3.13

Song: (Secondo flashback) Breathe (lauv)
Flashback
«Oh, guarda! Ci sono mamma e papà!»esclamò James rivolto a Sirius
«Ma perché hanno delle valige?»domandò Lily, indicando i due bauli che portava il signor Potter.
«Ho scritto loro di portarci alcune cose, così possiamo venire oggi a casa con voi!»esclamò James allegro, prendendo la mano di Lily e baciandola.
Megan si legò i capelli: non pioveva più e il caldo era diventato persistente, e lei stava sudando troppo.
Sirius intrecciò la propria mano con quella della ragazza, prendendo anche il suo baule.
«Lunastorta, vuoi una mano?»chiese James afferrando il baule dell'amico.
«La spalla è guarita, grazie lo stesso Ramoso.»rispose Remus sorridendo.
Peter salutò tutti calorosamente, tutti tranne Megan, ma lei finse di non accorgersene.
«Ehilà! Meggie!»Ariana le corse incontro, stringendola forte.
«Come ti senti? Hai fatto merenda?
Hai gli occhi gonfi! Sei più bianca del solito! Lily dimmi, tesoro, ha mangiato?»Ariana fremeva dalla preoccupazione e guardava le due ragazze senza ascoltare minimamente le loro risposte.
«Lily non è la mia babysitter.»
Sirius aveva lasciato la mano di Megan, e se ne stava in disparte, concentrandosi sui sorrisi e gli abbracci dei signori Potter, mentre James presentava loro Lily (allontanandola da Meg) come la sua ragazza.
«Cosa ti prende figliolo?»domandò Lyall Lupin osservando suo figlio che sollevava l'altro baule.
«È così carina, sai?»intervenne Hope, la madre di Remus, guardando Megan in lontananza.
«Sto bene, e sì, è proprio stupenda...»sussurrò Remus arrossendo.
Megan sorrideva dolcemente a sua madre, e poi lo guardava allegramente, facendogli segno di avvicinarsi.
Remus si avvicinò, porse la mano ai genitori di Meg e poi regalò un gran bel sorriso.
«Finalmente, era ora! Vi siete messi insieme!»esclamò il padre della ragazza, dando due pacche sulla spalla appena guarita di Remus, il quale si fece rosso per l'imbarazzo.
«Cosa? Papà, hai capito male!»
«Ehm... infatti... siamo solo amici.»balbettò Remus massaggiandosi la spalla.
Lo sguardo deluso di Noah fece imbestialire Megan.
«Sirius Black è il mio ragazzo, mi pare di averlo detto più volte.»
Il tono di Meg era molto aspro e la madre glielo fece notare con uno sguardo particolarmente eloquente.
«Hai controllato il suo avambraccio sinistro?»rise Noah, cercando di coinvolgere anche Remus che rimase impassibile: fortunatamente Ariana stava salutando calorosamente Lyall e Hope.
«Oh, ecco il nostro eroe. Signor Black!»
Sirius si stava avvicinando, con un po' di timidezza, insieme a James e Lily.
«Signor Gold.»il ragazzo tese la mano, che non venne stretta, dunque la ritirò stringendo le labbra.
«Dormirà nella nostra casa, non sarà come quel Natale. Vorrà sicuramente la camera migliore, assumerò un paio di elfi.»
Gli scherzi di Noah non facevano ridere nessuno: Sirius lo trovava peggiorato dall'ultima volta.
Il ragazzo strinse i pugni ma non rispose.
«Papà, smettila.»
«È questo il modo di rivolgerti a tuo padre? Cos'è quando sei con lui tiri fuori il peggio di te?»le sussurrò la madre, senza farsi sentire da altri.
Megan avrebbe voluto strapparle i capelli in quello stesso istante, ma si trattenne, per quieto vivere.
Non erano neanche arrivati e già Sirius si sentiva a disagio.

Little Whinging venne raggiunta in poco tempo, malgrado il viaggio scomodo.
Ariana aveva ingrandito la macchina del marito, ma nonostante ciò tutti stavano un po' stretti.
Lily era seduta su James, e Sirius e Remus erano schiacciati come sardine con in mezzo Megan che tentava di non uccidere suo padre ogniqualvolta faceva battute sgradevoli su Sirius.
Privet Drive, 4 era davanti a loro, e Megan fu sollevata quando finalmente scesero dall'auto, poté respirare e non sentirsi compressa tra due corpi che emanavano calore.
Non varcò neanche la soglia di casa, che la madre l'afferrò per i capelli, trascinandola verso il retro dell'abitazione: solo Lily notò la scena.
«Mi fai male!»si lamentò Megan sul punto di piangere.
«Ascoltami bene. Ho accettato che venissero i tuoi amici. Conosco i signori Lupin, so come hanno allevato il loro figlio, e so che tu saresti più felice con Remus che con chiunque altro.
Conosco i signori Evans, e Lily mi sembra, anzi lo è, una splendida ragazza, educata e rispettosa. Che dire dei Potter? Simpaticissimi! Persone ottime.»
«Non ti seguo! Solo perché non conosci i Black non vuol dire che Sirius-»
«Proprio perché li conosco. Proprio perché leggo i giornali. Tuo padre voleva farti sposare Lucius Malfoy, ricordi? Beh l'ho dissuaso, e meno male! I Malfoy sono peggio dei Black! Non mi fido di quel ragazzo. Non mi fido di nessuno che porti quel cognome.»
«C-Credevo ti piacesse.»
«A te piace sicuro! Sei così stupida che hai legato i capelli. Sono stata anch'io giovane, so cos'è quel segno sul tuo collo. E immagino che sia stato Sirius...
Tuo padre non deve vederlo. E se ne becco un altro io, oppure se scopro che avete fatto di peggio, sbatto te e Sirius fuori di casa. Non ammetto repliche, Meg.
Puoi strillare, e fare la pazza, ma non mi smuoverà neanche Priscilla Corvonero in persona.
E non azzardarti a rimanere incinta, perché in tal caso non so se vorrò aiutarti: sarò troppo occupata a uccidere Sirius con le mie mani.
Ti è tutto chiaro?»
Ariana sciolse i capelli alla figlia, che aveva le guance rigate dalle lacrime, non se lo aspettava da sua madre.
«Dormirà in garage, James e Remus nella stanza degli ospiti e Lily nella tua camera.»
«Non ci posso credere! In garage?»
«Già, dura la vita, eh? Credevi che potesse venirti a trovare di notte? Lo aspetterò al varco in ogni caso. Ora smettila di piangere come una cretina, e corri ad aiutare i tuoi amici.»
Megan scosse la testa, e ubbidì.
La rabbia dentro di se cresceva sempre di più, come qualcosa di furente e violento.
«Tutto bene?»domandò Lily asciugandole una lacrima.
«Ti spiego dopo, avete finito con i bauli?»
«Da un po'.»

La camera degli ospiti era provvista di due letti singoli, una scrivania, un armadio spazioso e una finestra.
James e Remus restarono immobili accanto alla porta aperta, osservando la stanza con un'espressione vuota.
Ariana li raggiunse e con un sorriso disse:
«Ho aggiunto un po' di amortentia nella carta da parati. Così da rendere piacevole l'ambiente, ognuno può sentire l'odore che preferisce.»
«G-Grazie, signora Gold.» risposero in coro.
In realtà non era stata una scelta saggia, sopratutto per Remus, che soffriva poiché l'odore di Meg gli ricordava che non era sua.
Ariana raggiunse la camera della figlia.
«Ho aggiunto il letto, e ho messo un estratto di giglio e rosa nel guardaroba.»
«Grazie.»rispose Lily allegramente.
Megan non disse nulla, continuò a disfare i bagagli, senza curarsi di ciò che la madre diceva.
Quando Ariana andò al piano di sotto, Megan chiuse la porta.
«Puoi farla stare zitta? Adesso che sei autorizzata a usare la magia, aiutami a farla tacere!»
Lily rimase sconvolta, non si aspettava una tale richiesta.
«Vuole far dormire Sirius nel garage!
E ha praticamente minacciato di buttare fuori se ci becca insieme.
Ha prodotto un ragionamento assurdo.
Non la sopporto più!»Megan si gettò sul suo letto.
«Ehm... non credo che intendesse sul serio ciò che ha detto... Era solo un modo per avvisarti che-»
«Che non devo avvicinarmi a Meg durante la notte.»concluse Sirius entrando.
«L'ha detto anche a te?»sbottò Megan tirandosi su.
«A quanto pare devo dormire nel ripostiglio del sottoscala. Forse era meglio il garage.»commenta Sirius grattandosi il mento. «Tua madre dice che è pronta la cena, comunque.»

Sirius, per quanto si sforzasse di mettersi comodo sul materasso duro nel ripostiglio, non riusciva a chiudere occhio, neanche trasformandosi in Felpato.
Sentiva rumori continui, sopratutto perché i coniugi Gold litigavano fino a tarda notte.
Sirius non poté fare a meno di sentire la loro discussione, così smise di agitarsi e restò in ascolto.
«Credi davvero che sia stata una buona idea? Rifiutare la richiesta di Albus Silente? Voleva soltanto offrirti la cattedra di Astronomia, ti avrebbe fatto bene insegnare, non fai altro tutto il giorno. Bacchetti tutti e credi di essere il genio della situazione. D'altronde il preside ti ha dato la possibilità di infastidire altre persone.»aveva detto Noah, ridacchiando alla fine.
«Il docente attuale è più competente.
E poi non voglio mettere in difficoltà Megan, non credo sia la cosa migliore. Piuttosto, tu sei stato pessimo con quel ragazzo.»
«Io? Tu l'hai messo a dormire in quel ripostiglio!»
«Tu l'hai umiliato più volte stasera, hai addirittura fatto battutine sulla condizione di suo fratello.»
Sirius sentì che qualcuno sbatteva forte una tazza sul tavolo.
«Attenta, stasera non è il caso di provocarmi.»
«Altrimenti? Che fai? Mi getti la tazza addosso? Non credo! Vuoi frantumarla?Bene!»
Sirius sussultò, perché stavolta udì la tazza spaccarsi.
«Ecco, sei contento? Che diavolo fai?»
Il ragazzo si alzò dal letto, avvicinandosi alla porticina: Ariana aveva emesso un gemito di dolore, accompagnato da un colpo secco, uno schiaffo.
«Sei impazzito?»la voce della donna si alzò notevolmente.
Sirius non ascoltò più: uscì dal ripostiglio del sottoscala, e si fiondò in cucina, scalzo e con i capelli in disordine.
«La smetta! La smetta!»urlò guardando Noah che alzava di nuovo la mano, contro Ariana.
«Non impicciarti.»rispose l'uomo diventando rosso in viso.
Sirius strinse la bacchetta tra le dita: fissava la gota della madre di Meg diventare viola.
Non poteva sopportare di vedere una donna maltrattata.
«Torna a dormire, Sirius.»gli consigliò Ariana, abbassando lo sguardo.
«Perché? Così la picchierà ancora?»
«So difendermi.»la donna incrociò le braccia.
«Non me ne vado.»esclamò Sirius con fermezza, piazzandosi davanti Ariana, come uno scudo.
«Vuoi prenderle anche tu?»
«Ci sono più che abituato, signore.»disse Sirius freddamente, continuando a stringere la propria bacchetta, ma Noah fu più veloce.
Nella sua testa tutto stava girando, troppo veloce.
Gli tornarono in mente tutti i ricordi più spiacevoli della sua infanzia... quando suo padre gli spezzò la caviglia con una pressa di metallo; sua madre gli provocò una lesione quasi letale del nervo ottico, quando aveva dodici anni.
Rimase in ospedale per due settimane, senza ricevere visite.
Le immagini e il 'crack' delle ossa rotte risuonavano nella sua testa come un incubo troppo reale.
Sirius non riusciva a reagire, così incassò il pugno barcollando leggermente.
«PAPÀ! Che hai fatto?!»
Megan era in piedi, guardava Sirius tenersi il viso, e poi spostò lo sguardo da suo padre a sua madre.
Ariana chiuse gli occhi, stringendo le labbra, stizzita.
Noah sospirò, diede un bacio in fronte alla figlia (che parve essere congelata), e poi salì nella propria stanza.
«S-Sirius, siediti. Tu prendi del ghiaccio, fai presto.»
Megan si smosse appena in tempo, perché sua madre si stava innervosendo.
«Da' a me, Sirius fammi vedere.»
Ariana premette forte i cubetti di ghiaccio sullo zigomo del ragazzo, che fece una smorfia di dolore.
«Ora ti metto un po' di Arnica, e andrà tutto bene, okay? Guarirà in poco tempo.»
«A-Anche tu... mamma... hai un livido-»balbettò Megan.
«Non preoccuparti per me, ora devo far sparire questo suo brutto livido.
Grazie, comunque, Sirius, non avresti dovuto, ma grazie.»
Megan capì cos'era successo e prese la mano del suo ragazzo, portandosela al volto.
«Megan, non perdere altro tempo, prendi la roba di Sirius e portala in camera di Remus e James, si stringeranno.»
Megan e Sirius non potevano credere alle proprie orecchie.
«D-Davvero?»
«Muoviti e non svegliare gli altri.»la incalzò la madre continuando a tenere premuto il ghiaccio.
Megan non se lo fece ripetere due volte, corse nel ripostiglio, prese alcuni vestiti del ragazzo, le scarpe  e lasciò lì il resto del baule perché era troppo pesante.
Salì al piano superiore, aprì la porta della camera degli ospiti.
James russava come un dannato e Remus aveva il respiro pesante.
Megan poggiò le cose di Sirius sulla scrivania, rischiando di inciampare nelle scarpe di Remus e di finire sul letto di James.
«Meg! Spostati!»sussurrò Ariana che era salita con Sirius. «Ti fa male?
Se ti gira la testa dimmelo! Megan! Spostati, deve stendersi!»
«Ma dove?»domandò Sirius: nella stanza c'erano solo due letti.
Ariana puntò la bacchetta accanto al letto di James: i letti dei due ragazzi si spostarono verso la finestra, lasciando lo spazio a un altro letto.
«Stenditi, e se hai nausea fammi svegliare! Meg! Adesso salutalo che deve riposare.»rispose Ariana uscendo dalla stanza.
Megan si voltò verso Sirius, e gli diede un bacio sulle labbra.
Avrebbe voluto approfondire di più quel bacio, mettersi su di lui e stargli vicino tutta la notte...
E poi le venne un'idea.

Grimmauld Place n°12 (Meg)
«C-Che cosa?»
Harry ha una lacrima che gli riga la gota, e gli trema la voce.
«Da quanto sei qui?»sorrido avvicinandomi al ragazzo.
Harry indietreggia, e i suoi occhi verdi diventano ancora più lucidi.
Merda! Non ci voleva!
Non voglio far soffrire Harry, non volevo che scoprisse tutto così...
«Harry, perché non ti siedi? Avanti.»gli tendo la mano, ma Harry rimane immobile.
«Io vado. Devo andare a lavoro.»la voce di Dora si fa più stridula e mi accorgo di averla ferita.
Forse è stato meglio così: Remus dovrà chiarire con lei, e magari smetterà di farla star male.
«Tonks... Non ce l'ho con te... volevo solo...»
«L'ho apprezzato. Almeno sei stata sincera. Ci vediamo.»
Io e Harry rimaniamo in piedi a fissarci, ho il test di gravidanza tra le dita.
«Eri incinta?»
Annuisco abbassando lo sguardo, e sento qualcosa di strano, come una stretta al polso.
Strano.
«Non me l'hai detto.»
«Non me lo ricordavo, non te l'ho detto subito perché...Harry! Che cazzo fai?»
Harry mi spinge, entrando nella camera di Sirius, e comincia a frugare nella mia scatola.
«E queste? Cos'altro devo sapere? Avanti!»
Il dolore si sposta anche al braccio, cerco di nasconderlo, anche se è difficile.
«Dov'è? Dov'è vostro figlio?»Harry urla e svuota la scatola, spargendo le lettere sul letto. «C'è un indirizzo? Qualcosa?»
«Non è mai nato. È morto con me.»rispondo reprimendo una smorfia di dolore, il braccio continua a farmi male.
Gli occhiali di Harry sono sporchi e hanno delle gocce sui bordi a causa delle lacrime.
«Si sarebbe dovuto chiamare come te, Harry...»
Harry sospira e si ferma, poi si siede sul pavimento, riesco quasi a percepire la sua disperazione.
«Avevo pensato di portarti dai Weasley, saremo andati insieme a Hogwarts. Volevo aiutarti ad andare avanti come sto facendo io...e mi ritrovo a scoprire questo...e poi altre cose sul conto di Remus Lupin.»
Mi siedo sul pavimento accanto a lui.
«Non ricordavo di essere madre.»comincio, ma i suoi occhi continuano a essere lucidi.
«Perché vostro figlio non è sopravvissuto con te?»
Rimango zitta, ragionando sulla questione.
«Insomma, Silente avrebbe-»
«Ecco. Silente.»esclamo.
Harry si tocca i capelli, e poi tira su  sul naso: mi prende la mano.
«Non mi hai scritto.»sussurra.«Neanche una lettera.»
«Neanche tu.»
Ci guardiamo ancora, e scoppiamo a ridere.
«Silente non ha tutti i torti, non smetti mai di stupirci.»commenta Harry appoggiando la testa sulla mia spalla.
«Sei stato con lui?»
«Mi ha portato dai Weasley, poi è andato via. Novità: abbiamo un nuovo insegnante di pozioni.»
«Eh? E Severus?»domando facendolo alzare.
«Calmati! Lui diventa il docente di Difesa contro le arti oscure.»
«Chi sarebbe questo nuovo idiota? Insomma Severus è un gran bastardo, ma è il più bravo in materia di pozioni. Neanche tua madre era così brava, e lei era una delle più brillanti, se non la più brillante studentessa della sua età.»
«Horace Lumacorno.»
«Aspetta, che? Lumacorno? No, dimmi che è uno scherzo!»esclamo.
«Conosceva Regulus. Conosceva mia madre.»
«È stato il mio insegnante di pozioni. Che incubo!»mi porto le mani alla fronte, fingendo di essere avvilita, e Harry soffoca un paio di risate.
«Oh! Quasi dimenticavo.»Harry fruga nella tasca della felpa color lampone che indossa, e mi porge una pergamena.
«I risultati dei tuoi esami, per evitare che altri si insospettiscano. Silente ha convinto tutti gli esaminatori che li hai affrontati subito dopo la fine della scuola, con la sua personale supervisione.»
«Grand'uomo, Silente!»rispondo imitando il vocione di Hagrid.
«Allora?»
«Tutti "Eccellente". Peccato che è una farsa, i miei veri risultati sono un po' più bassi.»
«Non dirlo a Hermione: lei non ha avuto il massimo in tutto!»mormora Harry divertito.
«In ogni caso penserebbe al nepotismo, letteralmente!»
Mi sforzo di sorridere, ma una fitta alla spalla mi pervade e non riesco a non emettere un gemito di dolore.
«Cos'hai?»chiede Harry avvicinandosi di più.
«S-Sto bene, stavo solo...»
Devo inventarmi una scusa, velocemente!
«Solo?»
«Immaginando la faccia che farà la Umbridge quando verrà licenziata!»
«Ehm... non c'è stato bisogno di licenziarla.»ghigna Harry.«Ho fatto in modo che sparisse.»
Dopo il racconto di Harry, mi rendo conto che Hermione non è così ingenua come vuole far credere.
«Ha attirato quella brutta megera nella foresta? E poi i centuauri le hanno spezzato la bacchetta? Ha perso tutti gli incarichi al Ministero? Beh un ottimo lavoro.»
«Già!»sorride Harry.

Flashback
«Sei pazza?»
Sirius stava sussurrando cercando di non svegliare nessuno.
«È un'ottima idea. Lì non ci verranno a cercare!»rispose Megan.«Vuoi stare un po' da solo con me, o no?»
Sirius sorrise, e annuì.
«Smaterializziamoci fuori di qui!»
«Non lo sai fare! O almeno non bene!»
«Ci sei tu.»
«E se ti spacchi?»
«Rimetterai insieme i pezzi.»sorrise la ragazza tirando fuori dal letto Sirius.
«Nel garage? E c'è spazio?»chiese lui.
«Fidati di me, va bene?»
La materializzazione fu un po' spiacevole per Meg, sentiva le viscere contorcersi.
Comunque i due arrivarono a destinazione in poco tempo, nonostante il senso di nausea generale.
Il garage era molto più grande di come Sirius se l'era immaginato. Oltre la macchina rimpicciolita, c'era un piccolo bagno e poi un materasso che sembrava essere stato pulito.
«Tua madre non scherzava: aveva seriamente pensato di mettermi qui a dormire.»mormorò Sirius ridendo.
Meg sentì il cuore batterle fortissimo all'improvviso: era arrivato il momento.
«Dovresti bloccare l'entrata, e lanciare un Muf-»
Meg non concluse la frase, perché Sirius già aveva agito, e ora appoggiava la bacchetta su un mobile vecchio e un po' scheggiato accanto al materasso.
«Fatto.»esclamò, cingendo i fianchi di Megan.
«Aspetta! Devo andare in bagno.»nervosamente Megan si liberò e si chiuse nel piccolo bagno osservandosi allo specchio.
Non riusciva a capacitarsi che stava per succedere, eppure lo voleva così disperatamente.
La porta del bagno si aprì, rivelando il ragazzo, che non aveva più la maglietta.

Sirius prese in braccio Megan, facendo aderire i loro corpi, poi la adagiò sul bordo del lavandino.
Megan continuò a baciarlo, e Sirius nel frattempo con una mano arrivò all'intimità della ragazza, la quale gemeva mordendogli di tanto in tanto il labbro inferiore.
Sirius le sfilò le mutandine, rimettendo nuovamente la mano in mezzo alle gambe di lei.
Megan gli strattonò leggermente i capelli, e quando Sirius si fermò, rimase confusa.
«Perché ti sei fermato?»chiese senza fiato.
Sirius non disse nulla, tirò giù i propri pantaloni gettandoli sulla maglietta; poco dopo il ragazzo spogliò definitivamente Megan, baciandole il petto, mentre lei restava immobile respirando in modo irregolare.
«Togli...»Megan non continuò la frase, si limitò a indicare la biancheria di Sirius.
«Lascio a te l'onore.»rispose lui sorridendo e fermandosi.
Timidamente Megan tirò giù l'intimo di Sirius, osservando il rigonfiamento in mezzo alle sue gambe.
Sirius la prese nuovamente in braccio, facendo aderire le loro intimità, e stavolta portò la sua ragazza sul materasso, continuando a baciarla.
«Non l'ho mai fatto.»sussurrò Megan a un certo punto.«Lo so che lo sai però volevo ricordartelo».
«Nemmeno io... nemmeno io ho mai fatto l'amore prima d'ora... l'amore vero, almeno.»
Megan accarezzò il viso del suo ragazzo... in quel preciso istante giurò a se stessa che non si sarebbe concessa a nessun altro, ma solo a Sirius.
Era lui quello giusto, quello di cui fidarsi ciecamente, quello che non l'avrebbe fatta soffrire.
Sarebbe stato la sua prima volta, in tutti i sensi.
«Ti amo...»
«Ti amo anch'io, Meg.»
Megan divaricò maggiormente le gambe, e Sirius entrò in lei.
Una piccola lacrima scese da un occhio di Megan che, cercando di non pensare a quel dolorino fastidioso, ricominciò a baciare Sirius, fino a sentire solo piacere.
Le mani dei due erano intrecciate, i loro corpi un tutt'uno.
Nulla poteva dividerli, davvero nulla.

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