Capitolo ventitré
Quando uscirono fuori, il motorino di Abel era fermo davanti al cortile.
Dopo aver indossato al volo una felpa blu e un paio di pantaloni larghi, Nolan strinse la mano del compagno.
Abel allungò un braccio per passargli il casco.
Lo prese tra le mani, mentre infilava il suo.
Il maggiore si girò lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra per poi salire in sella.
Nolan si morse il labbro salendo dietro e circondandogli, il minimo indispensabile, la vita con le braccia.
L'altro gli afferrò i polsi tirandolo più avanti, fino ad aderire completamente alla sua schiena.
-"Mi dici dove andiamo?"- chiese Nolan appoggiando il mento sulla schiena del compagno.
Lo vide sorridere, per poi scuotere il capo mettendo in moto e infilandosi nel traffico.
L'aria fredda faceva chiudere gli occhi al più piccolo che si strinse al corpo caldo di Abel.
Arrivati, qualche minuto dopo, parcheggiarono.
Gli occhi di Nolan vennero coperti dalla mano del biondo.
-"Dove siamo?"- chiese cercando di sbirciare.
Abel l'afferrò per i fianchi dolcemente camminando alle sue spalle.
I piedi affondarono nella sabbia.
-"Ma.."-
Nolan spalancò gli occhi notando dei piccoli cuscini rossi al centro della spiaggia, con delle coperte bianche e delle candele che andavano a creare la forma di un cuore.
-"Ti piace?"-
Non seppe cosa dire.
-"Hai fatto tutto questo per me?"-
-"Per noi"-
Si avvicinò posando le labbra su quelle di Nolan.
-"Vieni"- sussurrò staccandosi con uno schiocco.
Nolan si sdraiò sui cuscini appoggiando la testa sulla spalla del compagno, mentre gli accarezzava e giocava con le sue ciocche di capelli.
Il veterinario chiuse gli occhi beandosi di quelle dolci attenzioni.
-"Abel?"- lo richiamó alzando i suoi piccoli occhi.
-"Dimmi"- sussurrò sorridendo.
-"Valgo qualcosa per te?"- il cuore cominciò a battere velocemente.
-"Vali eccome"- lo baciò sulla tempia.
-"Ti fidi di me?"-
-"Certo"- sussurrò Nolan.
I suoi occhi vennero velati dall'incertezza e dal dubbio.
Abel sfilò la maglietta mostrando un fisico perfetto.
Ogni cosa era al posto giusto, tutto così proporzionato.
-"Che fai?"- sorrise timidamente.
-"Vieni.."- iniziò a correre verso l'acqua.
-"Sei pazzo!?"- esclamò correndo dietro al ragazzo.
-"Dai.. spogliati"- sussurrò al suo orecchio afferrando l'orlo della maglietta sfilandola sensualmente.
Nolan imbarazzato, si tolse anche i pantaloni seguendolo in acqua.
Era così calda.
Il volto di Abel era imperlato di piccole goccioline ed illuminato dalla luna chiara.
Portò entrambe le braccia davanti al petto, come se volesse abbracciarsi da solo.
-"Potevi dirmelo"- mormorò il biondo.
-"Che cosa?"- si accigliò.
-"Che volevi un abbraccio"- emerse lentamente dall'acqua.
-"No è che...."- imbarazzato cercò di indietreggiare.
-"Vieni qui"-
Abel lo strinse tra le braccia prendendo un respiro ed entrando completamente dentro l'acqua.
Quest'ultima arrivava al limite del suo collo.
Nolan sentì una della mani del compagno, risalire lungo la schiena, gli accarezzava le spalle, il torace e salì lentamente alle clavicole.
Sfiorò il suo piede mentre il castano trattenne il fiato.
La mano si fermò al centro dello stomaco, poi si abbassò fino a sfiorare la sua intimità.
Nolan boccheggiò.
-"L'hai mai fatto in acqua?"- prese tra le labbra una porzione di pelle del suo collo.
Rabbrividí.
-"M-mai.."-
Abel strinse i testicoli, stuzzicandoli leggermente.
Nolan gettò la testa all'indietro esponendo la pelle del suo collo.
Spalancò la bocca oscenamente avvertendo il sesso turgido dell'altro sulla gamba.
Agganciò le gambe alla vita del compagno.
I boxer ormai galleggiavano tra le acque chiare.
Portò la mano al sesso indirizzandolo verso la fessura stretta e calda di Nolan.
Sussurrò di piacere.
Abel rubò quel sospiro con un bacio passionale.
Successivamente lasciò una scia di baci tra il collo e la mandibola del compagno che gemette incontrollabile, sentendo la virilità possederlo completamente.
-"Di più.."-
Spinse con più forza sentendo le gambe tendersi così come i muscoli.
Afferrò tra le mani le natiche di Nolan, spingendosi in profondità rilasciando il seme caldo dentro di lui.
Il respiro si fece pesante.
-"Mi dispiace.."- sussurrò.
-"Che succede?"- chiese il minore con un peso al cuore.
-"L'abbiamo fatto senza.."-
-"Ti da fastidio?"- gli occhi tradirono la sua voce sicura.
-"Affatto. Faccio l'esame ogni quattro mesi"-
-"Pure io."- sorrise.
-"È stato perfetto"- aggiunse Nolan.
Il compagno rimase dentro di lui ancora per qualche minuto.
Sentì la pelle dell'altro rabbrividire, così lo abbracciò fortemente, lasciandogli un tenero bacio sulla spalla.
-"Quanta gente!"- esclamò Joel.
Malik passò un bicchiere al ragazzo sorridendo.
Lasciò scorrere lo sguardo sul suo corpo.
I capelli erano racchiusi in un bennie rosso mentre le spalle erano strette in un maglione nero.
-"Di questo passo non arriveremo a domani"- concretò il colombiano. Sentiva la testa girare.
Faceva troppo caldo in quel piccolo locale.
Joel stava ballando sensualmente.
Lo strinse a sé portando le mani al sedere, incredibilmente provocante, del minore.
Lo sentì ansimare al suo orecchio.
Deglutí forte.
-"Vieni"-
Presero posto su uno sgabello del bancone, mentre il cameriere riforniva velocemente di stuzzichini le ciotole vuote attorno a loro.
-"Cosa vi porto?"- chiese il barman.
-"Qualcosa di forte"- sospirò Joel.
Annuì riempiendo il bicchiere con dello scotch di ottima qualità.
-"Tieni"- lo servì.
Bevve tutto d'un fiato.
-"Vacci piano, piccolo"- posò una mano sulla sua gamba.
-"Penso di aver raggiunto il limite"- singhiozzò sentendo la testa scoppiare.
Le guance arrossate e gli occhi lucidi, fecero sorridere Malik.
-"Vuoi andare a casa?"-
-"Mmm..."- borbottò.
Lo sollevò accompagnandolo all'esterno.
Si sedettero su una piccola panchina non lontana, da dove avevano parcheggiato la macchina.
Lasciò scivolare il capo sulla spalla del maggiore sospirando.
-"Sai che mio padre è stato ucciso?"-
-"Me lo avevi accennato"-
Lo strinse mentre Joel affondava la testa sul suo petto.
-"Io l'ho visto"-
Malik si accigliò.
-"Ho visto l'assassino"- sollevò lo sguardo incatenandolo al mare limpido del compagno.
-"Oggi è stato l'anniversario della sua morte"-
Una lacrima amara cadde sulle goti arrossate.
-"Amore, perché non lo hai detto alla polizia?"-
-"Non sarebbe cambiato nulla. Comunque nessuno avrebbe riportato indietro mio padre. La mia vita quel giorno finì"-
-"Cos.."-
-"Lascia stare"- si sollevò.
-"Parlami. Raccontami"-
Afferrò il viso del giovane asciugando le lacrime che cadevano incontrollate.
-" Scappa. Mi aveva detto papà"- singhiozzò.
-"Ricordo ancora le scarpe dell'assassino sporche del sangue di mio padre. Ricordo la sua voce, il profumo che sprigionava."-
Puntò lo sguardo sul suo.
-"Ricordo gli occhi chiari"-
-"Il rumore del colpo che lo colpì"-
Malik deglutí.
Spruzzi di ricordi passati fecero capolino nella sua mente.
-"Ricordo.."-
-"Basta"-
Tappò le orecchie sentendo il rumore dei bombardamenti.
-"Per favore"- sussurrò.
Salvati.
-"Malik!"-
Scosse il corpo del ragazzo che prese a tremare incontrollato.
-"Calmati"-
-"Joel, io.."-
-"Shh..."-
Raggiunse le sue labbra.
-"Va tutto bene"-
Sorrise.
Un sorriso spento, triste, privo di luce.
-"Nella mia vita ho compiuto azioni spregevoli.."-
-"Non c'è bisogno che tu mi dica niente"-
-"Ma io..."-
-"È passato ormai"-
Lo abbracciò.
Joel era confuso.
Era volubile, indeciso.
Il passato era davvero passato?
ANGOLO AUTRICE: Buonasera! Eccoci qui con il ventitreesimo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Al prossimo aggiornamento.
GIULI.
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