Capitolo venti

Scesero le scale lentamente e in quel momento, il ragazzino si schiacciò con la schiena contro il muro sgranando gli occhi.
-"Per me è una pessima idea"- dichiarò Joel, notando solo ora i vestiti fradici a causa dell'umidità e i riccioli schiacciati alla fronte del giovane.

-"Non voglio andare"- mormorò guardando i tre ragazzi negli occhi.
Evitò di soffermarsi sullo sguardo di Joel, tornando a fissare gli occhi di Camillo.

-"Vi prego!"- gridò stringendo le gambe al petto.
-"Distendi le gambe, altrimenti la ferita si riapre"- lo rimproverò l'infermiere, che aveva cercato di ricucire la lesione qualche ora prima.
-"Se la smetti di piagnucolare, forse eviterei di sbatterti in carcere seduta stante"- borbottò Joel andando ad afferrare un pacchetto di patatine.

Joseph scosse il capo più volte mentre gli occhi verdi si riempirono di lacrime.
-"Fa male"- sussurrò riferendosi alla gamba. La cicatrice che si sarebbe formata, non se ne sarebbe mai andata via.
-"È normale"- disse Camillo avvicinandosi al ragazzo per coprirlo con una coperta.
-"Sei stato anche troppo fortunato"- borbottò Joel.
-"Joel basta!"- sbottò Malik.
-"Basta? Mi spieghi perché cazzo l'hai portato qui?! Potrebbe essere un delinquente!"-
-"È casa mia! Decido io!"-

Joel sentì il sangue raggelarsi.
Gli occhi si inumidirono.

-"Giusto, è casa tua"- sussurrò afferrando il giubbotto.
-"Amore, aspetta io..."-
-"No, hai ragione. Ora vado a casa mia. Sono stanco"-
Uscì lasciando Malik con un gran senso di colpa.

Gli occhi di Camillo vennero attraversati da fiamme infuocate.
-"Usa la testa prima di parlare"-
Si avviò verso la porta.
-"E cambia la fasciatura al ragazzo ogni due ore"-
Aggiunse senza voltarsi per poi uscire.

-"Cazzo!"- sbottò sbattendo una mano sul basso tavolino.
Joseph sobbalzò.
-"E tu!"- lo indicò.
-"Si può sapere perché quella cazzo di volta hai drogato Zeno?!"-
-"Eh?"- il piccolo spalancò gli occhi.
-"Mi ricordo il tuo faccino"- l'afferrò per la maglietta.
-"Io non centro nulla!"-
-"E questi buchi cosa sono?"- puntò gli occhi sulle sue braccia.

Joseph abbassò lo sguardo.
-"Lo so! Sono io che mi drogo! Non ho mai fatto nulla al tuo amico. Lo giuro"- sussurrò mentre una lacrima scendeva dagli occhi.

Malik lo spinse sul divano, passandosi una mano fra i capelli.
-"Dovrei mandarti in un centro di recupero, altro che galera"-
-"Io sto bene così"-
-"Ti sei visto? Starai bene così? Drogandoti?"-
-"I-io..."-
-"Dio, sei già fortunato a non essere finito in prigione"-
-"Io non ho fatto niente! Lo vuoi capire? I miei mi hanno abbandonato in una cazzo di strada, e ho scelto la soluzione più facile per sopravvivere, ma mai sono andato contro la legge"-
Si alzò in piedi fronteggiandolo.
Malik si stava infiammando.
-"Senti moccioso, non mi interessa niente della tua vita, chiaro?"-
-"Allora perché sono qui?!"- sbottò esasperato.
-"Preferivi rimanere per strada?"-

Joseph non trovò la forza di controbattere.
La fasciatura si stava colorando di un rosso troppo acceso.
-"Vieni"-
-"Faccio da solo"- sussurrò avviandosi al bagno.


















Quando la coperta scivolò giù dal letto, scoprendo per metà Joel, socchiuse gli occhi guardandosi intorno.
Si stroppicciò un occhio stringendosi al corpo caldo di Camillo.
Sospirò pesantemente.
Gli occhi rossi e gonfi, erano un segno inconfondibile del pianto che aveva consumato alcune ore prima.

Si alzò toccando le piastrelle fredde che lo fecero rabbrividire.
Scese in salotto notando la luce della cucina accesa.

Una risata squillante risuonò nella piccola cucina, mentre un bicchiere cadde sul pavimento procurando altre risate.
-"Nolan?"- chiamò.
Il veterinario si voltò sorpreso di vedere l'amico in piedi davanti alla porta.
-"Joel"- sorrise.
-"Che stai facendo?"-
-"Niente.."-

"Ci sei Nolan?"

-"Con chi stai parlando?"-
-"Abel"- sussurrò.

Joel annuì avvicinandosi all'amico.
-"Joel, che succede?"- sussurrò accarezzandogli dolcemente i capelli.
-"Aspetta"-
Prese il telefono.

-"Abel, ti richiamo più tardi. No, no tranquillo. D'accordo, ciao"-

Joel si accorse del sorriso di Nolan.
-"Sei innamorato?"-
Spalancò gli occhi.
-"Cos..no! Si, dio! È così difficile!"-
L'amico ridacchiò.
-"Raccontami dai"-
-"Ma.."-
-"Niente ma"-

-"Penso di essermi innamorato di Abel"-
-"Abel?!"- urlò.
-"Shh, zitto o svegli Camillo"-
-"Scusa, scusa"-
-"Ma com'è successo?"-
-"La sera scorsa si è presentato qui dicendomi che voleva.."-
-"Aspetta, qui? Proprio a casa nostra?"-
-"Già"- mormorò.
-"E ora? State insieme?"-
-"Non ne ho idea. Ma non cambiare discorso, tu che hai? Problemi con Malik?"-
-"In un certo senso"-
-"Diciamo che ieri sera, mentre eravamo in servizio è successo che..."-
-"Joel ha paura che Joseph possa rubargli Malik"-
Entrò in cucina Camillo facendo sobbalzare entrambi.

-"Cazzo!"- Nolan si portò la mano al petto.
-"Potresti avvisare quando arrivi?"-
-"Ti mando un invito?"- rispose ironicamente versandosi del succo nel bicchiere.
-"Spiritoso"-
-"Comunque stavi dicendo?"-
-"Joseph è un ragazzo che hanno trovato ieri durante il servizio. Pare non centri nulla, è stato ferito e Malik l'ha portato a casa sua. Indovina? Joel è geloso"-
-"Non è vero"-
-"Oh sì che lo sei"- borbottò bevendo la bevanda.

Joel sbuffò sentendo il campanello suonare.
-"Chi è a quest'ora?"- chiese Nolan.
-"Vado a vedere"- borbottò Joel infastidito.

Scalzo si avviò all'ingresso, sobbalzando quando due braccia lo strinsero contro un petto grande.
-"Idiota"- sussurrò Malik, mentre il minore respirava il profumo del compagno.
-"Malik"- ricambiò l'abbraccio.
-"Mi sei mancato"-
-"Ma se non ci siamo visti per una notte"-
-"Vuoi contraddirmi?"-
Joel alzò le mani in segno di resa.

-"È arrivato il principe azzurro!"- esclamò Camillo.
-"Joseph?"- chiese.
-"Sta riposando"- disse baciando le guance di Joel.
Quest'ultimo gli baciò il collo.
-"Avete una camera libera sopra!"- sbottò Nolan ridendo.
-"Ti va di salire?"- chiese Joel al compagno.

Lo afferrò per mano portandolo di sopra.
Sbatté la porta della stanza mentre Nolan, da sotto, urlava -"Non fate troppo rumore!"-

Scoppiarono a ridere.
-"Scusa"- disse Malik tornando serio.
-"Dispiace più a me. Sono un egoista, avevo paura di perderti"-
-"Non succederà mai"-

Lo strinse tra le braccia.
-"Ti amo"-
-"Anche io"- sussurrò Joel sentendo un groppo alla gola.


Com'è strana questa ruota, gira sempre quando ormai non ti importa di nulla.
Aveva cercato la vendetta, una scelta che avrebbe potuto dargli un po'di sollievo, ma ora?
Ora Malik era diventato tutto quello che Joel non si aspettava.













ANGOLO AUTRICE: Eccoci qui! Buonasera a tutti! Come state? Ecco a voi il capitolo!
Spero vi sia piaciuto.
Fatemi sapere.

Al prossimo aggiornamento.

GIULI.

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