3.6

Song: Flashback Cosmic Love (Florence + The Machine)
Flashback
Regulus Black era sempre stato salvato dal fratello maggiore, Sirius...
Ma ora, ora era lui ad averlo salvato.
Sirius era atterrato su un fianco, senza battere la testa, aveva solo una spalla indolenzita, mentre Regulus...
Il povero ragazzo iniziò a gridare a squarciagola, e Sirius si alzò di scatto.
Regulus aveva la gamba destra (da mezza coscia in giù) spezzata in due, a causa di un masso enorme.
Sirius cercò disperatamente la propria bacchetta, per aiutare suo fratello.
«Wingardium Leviosa!»esclamò, e il masso venne spostato, rivelando l'osso disintegrato e il sangue che sgorgava dall'arto mutilato.
Regulus stava diventando pallido e stava sudando freddo, Sirius gli tenne la testa.
«Reg, non svenire, non svenire! Ti prego, resta con me! Stupido! Stupido, figlio di puttana! Perché l'hai fatto?!»Sirius urlava, era arrabbiato.
«Dovevo...avvertirti... loro hanno architettato tutto...»Regulus parlava con un filo di voce, e ogni tanto chiudeva gli occhi.
Sirius si sentì divorato dal senso di colpa, l'aveva sempre protetto... e adesso? Doveva esserci lui in quella situazione, non suo fratello.
«Mamma e papà... sono loro gli artefici... Lui li ha convinti... Il signore oscuro... dovevo salvarti...»Regulus non disse altro e svenne tra le braccia del fratello.
Sirius era in lacrime, scuoteva il fratello e tentava di rianimarlo con qualche incantesimo, ma non ci riusciva.
«Aiuto! AIUTO!»
Sirius era in preda al panico, notò che un rivolo di sangue gli colava dal naso... ma era niente in confronto alla pozza di sangue attorno a Regulus.
Regulus aveva fatto irruzione nella sala comune, ed era stato accolto male da suo fratello.
Le ultime parole che si erano rivolti erano state come una maledizione senza perdono per entrambi.
"Hai detto che ho smesso di essere tuo fratello! Ricordi? Che ci fai qui?"aveva esclamato Sirius.
"Dovete nascondervi! Ascoltami!"
"E perché dovrei? Per tua informazione Regulus, James è mio fratello, non tu. Vattene."
Sirius si stava pentendo amaramente, perché subito dopo quella frase terribile era avvenuta l'esplosione.
«Resisti, capito? Resisti!»
Qualcuno sentì le urla di Sirius.
Frank si avvicinava a tentoni verso di lui, inginocchiandosi accanto al ferito.
«Dobbiamo portarlo in infermeria!»
«Non riesco a fermare il sangue... mi trema la mano.»confessò Sirius, grondante di sudore.
Frank puntò la bacchetta sulla ferita di Regulus, tentando di contenere il sangue che continuava a sgorgare come una cascata.
«La gamba è maciullata.»sentenziò Frank, osservando il tutto. «Potrebbe infettarsi.»
«Cosa facciamo?»
Frank chiuse gli occhi per un momento, poi afferrò di nuovo la sua bacchetta.
«Ferula.»
Delle bende e una stecca apparvero e si sistemarono attorno alla gamba di Regulus.
«Reinnerva»esclamò ancora Frank, e finalmente Regulus riprese conoscenza.«Ho letto che funziona anche se il soggetto non viene schiantato ma perde conoscenza!»spiegò velocemente Frank, mentre Sirius cercava di tranquillizzare Regulus che aveva aperto gli occhi.
Sirius allungò il braccio, afferrando un cuscino (che apparteneva a un divatetto) e vi adagiò la testa del fratello.
«Hai una matita?»chiese Frank guardandosi intorno.
«Sei impazzito? Credi che abbia una matita? Ti rendi conto che c'è stata un'esplosione?»rispose Sirius sconvolto.
Frank continuava a scrutare l'ambiente, poi afferrò una scheggia di legno e la conficcò sotto la tibia di Regulus.
«Ti fa male?»
«No... non ho sentito nulla.»rispose Regulus, rimanendo steso.
Frank e Sirius si guardarono.
«Muovi i piedi! Tutti e due!»lo spronò Sirius, ma solo il piede sinistro si mosse.
«Fatto, va bene così?»
«Muovi di più il destro, per favore.»
Sirius tolse le scarpe a suo fratello, pregando che il piede destro si muovesse così che almeno un nervo della gamba non fosse perduto.
Ma non accadde nulla.
«Dobbiamo amputare la gamba, vedi questa parte scura? Si sta infettando e potrebbe andare in necrosi.» fece notare Frank.
Sirius e Regulus rimasero attoniti, silenziosi e impauriti, nel silenzio di una sala comune distrutta e piena di macerie.

James, Lily e Megan vagavano per la scuola, tentando di non farsi beccare da qualche mangiamorte.
Megan aveva il cuore in gola, un unico pensiero la tormentava: Sirius.
I tre continuarono a camminare.
Qualcosa di orribile attraversò il corridoio davanti a loro: un inferius.
Gli Inferi sono cadaveri riportati in vita da un mago, non sono senzienti ed eseguono gli ordini di chi li ha risvegliati, inoltre l'unica cosa li tiene a bada è il fuoco.
La creatura non era affatto sola: una decina, se non di più, di Inferi si stavano avvicinando ai tre ragazzi.
«Maledizione!»esclamò James puntando la bacchetta contro di loro. «Scappate voi due!»urlò a Lily e Megan.
«Non fare l'idiota!»esclamò Lily.
Un inferius si avventò su di lui, disarmandolo.
Lily stava gridando: metà degli inferi la trascinavano via.
Megan era paralizzata.
Quelle creature erano la sua più grande paura: simboleggiavano la morte.
Ricordò durante il suo terzo anno che aveva affrontato il molliccio, un Inferius, trasformandolo in un peluche a forma di puzzola.
Dopo quell'esperienza aveva vomitato nel parco, e anche lì c'era Sirius.
"Non una parola, Black!"lo aveva minacciato lei.
Un molliccio... era solo un molliccio...
«Un momento!»esclamò Megan.
Gli Inferi non li stavano ferendo... non stavano facendo del male ai suoi amici...
Erano mollicci! E poi gli Inferi erano creature notturne!
Lei li vedeva inferi, ma James e Lily vedevano altro, perché James piangeva e Lily urlava "SMETTILA PETUNIA! NON SONO UN MOSTRO"
Era un'illusione.
Senza che dicesse o facesse nulla, i mollicci esplosero cambiando forma e rivelando anche le paure degli altri due.
Una poltiglia grigia e quasi liquida sporcò i tre, e Megan rimase immobile.
«Come diamine hai fatto?!»domandò James sconvolto.
«Io... non lo so.»disse onestamente Megan muovendosi finalmente.
Ci furono parecchi silenzi.
«Dobbiamo continuare a cercare.»sentenziò Megan aiutando l'amica a tirarsi su.
Megan non aveva tempo per pensare al fatto che aveva fatto esplodere i mollicci, senza dire una parola, doveva concentrarsi sul suo obbiettivo: Sirius.
I tre camminarono lungo le classi, pregando di non incontrare nessuno.
Poi udirono un rumore provenire da una classe, come se banchi e sedie stessero andando in pezzi.
«Lasciami!! Lasciami!!! No! TI PREGO NO!»
Un grido... una ragazza stava gridando, e poi un altro tonfo di banco o sedia...
Megan spalancò la porta della classe, con Lily e James al seguito.
Una ragazza tassorosso era stesa sulla cattedra e su di lei c'era un mangiamorte che la teneva ferma per la gola.
Megan non se lo fece ripetere due volte: aggredì il mangiamorte con uno "Stupeficium" che lo fece andare a sbattere contro la parete opposta.
Lily corse verso Megan che era china sulla ragazza.
«Hey, è finita, sono Megan, Grifondoro, è finita.»le ripeteva tenendole la mano.
La ragazza era immobile, muoveva poco le palpebre e non riusciva a parlare.
Megan sentì qualcuno che la trascinava via, qualcuno di forte.
Un altro mangiamorte stava per aggredire Megan, iniziò con il darle una spinta e la ragazza scivolò su un banco capovolto.
Aveva il fiato corto, credeva di essersi rotta qualcosa, ma fortunatamente non fu così.
Si rialzò velocemente, e corse verso la ragazza, mentre James si occupava del mangiamorte.
«Come ti chiami?»le domandò Megan abbassandole la gonna, e cercando di pulirle in sangue che le usciva dal naso.
Solo in quel momento Megan si rese conto che la ragazza era molto più piccola di lei.
«Lucy, secondo...»balbettò, e altro sangue le uscì dalla bocca, poi iniziò a tossire e il battito non c'era più.
Megan non sapeva che fare, prese a massaggiarle il petto, spingendo più che poteva, nella speranza che il cuore riprendesse a battere.
Una ragazzina... una bambina...maltrattata in quel modo, non poteva morire! Non così!
«Lucy! Lucy! Andiamo! Resta con me!»
Megan continuò a praticare il massaggio cardiaco, e ogni tanto pronunciava "Reinnerva", senza avere risultati.
Il sudore le invase la fronte e Lucy non dava segni di vita.
Megan non si arrese e continuò.
«Mia sorella! La mia sorellina!»una ragazza più grande parlò.
Megan vide che si stava avvicinando, e aveva un ematoma enorme sull'occhio e piangeva per la sorellina.
«Mi hanno aggredita, poi hanno preso Lucy... a turno...»mormorò la ragazza prendendo la mano alla sorellina.
Megan aveva capito perfettamente, e sentì  una rabbia crescerle nel petto, massaggiò più forte: doveva salvare quella bambina.
«Sono Trish, corvonero...»sussurrò poi.
«Trish voglio che tu faccia una cosa, assicurati che abbia delle garze.»ordinò Megan senza fiato, continuando a massaggiare più che poteva.
Ma era troppo tardi.
Il sangue dalla testa di Lucy sgorgava a fiotti, e Trish iniziò a singhiozzare.
«Devi salvarla! Ti prego!»implorò a Megan, senza smettere di piangere.
Megan aprì gli occhi di Lucy: la piccola aveva le pupille completamente dilatate.
Megan rimase immobile, e delle lacrime iniziarono a scendere.
«Mi dispiace.»
La bambina era cerebralmente morta.
Trish si gettò sul corpo della sorellina, disperandosi.
Megan si girò e si avvicinò al mangiamorte che aveva schiantato.
«Incarceramus!»urlò lei, e una serie di corde lo immobilizzarono.
Lily intanto stava aiutando James a combattere il mangiamorte, ma quest'ultimo aveva afferrato i capelli di Lily.
«Lasciala subito! MALEDETTO! Lasciala!»James aveva del sangue che gli scorreva dalla clavicola e una ferita alla mano sinistra.
Lily stava per morire dal terrore, non riusciva a muoversi.
«Reducto!»gridò, ma il mangiamorte lo schivò, gridando "Crucio".
James cadde a terra contorcendosi dal dolore che lo divorava.
Lily ne approfittò, mentre il mangiamorte era impegnato a far soffrire James, lei gli punto la bacchetta allo stomaco, eseguendo un incantesimo non verbale: "Pietrificus Totalus"; il mangiamorte cadde a terra, pietrificato.
«Ben fatto, Evans!»era la professoressa McGranitt che aveva fatto irruzione.
«Svelti! Di qua!»ordinò.

Remus Lupin era in prossimità del lago Nero.
L'ultima cosa che ricordava era di essere caduto dalla torre di Grifondoro mentre combatteva contro alcuni mangiamorte.
Non si capacitava del fatto che fosse ancora vivo, per un momento aveva creduto di essere morto.
Sentiva la testa pesante, e tastandosi poté constatare di avere una ferita alla fronte.
Si mise a sedere, cercando di deglutire, perché sentiva la gola secca.
Girò piano la testa, e vide accanto a sé un ragazzo, con la testa in acqua e il corpo adagiato sulla riva.
Remus ci mise parecchi minuti prima di alzarsi, barcollava ed aveva la spiacevole sensazione di essersi slogato una spalla, ne ebbe la conferma quando vide l'osso fuori posto e un forte ematoma che si intravedeva dallo strappo della camicia.
Dolorante si avvicinò al ragazzo accanto a lui.
Poi però cadde di nuovo a terra, perdendo i sensi per pochi secondi e gli sembrò di ricordare: stava combattendo e poi qualcuno l'aveva salvato con un
"Aresto Momentum".
«AIUTO!»qualcuno urlò, ma Remus non riusciva a capire da che parte venisse la voce, e poi eccola lì: Marlene McKinnon, sporca di sangue e di terriccio (proprio come lui) che avanzava tenendosi il polso.
«Credo sia fratturato!»singhiozzò cadendo in ginocchio.«Dopo che ho accompagnato Pandora in infermeria sono andata a Cercare Emmeline e Mary... poi però alcuni dissennatori mi hanno inseguita... il professor Lumacorno mi ha salvata... non so dove sia ora.»spiegò Marlene piangendo.
Remus cercava la propria bacchetta, e si accorse di averla in mano: era troppo confuso.
Tentò di concentrarsi e sussurrò, rivolto al polso di Marlene, "Brachium Emendo", guarendo la frattura.
«Mi aiuti a rimetterla dentro...?»chiese lui gemendo dal dolore.
Marlene si alzò e si avvicinò a Remus.
«Non ho idea di come si faccia, però posso provarci...»confessò lei asciugandosi con una mano le lacrime.
Fu un secondo, e fu il dolore più forte che Remus avesse mai sentito: un crack e la spalla era di nuovo al suo posto.
«Ferula.»sussurrò Remus a se stesso cercando di non distrarsi.
«Oh Merlino! Chi è quello?!»Marlene indicò il ragazzo che aveva la faccia nell'acqua.
Remus scosse la testa, ricordandosi che quel giovane era in pericolo.
Il vento soffiava forte, forse anche troppo.
Marlene e Remus (anche se un po' in difficoltà) sollevarono il ragazzo, facendolo distendere di schiena.
«È Severus Piton!»esclamò Marlene portandosi le mani alla bocca.
Severus era bianco come un cencio, le labbra viola e non respirava.
«Presto! Prendi la mia bacchetta! Non respira!»urlò Remus, aprendo la bocca di Severus.
Marlene non mosse un muscolo, era rimasta impietrita dal tatuaggio sull'avambraccio sinistro di Piton.
«No, è uno di loro, per quanto mi riguarda può anche morire. Lo sai cos'hanno fatto a Pandora quelli come lui? E non solo a lei!»
Remus stava combattendo con se stesso per ignorare il dolore e per concentrarsi su chi aveva bisogno di aiuto.
Severus era scontroso, non erano amici. Eppure era un suo compagno di scuola, sapeva che non avrebbe mai fatto del male in quel modo a nessuno.
«Lui non potrebbe mai fare cose del genere! Dobbiamo salvarlo, è stato schiantato e forse è già annegato!»
Marlene prese la bacchetta di Severus, e la porse a Remus.
«Vediamo qual è stato l'ultimo incantesimo! Avanti!»lo incalzò Marlene con un tono di sfida.
Spazientito Remus eseguì un "Prior Incantatio", e ne venne fuori quello che aveva presagito.
«Mi ha bloccato la caduta, ha usato "Aresto Momentum". Ti sembra una persona capace di violentare delle ragazzine? Per quanto mi riguarda gli devo la vita, e adesso muoviti! Prendi anche la tua bacchetta e salviamolo!»

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