Capitolo trenta
Malik spense la luce del bagno e guardò verso letto.
Un sorriso gli comparve sulle labbra, mentre contemplava il compagno addormentato tra le coperte del letto.
La testa era reclinata all'indietro, le braccia aperte e le gambe distese.
La maglietta si era alzata fino allo stomaco e dalle labbra uscivano sospiri rumorosi.
Si avvicinò coprendolo meglio.
-"Ci sono..."- sussurrò.
Malik scosse la testa stringendo il corpo caldo dell'altro al suo.
Si voltò spegnendo la luce mentre Joel si girava tra le sue braccia.
Sbatté le ciglia un paio di volte prima di mettere a fuoco la figura davanti a sé.
Sorrise dolcemente.
-"Lo sai che sei ancora più sexy quando russi..."- disse Malik accarezzandogli il fianco sinistro.
-"Con i capelli spettinati..."- continuò risalendo con le dita fino al mento -" E le labbra socchiuse?"- terminò accarezzandogli il labbro superiore. Lo leccó tirandolo leggermente.
-"Non russo"- sospirò chiudendo gli occhi.
-"Un po' si"- sorrise baciandolo sul naso.
-"Che ore sono?"- gli chiese passando una mano tra i capelli scuri.
-"Quasi le otto"-
-"Tra quanto dobbiamo andare in ospedale?"-
-"Le visite iniziano alle nove"-
-"Dici che ce la farà?"- sospirò Joel.
-"Hai mai pensato il contrario?"-
-"Mai, ma la paura c'è. Sono due settimane che..."-
-"Lo so, piccolo"-
-"Nolan sembra distruggersi giorno dopo giorno. Ieri sera è tornato a casa ubriaco. Il suo dolore è atroce"-
Joel si strinse a lui.
Malik l'afferrò per i fianchi distendendolo sul suo corpo.
Prese a muovere le dita lungo i fianchi.
-"Malik, fermo!"-
-"Togli quell'espressione dal tuo viso! Non ti si addice"- sussurrò comprensivo.
-"Quale espressione?"-
-"Questa"-
Malik lo imitò sporgendo il labbro all'infuori.
Joel scoppiò a ridere.
-"Idiota"- lo colpì lievemente sul braccio.
-"Va a cambiarti!"- lo sculacciò.
-"Ahi!"-
-"Veloce!"-
-"Cavernicolo!"- esclamò il minore chiudendo la porta del bagno alle spalle, mentre l'altro scoppiò a ridere.
Erano un bel po' le cose che non sopportava, tra queste vi erano gli inseguimenti a piedi, per il semplice fatto che odiava sgualcire il completo che aveva indossato, ma soprattutto quando i criminali decidevano di sparare all'impazzata in mezzo alla gente e lui, ovviamente, non poteva rispondere al fuoco in presenza di civili.
Si era ritrovato nel bel mezzo della gestione di un sequestro di persone a seguito di una rapina in un minimarket londinese.
Un uomo solo era bastato per assediare il piccolo negozio e non si sa come era riuscito a sfuggire da una finestra dell'edificio, e in quel momento l'inseguimento era stato inevitabile.
Dopo aver accompagnato Joel all'ospedale, aveva ricevuto una chiamata da un agente che richiedeva soccorso.
-"Vengo con te!"- si era imposto Joel.
-"Stai con Nolan"-
-"Ma..."-
-"Niente ma."- l'aveva abbracciato velocemente.
-"Sta attento"-
-"Certo"-
Ed ora il criminale si era mischiato nel traffico delle persone che popolavano Londra in quell'ora di punta, e l'inseguimento diventava minuto dopo minuto più complicato.
Lo intravide in mezzo alla piazza, così recuperò un bel po' di metri dall'uomo che portava il passamontagna.
-"Cazzo!"- sbraitò Malik passandosi una mano tra i capelli e guardandosi attorno.
Scorse in lontananza un palazzo munito di scala antincendio, si mosse in quella direzione in fretta.
Cercò di salire velocemente, mantenendo lo sguardo fisso sopra di sé e lo vide in cima all'ultima rampa di scale.
Accelerò e lo raggiunse sul tetto.
-"Polizia! Fermo!"- urlò, ma l'uomo corse verso il cornicione dell'edificio e con un balzo atterrò sulla struttura affianco.
La distanza tra essi era minima.
I proiettili fischiavano attorno a lui.
Uno si conficcò sul muro a pochi metri dagli agenti accovacciati dietro alle macchine di servizio, sperando di colpire il bersaglio.
Malik scese le scale puntando l'arma, con sicurezza, verso l'uomo che cercava di calarsi da una scala metallica.
Sparò colpendolo, ma non a morte.
Gli agenti spensero il fuoco, avvicinandosi al malvivente.
Poggiò le braccia tese al cofano sospirando.
-"Complimenti"- gli diede una pacca sulla spalla Curter.
Vide un movimento alla propria sinistra, ruotò su sé stesso, ma prima di poter far qualcosa, Curter si accasciò a terra sentendo un forte bruciore al bicipite sinistro.
Era senza fiato.
-"Cristo!"- ansimò cercando di muoversi.
-"Sta fermo! Porca puttana ti hanno sparato!"-
Disse con voce alta. L'altro non protestò.
Non ne aveva le forze.
Sentirono, dopo qualche minuto, l'ambulanza avvicinarsi.
Malik cercò di fermare il sangue accompagnando l'agente all'interno dell'ambulanza.
Scoprirò osservando le mani sporche di sangue.
Strinse i pugni inghiottendo un nodo che si era formato in gola.
-"Uccidilo!"-
-"I-io..."-
-"Azekel! Veloce!"-
-"Malik?"-
-"Malik!"-
-"Cosa?"- si riscosse sentendo la voce del capo.
-"Stavi tremando"-
-"Sto bene"- inghiottì a vuoto.
-"Deve dirmi qualcosa?"- chiese al capo.
Notò un lampo nei suoi occhi che non seppe decifrare.
-"Abel è peggiorato"-
-"Cosa?"- sussultò.
-"Lo stanno portando in terapia intensiva. La febbre si è alzata notevolmente, mentre il battito cardiaco è troppo irregolare"-
ANGOLO AUTRICE: Buonasera a tutti! Dopo qualche giorno di assenza, ecco a voi il capitolo.
Spero possa piacervi.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate con un piccolo commento.
Un bacio.
Al prossimo aggiornamento.
GIULI.
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