Capitolo 26: vive in ognuno di noi

Celeste andó a dormire accompagnata da una strana quiete.

Guardó negli occhi suo padre, che con gli occhi strabordanti di lacrime e il viso compresso dal vetro osservava la scena accennando un saluto e Celeste con un mezzo risolino appena accennato, ricambiò il cenno di mano e si coricò.

Celeste: Buonanotte Mattia, a presto... Ciao Sam, racconta la nostra storia, a qualcuno servirà!

In quel momento le parole di Celeste sembravano del tutto irragionevoli ed ambigue.

Inaspettatamente, i suoi ricordi sembravano esser riaffioriti; ma la pace che si intuiva dal suo volto, scagionò tutti i dubbi e le titubanze.


Celeste, quella mattina non si sveglió. Celeste Megritt, quella mattina esalò il suo ultimo respiro...

"Arresto cardiaco"

Ci svegliammo con una coltre di medici affaccendati nel trasportarla d'urgenza.

Non ci fu nulla da fare, la morte ebbe la meglio...

Se riesci ad ingannarla una volta, al secondo giro non hai più vie d'uscita, ti resta soltanto il privilegio di concederti ad essa...

Mattia, rimase lì, impietrito dinanzi allo scorrere del tempo; persino il mio strepitante pianto non  scaturí nessuna reazione.

Sarebbe potuta scoppiare una battaglia dinanzi ai suoi occhi e lui sarebbe rimasto inerte intento a contemplare il suo dolore tacitamente.

Manteneva lo sguardo fisso sul cuscino vuoto e lo accarezzava delicatamente immaginando la testa di Celeste ancora appoggiata lì.

Mattia ha sempre avuto difficoltà nell'elaborare il lutto; quando nostro fratello morì, continuò a parlare con la sedia vuota per mesi e non aveva intenzione di sentire ragioni.

Quando si ammalò la situazione non fece che peggiorare; assimilava il dolore con ira oppure con mutismo, senza accettare il conforto di chi gli era vicino.

Sam: La immagino libera, intenta a correre nel più sconfinato verde; credo che lei abbia guadagnato il brio della libertà di cui la sua triste e sventrata vita l'ha privata.

Mattia: Cele non preoccuparti, tornerò da te e stavolta sarà per sempre...

Mattia sussurrò queste parole riferendosi allo sgombro cuscino... Parole più logoranti dell'acido e più perforanti di una lama.

Mattia: ti sei nascosta da me tante volte ma questa volta non riuscirai a fare tana.

Lui continuava a parlare con qualcosa di immaginario e io mi sentivo impotente dinanzi ad una sorda e tacita richiesta d'aiuto.

Sam: forse è colpa mia, forse doveva andare cosí, forse sotto quel telo bianco ci sarei dovuta essere io...
Mattia: voleva raccontassi la nostra storia; fallo e Celeste non sarà morta per nulla...Scrivi di noi, scrivi di un amore sfortunato, di un'amicizia improvvisata e di tre teste dissennate. Così Celeste vivrà in ognuna delle persone che leggeranno di lei.
Sam: e come dovrei intitolarla?
Mattia: Borderline ma non la mia malattia, ma bensì, il significato letterale: "linea di confine" quel confine che nessuno di noi si è mai imposto.

Spero che da Celeste voi possiate imparare che la morte non è nulla se hai vissuto oltre ogni limite, spero che da me possiate aver appreso che non è importante la caduta quanto l'atterraggio e da Mattia che l'amore sopravvive a tutte le intemperie, persino, alla morte.

Buon viaggio Celeste...

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