Capitolo quarantacinque

-"Prendiamo le nostre cose ed entriamo prima di congelare"- disse Malik andando verso l'auto e aprendo il portabagagli per prendere le borse da viaggio che avevano portato.
-"Voi occupatevi della spesa"- disse a Zeno e Joseph che, seduti in macchina, si stavano baciando.
Sbuffarono prendendo la spesa e raggiungendo i ragazzi nell'abitazione che avevano affittato per quel weekend.

Si guardarono attorno trovandola stupenda.
Il salotto e la cucina erano un unico ambiente. Alle loro spalle vi era posizionato un tavolo da pranzo accanto ad una finestra scorrevole.
-"Lui non ce l'ha fatta?"- chiese Zeno a Nolan.
-"Arriverà più tardi...forse..."- sussurrò con voce delicata.
Perso tra i suoi pensieri si risvegliò solamente quando il ragazzo accanto a lui gli diede una pacca sulla spalla, sorridendo appena come ad incoraggiarlo.

Nolan vide che i suoi amici si stavano dando da fare così portò qualche busta della spesa nella piccola cucina.
Il camino sotto le scale era già acceso, tutto sembrava perfetto se lui non fosse stato a pezzi per la mancanza di Abel.

-"Dove mettiamo i bagagli?"-
-"Andiamo a dare un'occhiata alle stanze"- disse Zeno salendo le scale a chiocciola.
Quella piccola casetta era stata affittata qualche settimana prima e distava poche ore da Londra.

Camillo seguì il gruppo scegliendo una stanza singola.
Si avvicinò a Nolan posandogli un braccio attorno alla vita.
-"Non chiedermelo"- sussurrò Nolan sedendosi sul letto da una pizza a mezza.
-"Non l'avrei fatto"- si inginocchiò davanti al più piccolo.
Camillo riusciva sempre a calmarlo, così anche quando decise di avvolgerlo tra le sue braccia lasciando che quelle lacrime trattenute per troppo tempo uscissero allo scoperto.









-"Prepariamo qualcosa per cena?"- domandò Malik sollevandosi lentamente dal divano.
-"Della minestra di zucca può andare bene? Sto morendo di fame"- gli altri ragazzi assentirono mentre Joseph continuava a sgranocchiare dei biscotti al limone e di tanto in tanto giocava con qualche ricciolo dei suoi capelli.

Joel raggiunse il compagno che stava salando la minestra prima di adagiarla con cura nei piatti.
-"Che buon profumino"-
-"Ancora qualche minuto ed è pronta"- sorrise Malik baciandolo velocemente sulla tempia.

Il rumore del motore di una macchina fece voltare lo sguardo di Malik alla finestra.
-"È Abel?"- chiese Nolan avvicinandosi.
La porta si aprì rivelando la figura del ragazzo infreddolito.

Si voltò verso di lui sentendo il cuore in gola ed una strana sensazione al petto.
-"C'era molto traffico, scusate il ritardo"- disse poggiando il cappotto all'entrata.
Andò in salotto abbracciando Zeno che lo aspettava.
-"Sono felice che tu sia qui. Lui si sente in colpa"- disse riferendosi a Nolan.
-"Non ne voglio sapere più nulla, scusami"- lo superò salutando gli altri.

Nolan lo vide parecchio rilassato in quel momento, sospirò attirando la sua attenzione.
I loro occhi si incontrano per qualche minuto, poi Abel decise di salire le scale per potersi sistemare in una della sette stanze della casa.
Poggiò il borsone sul letto affacciandosi alla finestra della camera.
Gli piaceva stare in silenzio a guardare la pioggia che ora scendeva da dietro il vetro della finestra appannata. Sentiva il suono delle gocce che arrivavano al suolo e lo aiutavano a rilassarsi.
Questi temporali gli facevano pensare che anche il cielo ogni tanto si rompeva il cazzo di essere troppo sereno.

Non sapeva cosa stava succedendo, non sapeva come si sentiva, era in mezzo a troppi pensieri, troppi vuoti.

Sobbalzò sentendosi solleticare lungo il fianco e si girò notando la rosa rossa che Nolan gli porgeva.
-"Che cos'è?"- chiese scioccamente.
-"Una rosa"- provò ad accennare un sorriso.
-"Che significa?"-
-"Credo che questo fiore rappresenti l'amore"-
-"Una cosa che è venuta a meno tra noi"-
Lo gelò superandolo e mettendosi a sedere.
-"Lo so che ciò che dirò non varrà nulla, e che non merito di..."-
-"Quindi? Cosa vuoi?"- lo interruppe ferocemente.
-"Ti ho chiesto scusa, ho promesso che non sarebbe più successo, ma a te non basta! Cos'altro dovrei fare?!"- singhiozzò gettando con rabbia la rosa sul letto.
-"Forse abbiamo corso un po'troppo, ecco il problema"-
-"C-cosa? E tutti quei 'ti amo' che ci siamo detti? Cos'erano?"- sussurrò.
-"Non lo so! D'accordo? So solo che non voglio più passare il mio tempo con te, non dopo ciò che fai fatto!"- concluse in un mormorio.

Nolan abbandonò le braccia lungo i fianchi e lo guardò in silenzio sentendo una pugnalata al cuore in quel preciso istante.
-"Dici davvero?"-
-"Io vorrei rimanere solo..."-
-"Certo... capisco..."- disse solamente. Gli passò accanto uscendo dalla stanza.
Abel guardò la rosa sul letto. In quel momento non ci credeva più all'amore.



















Joel se ne stava sdraiato su un fianco accanto al compagno, mentre con una mano passava leggere le dita su un suo tatuaggio: una fenice dai colori brillanti.
-"Cosa significa?"- alzò la testa mentre Malik continuava a seguire il movimento delle sue dita.
-"È il simbolo del coraggio"-
Joel gli sorrise e l'altro contraccambiò.
-"Quando l'hai fatto?"-
-"Dopo essere uscito dal traffico di armi"- sussurrò passandogli una mano tra i capelli.
Joel lo baciò sul petto spostandosi sul suo corpo.
-"Ho paura"- mormorò baciandogli il mento.
-"Di cosa?"- domandò accigliandosi.
Drizzò la schiena ritrovandosi a cavalcioni su di lui.
-"Che un giorno te ne pentirai"- mormorò distogliendo lo sguardo.
-"Di avermi dato una seconda possibilità"- sul volto del compagno comparve un'espressione indecifrabile.
La sua mano si spostò alla gola di Joel afferrandolo delicatamente.
-"Sei la scelta più giusta della mia vita, la mia unica certezza"-

Trovò le labbra del compagno. Erano così morbide, riuscivano a calmarlo ed eccitarlo contemporaneamente.
Lo attirò a sé.
Quei baci lenti e strazianti erano la sua droga, si stavano assaporando dolcemente.
-"Non voglio mai più litigare"- sussurrò Malik sulle sue labbra.
-"Mi fa star male. Mi fa sentire debole nell'anima e nel corpo. Non voglio stare lontano da te nemmeno un minuto."-

Joel sorrise con gli occhi lucidi lambendo le sue labbra.
-"Ti amo"- ed era una promessa.










ANGOLO AUTRICE: Eccoci qui con un nuovo capitolo! Spero possa piacervi!

Al prossimo aggiornamento!
Un bacio.

GIULI.

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