3.33
Flashback
Megan e Regulus arrivarono al binario, e grazie all'indirizzo fornito da Lily poterono raggiungere l'edificio entro il quale era situato il quartier generale degli auror.
«Come facciamo ad entrare?»domandò Regulus scrutando il palazzo, e mettendo le mani nelle tasche della giacca.
Megan non rispose subito, studiò il portone bianco dell'edificio e ne tastò il legno liscio.
«Meg?! Che ci fai qui?»Lily le arrivò alle spalle, sorridendole e abbracciandola.
Aveva la divisa da auror, con tanto di distintivo, lo stesso di Remus.
«Non dovresti stare qui, Meggie, oh... ciao Regulus.»
Il ragazzo le fece un cenno, stringendo le labbra.
«Mi conosci, e poi ormai siamo qui, il treno non passerà prima delle sette di stasera.»disse innocentemente Meg, e Regulus si affrettò a confermare anche se non era vero.
«Piccola Gold... e piccolo Black, che sorpresa!» James uscì dall'edificio, anche lui in divisa e con un'espressione cordiale sul volto.
«Geno!» Meg non temporeggiò ad abbracciare il suo alieno e poi gli sussurrò: «Almeno tu ci farai entrare, vero?»
James guardò Meg negli occhi, avrebbe voluto accontentarla ma allo stesso tempo non voleva che rischiasse la sua vita.
Lily sospirò e poi annuì a James, per fargli capire che poteva farli entrare.
«Sirius mi ammazzerà, doppiamente per giunta.»ridacchiò James facendo strada ai due nel palazzo.
Per accendervi, Lily aveva fatto aderire il distintivo su un sigillo marrone molto piccolo sulla facciata del portone bianco in legno.
Lo scenario che si parò davanti a Meg e Reg fu abbastanza banale: la centrale degli Auror appariva come una normalissima stazione di polizia babbana, solo più grande del dovuto e con molti gufi che svolazzavano in giro.
«Di solito siamo al ministero, ma per questo tipo di missione il capo, Alastor Moody ci ha spostato qui.»spiegò James mentre Meg era intenta ad osservare gli Auror. La maggior parte di loro era intenta a sistemare pergamene o addirittura artefatti magici che sembravano pericolosi.
Una grande libreria, probabilmente che fungeva da archivio, era posta per separare quel reparto da un altro, come lo studio di qualcuno.
«Qui ci sono i nostri uffici, seguitemi.»Lily sorrise e poi guidò gli ospiti oltre la libreria-archivio.
Gli uffici erano di una tonalità molto più scura rispetto alle pareti del reparto precedente.
Regulus sperava di non incontrare Sirius, avrebbe voluto evitarlo, ma sapeva che non sarebbe stato possibile così per il nervoso prese a fischiare.
«Black junior non ti conviene, il capo oggi è particolarmente irritato.»lo avvertì James.
«Infatti ci ha urlato contro da quando siamo arrivati stamattina.»lo ribeccò Lily«Come si può far tardi per la terza volta di fila?!»
«Devo ricordarti che eravamo impegnati a- ehm...»James arrossì e si grattò il retro della nuca imbarazzato, e così pure Lily.
«Meg. Che cazzo ci fai qui?!»
Meg sussultò, voltandosi di botto.
Non si aspettava che Sirius avrebbe usato quel tono con lei appena rivisti...
Portava la divisa anche lui, ma il completo sul davanti era un po' sbottonato e Meg poté intravedere il petto nudo del ragazzo.
Poi si concentrò suo viso, non l'avesse mai fatto... era fumante di rabbia.
«Ciao Sir.»intervenne Regulus, palesemente infastidito dall'accoglienza che il fratello aveva riservato alla sua ragazza.
«Tornate a scuola adesso.»disse Sirius per tutta risposta, senza nemmeno sorridere.
«Posso parlarti in privato?»chiese Meg, avvicinandosi, con lo stesso tono poco gentile.
Sirius si abbandonò a una risata sarcastica e fece cenno a James, come a volergli dire di portarla via: la cosa a Meg non piacque per nulla.
La ragazza afferrò il polso di Sirius, che smise di ridere all'istante, e con voce autoritaria gli rispose.
«Non osare trattarmi come una bambola di pezza, Black, adesso tu parli con me in privato.»sibilò Meg a pochi centimetri dal suo interlocutore, con sguardo eloquente.
Lily sorrise soddisfatta del fatto che l'amica avesse preteso rispetto e anche James, pur non dandolo a vedere, era della stessa idea.
Regulus aveva il cuore traboccante di gioia, non aveva mai visto suo fratello così mortificato da Meg.
«Come vuoi, Gold.» Sirius alzò un sopracciglio e si liberò il braccio, e insieme a Meg entrò nell'ufficio che condivideva con James.
Ovviamente era tutto simile al dormitorio: disordinato. Infatti vi erano documenti sparsi ovunque, oggetti strani che erano adagiati in modo scoordinato sulle scrivanie... un delirio.
Sirius chiuse la porta alle sue spalle e poi afferrò il polso a Meg.
«Sei stata molto, audace, lo sai?»le sussurrò.
Meg arrossì ma poi si schiarì la voce, si staccò da lui e incrociò le braccia al petto.
«Voglio venire in missione con voi.»
«Diretta. Brava bambina.»ghignò Sirius mettendosi una sigaretta in bocca«Scordatelo, è pericoloso.»
Megan scosse la testa e si avvicinò, prese la sigaretta ancora spenta dalle labbra del ragazzo e se la portò alla bocca.
«Stai bene con quella, ma non ti azzardare a fumarne una.»sussurrò Sirius accarezzandole il volto leggermente.
«Altrimenti che fai? Mi sculacci?»rise Meg.
Sirius si unì alla risata e poi le prese il viso con una mano, avvicinandole di più il volto e togliendole la sigaretta.
«Tu vuoi che lo faccia?»sibilò sulle labbra di Meg la quale diventò bordeaux non reggendo quell'aria da dura che si era data fino a pochi secondi prima.
Sirius sfoderò un altro ghigno divertito, e con il pollice le accarezzò il labbro inferiore.
«È Malocchio a decidere, e lui non ti lascerà venire con noi.»
Meg era ipnotizzata dagli occhi di Sirius, dalle sue labbra e dalla sua voce: si sentiva così piccola e insicura.
Scosse la testa e gli afferrò nuovamente il polso facendogli lasciare la presa sul proprio viso.
«E da quando tu rispetti le regole? Se non glielo diciamo non lo scoprirà mai, no? E poi cos'è la vita senza un po' di rischio?»e detto questo si riprese la sigaretta per poi fare una giravolta nella stanza.
«Bene, tu e mio fratello farete squadra con James.»scrollò le spalle il ragazzo senza smettere di guardare Meg.
«Grazie.»
«Grazie cosa?»
«Grazie, capo.»Meg gli fece un occhiolino e poi si diresse verso la porta.
Sirius sorrise, e la prese per i fianchi mentre la ragazza era ancora girata.
«Scusa per prima... l'accoglienza che ti ho riservato, intendo... beh, come va a scuola?»
Meg arrossì a quel contatto ma non si voltò verso di lui.
«Se mi avessi risposto all'ultima lettera che ti ho scritto lo sapresti!»
«Meg, mi dispiace, ma sono stato tutta la settimana sotto copertura per beccare due mangiamorte. Non potevo mettermi in contatto con nessuno-»
«Ho capito.»Meg sbuffò «Comunque sei perdonato per prima...»
Sirius provò a baciarla, ma Meg lo costrinse a raggiungere gli altri, così da poter illustrare il caso.
«È come la stanza del panico.»osservò Remus prima ancora che Sirius parlasse.
Meg era confusa, e Regulus lo era più di lei.
«La... che cosa?»domandò Meg stringendo gli occhi.
«Stanza del panico.»ripeté Lily porgendo a Meg un libro aperto, lì vi era raffigurata una camera, o meglio, un ripostiglio nero.
Il disegno era inquietante, e Meg si sforzò di decifrarne lo stile.
«Le sfumature cambiano, come se la stanza in prospettiva tendesse a rimpicciolirsi, che significa?»chiese.
«La usano per l'addestramento, è una stanza in cui resti da solo con le tue paure o i tuoi demoni, non si tratta di mollicci, ma di peggio, hai esattamente tre minuti per liberartene altrimenti non passi l'esame. È stata la cosa più difficile da superare.»concluse James malinconico.
Meg deglutì. Significava vedere i suoi amici morti o la stanza piena di inferi?
O peggio essere da sola in mezzo a qualche oceano pericoloso?
«Cosa c'entra con la missione?»si intromise Regulus tirando su col naso.
«Pare che un certo Antonin Dolohov abbia costruito un affare peggiore sempre di questo tipo, per i babbani, nei boschi. A quanto pare ha aggiunto un tocco di classe.»sussurrò quasi Sirius.
«Ossia?»chiese Meg scrutandolo.
«Se non si supera la prova, si muore.»concluse Lily.
Meg abbassò lo sguardo, era davvero rischiosa la missione.
«Esiste qualcosa per disinnescare il meccanismo?» domandò speranzosa.
«C'è una conca d'acqua, sul fondo si trova la chiave per disinnescare quell'affare, il problema però è che in contemporanea qualcuno deve essere all'interno della stanza, altrimenti la chiave non funzionerà.»sospirò Remus.
«Megan, Regulus e James andranno a cercare la chiave. Io, Remus e Lily ci occuperemo della stanza del panico. Sarò io ad entrare mentre voi troverete la chiave. C'è una fessura verso il basso, basta infilare la chiave lì. Avrò tre minuti per uscire.»spiegò Sirius, come se non gli importasse di morire, anzi come se l'idea del rischio gli piacesse da impazzire.
«Io mi tuffo a recuperare la chiave.»sbottò Meg decisa, ma ovviamente...
«Scordatelo.»esordirono tutti in coro.
«Che fiducia...»borbottò la ragazza.«Cosa dovrei fare? Guardare James che si tuffa per poi fargli l'applauso quando riemerge?!»
«Farai la sentinella con Regulus.»
«Oh, che gentile concessione, Sirius...»
«Così mi offendi, mon chèri.»disse Regulus mettendo un finto broncio.
Meg accennò un sorriso e scosse la testa, poi acconsentì di malavoglia.
Arrivarono nella foresta di Dean, nella parte occidentale della contea di Gloucestershire, in Inghilterra. L'area fu abitata dai tempi del Mesolitico, ed era ricca di rovine di monumenti megalitici.
C'era un fiume molto vasto e Meg appena lo scorse giurò di aver visto uno strano luccichio in superficie come se tutto fosse coperto da una pellicola sottile e invisibile.
«Questa sarebbe la conca?»domandò Meg un po' confusa scrutando il paesaggio.
Remus indicò la cabina che fungeva da stanza del panico: era nera e aveva una piccola serratura infondo alla parete.
Aveva l'aria di essere una macchina mortale.
Sirius prese la bacchetta e si tolse la giacca, mettendola su un ramo, si sistemò i capelli leggermente lunghi in una piccola crocchia e si avvicinò alla cabina.
«Bene, io entro.»
Meg lo osservò aprire la porta arrugginita della stanza del panico, avrebbe voluto dargli un bacio di buona fortuna, ma Sirius era già dentro.
Lily e Remus si posizionarono in guardia, pronti a contrattaccare i mangiamorte che avrebbero potuto rintracciarli.
Meg si avvicinò al fiume con fare perplesso, insieme a James e Regulus che levarono le bacchette al minimo rumore sospetto.
«Proprio non posso tuffarmi io, eh?»
«No, piccola Gold, sono spiacente.» James osservò la superficie del fiume e quella luccicò di più come se lo stesse invitando ad immergersi.
«Sparate delle scintille rosse se avete bisogno, Lily o Remus accorreranno.»e detto ciò James si buttò in acqua ma accadde qualcosa di strano.
La superficie non luccicava più, e la patina luminosa si inspessì talmente tanto da diventare color cemento, imprigionando James sott'acqua.
Era una trappola, e non per i babbani, un babbano non avrebbe potuto sapere della chiave nella conca e del fatto che qualcuno avrebbe dovuto trovarsi all'interno della cabina per disinnescare il sistema.
Era una trappola per gli Auror.
Regulus se ne accorse subito e gridando alcuni incantesimi tentò di risolvere il problema, ma fu tutto inutile.
«Che succede?!!»Meg corse rischiando di scivolare sulla patina.
«È tutta una trappola! Il fiume è stato stregato dai mangiamorte, riconosco questo siero... "Crassitudo" crea uno strato spesso su una superficie liquida, facendola diventare simile a quei materiali babbani, chemento?»
«Cemento. Devo salvare James.»
Meg iniziò a ragionare sul da farsi, anzi... non aveva tempo per farlo.
Afferrò un masso, facendosi aiutare da Regulus, e con tutta la forza che aveva lo scagliò contro la superficie indurita.
Niente. Il masso non l'aveva neanche scalfita.
«Ingrandiamo il masso.»suggerì Regulus, entrambi avevano la fronte imperlata di sudore.
Altro tentativo inutile.
James sarebbe sicuramente morto, se non lo era già.
Meg tastò la superficie nuovamente.
Sentì una strana sensazione nelle braccia, come se qualcosa stessa andando a fuoco dentro di lei. Credette fosse l'urlo della banshee, e invece no... si trattava di qualcosa di più potente di quello, qualcosa di rovente che le stava scorrendo nelle vene.
Si ricordò che lei non poteva stare troppo vicina alle fonti di calore, in casa sua madre non le permetteva di fissare il forno troppo a lungo. Megan rischiava di restare incantata dinanzi al fuoco.
Le mani le tremarono leggermente, sentì le punte delle dita scottare e il palmo della mano aderì perfettamente alla patina.
Meg non si accorse della fiamma nelle sue iridi, ma si accorse che stava mandando a fuoco la superficie, senza creare un incendio, semplicemente dissolvendola mentre le sue mani erano illuminate da un bagliore color tramonto.
«C-Come hai fatto?»Regulus era rimasto a bocca aperta.
Meg non riuscì a spiccicare una sola sillaba, e proprio in quel momento James riemerse, gettandosi sulla riva, stretta in una mano aveva la chiave, che porse a Meg.
«Portala agli altri.»biascicò lui, e dopo pochi secondi svenne per il troppo poco fiato.
Sirius non aveva idea del motivo per il quale si fosse offerto di entrare lì. Era il capo della missione eppure... cosa sperava di dimostrare? Era solo per correre il rischio? Era stato incoerente? Prima faceva la predica alla sua ragazza sulle regole e poi accettava una missione mortale...
Sirius non capì il suo obbiettivo finché non si trovò le sue più grandi paure dinanzi agli occhi.
Come sarebbe riuscito ad essere una persona migliore per Meg, se prima non avesse superato definitivamente ciò che lo terrorizzava? Piuttosto la morte? Meglio.
Durante l'addestramento c'era riuscito, o almeno non in modo parziale. Avrebbe voluto ripetere l'esame ma non gli è stato possibile.
Una grande clessidra aleggiava nei pressi del soffitto, il tempo stava scorrendo velocemente...
Vide suo padre, sua madre, suo fratello che veniva maltrattato... la violenza inflitta era la parte peggiore. E poi lo vide, vide Greyback che come una bestia assetata di sangue si avventava su Meg.
Sirius doveva attraversare quelle scene, quelle figure per arrivare alla serratura infondo alla parete e subito dopo la serratura sarebbe stata resa accessibile per la chiave.
Il ragazzo deglutì e poi respirò profondamente. Era tutto peggio rispetto a quella maledetta prova di addestramento. La clessidra era arrivata a metà, così finalmente Sirius avanzò.
Fu lo sforzo più difficile del mondo, non poteva fare nulla, solo combattere andando avanti e non voltandosi indietro.
Nessun incantesimo, nessuna violenza, niente.
Ormai la serratura era vicina quando a un tratto qualcosa si mosse. Come se fuori stesse scoppiando un'apocalisse.
Sirius cadde a terra, e la clessidra penzolava sulla sua testa, in pochi secondi tutta cabina si riempì di nuovo dei suoi più grandi incubi. Qualcosa all'esterno aveva scatenato di nuovo il meccanismo.
Sirius si ritrovò incastrato tra le immagini dei suoi genitori.
Non aveva idea del fatto che Lily e Remus fossero stati sbattuti proprio contro la cabina da Lucius Malfoy, che li aveva attaccati alle spalle.
«Mi occupo io di lui! Tu vai a portare la chiave, Meg!» disse Regulus rianimando James.
«Non azzardarti a lasciarmi da sola, un alieno non può farcela senza l'altro.»sussurrò Meg in lacrime a James.
La ragazza corse verso la stanza, senza voltarsi, aveva il cuore in gola, non poteva pensare ai suoi nuovi poteri... anzi ai poteri che aveva sempre avuto inconsciamente.
«Megan Gold.» era una voce poco raccomandabile, e decisamente inquietante.
«Come dimenticare il tuo odore?»Fenrir Greyback le arrivò alle spalle, accarezzandole i capelli con le sue mani pelose, dagli artigli pungenti.
«Tutta sola nel bosco?» l'alito pesante del lupo mannaro fece storcere il naso a Meg, che si sforzò di restare calma.
«Oggi non urli per me, dolcezza?»sussurrò.
Meg tenne salde la chiave e la bacchetta, voleva a tutti i costi urlare, ma era come paralizzata. Sentiva che qualsiasi respiro, qualsiasi movimento anche involontario, era sotto il controllo di Greyback.
Doveva solo continuare a correre, ma lui l'avrebbe inseguita.
La cabina era abbastanza vicina e di sicuro Remus e Lily l'avrebbero vista.
Meg ricominciò a correre, e stranamente non venne inseguita.
In effetti Lily e Remus c'erano, ma erano svenuti. Sirius non era ancora uscito.
«Bene, bene. Gold.»
Meg si voltò, deglutì e squadrò con disgusto la figura di Lucius Malfoy.
«Cosa hai fatto?!!»sbottò stringendo i pugni, così tanto che la chiave le graffiò il palmo della mano.
«Hai fatto dissolvere tu la patina, vero? Straordinario. E io che speravo di ammazzare definitivamente qualche Auror. È colpa tua Megara, la chiave non arriverà mai al tuo ragazzo, e lui morirà.»
«Non chiamarmi così!»
«Non ti piace? Ma come? Tutti ti chiamavamo così.»Lucius sfoderò un ghigno perfido«Sei una stupida, James sarebbe ancora vivo se ti fossi tuffata tu... E se tu avesse portato lui la chiave anche Sirius sarebbe ancora vivo.»
«NON SONO MORTI! STUPEFICIUM!»Meg scagliò l'incantesimo con decisione, ma Lucius non perse tempo e si scansò, per poi urlare lo stesso incantesimo.
Meg lo schivò immediatamente, con un'abilità che non sapeva di avere.
Lucius aveva una lunga treccia bionda, e gli occhi chiari brillavano di rancore.
Meg doveva arrivare alla serratura, era l'unico modo per aiutare gli altri, Regulus e James erano troppo lontani.
Se solo avesse avuto il tempo di evocare un patronus...
«Sei spacciata, Gold.»
Meg stava per scagliare un altro incantesimo, ma sentì qualcosa scorrerle lungo il corpo.
Non se ne era minimamente accorta, ma Antonin Dolohov le aveva sfregiato un fianco con un pugnale.
Meg sentì il fiato mancarle, fu quello il segnale: doveva raggiungere la cabina, se fosse morta avrebbe senza tentare di salvare Sirius sarebbe stato vano.
Corse, tenendosi la ferita che le bruciava come se un ferro rovente si fosse incastrato nella carne.
La vista le si era appannata, eppure non si fermò, arrivò alla serratura e infilò la chiave con tutta la forza che le era rimasta.
Hogwarts
La punizione con Draco è stata la ciliegina sulla torta per la giornata di Meg.
Il fatto è che lui non si è presentato, nemmeno il giorno successivo.
Meg l'ha visto in classe, nei corridoi, ma non si è mai avvicinata, voleva vedere fino a che punto la stesse evitando. Perché è chiaro, Draco Malfoy la sta evitando da una settimana ormai.
Ovviamente non ha fatto parola di questo a nessuno, nemmeno a Piton che pare essersi dimenticato della punizione.
Meg proprio non capisce il comportamento di Draco. Non capisce più nulla della sua vita.
Vorrebbe Ron che le ricorda Sirius e al tempo stesso pensa di essere serena con lui ma vorrebbe anche Draco che... insomma neanche lei sa il motivo. Ha bisogno di lui? Non può provare sentimenti? Eppure vorrebbe che fosse qui accanto a lei.
Ne ha solo bisogno perché con lui riesce a provare qualche sensazione? O c'è di più?
«Non ci posso credere, Ron ancora non mi parla!»
«Io non posso credere al fatto che tu abbia messo i ragni nel dormitorio della mia ragazza.»sospira Harry addentando un muffin.
«Draco mi sta ignorando... questa cosa dovrebbe fargli piacere, no? E invece niente!»Meg gli strappa di mano il muffin e lo finisce lei.
Harry alza le sopracciglia e stringe le labbra, sconcertato.
È da tutta la settimana che Meg continua a mangiare come se non lo facesse da sempre.
«Meg...»
«Cosa cazzo vuoi?»
«Non hai mal di stomaco? Insomma...» Harry arrossisce, non vuole offenderla dicendole che magari ha esagerato col cibo.
Meg lascia cadere il muffin nel piatto, si aggiusta il vestitino nero e deglutisce.
Da quando Draco la evita non fa altro che abbuffarsi e poi lamentarsi con Tonks o Harry di Ron e Malfoy.
«Hai ragione, è che... non so, ho fame, ho una fame incontrollabile.»
È stato Draco a farle sentire i profumi, e quelle sensazioni che lei non avvertiva da un po', come il caldo o il freddo, e adesso anche la fame? Restano sensazioni a metà ma almeno ci sono.
«Pansy se lo è meritato, Harry. Forse ho esagerato ma... lei mi odia.»
Harry vorrebbe smentire ma gli risulta infattibile.
«Forse adesso odia anche me...»sbuffa Harry prendendo il suo succo di zucca.
«Tu però sei proprio stupido. Potresti anche andare da lei e parlarle! Maledizione, ma che avete voi ragazzi?»
«Potrei dire lo stesso di te e Ron! O di te e Draco! Insomma Meg scegline uno!»
«Senti non stiamo più parlando di me! Ragazzino sveglia! Lei si aspetta che tu le vada a parlare.»
«Non ci vado. Lei non mi ama...»Harry abbassa lo sguardo e poi continua a bere «Dovevo aspettarmelo.»
Meg guarda il figlio della sua migliore amica abbattersi sul tavolo della sala comune Grifondoro.
«Harry...»
«Mh?»
«Posso funzionare con Ron? Non lo sto usando... cioè forse in passato l'ho fatto ma... non riuscirei ad amarlo forse...»
«Malfoy?»
«Non posso innamorarmi di Malfoy.»
«Non puoi o non ci riesci?»chiede Harry fissandola con un velo di preoccupazione.
«Mi fa provare delle cose... non si può amare qualcuno solo perché ne hai bisogno, sai?»
«Forse non è così, forse è già successo, e proprio perché lo ami ne hai bisogno.»conclude Harry «Tu generico, ovviamente...»
Meg sa che Harry ha aggiunto l'ultima cosa per non farla allarmare.
Non posso amare nessun altro.
«Andrai da Pansy o no?»
«Andrò ad allenarmi.»
«Io raggiungo le ragazze ad Hogsmeade. Posso prendere il mantello?»
«Certo.»
L'allenamento di Quidditch non migliora l'umore di Harry, che anzi fallisce miseramente e Ron glielo fa notare.
«Meg e Pansy sono delle-»
«Non dirlo ti prego...»sospira afflitto Harry, gettandosi sul campo con la scopa al suo fianco.
«Lei non mi ama.»dicono all'unisono i due ragazzi, per poi scoppiare a ridere.
«Silente voleva vederti o sbaglio?»domanda Ron stendendosi accanto all'amico.
«Silente vuole sempre tante cose... comunque sì, ma non oggi.»
«Lavanda Brown mi segue ovunque, dici che funziona se mi metto con lei per far ingelosire Meg?»
«Dico che quella non ti lascerebbe un minuto da solo. Sarebbe capace di seguirti in bagno.»
«Potter, alzati subito.»
Harry vede la figura minuta ma comunque slanciata di Pansy, sovrastarlo. È vestita di tutto punto, con una giacca verde smeraldo, una gonna in pelle tenuta in vita da una cintura, gli stivali neri al ginocchio e ovviamente le labbra dipinte di un rosso acceso.
Harry si tira su, rosso in viso, squadrando la ragazza e soffermandosi sui suoi occhi color verde petrolio.
Pansy si volta verso gli altri giocatori Grifondoro e anche verso gli spalti.
«Voglio che tutti lo vedano.»dice a voce alta.
«Cosa?»
Pansy sfodera un sorrisetto deciso, prende il viso del ragazzo e lo bacia con passione.
Harry si sente rinato a quel contatto, come se la settimana trascorsa fosse stata un lunghissimo sogno noioso e solo in questo momento si fosse svegliato.
Fronte contro fronte, lui le prende le mani e le bacia e Pansy gli sussurra: «Vieni a Hogsmeade con me?»
Nel frattempo Meg è riuscita a sgattaiolare fuori dalla scuola senza essere vista, e si è diretta ai Tre manici di scopa.
Durante il tragitto però nota Ron che cammina poco più avanti con Dean e Neville.
Se non altro, Ron ha un buon motivo per non parlarle, invece Draco...
Ma cosa mi aspettavo? È un Malfoy, e poi avrà vita breve.
Meg prende Ron per mano da dietro, il quale trasalisce al contatto.
«Cosa c'è?»
«Mi dispiace. Tu meriti di meglio, sono stata una stupida... ci tengo a te.»
«Opportunista.»
«No...»
È complicato e non sono opportunista!
«Vuoi tornare con me?»
«Quindi mi hai perdonata...?»
«Siamo umani... commettiamo degli sbagli ecco...»Ron diventa rosso in viso e con un braccio le cinge la vita.
Poco più distante un'altra coppia girovaga per il villaggio.
Harry e Pansy si sono fermati in un negozio di Hogsmeade che vende oggetti babbani vintage, MuggleAge, e gli occhi della ragazza si sono subito posati su un bellissimo carillon giostra con dei cavalli.
«Mi ricordano Ecate ed Esculapio.»sorride Pansy ripensando ai suoi cavalli nel suo maneggio a Madrid.
«Ti piace? Lo prendiamo.»sussurra Harry indicando al commesso l'oggetto da comprare.
Pansy non se lo aspettava. Harry le sta davvero regalando quel carillon, nessuno le ha mai regalato nulla.
«Non dovevi...»sussurra timidamente osservando Harry con dolcezza.
«Così possiamo immaginare di essere su quella giostra quando intorno a noi diventa tutto troppo noioso.»ridacchia Harry dandole un bacio a fior di labbra.
Insieme si dirigono verso i tre manici di scopa ma qualcosa li blocca.
Katie Bell, cacciatrice nella squadra dei Grifondoro, si trova sospesa in aria, e in terra una collana giace avvolta in una carta.
Megan è proprio lì, che prende la collana a mani nude.
Flashback
Meg si risvegliò nello studio di Alastor Moody, a quartier generale degli Auror, in quel grande edificio bianco.
Il fianco non le bruciava più così tanto e si sentiva più in forze del solito.
Alastor stava urlando con Sirius, era palesemente arrabbiato a morte con lui, e Meg capì che doveva intervenire.
Provò ad alzarsi dal divanetto su cui era adagiata, subito si ricordò che James era svenuto. Doveva sapere se stava bene.
Camminò lentamente fuori dall'ufficio, e le urla si fecero più forti.
Aveva la testa che le girava ancora, e le grida non le giovarono per nulla.
Si ricordò che erano arrivati dei soccorsi e che Lucius e gli altri erano riusciti a scappare, Regulus infatti era accorso e aveva lanciato l'allarme.
«Vuoi saperlo? Tu non sei in grado di fare il capo! Tu e Potter non lo siete! Come ti è saltato in mente??! È UNA RAGAZZINA E TU L'HAI ACCONTENTATA!»
«Mi dispiace! Le ho detto che mi dispiace! Ci ha salvati! Ho provato a fermarla ma...»
«Sono qui.»disse Meg facendo voltare entrambi. «James, sta bene? Dove sono gli altri? E Regulus?»
«Sta bene... Regulus è tornato a casa e Remus e Lily stanno con James nell'infermeria.»rispose Sirius.
«Mi dispiace per il casino... io...»
«Irresponsabili. Mi avete deluso.»e detto ciò Alastor Moody si allontanò borbottando tra sé e sé.
Meg guardo gli occhi grigi del suo ragazzo e Sirius cambiò espressione.
«Ho temuto il peggio, Meg. Tua madre è furiosa...»
«A Luglio compirò diciassette anni, cosa ha da essere furiosa? È stata una mia scelta.»
Sirius sbatté il pugno sul tavolo di legno facendo inevitabilmente cadere tutto ciò che vi era sopra.
Si voltò verso di lei e si avvicinò con fare che a Meg parve minaccioso, per un attimo rivide suo padre.
Istintivamente mise le mani davanti al viso e scoppiò a piangere.
Sapeva che era una paura irrazionale, non aveva senso e sapeva che era tutta questione di ansia e tensione.
«Credi davvero che lo farei, Meg? Io ti ho dato fiducia ma tu... tu non ti fidi di me... forse ho sbagliato, ti metto in pericolo e tu... credi che ti picchierei? Vattene subito.»Sirius aveva la voce tremante, era un misto di emozioni, era stata una giornata lunga per tutti.
Meg smise di piangere all'istante, si sentì in colpa e al tempo stesso arrabbiata con Sirius.
«Mi dispiace ma hai dato quel pugno...»
«VATTENE! BASTA È FINITA!»
Meg sussultò e il cuore le si frantumò in mille pezzi.
Era finita.
Lui l'aveva appena lasciata.
Spazio me:
Allora che dire? Finalmente maturaaaaa🤓, martedì ho fatto l'esame ed è andata benissimoooo, (confesso che stavo morendo d'ansia, ho ripetuto tutto un milione di volte per non tralasciare niente) sono molto soddisfatta.
Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, spero vi piaccia il capitolo, fatemi sapereeeee!!!
Detto ciò vi lascerò in giornata un avviso riguardo la storia, nulla di preoccupante, solo buone notizie.
Canzone con cui siete in fissa in questo periodo?
(Per me, Circles di Post Malone)
-la vostra grafomane preferita💖
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