3.37

Hogwarts (Meg)
L'alcool può avere due conseguenze:
Farti fare cose che vorresti o che non vorresti senza vergogna oppure farti dire cose che non riesci a dire o cose che non pensi.
Nel mio caso? Ho detto ciò che mi tenevo dentro da (forse) trentatré anni, più o meno.
«Come ha potuto farlo? Come cazzo ha potuto accettare il matrimonio combinato?»barcollo cercando di non far cadere la seconda bottiglia di whisky mezza vuota, di quelle che mi ha portato Harry.
Lui non ha bevuto molto, ma io sono stranamente un po' brilla.
«Dovrei essere sobria, che il culo di Murphy vada a fuoco se mento!»rido senza motivo, odio non essere lucida, ho bevuto talmente tanto le altre volte che non ha funzionato e ora?
Harry si unisce alla mia risata e si sdraia sul letto.
«Le ho detto che la amo.»
«Io non riesco a dirlo.»sospiro.
«Ma poi Daphne Greengrass? Ti hanno mai promessa a qualcuno?»domanda Harry.
Rido nervosamente e mi siedo sul pavimento della mia camera.
«Se te lo dico promettimi di non ridere... Lucius Malfoy.»
Harry si alza e mi guarda sconcertato e poi si siede sul pavimento con me.
«Cos'è uno scherzo?»
«Chiamalo scherzo del destino, chiamalo karma, chiamalo come diavolo vuoi! Insomma avresti dovuto sentirmi a quindici anni! "Non sposerò mai un Malfoy".» rido più forte e bevo l'ultimo sorso di whisky.
Il ticchettio delle mie unghie sul vetro della bottiglia scandisce i secondi che mi separano dalla reazione di Harry.
«E Sirius?»
«Io non ho accettato ovviamente, amavo... io amo... amavo Sirius.»deglutisco «Mio padre voleva un'alleanza con i Malfoy ma io e mia madre ci siamo opposte.»guardo la parete scura e sento l'alcool nel mio corpo bruciare un po'.«Draco dovrebbe sposare Daphne ora che ci penso, lei è la persona per lui. E poi io non sono disponibile. Io ho già vissuto un grande amore e l'ho perso.»
Harry mi prende la bottiglia dalla mano e la poggia sul tappeto davanti a noi.
«Sai è carino, Draco intendo, non mi piace, e sono ancora convinto che non ce la conti giusta e che potrebbe farti soffrire. Ma... Meg tu non puoi impedirti di amare di nuovo, non so immaginare quanto difficile possa essere però, sono sicuro che Draco ti ami. E non puoi continuare a illudere Ron.»
«Ci parlerò con Ron... comunque forse hai ragione, insomma mai abbassare la guardia eppure la Parkinson non sembra così cattiva... Aspetta hai detto che è carino?»
Harry ridacchia e mi da una spinta leggera e scherzosa.
«Beh non è male, cioè ci sono ragazzi più carini ma lui è nella norma, però Pansy li batte tutti.»sorride.
Lo guardo e gli accarezzo la guancia.
«Si è molto bello Draco... Ma sceglierà Daphne... Insomma lei non ha drammi familiari, amici morti, non è orfana, è più bella, è bionda naturale, può dargli dei figli e sopratutto... a lei batte il cuore.»sussurro l'ultima frase come se mi trafiggesse il torace«Lei è viva, lei ha il sangue che le scorre nel giusto modo, il suo organismo funziona alla perfezione, può ammalarsi, può essere felice e triste, può piangere quando le pare, non ha un figlio morto e può invecchiare. Insomma non ha problemi di papà o di fiducia, non deve odiare il suo corpo... anche quando ero viva odiavo il mio corpo sai? Lo detestavo, e poi lei è al passo con il mondo. Io non lo sono mai stata. Ero viva eppure mi sentivo come se...»mi blocco.
«Ti ascolto.» Harry mi prende la mano e scorgo lo stesso sorriso di Lily.
«Come se tutti fossero su un treno o più treni enormi, e continuassero a muoversi senza badare a me... come se io fossi lì a guardare tutto andare avanti. Come se non riuscissi a saltare sui vagoni, come se fossi un po' più indietro o più avanti rispetto a chi mi circondava. E adesso... e adesso sono addirittura su un treno tutto mio e vorrei scendere, o accelerare per stare al passo con tutti, per sentirmi parte di qualcosa non per qualche momento ma per sempre. Ma non posso fermarmi, perdo gli altri ma io continuo a correre, continuo a guidare il treno e posso andare solo avanti.  Credevo di aver trovato la mia dimensione, mi sentivo parte di qualcosa con i miei vecchi amici e poi sono morta, e sono morti tutti o sono andati via... Non sono abbastanza viva né abbastanza morta, non sono mai adatta abbastanza. Come posso pretendere che Draco si limiti con una pazza come me che è piombata in un mondo che non le appartiene più?»
«Megan Gold Cooper tu sei pazza lo sappiamo tutti. Insomma sei pazza a credere che io non scenda dal treno per salire sul tuo, e per starti vicino. E sei pazza a credere che non faranno lo stesso Ron, Hermione, Ginny, Luna, Neville, Tonks, Remus... Perfino Silente ti direi o... che so... potrei convincere Pansy a fare lo stesso! Siamo noi ora la tua famiglia Meggy, e trovo scortese da parte tua non credere che chi ti sta intorno e ti vuole bene non salti sui i vagoni per essere il tuo posto sicuro. Fanculo ai treni, e te lo dice un orfano.»
Sorrido e appoggio la testa sulla sua spalla.
«Mi sentivo proprio come te, mi ci sento ancora ma poi penso a tutti voi, a tutti quelli che amo e questa sensazione si rimpicciolisce sempre di più. E anche se l'anno scorso mi hai quasi castrato per prendere la mappa del Malandrino, ti voglio bene.»
«Pansy ti ha fatto diventare più dolce o sbaglio?»
«Non dirle che ho detto che Draco è carino.» ride e appoggia la testa sulla mia.
«Guarda che prima di stare con te, lei era della stessa idea.» mi unisco alla risata.«Hai fatto bene a dirle che la ami comunque.»
Harry annuisce.
«Oh, te lo dirà Ron, ma sei invitata per Pasqua.»
«Molly non vede l'ora di farmi bruciare di nuovo la cucina?»ironizzo per poi controllare l'orario.«Okay, piccolo Potter, vai a nanna o Piton ti farà il sedere a strisce.»
Harry si alza e mi fa un cenno per poi uscire.

Bene ora dovrò dormire sperando di dormire sul serio.
Se solo entrasse un po' di luce, maledetto sotterraneo.
Prendo la sedia della mia scrivania, e come se non bastasse faccio un po' di fatica a trascinarla verso la vetrata.
«Che Merlino mi assista.»ci salgo e tento di strappare le tende, mi secco ad usare la magia, sarà l'alcool.
«Ah bene, da questo lato le tende sono pure inchiodate.»
Qualcuno bussa alla porta, e io con la mia solita grazia, rispondo:
«Vaffanculo chiunque tu sia, e no, non mi interessa se sei un professore!»esclamo tirando più forte che posso un lembo della tenda che pare fatta di acciaio.
«Megan, devo parlarti.»la porta si apre e io mi giro non convinta della voce che ho riconosciuto.
Draco è in piedi davanti a me, e mi guarda.
Prima che io possa parlare o avvertire una stretta allo stomaco perdo l'equilibrio sulla sedia e mi sbilancio.
Lui mi prende al volo, a mo' di sposa, e io soffoco un sussulto.
Ci guardiamo negli occhi e io gli metti un braccio intorno al collo: è finita.
Vorrei cavargli gli occhi, ma mi sento così bene...
«Te l'ho detto, non permetterò mai che tu cada.»dice prima di sorridere dolcemente. «Allora, vuoi una mano o facciamo con la magia?»
Scendo e mi aggiusto la... la sua camicia.
Merda...
«Ti sta bene.»
Mi schiarisco la voce «Cosa ti serve?»
«Voglio chiarire.»
«E la tua futura moglie cosa ne pensa?»sputo senza pensare che sembro una pazza gelosa.
E non sono gelosa.
«Sei gelosa, Cooper?»
«Ti piacerebbe, Malfoy.» incrocio le braccia al petto e mi accorgo troppo tardi che questo gesto mette in evidenza le mie forme.
Draco mi guarda e arrossisce leggermente.
«Non riesci a dormire?» sussurra e si siede sul mio letto.
«Chi te l'ha detto? Esci così mi riposo.» sentenzio, ma invece di aprire di nuovo la porta la chiudo a chiave meccanicamente.
«Sono ubriaca, okay?!»sbraito contro Draco che è scoppiato a ridere guardando la scena.
«Sei bellissima, maledettamente perfetta.»mi guarda da steso, e serra la mascella mentre gli occhi gli brillano.
Arrossisco e alzo gli occhi al cielo.
«Neanche io riesco a dormire.»deglutisce e mi fa segno di stendersi accanto a lui.
«Sei uno stronzo arrogante. Entri qui e fai come se fosse camera tua.»
«Tu vuoi dormire da sola?»
«Non ho cinque anni mio caro, ne ho... lasciamo perdere!» mi metto dall'altra parte del letto coprendomi fino alla punta nel naso e posizionando un cuscino tra di noi.
Sento il rumore delle scarpe che cadono sul pavimento e la cintura che viene gettata sulla sedia.
Mi giro scoprendomi leggermente.
«Non vorrai dormire qui...»
«Sei ubriaca e stavi per fare una stupidaggine. Dormo qui con te.»
«Vai da Daphne.»
«Quando capirai che le cose sono più complicate di ciò che sembrano?»
«Nemmeno me le spieghi.»
«Perché tu non sei pronta, non sei pronta a stare con me.»inizia togliendosi i pantaloni e la camicia.
Gli guardo il petto nella penombra della stanza, deglutisco e cerco di dirigere lo sguardo altrove.
«Mi hai detto che il "ti amo" è un punto di arrivo giusto? Bene, io voglio guadagnarmelo, entrambi dobbiamo. Tu devi essere sicura di ciò che provi e io devo essere sicuro di noi. Voglio costruire qualcosa con te, e so che non sei così ubriaca da non capire. Non faremo l'amore voglio solo starti vicino stanotte, anche se all'alba dovrò andarmene. E so che tu sei d'accordo con me e che vuoi provarci a farlo funzionare questo nostro... questa storia.»sussurra.
Lo guardo mettersi sotto le coperte e fissarmi.
Mi sistemo i cuscini per poi stendermi nuovamente, vorrei rispondergli ma non so cosa dire, cioè lo so... ma sono vigliacca e non voglio dargli la soddisfazione di avere ragione. Aggiungiamo testarda...
«D'accordo...»
«Non la amo comunque.»
«Guarda che lei sarebbe perfetta per te.»sospiro guardando il soffitto.
«Penso lo stesso di Weasley per te.»
Ridacchio un pochino.
«Lui non è te.»mi lascio sfuggire continuando a ridacchiare.
Cambio espressione e lo guardo.
«E lei non è te. Facciamo progressi, buonanotte mia luce.»soddisfatto chiude gli occhi grigio-azzurri lasciandomi ad arrossire nel bagliore flebile della lanterna sulla scrivania.

Flashback
Le vacanze Pasquali erano giunte e Meg aveva deciso di restare a casa con i suoi genitori.
«Non capisco proprio il motivo, l'hai fatto scappare o ti sei resa conto che non faceva per te?»
Meg era distesa sul suo letto a Private Drive, non piangeva ma fissava il soffitto, mentre Noah si era appoggiato allo stipite della porta.
«Mi rispondi o no?»
«Io amo Sirius.»
«Basta che non hai dato a lui il tuo fiore, non so se mi spiego.»
«Vattene.»riuscì a dire Meg a mezza voce trattenendosi dall'aggiungere una parolaccia.
Noah rise e si avvicinò al letto della figlia.
Meg lo guardò con gli occhi pieni di lacrime e si mise a sedere.
«Sei sordo? Fuori.»
«Fuori?»Noah afferrò i capelli della ragazza in un pugno e la sollevò dal letto«FUORI?!»
Meg urlò per il dolore e tentava di far lasciare la presa al padre, ma era inutile.
Noah la trascinò con lui giù per le scale, e Meg quasi prese una storta rischiando di ruzzolare.
Arrivarono in salotto e Noah lasciò finalmente i capelli di Meg.
«Ripetilo, Megan.»
Meg era ormai in preda a una crisi di pianto, voleva colpire suo padre, dimostrarsi abbastanza forte...
«FUORI!»urlò sfidandolo.
Noah le diede uno schiaffo talmente forte che Meg cadde sul divano, e così smise di piangere.
Era ferma, bloccata nel dolore di quel ceffone.
Non contento Noah la afferrò per i polsi e strinse fortissimo, più che poteva facendo formare dei lividi sulla pelle candida della ragazza.
«Sei come quella puttana di tua madre. Isterica e disobbediente.»
Meg deglutì, stringendo gli occhi per il dolore ai polsi, perché la voce di suo padre era così cupa e sottile che la inquietava.
«Io ti ucciderò, ti farò talmente male che rimpiangerai di essere uscita dalle mie palle. Ti picchierò a sangue Meggy Meggy se provi a fare qualcosa che non mi garba.»
Megan lo guardò dritto negli occhi, non le importava più del dolore, o del bruciore allo zigomo. Non poteva dargliela vinta, così lo sfidò ancora, forse scioccamente.
«Fallo.»sputò, digrignando i denti.
Noah le lasciò i polsi e immediatamente si portò le mani alla cintura, togliendosela.
Meg si massaggiò i polsi che erano viola e poi si accorse del gesto del padre e iniziò a tremare.
Quanto avrebbe voluto poter usare la magia, potersi difendere da sola...
Corse, corse in camera sua, bloccando la porta, sentendo suo Padre dare pugni alla porta per poi buttarla giù con un incantesimo.
Aveva il volto fumante di rabbia e la cintura stretta nella mano destra.
Meg credette di star morendo di infarto, perché il cuore le batteva fortissimo.
Noah però si fermò.
«Ti ha scopata vero?»
Meg deglutì e guardò a terra, c'era Grattastinchi che sbucava da sotto il letto solo con le zampe anteriori, e la osservava terrorizzato.
«Ti proibisco di rivederlo. Se dovesse tornare. E se disubbidirai la cintura la userò davvero.»e detto questo riaggiustò la porta sbattendola uscendo.
Meg si sentì di nuovo tutto il dolore che era sparito per l'adrenalina e si accovacciò sul pavimento in silenzio.
Grattastinchi si avvicinò quatto quatto e si strusciò sul suo ginocchio.
«Sono un disastro, Grattastinchi.»sussurrò la ragazza.
Ariana aprì lentamente la porta della camera della figlia, trovandola in quell'angolo accanto al letto.
«Smettila di fare la stupida e preparati, ha chiamato Lily, ti porta con lei.
«Le avevo detto che non sarei andata...»
«Ha richiamato, vai.»
«L'hai chiamata tu?»
Ariana alzò gli occhi al cielo, e scosse la testa.
«No, non l'ho chiamata io. Sbrigati ti accompagno al lampione.»
«Hai sentito tutto e non hai mosso un dito vero?»Meg si alzò e guardò sua madre con disprezzo.
«Megan Clover.»Ariana strinse le labbra, era stizzita.
«Come hai potuto, mamma? Come hai potuto farci questo? Perché non lo denunci?»
«Quando avrai un figlio capirai, non mi aspetto tu lo faccia ora.»
«Ma è una relazione tossica.»
«Le cose non sono tutte bianche o nere. Quando sarai madre...»
«QUANDO SARÒ MADRE EVITERÒ A MIO FIGLIO DI SOFFRIRE PER COLPA DEL PADRE!»sbraitò Meg chiudendole la porta in faccia.

«Sei sicura che non darò fastidio?»chiese Meg a Lily quando entrambe varcarono il cancello di casa Tonks.
Andromeda Black era la cugina di Sirius, sorella di Bellatrix e Narcissa. Aveva sposato un nato babbano, Ted Tonks e i due avevano dato alla luce una bambina, Nymphadora.
«È la quinta volta che me lo chiedi, smettila di farti problemi. Poi ricordati che giovedì ho la prova per il vestito... Qualcuno mi uccida.»sbuffò Lily raccogliendo i capelli in uno chignon improvvisato.
«Dovresti essere felice.»sospirò Meg.
«È una tortura! Preferirei gettarmi dalla torre di astronomia!»
«Piuttosto che sposarti con me.»
Le due ragazze si bloccarono qualche passo prima dello zerbino.
James era lì, di fronte a Lily, la sua voce era così fredda e distaccata che Meg quasi non lo riconobbe.
Lily rimase interdetta e poi gli prese la mano.
«Scherzavo...»
«Piccola Gold, che hai fatto al viso?»James ritrasse la mano e si rivolse a Meg.
«Sono inciampata.»rispose schiarendosi la voce, sapendo che la scusa non avrebbe retto, eppure il tono gelido di James sembrava molto più inquietante di ciò che le aveva fatto Noah.
«James...»
«Fammi un favore Evans, non parlarmi.» entrò in casa e tirò Megan con lui, senza badare a Lily.
«Megan Gold!»una donna abbastanza giovane dai capelli castani si avvicinò alla ragazza con un sorriso degno di una Black.
Il vestito azzurro di Andromeda era in netto contrasto con la carta da parati un po' scura sui toni del grigio.
«AHHH AIUTO MAMMA! SIRIUS MI ACCHIAPPA!»
Una bambina sui sei anni finì addosso a Meg, la piccola alzò lo sguardo e la tua bocca divenne il muso di un gatto con tanto di baffi.
Nymphadora Tonks inoltre cambiò colore di capelli, da castano scuro a blu pastello.
«Ciao, tu sei Meg, vero? Io sono Dora!»
Meg sorrise, non si spiegava come avesse fatto a capire che le piacessero i gatti o era stata sola una coincidenza.
Ma poi incrociò lo sguardo di Sirius che immediatamente si allontanò senza nemmeno rivolgerle la parola.
Aveva la camicia sbottonata sul davanti e i capelli erano più corti del solito, inoltre la sua schiena da dietro pareva ancora più larga.
«Piacere Dora, sai che adoro i gatti?»
La piccola Dora si voltò alla ricerca di Sirius.
«Forse è andato a fumare, tesoro.»la rassicurò Meg tentando di non farsi prendere dalla tristezza.
«Ha appestato la casa infatti.» Regulus prese la mano a Meg discretamente e lei sorrise un po' vedendolo.
«Che hai fatto alla faccia?»
Megan deglutì e poi si schiarì la voce«Sono scivolata.»
Regulus la guardò negli occhi e lei capì cosa stesse facendo.
«Reg, no. Non leggermi nella mente non farlo...»gli disse ricambiando lo sguardo.
«Meg, perché non mi hai chiamato? Perché non hai chiamato James o Remus?»
«Sto bene, fatti gli affari tuoi.»Megan si allontanò da lui bruscamente e si sedette accanto al balcone in marmo con inserti violacei.
Remus la raggiunse con in braccio uno dei gemelli Weasley.
«Credo sia George, vuoi tenermelo un secondo?»Remus le porse dolcemente il bambino e Meg un po' impacciata lo tenne tra le sue braccia. Remus però si diresse come una furia verso la sala da pranzo, sembrava molto arrabbiato.
Mentre la ragazza teneva il bimbo sentì delle urla provenire da fuori al balcone.
«Non dirmi cazzate Evans, non più. Hai detto che preferiresti gettarti da una torre piuttosto che sposarti con il sottoscritto.» James nonostante urlasse mantenne quel tono freddo e inquietante che Meg gli aveva sentito usare.
«Ma lo capisci che scherzavo? Ammetto che è tutto più complicato e poi siamo così giovani...»
«Tu non vuoi sposarti, Evans. Anzi credo che tu voglia ma non con me, vero?»
«James, parliamoci chiaro tu sei inaffidabile certe volte non puoi biasimarmi! Lo so che sei cambiato-»
«Non avrei dovuto, non te lo meriti, ridammi l'anello.»
Meg sgranò gli occhi e perfino George smise di giocare con i suoi capelli.
«Ma... James...»
«Ridammi l'anello, ti sto rendendo le cose più facili, non voglio più sposarti.»
George scoppiò a piangere, proprio come Lily che lasciò cadere le lacrime sul proprio volto.
Lily si tolse l'anello e glielo porse, James lo afferrò quasi bruscamente e rientrò in casa trovandosi Meg di faccia.
«Non dire niente.»disse con un filo di voce e poi anche lui scomparve in camera da pranzo.
Meg passò George a Remus una volta tornato e corse ad abbracciare Lily.
Ma poi qualcuno le toccò la spalla delicatamente.
«Chi è stato?» Sirius si riferiva al livido sullo zigomo.
Megan scosse la testa e continuò a stringere Lily.
Sirius si morse il labbro per il nervosismo.
«Tuo padre? Dimmelo.»
Meg fu costretta a staccarsi dall'amica.
«Non sono più affari tuoi.»alzò la voce lei «Ma che problemi hai? Non mi saluti nemmeno, mi tratti come se non esistessi e poi vuoi sapere se mio- EHI!»
Sirius afferrò Meg per un braccio e la portò in uno sgabuzzino color lampone vuoto e pieno di ragnatele.
«Lasciami subito andare.»
«Sono preoccupato per te, guarda che ti ha fatto.»le sfiorò il livido ma lei gli scostò la mano.
«Non mi toccare.»
«Meg... ti prego lo sai che...»
«Cosa? Che mi ami? Cazzate, Sirius. So che è stato Remus a riferirti del livido perché appunto non ti sei nemmeno preso la briga di salutarmi.
Mi sento così stupida perché piango tutte le notti per te, per noi... Io mi ero fidata di te, in tutto, e tu mi hai... mi hai lasciata. Non ti meriti le mie spiegazioni, so badare a me stessa. Ah e per la cronaca, puzzi di fumo e alcool.»
Meg uscì dal ripostiglio e tornò da Lily ancora seduta al balcone, con gli occhi lucidi.

Spazio meeee
Skste il ritardo, spero vi piaccia fatemi sapere vi voglio bene
-Chiaruuu

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