3.28

Song: Pretending - Alec Benjamin

La Tana
«FORSE TU NON TI RENDI CONTO! SEI UN IRRESPONSABILE!»
Harry sta subendo i rimproveri di Meg da quando sono usciti dal locale di Ivy Lock, con Ron alle calcagna che gli passa cappello e sciarpa.
«Abbassa la voce! Siamo quasi arrivati!»cerca di calmarla Ron, trattenendo una risata.
Megan inforca gli occhiali a Harry rischiando di rompergli il naso, e nel mentre Ron non si contiene e scoppia in una fragorosa risata.
«Megan, per favore... e tu smettila di ridere!»
«Quando ho detto di fartela non era un invito! E se hai contratto la sifilide? Avrei dovuto parlarti subito dei contraccettivi!»
«La sifilide? Andiamo, non esagerare.»interviene Ron cercando di smettere di ridacchiare.
Megan ha le unghie conficcate nelle braccia di Harry, e quest'ultimo la guarda come se volesse ucciderla e al tempo stesso riderle in faccia.
«Devi farti una doccia, puzzi di irresponsabilità.»conclude Megan digrignando i denti.
«A volte sembri Hermione, lo sai?»commenta Ron con un sorriso stampato in faccia.
«Herman fa bene a rimproverarvi, due stupidi, cretini, figli di-»Megan si morde il dorso della mano per non continuare la frase.
«Io che ho fatto?»chiede Ron sconcertato.
«Non lo so.»risponde prontamente Megan continuando a rivolgere a Harry uno sguardo intenso e minaccioso.
Harry sbuffa, le prende le mani, e gliele stringe.
«Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare, ma sto bene, Pansy non ha la sifilide e io sono sobrio. Più o meno... comunque sto morendo di fame.»
Megan lo squadra, si accende una sigaretta, poi si volta verso Ron.
«Io mi faccio un giro qui intorno, tu portalo a casa e assicurati che si faccia una doccia.»poi caccia fuori il fumo.
«Non ti lascio da sola.» scuote la testa Ron.
«So badare a me stessa.»l'ultima parola la pronuncia senza guardarlo negli occhi.
«Ron, andiamo.»lo tira Harry, approfittando che Meg non voglia seguirli.
«Se hai bisogno arrivo.»e detto questo i due ragazzi entrano in casa.
Megan non vuole entrare in quella casa, sente di non appartenere a quel nucleo familiare, perfino Harry si è stufato di lei.

Passeggia per il viale, addentrandosi nel boschetto lì vicino.
Il cielo sembra sereno, e la neve è troppo fitta, anche se il paesaggio innevato rende quel bosco, apparentemente insignificante, stupendo.
«Meg?»
Megan si gira di scatto, muovendo la neve che ormai le arriva alle caviglie.
Draco Malfoy è proprio davanti a lei, indossa un cappotto molto costoso a giudicare dall'aspetto e i guanti che fanno sembrare le sue dita ancora più affusolate del solito; il ragazzo tiene stretto a sé un pacco regalo, dalla carta color smeraldo.
Megan fissa Draco incredula, o meglio, lo osserva attentamente, come se lo ammirasse.
«Che... che ci fai qui?»stranamente la voce le gioca un brutto scherzo: ha balbettato.
Che diavolo mi prende?
Il sole è ancora alto nel cielo, e i raggi illuminano gli occhi grigio-azzurri di Draco.
«Ero a... ehm... mia madre doveva fare delle commissioni qui intorno.»mente il giovane abbassando lo sguardo.
Meg percepisce che si tratta di una menzogna, perché lui non l'ha guardata negli occhi.
«Il giorno di Natale?»
Draco annuisce, per poi riprendere il contatto visivo: rimangono a guardarsi negli occhi per diversi minuti, senza parlare.
Meg sospira e decide che è il momento di mettere fine a quella conversazione di sguardi troppo intensa e allo stesso tempo mozzafiato.
«Io devo andare.»
Draco si avvicina cautamente, e, con fare delicato, le prende una mano.
«Aspetta, ti prego.»deglutisce e le accarezza il dorso della mano con il pollice.
Meg osserva il movimento, schiudendo leggermente le labbra, poi torna a guardarlo in faccia.
«Questo è per te.»le porge il pacco, e con tale frase suggella la convinzione di Meg che lui abbia appunto mentito sulla casualità dell'incontro.
Ma lei non glielo fa notare, prende il regalo con la mano libera, mentre l'altra la lascia in balia delle carezze di Draco, senza accorgersene... forse.
«Ti avrò dato l'impressione di essere codardo. Io non mollo facilmente Meg, non voglio lasciarti andare, sono disposto a lottare per te, senza costringerti. Io ti amo... mi manchi da morire...»Draco si interrompe le scosta una ciocca di capelli dal viso e si avvicina al suo volto, sovrastando la figura poco slanciata della ragazza.
«Sono venuto qui per te, scusa se ti ho mentito...»sussurra annullando sempre di più la distanza tra le loro labbra «Non mi importa un bel niente di Weasley, o di Potter, o di chicchessia...»
Meg si lascia sfuggire un sospiro, e avverte una strana sensazione allo stomaco. Si morde il labbro quando Draco le sfiora la bocca lentamente, e si lascia sfuggire altri sospiri inaspettati.
«D-Draco... ho un ragazzo...»sussurra Meg con un filo di voce, tentando disperatamente di non sospirare più per quel leggerissimo contatto.
A Meg sembra che la neve si stia sciogliendo, perché sente le guance accaldate, il che è strano.
Draco le posa un bacio delicato prima all'angolo della bocca, poi passa all'altro angolo, e infine sulle labbra rosse di lei, mentre ha gli occhi chiusi.
Istintivamente Meg porta una mano al suo viso, non per allontanarlo, ma per evitare che sia lui a staccarsi.
Ovviamente Draco non ci pensa due volte e approfondisce il bacio, in seguito le morde il labbro inferiore lentamente.
Meg apre gli occhi, e il suo sguardo si posa sulle labbra del giovane ancora gonfie per il bacio.
«Sei carina quando arrossisci.»
Cosa?! Arrossisco?! Ma da quando?!
Meg si riscuote subito, e si porta una mano alle gote, sgranando gli occhi.
«Che c'è?»ghigna Draco, baciandole l'altra mano.
«Devo andare.»si stacca violentemente dal ragazzo, stringe il pacco e fa una corsa verso la casa.

(Meg)
Cosa diavolo mi succede?
Sento le mie guance andare a fuoco; più penso a ciò che è successo con Draco, più sento la pelle rovente.
Non si è trattato di un semplice bacio, o del bacio in sé.
È stato il suo modo di farlo, diverso da Sirius, diverso da Ron...
Ron... e come glielo dico che Draco mi ha baciata?
«Porca puttana, il pacco.» mi fermo di scatto, poco prima di bussare.
Osservo la carta da regalo... deve essere qualcosa di molto sofisticato e costoso... come lo nascondo?
Sbaglio a nasconderlo?
«Meg! Non pensare più!»mi dico da sola, fingendo che sia Regulus a farlo, dato che era solito leggermi nella mente per farmi dispetto.
Avevi ragione Reg, non devo pensare più.
Devo concentrarmi, devo trovare un escamotage, qualcosa di veloce.
Ci manca solo che Molly mi urli contro... beh, buon Natale!
«Dora, lei può aiutarmi- Cos-Cos'è questo odore?!»
Non so cosa mi faccia sembrare più pazza: il fatto che io stia parlando da sola oppure che io mi stupisca di avere il dono dell'olfatto.
Oh, pensandoci bene non sono pazza, d'altronde non ho sentito odori per un bel po', è normale che io sia sorpresa.
Ma anche il fatto stesso di provare stupore mi sorprende. Sembra un gioco astruso di parole, al quale sono destinata a partecipare solo ed esclusivamente come vittima impotente dinanzi alle suddette emozioni.
Il profumo che avverto è così buono, forse perché è il primo che sento dopo quasi vent'anni, o forse perché fa aumentare il senso di bruciore sulle mie guance e sulla mia pelle?
Quindi è così: mi piace arrossire?
Scuoto la testa e guardo la porta di casa Weasley, le voci rimbombano e c'è rumore di piatti e posate.
Cerco di ignorare quell'odore, ma è talmente buono che per poco chiudo gli occhi, come ho fatto poco prima nel bosco con Draco.
«CAZZO.»esordisco una volta che finalmente collego i due avvenimenti.
È ovvio, il profumo di trifoglio, limone e menta è di Draco.
Subito la solita folla di pensieri fa nuovamente capolino nella mia stupida mente.
Non le do il tempo di attecchire, o meglio prendo qualche momento di vantaggio e in fretta e furia apro la porta.
Non mi interessa se Molly mi guarda male, o se Ron mi volge uno sguardo interrogativo sul pacco che stringo tra le braccia.
Davanti a me vedo Tonks, intenta a conversare con Bill. Evitando di calpestare Wendy che dorme comodamente sul tappeto, afferro la mano di Dora, e senza scusarmi o proferir parola, la trascino di sopra, dritta fino alla stanza di Ron.
Chiudo la porta a chiave, mentre Tonks continua a chiedermi cosa sia successo.
«Mi stai spaventando; Meg cosa diamine ti prende? Hai ucciso qualcuno? Hai fatto a botte? Meg?!»i capelli le sono diventati di un blu cobalto e il naso pende all'ingiù, in più ha gli occhi di due colori diversi, uno nero e l'altro verde: sembra più stravolta di me.
Butto il pacco sulla brandina di Harry, poi mi volto verso Tonks e finalmente le racconto tutto.
«COSA?!»
«Sì, incredibile vero? Non è assurdo che io sia finita intrappolata in un intrigo amoroso adolescenziale al limite tra il patetico e il tragico?!!»sbraito pregando che nessuno ci senta, ma fortunatamente Dora insonorizza la stanza.
«Io... più che altro... mi riferivo al fatto che lui sia venuto fino a qui, per darti il regalo di Natale... è stato carino.»cinguetta Tonks lanciandomi uno sguardo malizioso.
«Carino?! Nymphadora, ti ricordo che è un Malfoy, e poi io e lui non stiamo più insieme.»preciso, puntandole un dito contro.
Dora stringe le labbra, poi sospira.
«Scarta il regalo.»
Annuisco, raggiungo il pacco e strappo con smania la carta che lo avvolge: c'è una scatola, la apro e ciò che trovo al suo interno mi manda ancora una volta le guance a fuoco.
«Non ci credo, ti ha regalato un pacco di camicie!»ridacchia Tonks portandosi le mani alla bocca «Però, egocentrico, eh?»
Non esattamente...
Ne tiro fuori una, mi avvicino allo specchio e la appoggio su di me.
«Non proprio.»sorrido appena, Nymphadora pare confusa.
«Le rare volte in cui indosso la divisa, prendo sempre le camicie di Draco... ehm, prendevo... come le prime volte da quando sono tornata ad Hogwarts.»
Tonks sorride, poi mi porge un biglietto.
Cara Meg,
stanno meglio a te.
Ci tengo a precisare che non voglio dimostrare di possederti facendoti questo dono, voglio semplicemente ricordarti che stavi così bene tra le mie braccia, e anche la tenebra del sonno pareva luminosa con te accanto... I nostri corpi erano in sintonia e il mio cuore non voleva saperne di quietarsi.
Ti amo, Draco.
«Però, pure poeta. Alla faccia dell'egocentrico. Sei sicura sia marcio come il padre?»
Resto in silenzio, non so cosa dire.
Tutto ormai profuma di lui, perfino la carta del biglietto, le punte delle mie dita...
Il linguaggio che ha usato sembra quello di un ragazzo d'altri tempi, innamorato e con Apollo alla guida del sua creatività.
Mi arrendo alla famosa folla di pensieri, e finalmente pronuncio la questione dolente.
«Ho sentito il suo profumo e non quello della giacca di Sirius, perché?»
Dora mi guarda sgranando gli occhi:
«Puoi sentire gli odori? MA È BUON SEGNO, MEG!»
«Non è questo il punto. Perché Draco e non Sirius?»questo particolare mi tormenta.
Io non amo Draco, io devo ucciderlo.
Amavo e amerò sempre e solo Sirius.
«Meggy, non lo so.»mi guarda come se volesse farmi una domanda ma si astiene, e se ho capito le sue intenzioni, ha fatto bene.
«Ehm, Molly è furiosa con te. Faresti meglio a venire di sotto e magari-»
«Non mi scuserò mai. Sono andata a cercare Harry, non le devo spiegazioni.»sbotto decisa, ancora rossa in viso.
«Ma sai che Ron vorrebbe che tu fossi sincera-»
«Non gli dirò di questo pacco. E nemmeno tu.»
Ed eccola, la domanda che volevo evitare.
«Ti stai innamorando di uno dei due?»
«E magari Remus è un agnellino.»rispondo sarcastica ridacchiando.
Tonks si mette davanti a me, mi poggia una mano sulla spalla e con voce serena mi dice:
«Meg, se ti stai innamorando, non devi sentirti sbagliata o in colpa, Sirius-»
«SMETTILA.»urlo, allontanando bruscamente la mano di Tonks.

Molly a tavola non mi parla, Ron è imbestialito, e deduco che abbiano litigato.
Harry mi ignora, o meglio teme il mio sguardo, così, quando finiamo il pranzo e restiamo in due, gli do un calcio sotto il tavolo, anche se è seduto di fianco a me.
«Ahia!»si lamenta guardandomi arcigno.
Sto per fargli un altro rimprovero, ma Molly prende la parola prima che lo faccia io.
«Allora, prima mi incendi la cucina, poi mi fai litigare con mio figlio, e infine ritorni entrando in casa di fretta e furia senza nemmeno scusarti o salutare. Tutto il giorno di Natale, poi. E tu saresti pure adulta?!»sussurra Molly.
«È venuta a cercare me... lei e Ron.»subito mi difende Harry, cercando di mantenere un tono pacato.
«Harry non ti preoccupare, Megan ha una specialità nel dare risposte aggressive e poco educate con le quali può difendersi.
«Io-»
«Harry, lasciaci sole.» gli dico tranquillamente facendogli cenno di uscire.
Harry mi da un bacio sulla guancia, un po' inaspettato, e poi esce.
Sorrido, è stato un gesto dolce, spesso i figli anche se sono arrabbiati con le madri nel privato, dimostrano affetto e rispetto nei loro confronti quando le vedono attaccate da un estraneo.
«Molly, mi scuso se sono parsa maleducata, non era mia intenzione. Ron non c'entra niente, quindi fate pace perché non ne vale la pena, per quanto riguarda la cucina... beh... avrei dovuto imparare a cucinare con James anni fa. Prima se sono stata frettolosa è stato perché avevo un'urgenza.»spiego senza mai guardarla negli occhi, ma concentrandomi sulle molliche residue sulla tovaglia.
«Era un pacco molto bello, e altamente costoso. Sai, l'ho già vista quella carta da regalo. E sai a chi?»
Deglutisco, devo soffocare la preoccupazione immediatamente, spero di esserci riuscita.
«Proprio non lo so, Molly cara.»dico con un sorriso beffardo.
«Malfoy. Quella lì è il loro biglietto da visita per tutto, perfino le lettere del ministero che arrivano ad Arthur. Dimmi un po'... Draco Malfoy ti ha per caso regalato qualcosa?»
La mia pazienza è sempre stata inesistente o quasi, mezza sensibile o insensibile, l'ho persa in questo istante.
Mi alzo e mi avvicino minacciosamente alla donna dallo sguardo carico di disappunto.
«Stai forse insinuando qualcosa Molly Prewett?»bisbiglio a denti stretti.
«Sto insinuando che tu sei una piccola bugiarda, e che secondo me ti vedi con il piccolo bastardo di Malfoy di nascosto, Megan Clover Gold.»risponde anche lei a denti stretti.
«Non ti permettere di pronunciare il mio cognome. Mai più, chiaro? Come osi dare della bugiarda a me? Se ometto delle cose non vuol dire che io sia bugiarda. Non sei mia madre, e non ti devo spiegazioni. Ron ha fatto bene a risponderti male se avete litigato, perché è questo che in realtà meriti. Brutta stronza impicc-»
Molly mi tira una sberla in pieno viso, facendomi indietreggiare un pochino.
Resto col volto girato per quelli che sembrano minuti eterni.
Ron arriva in cucina, ancora con un'espressione corrucciata, ma appena vede la scena si avvicina.
«Mamma, che hai fatto?»domanda subito, guardando prima me e poi lei.
Non sto piangendo, ma quello schiaffo... quello schiaffo mi ha ricordato mia madre... come uno scossone potente, come se fossi una ragazzina incoerente e irresponsabile.
Forse lo sono, forse Molly ha fatto bene a tirarmi lo schiaffo.
Avverto che gli occhi iniziano a pizzicare, ma non darò questa soddisfazione a Molly.
«Mamma, che hai fatto?!»urla Ron prendendomi una mano.
Gliela lascio, e senza dire una parola afferro il mio cappotto che avevo lasciato sul divano, ed esco da quella casa, correndo verso il garage.

«Meg, ti prego...»Ron mi ha raggiunta poco prima che entrassi nel garage di Arthur.
«Vattene.»gli dico cercando di non farmi tremare la voce.
Ron ha i capelli disordinati, e le labbra molto rosse a causa dei morsi che continua a darsi da solo per la preoccupazione.
«Non ci penso proprio. Non ti lascio da sola sull'orlo delle lacrime, dimmi cosa è successo.»
Abbasso lo sguardo, poi con uno schiocco di dita apro il garage, e mi precipito dentro.
Ron non perde tempo a sorprendersi per ciò che ho fatto, mi segue subito e mi prende il viso.
«Ti ha preso a sberle? Meg, piccola, se è così giuro che-»
Dovrei dirgli di Draco... dopotutto se lo merita, Ron è così protettivo nei miei confronti... ma non so fino a che punto capirebbe.
«Ron, sto benissimo. Sono stata una grande maleducata con tua madre, anzi lei è stata fin troppo gentile con me.»rispondo tentando di convincermi di ciò che ho detto.
Ron mi scruta con i suoi occhi blu, e il suo sguardo si posa sulle mie labbra, così mi bacia con passione, e solo allora mi accorgo che io gli odori li sento tutti grazie a Draco.
Ron si stacca lentamente, poi afferra un matita sul tavolo ricco di cianfrusaglie babbana di Arthur e la trasfigura in una rosa.
Mi bacia il naso e poi di nuovo le labbra, e infine mi porge la rosa.
«Andiamo a scartare i regali, ti va?»chiede retorico, avvolgendomi le spalle con un braccio.
«Grazie.»sussurro dolcemente tenendo la rosa.

Quando torniamo dentro, Molly non c'è in cucina, ma c'è Arthur che mi rivolge un sorriso sereno, e poi Ginny mi corre incontro.
«Tutto bene?» domanda sorridente.
Annuisco per poi incrociare lo sguardo dolce di Remus e quello preoccupato di Tonks.
Tutti hanno apprezzato i miei regali, e stranamente anch'io i loro.
Sorrido per la scarsa ironia dei miei pensieri e poi afferro la mano di Harry.
«Grazie, per il portachiavi a forma di fontana.»gli dico mentre lo porto in disparte.
«Giuro che i mini cristalli sono veri!»ridacchia lui.«La fontana è simbolo di gioia e pace, e malgrado tu mi abbia fatto innervosire stamattina... te le meriti, Meg.»
Lo abbraccio di slancio, accarezzandogli la schiena.
«Il mio regalo è un po' diverso, spero che oltre al vinile dei Queen ti piaccia.»
«Di che si tratta?»
Inutile dire che appena gli mostro la divisa da Quidditch di James, Harry scoppia a piangere silenziosamente, io gli asciugo le lacrime e lo faccio sedere sul letto di Ron.
Gli porgo anche la bambola di Lily, non credo se ne faccia molto, ma è giusto la tenga lui, come anche la chitarra di James.
«Meg... non so cosa dire.»
«La bambola si chiama Sophie, mentre la chitarra si chiama Michael, non chiedermi perché.»ridacchio mentre gli asciugo gli occhiali con il lenzuolo.
«Ma sei sicura?»
«Harry, è roba dei tuoi genitori, e spetta a te averla. Anzi scusami se non te l'ho data ieri... ma mi sono lasciata prendere da...»
«Hai pianto? Perché se hai pianto è-»
«Un buon segno, lo so.»concludo la sua frase.
«Harry, secondo te Draco è come suo padre?»domando a voce bassa.
Lui mi guarda confuso e poi sospira.
«Può essere. Perché lo chiedi?»
«M-Mi ha baciata.»
«Oh... OH MERDA! MEG!»
Gli spiego tutto velocemente e lo prego di non urlare.
«Che diavolo di problemi ha? Devi dirlo a Ron.»
«No! Non gli dirò un bel niente! Ho dato le camicie a Tonks, me le tiene lei-»
«Aspetta, non vuoi buttarle?»
Arrossisco per l'ennesima volta oggi, e tento di nasconderlo.
Ovviamente fallisco.
«E stai anche arrossendo. Meg, dimmi la verità, ti piace Draco?»
«Assolutamente no.»
«Allora butta le camicie.»
«No.»
«Sei una pazza, lo sai? Se non lo dici a Ron, lo farò io!»
«Sei un verme!»
«Allora vorrà dire che striscerò via da questa conversazione.»
Restiamo a guardarci per poi scoppiare a ridere.
«D'accordo, non glielo dirò, ma dovrà saperlo prima o poi.»
«Hai sentito Pansy oggi?»
Harry abbassa lo sguardo e fa un altro sospiro, e poi arrossisce violentemente.
«Non è una buona idea.»
«Sei tu quello innamorato, eh?»
Harry mi dà un pizzico sul braccio e poi annuisce imbarazzato.
«Ammetto che forse mi piace.»
Gli do una spinta leggera, e poi mi accendo una sigaretta.
«L'amore è cieco, ma non pensavo fino a questo punto.»
«Non credo sia opportuno parlare di amore, eh. Comunque, Ginny mi ha raccontato della cucina... sei un disastro.»ride.
«Beh, non ho mai cucinato, a casa mia lo faceva mia madre, e poi quando sono andata a vivere con i tuoi, Sirius, e Remus, era James a preparare da mangiare. Ricordo che una volta ho bruciato la camomilla, non chiedermi con quale abilità.»mi interrompo per ridacchiare «Lily invece era brava a fare i dolci, mi ricordo che faceva dei pancakes dal colorito spettacolare e anche il sapore... però se non ci fosse stato James saremmo morti di fame. Sirius faceva disastri, Remus era mediocre, ma tuo padre era proprio bravo.»
«Ecco da chi ho preso allora.»constata Harry sorridente.
«Sai cucinare?»
«Sì. E me le cavo pure bene.»
Lo guardo fieramente, e gli stringo la mano.
«E bravo il piccolo Potter.»

Spazio me!
Auguri di buona Pasqua-pasquetta a tutti, spero vi piaccia il capitolo.
Beh fatemi sapere cosa ne pensate, vi lascio con una domanda.
Beste Brotp:
Genogan o Marry?
-Chiara

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