3.25

Attenzione: questo capitolo può far piangere, commuovere e traumatizzare ma anche ridere.
_Bibi_b Slytherin_Pureblood_ lo so che lo aspettavate con i forconi 🤧

Ivy Lock
Meg non è una persona tranquilla e nemmeno una persona nervosa.
Meg è semplicemente Meg.
Eppure in questo istante non si sente a suo agio, come uno straniero in una nuova patria.
Harry d'altro canto le nasconde qualcosa di molto importante, qualcosa di cui ha parlato solo a poche persone: sospetta che Draco sia un mangiamorte.
Harry le è di compagnia mentre insieme percorrono le strade ghiacciate del villaggio Ivy Lock, proprio vicino alla Tana, la casa dei Weasley.
Harry vorrebbe dirle di tornare indietro, magari di trascorrere il Natale da soli a Grimmauld Place...insomma tutto pur di non vederla in difficoltà.
«Ma perché hai accettato l'invito?»si lamenta lui, aggiustandosi il cappello.
I nasi gelati dei giovani assumono un colorito quasi violaceo, ma nessuno accenna a ripararsi al caldo.
Bella domanda, Harry...
«Ron ha insistito.»sussurra Meg fermandosi a guardare una vetrina.
«Perché non hai comprato prima i regali? Che ti costava farlo ad Hogsmeade? Ora siamo qui, al gelo,  in questo posto ambiguo...» commenta Harry osservando con disgusto uno stregone che infila due dita nel naso.
Megan ha dimenticato la tradizione dei regali.
Non ne riceve uno da anni, dimenticandosi il giorno del suo compleanno e avendo trascorso le altre feste in solitudine non le è venuto in mente di comprarne nemmeno uno.
«Sta zitto, Harry.»si limita a rispondere decidendosi finalmente a entrare in un negozio di vinili magici.
(Meg)
Il mio sguardo si ferma immediatamente sulla lunga fila di vinili color pistacchio esposti nel negozio di un mago panciuto.
Harry mi guarda confuso, come se fossi pazza: mi guarda così da quando ci conosciamo.
Lascio scorrere le dita sulla copertina di un disco particolarmente malandato, poi lo prendo e lo osservo.
Harry sbuffa pesantemente e si guarda intorno, quasi annoiato.
È insopportabile.
«Harry.»
«Che c'è?!»
«Dovresti fare sesso.»
Harry per poco non inciampa in un espositore, poi mi guarda come se fossi non solo pazza ma anche eretica.
«MEG!»
«Che c'è? Sei teso, se la smettessi di seguire Draco tutto il giorno forse potresti rilassarti un po'.»sputo fuori.
«Non seguo Draco.»
Poso il vinile e guardo Harry dritto negli occhi, mentre un labbro gli trema dall'imbarazzo.
«Devo farti il discorsetto? Lo sai come funziona? Almeno conosci i-»
Harry mi mette una mano sulla bocca e mi costringe ad abbassarmi.
E rimaniamo lì, nascosti dietro il banco dei vinili.
«Ma che ti prende?»sussurro, liberandomi dalla sua stretta.
«C'è Pansy.»
Sgrano gli occhi e mi balena un'idea in mente, così mi sporgo per osservare.
Pansy osserva tra gli scaffali qualche vecchio vinile, con una smorfia di noia e nausea.
La mia attenzione si sposta di nuovo su Harry, che è arrossito come un peperone.
«Harry?»
«Mh?!»
Ritorno a guardare la Parkinson, indossa un vestito verde a quadri che si intravede dal capotto nero... si è perfino tinta le labbra di rosso.
Harry la guarda di sottecchi, ancora rosso in viso.
«Harry... te la faresti la Parkinson?»domando, con la mia solita delicatezza, mentre estraggo sigaretta e accendino dalla tasca.
«Ma che domande fai?!»
Scrollo le spalle tirando fuori il fumo, poi torno accovacciata dietro al banco, guardando davanti a me, persa nei miei pensieri.
Sirius si sarebbe divertito qui dentro... un negozio di musica, il suo universo...
Non posso fare a meno di focalizzarmi su un disco con la scritta sbiadita "Queen".
Deve essere mio.
Mi alzo lentamente, fregandomene però di essere vista da Pansy mi avvicino all'altro scaffale e afferro il vinile.
Mi accorgo poco dopo di un altro disco, uno di "Madonna" potrebbe andare bene per Ginny, chissà.
E poi questi vinili funzionano anche senza giradischi.
«Ma guarda un po' chi si vede.»la voce fastidiosamente delicata di Pansy mi fa voltare di scatto.
«Vuoi un altro ritocchino al naso, Pansy?»chiedo dolcemente con falsità.
Lei cambia espressione poi continua a parlare.
«Sai solo usare le mani? Non sei capace di parlare civilmente?!»ribatte portandosi le ciocche del caschetto bruno dietro le orecchie.
«Gira a largo»
«Quel vinile di "Madonna" mi serve, ed è l'ultimo.»cinguetta lei con aria saccente.
Harry osserva la scena e poi interviene.
«Ma se l'ha preso Meg.»
Pansy si volta sensualmente verso di lui, e gli mette una mano sulla spalla.
Le stacco la testa a breve.
«Potter, puoi dire alla tua amica di darmi il vinile?»
«No, Parkinson.»
Pansy mette il broncio e poi afferra il disco, ma io non lo mollo.

La Tana
La fine della litigata è costata caro, in quanto Harry ha dovuto farsi carico di tutti i regali acquistati da Meg, e ora la segue cercando di non far cadere neanche un pacco.
«Non avrai esagerato con Pansy?» domanda tremolante stando al passo.
Meg cammina pimpante verso l'abitazione pericolante dei Weasley, ignorando le domande di Harry.
«Harry, lo so che ti piace Pansy.»
In effetti a Harry Pansy non dispiaceva anzi: la trovava estremamente carina, ammirava le sue labbra carnose e la figura snella e abbastanza alta.
«Beh di certo a te lei non piace, visto che le hai rotto un vinile in testa e hai pure dovuto pagare i danni.» borbotta Harry tenendo ben stretti i pacchi.
Il ragazzo però non ha dimenticato ciò che Meg gli ha detto... e se Pansy potesse essere la sua prima volta?
Non ha mai parlato di certe cose con nessuno, si vergogna un po', ma forse Pansy può aiutarlo, visto che non è stata scortese con lui.
Meg si ferma di colpo, rischiando di far inciampare Harry, poi osserva la porta d'entrata.
Non riesce a bussare, la sensazione di trovarsi in famiglia, ma non nella sua, non le piace, la trova sgradevole.
«Io busserei, ma ho le mani impegnate.»le fa notare Harry.
Meg scuote la testa e finalmente bussa, convinta di trovare Ron.
E invece.
«Molly, sto aprendo io-»
Remus Lupin resta immobile quando i suoi occhi incontrano quelli altrettanto stupiti della ragazza.
Harry sposta lo sguardo dall'uno all'altro, aspettandosi una qualche reazione spropositata da parte di Meg.
Meg dal canto suo, conservando una dose molto abbondante di apatia, si costringe in un sorriso falso, e senza altro indugio tende la mano verso l'uomo.
«Buonasera.»dice.
Harry è consapevole che entrambi devono far finta di non essersi mai visti, in quanto gli altri componenti della casa non hanno idea dei loro trascorsi.
I due entrano in casa e Ron sorride alla vista della giovane.
«Megan Cooper.»
«Remus Lupin.»continua lui, con uno sguardo malinconico e il cuore a mille.
Vorrebbe dirle ciò che pensa o magari abbracciarla, gli sembra stia bene con i capelli biondi mossi che le arrivano alle spalle, non più così lunghi, le labbra rosee e gonfie e le lunghe ciglia che quasi coprono completamente gli occhi verdognoli.
«Harry posa pure sotto l'albero, caro.»lo invita Molly soffermandosi poi su Megan.

(Meg)
Molly mi guarda come se fossi una donnaccia di strada.
«Mamma, lei è la mia ragazza, Megan.»sorride Ron e a quelle parole Molly annuisce debolmente per poi lanciarmi sguardi omicidi.
Ron guarda lei e poi me, deglutisce confuso per poi darmi un bacio.
Ricambio soddisfatta di far meravigliare sia Remus che Molly.
«MEGGY!»
Nymphadora entra saltellando dalla porta e mi saluta calorosamente.
«Voi vi conoscete?»domanda Ron.
Guardo Dora, nella speranza che si inventi una scusa, ma inaspettatamente ci pensa Harry.
«Beh, era qua fuori e gliel'ho presentata.»
Tonks si avvicina a me mimando "scusa", e i suoi capelli assumono un colore grigiastro quando si accorge di Remus.
«Peccato, il rosso ti dona.»commento, togliendomi il soprabito e rivelando il mio completino rosso fuoco due pezzi.
Molly si schiarisce la voce in segno di disapprovazione, poi si dirige in cucina.
«Bill e Fleur sono ancora di sopra?»domanda Ron rivolto alla madre.
«Chi diavolo è Fleur? Sembra che si parli della flora batterica.»rido di gusto e a me si aggiunge Ginny.
«La fidanzata di Bill, lei è una Veela.»
Noto che Ron non ci ascolta, è troppo impegnato a osservarmi.
«Scommetto che è bionda e smorfiosa.»
«Beh non è l'unica.»interviene Molly, nascondendo quella frase con il rumore di un mestolo di legno.
Ginny mi prende la mano.
«Ti faccio vedere la tua stanza.»
«Ehm...»Ron borbotta qualcosa ma si blocca subito accorgendosi dell'orecchio vigile della madre.
Saliamo le numerose scale che portano ai piani superiori, e raggiungiamo quella che scopro essere la stanza di Ginny.
«Abbiamo aggiunto un letto.»
Mi volto verso Ron, che abbassa lo sguardo.
«Grazie Ginny.»lei mi abbraccia e poi torna di sotto.
«Stai bene con questo taglio, Meg.»sussurra Ron, accarezzandomi i capelli e poi le spalle nude. «Le tue valige però sono in camera mia...»
«Oh, che sbadato che sei.»mormoro.
Arriviamo nella sua stanza, che ospita una brandina che deduco sia di Harry.
C'è un armadio enorme arancione e sui muri ci sono poster riguardanti il Quidditch.
Sento un rumore provenire dalla soffitta e confusa guardo Ron.
«Poltergeist.»
«Ah.»sospiro «Tua madre mi odia.»
Ron sorride e poi mi prende il viso tra le mani, avverto una leggera pressione sulle guance: devo ammettere che Ron è molto forzuto anche se sembra delicato.
«Cosa devo fare per baciarti come si deve?»
«La cena è pronta.»Harry interrompe bruscamente tutto, e Ron lo guarda con la stessa espressione di sua madre.
«Potete farlo a pancia piena?»continua Harry sbuffando.
«Se anche tu avessi una ragazza capiresti che non si interrompe mai un bacio.»risponde Ron.
«Cosa ti fa pensare che non ce l'abbia?»
Mi scappa una risata e senza volere ferisco i sentimenti di Harry.
«E chi sarebbe?»
«Pansy Parkinson.»
Smetto subito di ridere.
Non so se smentire o reggergli il gioco, nel dubbio resto zitta.
«Impossibile, vi odiate.»
«Beh, mi ha fatto capire diversamente l'altra notte.»
Rimango stupita dalle risposte di Harry, e mi balena nella testa che forse ci sia stato qualcosa tra loro...ma conoscendo Harry...

A tavola non mangio quasi niente, e Ron ha la brillante idea di peggiorare le cose parlando di me come se non ci fossi, nell'ingenua speranza di presentarmi al meglio alla sua famiglia e per tutto il tempo mi tiene la mano.
«Strabilionte, e secourism... oh no, come si dice?»balbetta Fleur, cercando aiuto nello sguardo di Bill.
«Il pronto soccorso? Beh è molto impegnativo.»
Ron mi guarda sbigottito, come gli altri astanti.
«Non sapevo capissi il francese.»sussurra Harry.
«Un amico me l'ha insegnato.»sorrido pensando a Regulus.
«Passe-moi ces artichauts.»continuo indicando la zuppiera con i carciofini.
Fleur molto allegra addirittura me li mette nel piatto e ci scambiamo uno sguardo complice.
«Però...»commenta Ginny «Ron tienitela stretta.»
«Puoi starne certa.»sussurra lui tenendomi ancora la mano.
«Ron, puoi mangiare quella minestra? Si sta congelando.»gli fa notare bruscamente Molly.
Capisco che la situazione non è delle migliori, quindi decido di chiarire le cose con lei.
«Mi scusi signora Weasley, ho un vuoto di memoria, non riesco a ricordarmi dov'è il bagno, può essere così gentile da indicarmi nuovamente il percorso? Grazie.»
Molly alza le sopracciglia in segno di sfida, poi entrambe ci alziamo e ci allontaniamo dalla cucina, uscendo dal retro, al freddo.
«Che c'è?!»
«Beh, in realtà sei tu che non fai altro che minacciarmi con lo sguardo.»
Molly si sistema con smania il grembiule unto e sporco di sugo.
«Meg, mio figlio è un ragazzo molto ingenuo, e tu non sei una persona stabile, lo sappiamo entrambe.»
Deglutisco.
Ha ragione, io non riuscirei ad amarlo, non credo di riuscire ad amare più nessuno.
«Per favore, non giocare con i suoi sentimenti. La vostra relazione è basata su bugie. Te ne rendi conto, vero?»
Rimango zitta, è mai possibile che ogni volta che cerco di portare una specie di equilibrio nella mia vita qualcuno rompe le uova nel paniere?
Sono d'accordo sul fatto di non essere una persona normale: Merlino! Ho con me del veleno e me lo inietto come se fossi una eroinomane.
«Non puoi dirgli chi amare.»
Molly diventa rossa per la rabbia e mi prende le spalle, scuotendomi con forza.
«LUI NON È SIRIUS!»urla e quasi le esplode la vena pulsante sulla fronte.
«Credi che io non l'abbia capito? Lo so che non è Sirius.»dico tranquillamente, dando un calcio a uno gnomo che mangiucchia dell'erba.
Molly non dice altro, sospira e si ricompone, portando i lunghi capelli rossi all'indietro.
«Megan, io ti conosco da...quanto? Vent'anni? Forse anche di più. Sei cambiata molto e conoscevo il rapporto che c'era tra te e Sirius, non si può dimenticare di punto in bianco una cosa così grande come il vero amore. Lo so che tu non riesci a provare niente, ed è per questo che ti dico non fare questo a Ron, lui è gentile e affettuoso e la tua apatia lo mangerà vivo.»detto ciò rientra in casa lasciandomi ponderare al freddo.
Rientro in casa non appena noto che le ginocchia mi stanno diventando viola.
Non posso farne a meno: immagino di trovare Sirius ad aspettarmi per aprire i regali.
Cazzo Molly, dovevi proprio nominare Sirius?!
Proprio oggi poi...
«Meg...»Harry ha l'aria di aver sentito tutta la conversazione e mi guarda malinconico.
«Sto bene.»
Nella mia testa questa frase suona molto più convincente.
«Ron è insopportabile, lo devo sorbire io, ti prego vai da lui.»mi informa esasperato.
Ron è seduto sul divano e mi guarda accigliato.
«Tutto bene?»
«Sto bene.»ripeto.
Ron si toglie la felpa color ciliegia e me la porge delicatamente.
«Stai gelando.»
La indosso lentamente, temendo di sentire il suo odore.
Non voglio sentire il suo odore, vorrei sentire l'odore di Sirius.
«Allora giochiamo o no?» esclama Ginny tirando Dora che scoppia a ridere.
«Vogliono giocare a... Com'è che si chiama?»gli occhi chiari di Ron orbitano verso la sorella.
«Non ha un nome, semplicemente ci facciamo domande.»
«Obbligo o verità?»chiede ingenuamente Harry.
Rimango immobile, come se tutto intorno a me non ci fosse.
Ascolto senza sentire davvero le parole degli altri.
Che mi succede?

La camera di Ginny è un po' più spaziosa rispetto a quella di Ron, ha le pareti color pesca e la mia branda si abbina perfettamente al colore dei suoi capelli rossi.
Tonks ha in mano una bottiglia di whisky  da cui beve ogni tre minuti.
So già che il problema è Remus, beh del resto nessuna delle due ha molta voglia di stare nello stesso luogo con lui.
Le strappo la bottiglia dalle mani e senza preoccuparmi di germi o possibili afte bevo più che posso.
«Non esagerare.»mi ferma Ron.
Io lo bacio, con molta passione, rischio di staccargli la lingua.
«Ehm...»Harry si schiarisce la voce, visibilmente disturbato, poi si volta verso Nymphadora.
«MEGGY! LA BOTTIGLIA!»
Ginny le fa segno di abbassare la voce e Tonks per tutta risposta ride come una dannata ed esclama: «Tra poco me la faccio addosso.»
Non per quale legge fisica o chimica, o medica o astrologica, ma scoppio a ridere anch'io: sarà l'alcol?
«Siamo in due.»sbotto quando contraggo i muscoli delle cosce percependo una strana sensazione alla vescica.
Ci disponiamo in cerchio sul pavimento, io mi trovo tra Ron e Dora, e davanti a me ho Ginny e Harry.
«Beh, chi comincia?»domando impaziente, bevendo altro whisky.
Ginny alza timidamente la mano, e mi rivolge uno sguardo divertito.
«Domanda per Harry, è vero che sei stato con Pansy Parkinson?»chiede ridendo.
«Eh?!»Harry è imbarazzato e guarda male Ron, che se la ride di gusto.
«Oh ma sono cose private!»ridacchia Dora, dando un pugnetto a Ginny.
«Secondo me è un no.»commento, provocando di proposito Harry.
«Non credo sia il caso di fare l'elenco delle persone con cui siamo stati...»borbotta Tonks tutta rossa in viso.
Ginny la guarda stupita e le dà una leggera gomitata.
«È così lunga la lista?!»chiede.«Sei stata con molti ragazzi?»
«E ragazze, mi ricordo ancora la mia prima ragazza: Roxanne. Aveva i capelli neri molto lunghi...»inizia a raccontare Tonks con un'espressione nostalgica.«Beh ma nulla in confronto a ciò che ho fatto con Bill e Charlie eh!»subito dopo si tappa la bocca e nella stanza rimbomba un verso di stupore generale.
«EH?! CON BILL E CHARLIE?!»urla Ron incurante di farsi sentire.
Dora sorride e i suoi capelli si colorano di arancione mentre il suo naso pende leggermente verso il basso.
«E poi c'era una certa Lola, però non ha funzionato, aveva paura del giudizio degli altri. Una volta mi sono anche trasformata in un ragazzo per lei! Che spreco!»e poi subito butta giù un altro goccio della famosa bottiglia di whisky che ci passiamo.
«E tu Ginny? Dean e poi?»chiede Ron alla sorella come se volesse metterla in difficoltà.
«Lo sai idiota, non c'è bisogno! Avanti! Tu Ron?»domanda Ginny in segno di sfida.
Lo guardo maliziosamente, sbattendo le ciglia come se fossi innocente.
Ron tossisce fintamente e mi guarda di rimando, facendo intendere a tutti la risposta.
«E tu Meg?»
Lascio andare la bottiglia di whisky nelle mani di Dora, che capendo l'importanza della domanda e conoscendo il disagio che mi provoca, poggia a terra la bevanda.
Non rispondo subito, Harry quasi vuole intervenire ma io ragiono velocemente.
Anzi no, non c'è molto da ragionare, i miei pensieri si riconducono a Sirius, ma non riesco a ricordare nulla di lui.
Mi prende il panico, o almeno credo sia quello, non lo so.
Come è possibile che non riesca a ricordare? Perché non ricordo? Avrei comunque inventato una scusa con Ginny e Ron ma... non ricordo nemmeno la verità.
Il nostro primo bacio? Il suono della sua voce? Colpa del whisky o sto iniziando a dimenticarlo? Non posso e non devo.
L'unico primo bacio che mi viene in mente è quello con Draco.
Archivio il panico e rispondo.
«Draco è stato il mio primo bacio.»sussurro come se fosse un segreto prezioso, sento le guance leggermente in fiamme.
E questo mi fa ancora più paura.
«Contenta?»sputa Ron seccato rivolto alla sorella.
Non voglio ricordare Draco, io devo ricordare Sirius.
Sento di non riuscire a respirare bene, devo alzarmi.
«Devo andare al bagno.»biascico sconvolta ed esco dalla stanza di corsa.
Sento che devo iniettarmi il veleno, devo avvelenare ciò che provo anche se alcune volte credo che il veleno lo accentui o sia addirittura la causa della mia sensibilità.
Inizio una lotta con me stessa, scavo nella mente il ricordo dell'amore della mia vita... è così sfumato...
Inevitabilmente qualcosa di bagnato e fastidioso mi scende dagli occhi.
Sto piangendo?
Asciugo la lacrima frettolosamente senza godermi la sensazione ormai perduta del pianto e delle gote bagnate.
Mi chiudo in bagno, e mi guardo allo specchio.
Ma che succede? Dove sono finita?
Ho il mascara ancora intatto e il rossetto un po' sbavato, i miei occhi sono lucidi e umidi.
Non mi ricordo nemmeno il giorno in cui ho conosciuto Felpato.
In mente ho solo l'incontro con Draco, che si ripete all'infinito e si insinua dentro di me, facendomi sorridere fastidiosamente.
«NO!»urlo dando un pugno al mobiletto accanto allo specchio.
Le lacrime aumentano e questo mi provoca una voglia matta di farmi.
Peccato che ho lasciato l'occorrente nel baule questa volta.
Sto sentendo qualcosa, per la persona sbagliata, e non mi piace, non deve piacermi.
Io amo Sirius, i miei amici, i miei veri amici sono Remus, Lily e James... Regulus, Alice, Frank... il resto non esiste, esistiamo solo noi, noi e Harry.
Afferro i lembi della felpa di Ron, con rabbia: mi sembra di essere bloccata in una realtà non mia.
Voglio Sirius, voglio il suo ricordo.

Harry mi segue poco dopo.
«Meg.»
«Remus...»sussurro dal bagno, ormai in preda a una evidente crisi emotiva inaspettata, ovviamente sempre contenuta in una porzione di apatia molto ampia.
«Remus? Vuoi Remus?»
Sento e non sento, percepisco e non percepisco.
«Meg, apri, sono Remus.»la voce di Remus mi fa alzare dal pavimento sul quale mi ero arresa a me stessa.
Apro la porta di scatto volgendo al mio vecchio amico uno sguardo supplichevole.
«NON MI RICORDO LE COSE! INIZIO A DIMENTICARLO!»singhiozzo come una bambina in cerca di aiuto.
Tremo e sudo allo stesso tempo, tant'è che mi aggrappo alle sue braccia, e non mi importa che qualcuno mi senta.
«Sono andati tutti a dormire, puoi uscire se vuoi.»mi avvisa Harry.
«Harry... vai anche tu.»sospira Remus capendo ciò che voglio comunicare.
Harry mi guarda, mi stringe per poco la spalla e poi si allontana.
«Meg, vieni con me.»
Mi asciugo il viso con la manica della felpa e lo seguo.
Remus mi porta in una stanza accanto al salotto.
«Credo sia meglio dartelo ora.»
Una scatola color limone spicca sul copriletto marrone, è molto grande e un po' polverosa.
«Aprila.»sussurra mentre armeggia con i suoi bauli.
Deglutisco e la apro.
Silenzio.
Il giradischi... il mio regalo di compleanno... ora ricordo.
Al suo fianco c'è un bigliettino, non sembra poi molto vecchia la pergamena, anzi.
"Cara Meg, amore mio, finalmente festeggeremo il tuo compleanno di nuovo insieme. Ricordi il giradischi che ti regalai per il tuo sedicesimo compleanno? Beh, l'ho fatto aggiustare da uno specialista, funziona alla perfezione, ovviamente per il brano ho scelto il tuo preferito (lo trovi già inserito).
Non vedo l'ora di incominciare a vivere con te, che sei la mia rapsodia boemiana.
Tuo Felpato„
Finisco di leggere, e sorrido.
«Avrebbe dovuto dartela prima di... morire.»sussurra Remus con voce spezzata.
Guardo ancora nella scatola.
Trovo una divisa da Quidditch di tessuto rosso e oro: Potter.
«James.»mormoro.
Il tessuto sotto le dita mi dà l'impressione di poterlo abbracciare ancora.
In mente ritornano tutte le partite di Quidditch, il suo sguardo fiero mentre mi osservava giocare per poi prendere il boccino.
Altri ricordi troppo belli e troppo emozionanti per la mia apatia mi invadono il corpo.
La giacca di pelle di Sirius, che indosso subito togliendomi la felpa di Ron, mi sta molto larga ma non mi importa.
Trovo anche il basco rosso di Lily, e la sua bambola di porcellana, Sophie.
Poi ancora le sigarette babbane di Sirius, e poi... una foto: tutti noi, giovani, vivi e spensierati.
«Ho preso tutto quello che ho trovato, tutti i ricordi di tutti noi...»continua Remus commosso«Per non dimenticare chi siamo stati.»
Le sue parole mi portano ad abbracciarlo forte, e a chiedergli perdono per come l'ho trattato.
Piango, Merlino, finalmente piango.
Piango come un essere umano.
Piango come se fossi viva.
Mentre la canzone dei Queen, Bohemian Rhapsody riecheggia nella stanza.

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