra parte, dove vide Remus che le sorrideva con una lacrima sul viso ferito.
«Ciao.»mormorò il ragazzo.
«Piccola Gold, finalmente!»esclamò James.
Megan chiuse gli occhi, poi li riaprì.
Ora ricordava tutto, il sangue, le pupille dilatate, gli stupri, i morti, i dissennatori, i feriti, i mollicci, le mutilazioni...
Nulla era cambiato, non era stato tutto un sogno.
«Vuoi bere un po'? Dovresti mangiare, ecco prendi un biscotto, Gold.»Minerva McGranitt offrì una scatola di biscotti alla ragazza, e Lily la aiutò sedersi.
Megan rivolse un mezzo sorriso di ringraziamento alla professoressa, aprì la scatola e addentò un biscotto.
Era molto buono, sapeva di burro e cioccolata.
«Tieni, questo succo di zucca e vaniglia selvatica ti aiuterà a digerire tutto.»
Madama Chips le porse una tazza enorme con il succo in questione.
Megan era stranamente affamata, così senza badare agli altri bevve e mangiò tranquillamente.
Poi si bloccò... come aveva potuto dimenticare Alice e Frank? Pandora? Severus? Regulus?
«Alice Prewett?»domandò all'improvviso rivolta alla McGranitt.
La professoressa strinse le labbra e disse tristemente: «Il piccolo non ce l'ha fatta, purtroppo, hanno tentato di salvare alcune cellule, ma era già perso.
La signorina Prewett è al San Mungo ed è stabile. Frank Paciock e le loro famiglie le fanno compagnia.»
Megan sentì la testa riempirsi di nuovo e poi una stretta al cuore mentre pensava all'aborto spontaneo della sua amica.
Pandora d'altro canto non c'era più in infermeria, e Megan capì che i suoi l'avevano portata a casa.
«Posso... posso andare in bagno?»chiese Megan timidamente, porgendo a Remus i biscotti e la tazza.
«Adesso faccio uscire tutti, così ti prendo il vaso da notte...»le sussurrò Madama Chips.
«Io preferirei usare il bagno.»insistette Megan, facendo per alzarsi.
«Amore, non credo sia il caso.»intervenne sua madre, mettendosi accanto a lei così da far allontanare Lily.
«Devo fare pipì, è il caso»rispose Meg, un po' imbarazzata.
Ariana rimase spiazzata, ma non disse nulla.
«Spostati.»continuò Megan ignorando l'occhiataccia della madre.
«E se ti senti male?»
«Signora Gold, ci sarò io con lei.»disse prontamente Lily.
«Oh... va bene, però seguila fino al gabinetto se è necessario!»
«Stia tranquilla, Lily ne è capace!»commentò James sorridendo e beccandosi lo sguardo assassino di Lily, quello indignato della professoressa, quello sorpreso degli altri e quelli divertiti di Sirius e Megan.
Anzi no, Megan non aveva proprio nulla che la divertisse... in realtà.

«Sai qualcosa di Regulus?»chiese Megan a Lily mentre uscivano dal bagno delle ragazze.
«È stato portato al San Mungo, subito dopo che sei svenuta. Sirius non è andato.
Appena ci hanno detto che non eri in pericolo di vita gli ho proposto di andare a trovare suo fratello... quando Sirius è tornato non ha detto una parola, e poi ha passato la notte con te... stamattina Madama Chips l'ha visto, per fortuna io e James abbiamo detto che era il nostro cane. Ci ha cacciati comunque.»
Megan scosse la testa...
«Sirius avrà litigato con i suoi...»
«È quello che ha fatto intendere con i suoi silenzi.»affermò Lily malinconica.
«Mio padre è uno stronzo.»
Megan si lasciò sfuggire quella frase come se nulla fosse, di certo nessuno avrebbe osato parlare in quel modo di un genitore.
«Non dire così... voleva sdrammatizzare... almeno spero. Ammetto che è stato fuori luogo ma non per questo è... una brutta persona.»
Megan avrebbe voluto gridare all'amica tutti i difetti del padre... sgretolare la sua immagine.
Quanto se lo meritava?
«Ti va di venire da me per le vacanze? Venite tutti da me.»
Non si era consultata prima con i suoi, non aveva bisogno del loro permesso lo voleva e basta, a costo di sembrare viziata.
«Ehm... certo, ma sei sicura che non saremo di disturbo? E poi i tuoi farebbero dormire da te i ragazzi? Perché mio padre mi getterebbe dalla finestra se solo sapesse cosa ho fatto con James.»arrossì violentemente.
«Allora è deciso.»sentenziò Megan.
«Secondo me dovresti chiederlo ai tuoi genitori...»insistette Lily.
Megan scosse la testa, poi le venne in mente una cosa.
«Il dormitorio è accessibile?»domandò.
«Certo, i professori hanno rimesso a nuovo la scuola. Fortunatamente non ci sono stati danni irreparabili.»
«Andiamo in dormitorio, non passerò un'altra ora in infermeria.»
Lily scosse la testa, afferrò la mano dell'amica e la riportò da Madama Chips.
«Lily, ti odio.»le sussurrò Megan.
«Lo faccio per il tuo bene!» le rispose Lily.
«Per farti perdonare dirai tu a mia madre dell'invito.»
Lily sgranò gli occhi e sorrise imbarazzata, visto che Ariana si stava avvicinando.
«Sei impazzit- Salve, l'ho riportata sana e salva!»Lily sorrise ad Ariana, la quale ricambiò il sorriso e poi diede un bacio sulla guancia a Meg.
«Mamma, Lily deve parlarti.»

Ore più tardi, Sirius, James e Remus fecero visita a Megan, tutti e tre con un dono diverso.
«Lo sapete che non ho nulla di grave? Anzi non ho proprio nulla. Sono sazia, e sono...»si bloccò, il suo stomaco languì, tradendo le sue parole.
«Non vorrai dirci che era una scorreggia?»rise James.
Megan si portò le mani alla faccia e scoppiò a ridere.
«Sembrate i re Magi.»
Remus sorrise e le porse una confezione di tavolette di cioccolato, James e Sirius un arrosto.
«Sirius! Un arrosto? La storia si ripete?»
«Quel cretino di Peter ha rovesciato il succo di zucca, ora te ne sta portando un altro.» la informò James.
«Come sta?»
«Non ha riportato danni gravi, insomma... solo uno zigomo fratturato. Ora che ci penso devo andare ad aiutarlo, altrimenti rovescerà di nuovo tutto! Di per sé è goffo, figuriamoci con un infortunio! Remus, vieni?»James diede una gomitata all'amico, facendogli capire che bisognava lasciare Meg e Sirius da soli.
Remus guardò la ragazza, poi abbassò gli occhi e seguì James.
«Stenditi con me.»
Sirius chiuse le tende che circondavano il letto, e si stese accanto a Megan, abbracciandola.
«Regulus?»
Sirius sospirò, baciò il naso di Megan, passando alle sue labbra.
«Si riprenderà. Andrò a trovarlo stanotte, quando non ci sono i miei, almeno spero...
Lily dormirà con te.»
Megan non seppe cosa rispondere...
«Ho dormito da sola per molto tempo, hai potuto constatare che ne sono in grado.»esordì lei.
«Non penso che tu sia debole, è un modo per starti vicino. Se non ho dormito con te...»Sirius si bloccò e i due si guardarono.
«Dillo.»lo provocò lei.
Sirius puntò la bacchetta e bisbigliò "Muffliato".
«Tu non eri pronta quel giorno.»
«Non è colpa mia se Remus ci ha beccati. E poi scusami, dormivi con me solo perché speravi di fare sesso?»sussurrò Megan.
«Certo che no.»precisò Sirius.
«Allora cosa? Spiegati!»
«Ero in imbarazzo... e anche se lo stesso giorno ci siamo comportati normalmente... ho percepito che anche tu eri imbarazzata. Credevo che dormendo insieme...»
Megan lo zittì, aveva bisogno di pensare.
Megan era più piccola di lui... da parte sua era più che lecito avere qualche dubbio.
«Mi è piaciuto quello che abbiamo fatto, e quando avremo un rapporto completo sarò pronta. Ma tu non puoi basarti su ciò che percepisci!»lo rimproverò, girandosi dall'altra parte.
«Non gliel'ho chiesto io...»iniziò Sirius.
«Di chi parli?»
«Lily. È lei che mi ha detto che avrebbe dormito con te. La McGranitt farà mettere una piccola branda. Sei la sua migliore amica.»
«No, sono sua sorella.»bisbigliò.
Era vero, Megan considerava Lily come una sorella, Lily glielo diceva poche volte, ma Megan no. Megan cercava di ricordarglielo spesso.
«Verrete da me durante l'estate. Tutti voi.»
«Così tuo padre mi farà a pezzi.»sorrise Sirius.

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