3.24

Hogwarts
Nessuno vuole avere spiegazioni quando si tratta di qualcosa di evidente e realisticamente oggettivo.
Insomma, perché mai Meg avrebbe dovuto credere al fatto che Pansy non avesse baciato Draco di proposito?
Meg non ci ha mai creduto, d'altronde non ci vuole un genio per capire che la ragazza è da sempre innamorata di Draco.
«Meg, l'ho allontanata subito, devi credermi.»
Nella sala comune di serpeverde echeggia il suono dei tacchi a spillo di Megan, la quale misura a grandi passi la stanza, con aria meditabonda.
Il suo cervello sta elaborando una serie di discorsi, di tesi, antitesi, problemi e soluzioni.
«Non mi parli da giorni, per favore.»
Megan si ferma e guarda il ragazzo biondo, si sofferma sul colorito pallido e sugli zigomi stranamente più pronunciati del solito.
«Io ti ho perdonata, quando hai baciato Ron, e non ho creduto a Pansy quando mi ha detto che mi tradisci regolarmente con lui. Perché mi fido di te. Ora ti prego, fidati di me.»la voce roca e tremante e lo sguardo disperato di Draco fanno risultare il suo discorso sincero e onesto.
Se lo perdona potrà ucciderlo facilmente ma ci sarà la possibilità di riprovare il fastidio che ha provato quando Pansy le ha detto che l'ha baciato, nonostante lei stessa stia tradendo Draco con Ron.
Se non lo perdona, non dovrà continuare con la farsa della coppia felice, non proverà più quel fastidio ma potrà portare comunque avanti la vendetta.
Oltretutto non può più stare con due piedi in una scarpa, deve prendere una decisione.
Deve scegliere, e deve farlo ora.
Meg sorride teneramente, e poi un ghigno di malizia passeggero attraversa il suo volto.
Il fastidio si è trasformato in rabbia, e forse in cattiveria.
Ha scelto.
«Draco, ti perdono.»
Il ragazzo tira un sospiro di sollievo, asciugandosi una lacrima, poi si avvicina alla sua ragazza, chiana la testa per baciarla.
«Ti amo.»
Meg non dice nulla, ricambia il bacio, accarezza le ciocche bionde, sfila via la cravatta, gettandola su un divanetto.
«Lo vuoi fare adesso?»
Meg non risponde, prende la mano del suo ragazzo, trascinandolo in camera propria.
Draco è preso dalle emozioni, e si lascia andare iniziando a spogliare Megan, mentre con una mano tocca il suo punto più sensibile.
Non vedo l'ora di sposarti, pensa Draco sfilandole le mutandine.
Meg non riesce a pensare a nient'altro se non all'azione che sta compiendo, come se fosse su un altro pianeta: cosa che non capita con Ron.
Ma lei ignora questo particolare, focalizzandosi su ciò che fa, incurante delle conseguenze della sua scelta.
Di nuovo il ghigno di cattiveria le attraversa il volto, e senza pensarci due volte, per il senso di piacere inaspettato, si lascia scappare un gridolino.
Quel suono inaspettato non ferma di certo Draco, che continua a fare l'amore con lei baciandola e amandola profondamente.
Meg non si stupisce di essere riuscita a provare di più di un piacere futile, ritiene che sia dovuto all'entusiasmo della riuscita dei suoi ragionamenti contorti (i quali hanno determinato la sua scelta) che di certo porteranno alla sofferenza di una persona.

I corridoi del castello durante il pomeriggio sono abbastanza affollati, le decorazioni natalizie sono ovunque, non soltanto in Sala Grande.
Pix, volteggia frenetico sulle scale, canticchiando canzoncine del tipo:
Pansy il naso rotto ha,
Meg più ossa ti romperà,
Pansy quanto sangue hai,
Se fai arrabbiare Meggie, viva non rimarrai!
Nessuno bada a lui, tutti sono concentrati a fissare la povera Pansy, che a distanza di quasi una settimana si aggira per la scuola con il naso ancora tumefatto.
Ron invece ha preso la reazione di Meg non troppo bene, perché crede che lei sia gelosa... anzi tutta la scuola lo pensa.
Quando Ron gliel'ha fatto notare, Meg si è rifiutata di identificare quel fastidio segreto come gelosia, e si è giustificata (forse più con se stessa che con Ron) dicendo che era una questione di umiliazione pubblica.
Tutto ciò ha irritato maggiormente Ron, quindi i due non si sono parlati per un paio di giorni.
In compenso ha ricevuto molte attenzioni da una certa Lavanda Brown, che sembra provarci spudoratamente con lui.
Ma all'improvviso, tutta l'attenzione rivolta a Pansy si sposta su Meg e Draco che camminano mano nella mano: sembrano felici.
Harry e Hermione osservano Ron, che stringe i pugni, mentre Daphne Greengrass tiene la mano alla sua amica Pansy.
Ginny Weasley però nota qualcosa: il ghigno di Meg e capisce che di lì a poco qualcosa sarebbe andato storto.
Draco lascia per un secondo la mano a Meg, fermandosi a parlare con Blaise, e in quell'istante, la ragazza compie un gesto capace di scioccare perfino qualche quadro che borbotta in segno di biasimo.
Meg bacia Ron, di fronte a tutta la scuola.
Ron ricambia incredulo, e Meg gli butta le braccia al collo, come se volesse avvinghiarsi a lui.
Draco resta interdetto, poco prima avevano fatto l'amore e adesso...
Eccola la scelta di Meg, umiliare Draco, distruggere i suoi sentimenti.
Ron prende Meg per mano, e insieme si dirigono verso un altro corridoio lasciando tutti gli astanti a mormorare su quanto accaduto.
Harry è divertito, Hermione sconvolta, Lavanda Brown sembra in preda a una crisi di nervi: ormai è ufficiale, Ron e Meg sono una coppia.

Flashback
Sirius Black non era molto bravo ad esprimere la propria rabbia, spesso compiva azioni senza ragionare, con la conseguente sofferenza di altri individui.
La morte del signor Potter aveva portato un vuoto nel suo cuore, troppo grande da colmare.
A tavola nessuno parlò molto, Meg tentava invano di far mangiare Lily che non ne aveva voluto sapere dalla morte dei propri genitori.
James abbozzava un sorriso di tanto in tanto, per consolare Lily, e Remus faceva lo stesso nascondendo le lacrime.
Regulus era indifferente a tutto quel dolore e sofferenza, era impegnato a fantasticare di trovarsi al posto dei defunti, libero da una vita di insoddisfazioni e sofferenze.
Non l'aveva detto a nessuno, ma non ne poteva più di tenersi quel pensiero che gli opprimeva il cervello, doveva dirlo.
«Onestamente Evans, dovresti festeggiare. La fine della vita non è mai una sofferenza.»
Il silenzio calò in un colpo solo, e perfino Lily smise di singhiozzare.
Sirius guardò gli occhi di Regulus privi di espressione, tentando di captare un po' di umanità ma si rese conto che essa era come sfumata.
Si alzò di scatto, trascinando suo fratello senza stampella fino alla parete della cucina, con violenza.
Meg era scattata in piedi, nell'intento di intervenire e fermare il suo ragazzo dal compiere uno sproposito.
«Sei un miserabile egoista, loro sono morti e tu sei vivo! Non apprezzi ciò che hai! Come puoi parlare così? ESCI DA QUESTA CASA! VATTENE, PRIMA CHE IO TI UCCIDA!»
Il lampadario ondeggiava a causa della voce forte di Sirius che rimbombò per la casa.
Regulus non rispose, si limitò a guardare il fratello dallo sguardo di fuoco vivo.
«Sirius per favore!»intervenne Meg, interponendosi tra i due fratelli a forza.
Regulus non espresse stupore, l'unica cosa che riusciva a sentire era il profumo dei capelli della ragazza.
Meg gli voleva bene, e lui capì che in quel momento l'unico modo per ripagarla del suo interessamento era risparmiarle un'altra sfuriata da parte di Sirius, prendere i bagagli e andare via.
«Meg, passami la stampella.»le sussurrò.
La ragazza gliela diede, guardandolo impaurita e preoccupata.
«Reg, non penserai di andartene?»
Regulus chiese scusa agli astanti e si diresse nella sua stanza, con Meg alle calcagna.
«Non puoi andare via!»lo scongiurò lei quasi con le lacrime agli occhi mentre lui aveva già il baule pronto.
«Ci vediamo a scuola.» e poi Regulus Black si smaterializzò.
Contemporaneamente Sirius fece lo stesso, gettando Meg in un pianto quasi isterico.

La sera trascorse ricca di angosce e preoccupazioni.
Remus e James erano andati a cercare Sirius, mentre Lily e Meg erano in camera di quest'ultima, stese in silenzio.
«C'è una macchia curiosa sul soffitto.»osservò Lily a un certo punto, tirando su col naso.
Le pareti color pesca della camera parevano scurirsi in un angolo, e Meg se ne accorse sorridendo.
Lily si stava riprendendo: spesso faceva notare piccoli particolari e li commentava divertita, un'abitudine un po' snervante secondo Meg, ma al tempo stesso familiare.
«Hai fame?»le chiese Meg, prendendole la mano, mentre osservava il suo profilo.
«Credo che non mi sposerò più.»esordì Lily guardando l'amica.
Meg si sollevò su un gomito, sconcertata e basita.
«Nessuno mi accompagnerà all'altare, mia sorella mi odia.-»
«Io sono tua sorella»rispose Meg.
Lily sorrise dolcemente, chiuse gli occhi, sospirò e disse: «Apprezzo, Meg.»
«Ti accompagno io all'altare, o Sirius, o Remus, posso chiedere a mio padre o a mia madre: Lily tu non sei sola, la mia famiglia è la tua famiglia, d'accordo? Siamo noi quelli su cui contare.»
Lily sorrise nuovamente, poi annuì con forza, senza ulteriori lacrime.
Qualcuno bussò alla porta, e Meg infilandosi le pantofole si affrettò a scendere per aprire, rischiando di ruzzolare giù per le scale.

Il suo cuore diventò più leggero quando aprì la porta e si ritrovò la faccia di Sirius.
«Sia ringraziato Godric!»esclamò Meg, poi il suo entusiasmo scomparve.
Sirius era completamente ubriaco: gli occhi rossi, i capelli spettinati e l'alito che puzzava di alcool.
Si trascinò in casa, e per poco non inciampò su Meg.
«Sirius, ma che hai combinato?»
«Che c'è, piccola Meg? Non sono presentabile?»rise con un'espressione ebete sul volto.
Meg chiuse la porta e si incamminò verso il divano, tentando di portarvici Sirius, ma questo non voleva essere toccato.
«So camminare, ragazzina.»mormorò spingendola.
Meg barcollò per un istante, e con fare insistente gli prese un braccio.
«Questo non è il modo giusto di affrontare un lutto, né una lite, credevo non fossi così immaturo.»la voce le tremava, era sul punto di correre da Lily e mettersi a piangere: non lo fece, non voleva darle altri pensieri.
«Che ne sai com'è perdere un padre? È morto tuo padre di recente? Beh effettivamente se morisse farebbe un piacere al mondo intero, no?» e scoppiò nuovamente a ridere.
«Lo so che il signor Potter era come un padre per te, e forse non so cosa vuol dire perdere un genitore... ma non puoi parlarmi così.»una prima lacrima le bagnò il volto.
«Chiudi il becco.»urlò Sirius.
«Non avresti dovuto cacciare in quel modo tuo fratello, l'ho capito che ti sei ridotto così soprattutto per lui, sono la tua ragazza, parlane con me.»
Sirius sbuffò pesantemente, gettò a terra la sua giacca di pelle, aprì il frigorifero e poi lo richiuse, e in quel momento, come una scimmia dispettosa, decise di ribattere con un'altra cattiveria gratuita.
«Sai cos'ho fatto stasera? Se come hai detto sei la mia ragazza dovresti saperlo.»
«Hai solo bevuto... spero.»
Sirius si avvicinò a Meg, le accarezzò il viso, facendola tremare leggermente a causa delle mani gelide.
«Mi sono scopato Marlene McKinnon.»sussurrò Sirius all'orecchio di Meg.
La ragazza era convinta che stesse scherzando, che stesse semplicemente mentendo per rabbia.
Ma lui era così sicuro di ciò che diceva, anche se in cuor suo Sirius sapeva di mentire.
«Forse non sei così speciale Meg, forse sei solo una ragazzina usa e getta... difendi tanto Regulus... te lo sei portato a letto qui o a scuola?»e un'altra risata riecheggiò per la stanza.
Meg rimase immobile a guardare la faccia deformata di Sirius e i suoi occhi da folle.
Poi non si trattenne e iniziò a piangere prendendolo a pugni sul petto.
Sirius smise di ridere e invece di scusarsi e calmarla la spinse con violenza in terra, e fu allora che la porta si aprì, rivelando James e Remus, con le facce stanche e sconvolte.
Meg non riusciva a rialzarsi, era come paralizzata al pavimento.
Sirius si rese conto del danno fatto, troppo tardi e anche lui non era in grado di muovere un dito.
James si tolse sciarpa e cappello, gettandosi su Meg e tirandola su.
«Piccola Gold, adesso ti porto a letto, d'accordo?»James si trovò a spostare un "corpo morto", perché Meg non riusciva a dire una parola.
«Le hai fatto male.»disse Remus a denti stretti, con la rabbia che gli ribolliva dentro.
Sirius non rispose, non aveva occhi che per la ragazza che aveva ferito in tutti i modi.
«Figlio di puttana!»
Remus si scaraventò sull'amico iniziando a prenderlo a pugni dove poteva e soprattutto più forte che poteva.
Sirius non si difese subito, sentiva di meritare quelle botte, reagì poco e debolmente.
Meg era tra le braccia di James, il quale la portò subito in camera prima di scendere nuovamente e sedare la rissa.

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