Capitolo undici

Malik tirò lentamente le tende della camera.
Scivolò sotto le coperte stringendo a sé il corpo del più piccolo.
Mugugnò appena sfarfallando le ciglia.
Lo guardò intensamente.
Quegli occhi, ora chiusi, avevano trapassato sia il suo cuore che la sua anima, facendolo innamorare al primo sguardo.

Joel aprì le palpebre, sentendo il cuore sbattergli in gola quando la realtà si presentò davanti a lui, chiara come un'esplosione di luce.
-"Piccolo stai bene?"- evidentemente l'aveva visto turbato.
-"Sì"-

A Joel corse un brivido di piacere lungo la schiena, quando il pollice di Malik, si mosse dolcemente sul suo zigomo.
Il cuore batteva impazzito nel petto, la testa sembrava più leggera.

Joel si sporse verso il compagno.
In un primo momento, fu un bacio lieve, dolce,  fatto di sfioramenti e sospiri contro la pelle calda.
Poi il più grande si fece più vicino.
Il castano posò le mani sul petto, aggrappandosi alla maglietta dell'altro, mentre la lingua gli sfiorava umida e morbida le labbra, chiedendo l'accesso che venne accordato.

Quando Joel sentì la lingua di Malik cercare la sua, senza fretta, ogni cellula del su corpo si perse in quella sensazione dolce e avvolgente.

Le bocche si unirono nel profondo.
-"Joel"- sussurrò.
-"Voglio fare sul serio con te. Non è un gioco"-
Lui si irrigidí.
-"Tutto bene?"- chiese premuroso Malik.
L'altro annuì appena.
-"Sicuro? Sembri teso"-

Joel sospirò mordendosi il labbro inferiore.

-"Ecco, io non ho mai avuto, si sai.... Dio è così imbarazzante!"-
Malik baciò la sua spalla nuda come ad incoraggiarlo.
-"Non ho mai avuto delle relazioni"-

L'agente sorrise.
-"Allora sarò il primo"-
Avvolse le braccia attorno al suo collo.
-"È dal primo momento che ti ho visto che avrei voluto baciare le tue labbra rosse."- confessò facendo scorrere la punta delle dita lungo la schiena.
-"Non prevedo il futuro, so soltanto che adesso mi piace averti con me, mi piace svegliarmi e trovarti nel nostro letto, addormentarmi con te, ridere, fare l'amore.."-
-"Hai detto ' nostro ' ?"- sussurrò Joel.
-"Ho detto ' nostro ' "- rispose baciandogli gli occhi umidi.
-"Ma forse è meglio se per ora teniamo nascosta la nostra relazione in servizio"- disse Joel.
-"A me basta renderti felice."-

Malik passò le dita tra i capelli color miele scuro del minore, baciandolo sul lato destro del collo.
-"Dovremmo andare al lavoro"- sospirò.
-"Non voglio"- mormorò contro le sue labbra.
-"Forza"- Joel si sollevò ridendo del piccolo broncio dell'altro.
Malik strinse tra le mani le natiche di lui.
-"Sei un maiale!"-
-"E tu sei così tenero quando arrossisci"-

Gli diede un buffetto sulla guancia prendendosi uno schiaffetto poco virile sulla mano.




























Camillo si avviò lungo il viale principale.
In dieci minuti, raggiunse la caffetteria dove aveva appuntamento con Nolan.

Si avviò al tavolo che aveva occupato l'amico, salutandolo con un buongiorno appena udibile.
-"Per quanto ancora mi terrai il muso?"- gli chiese ad un certo punto girando lentamente il cucchiaino nel cappuccino appena ordinato.
-"Non ti sto tenendo il muso"- rispose Nolan non nascondendo il leggero broncio.
-"Sei proprio un bambino"- mormorò prima di bere un sorso della bevanda.

Nolan spalancò la bocca fintamente colpito.
-"Io un bambino?"- sfarfallò le ciglia prendendo un morso della brioche alla marmellata.
-"Sei tu che mi hai svegliato con la tua cavolo di musica!"- sbottò trattenendo un sorriso.
-"Era la suoneria del telefono"-
-"E chi cavolo mette come suoneria il canto di un gallo al massimo volume!?"- urlò facendo girare alcuni clienti.

-"Ma smettila!"- sorrise Camillo.
-"Guarda tu"-  borbottò bevendo il succo alla pera che gli lasciò dei piccoli baffi.

-"Poi non saresti un bambino?"- lo rimproverò Camillo, prendendo un tovagliolo di carta per pulire le sue labbra.
-"Grazie"- disse continuando a guardare il cellulare.
-"Cosa aspetti?"- chiese notando la sua agitazione.
-"Come?"-
-"Stai controllando il telefono da quando sono arrivato"-

Arrossì.

-"Un cliente deve passare per portare a visitare un cucciolo di cane. Devo essere in clinica in orario."-
-"E chi sarebbe questo cliente?"- chiese malizioso.
-"Un ragazzo"- rispose vago.
-"Troppo bello"- aggiunse sognando.

Camillo scoppiò a ridere.
-"Sei cotto"-
-"Ma che dici!"-
Arrossì andando a pagare la colazione per entrambi.
-"Ti va di venire con me?"-
-"Piuttosto che stare in casa, più che volentieri"-







-"Sta lontano con quel coso!"- urlò Camillo salendo sul ripiano in acciaio della sala emergenze.
-"Non morde!"- rise Nolan avvicinandosi.
-"Nolan!"- urlò calciando, cercando di colpirlo.

L'amico salì sul piano, bloccandolo per poi avvicinare il piccolo geco leopardo al naso dell'altro.

Saltò dallo spavento facendo traballare il tavolo.
-"Buttalo via!"-
Nolan poggiò un piede malamente sbilanciandosi all'indietro.

-"Cazzo!"-
Delle braccia lo tennero stretto per la vita.
-"Tutto bene?"-

Il geco sfilò via dalle sue mani rifugiandosi sotto all'armadio degli attrezzi.

Voltò lo sguardo riconoscendo la voce calda e sensuale di Abel.
-"G-grazie"- rispose imbarazzato.
Le dita del ragazzo biondo solleticarono la sua pelle che rabbrividí.

-"Nolan!"- urlò Camillo ancora in piedi sul ripiano.

Si girò verso l'amico, stretto ancora da Abel.
-"È scappato!"-
-"Come? Merda!"- sbottò staccandosi mal volentieri cominciando la sua ardua ricerca.

Tyssen iniziò ad abbaiare prepotentemente.
-"È.."-
-"Tyssen"- disse Abel raggiungendo il cucciolo trovandolo disteso, mentre rivolgeva la sua rabbia al geco nascosto sotto al tavolo.
-"Gechino"- miagolò Nolan accovacciandosi per recuperare il rettile.
-"Grazie Tyssen"- lo baciò sul musetto mettendo il geco nella gabbia.

Nolan si voltò notando lo sguardo malizioso dell'amico.
-"Aspettami di là"- indicò ad Abel una stanza sulla sinistra.

Prese la mano dell'infermiere, nascondendosi dietro ad una colonna.
-"Che è quel sorriso?"-
-"Ti stava mangiando con gli occhi"-
-"Cosa? Non è vero!"-
-"Ti ha fissato il culo per tutto il tempo"-
-"Camillo! Smettila!"-
-"Ma è la verità!"- iniziò a ridere mentre Nolan lo colpiva sul braccio.

-"Vattene!"-
-"Mi cacci? Ma se mi hai inviato tu!"- esclamò con voce alta.
-"Guarda che vado a riprendere il geco!"-
Sbarrò gli occhi.
-"Lascia a cuccia quel geco"-
-"Allora va!"-

-"D'accordo, d'accordo, ma prima...."- camminó nella direzione in cui si trovava Abel.
-"Che fai?"- esclamò sussurrando.

-"Ciao sono Camillo"- si presentò porgendogli la mano.
Nolan, imbarazzato, pizzicò il fianco dell'amico.
-"Nolan"- lo rimproverò sotto voce.
-"Ti va di venire a pranzo da noi domani?"-
-"Come?"- chiese intontito.
-"È per conoscerci meglio"-
-"I-io non lo so..."-
-"Camillo non insistere"-
-"Potrai ringraziare Nolan per l'aiuto e chissà magari anche..."-
Alzò ed abbassò le sopracciglia.
-"Sei amico di Zeno, no?"-
-"Si, ma che c'entra?"-
-"Ecco, Nolan ha conosciuto sia Zeno che Malik, quindi ora dovrebbe conoscere anche te"-
-"Ma che cazzo di ragionamenti fai?"- sbottò Nolan.
L'altro sorrise.
-"Si potrebbe fare, ma dovrei vedere i turni al supermercato"-
-"Perfetto ti aspettiamo"-

Uscì salutando velocemente Nolan.
-"Scusalo"- disse imbarazzato.
-"Non sei costretto a venire"-
-"Certo che verrò!"- c'era un nota maliziosa nella sua voce.
-"Per sdebitarmi"-

Il più piccolo sentì il cuore battere velocemente.
-"Ti lascio il mio numero così mi avvisi"-
Porse il suo biglietto da visita all'altro che accettò con un luccichio agli occhi.
-"Ed ora"- sollevò il cucciolo.
-"Tyssen vieni qui"-

Il cane gli leccò il mento, mentre Nolan si lasciò andare ad una risata.
-"Adesso ci visitiamo"-










ANGOLO AUTRICE: Il capitolo è stato pubblicato.
Cosa ne pensate?
Fatemi sapere con un commento!

Al prossimo aggiornamento!

GIULI.

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