Capitolo 24: sindrome di Stoccolma

Mattia era lì fermo, inerme, completamente assolto nell'osservare Celeste assopirsi.

Mattia: è così bella...

Mentre,lui scrutava attentamente ogni minuzioso dettaglio del volto dormiente di Celeste, la sua espressione che, dapprima sembrava essere appagata e completamente cullata tra le braccia di Morfeo, iniziò a presentare dei segni di angoscia e smarrimento.

Cele: no ti prego, non uccidermi, te ne prego, lasciami andare! Non farmi del male!!

Celeste iniziò a divincolarsi tra le lenzuola e a dimenarsi nel sonno.

Finché non aprii gli occhi, e ritrovando, ad osservarla, lo stesso volto dell'assassino in sogno; non strepitò dalla paura e si attutí tra le braccia più vicine, le mie.

Cele: mamma, lui ha cercato di uccidermi, non mi lasciare mai più sola.
Sam: mamma? Oh no, mio dio, non sono tua madre... Celeste io sono Samantha, sono tua amica, abbiamo avuto un incidente e hai sbattuto violentemente la testa, perciò ti sembra tutto così inusuale!
Cele: io non devo parlare con gli sconosciuti, parlerò solo con mia mamma oppure mia nonna.

La forte contusione provocata dallo scontrò, riportò alla mente tutti i traumi vissuti in tenera età; di conseguenza Celeste si ritrovò a vivere tutte le paure e i fantasmi della sua infanzia.

Mattia: non vuole neanche vedermi... Associa il volto del suo violentatore al mio, eppure, io non la malmenerei neanche sotto tortura.

Un dottore di turno, molto più giovane e gentile, ci interruppe ancora una volta per una breve ma fondamentale precisione:

Dottore: scusi l'interruzione, forse il mio collega ha omesso un particolare, adesso il cervello, della paziente in questione, si ritrova a vivere una determinata età ma il giorno dopo potrebbe anche  vivere e percepire le sensazioni della sua adolescenza. Se davvero tenete alla signorina Celeste vi pregherei, per ora, di accompagnarla e assecondarla durante questo tormentato ed insidioso viaggio nel passato. Buona serata!

Mattia si addormentò su una sedia, poco discostante dalla barella sulla quale era coricata Celeste; rischiando di ricevere una sberla oppure un grido di paura al suo risveglio...

Cele: ben svegliato! Volevo prepararti la colazione ma non so con precisione dove mi trovi, ma mi fa piacere vederti qui...
Mattia: Celeste, ti ricordi di mee?
Cele: certamente sciocchino, sei il mio rapitore, come non potrei? Ho un debole per te anche se mi fai tanto male, ma infondo lo capisco...
Mattia: oh cazzo! No deve esserci un errore. Io...
Cele: non mi devi giustificazioni, come mi hai ripetuto tante volte lo fai per il mio bene. Tutto sommato, vorrei anche io sapere il perché del mio disturbo. Spero che dove mi porterai abbiano i twizzlers e la tv satellitare.

Osservai la scena senza battere ciglio. Avevo spesso sentito parlare della sindrome di Stoccalma, la completa assoluzione ai maltrattamenti e talvolta anche l'enfatuazione per il  proprio molestatore, ma mai avrei pensato potesse essere possibile una sottomissione consapevole di questo tipo...

Sam: Cele...
Cele: mi stai tradendo con questa sgualdrina? Preferisci uno spaventa passeri con le gambe storte a me?
Sam: ma... non ho mica le gambe storte.
Mattia: in realtà... Sono, effettivamente,un pochino storte.
Sam: Cele, sono semplicemente sua sorella!
Cele: si ed io allora sono matta... A chi vuoi prendere in giro?
Mattia: lo hai detto tu, io non ho detto nulla!
Sam: Cele, è la verità, non hai nulla da temere!

Cercai di inventare la più plausibile delle scuse per tranquillizzare Celeste

Sam: aiuterò il mio collega nell'analizzare il tuo particolarissimo dono!
Mattia: che cazzo dici?
Sam: assecondare, ricordi? Tienimi il gioco idiota.
Cele: solo una questione di lavoro, nient'altro?
Sam: esattamente, nulla di più!
Cele: menomale, io stravedo proprio per il tuo collega, è così affascinante!
Mattia: heilà, io sono quii!
Cele: oh tesoro, sei così divertente! Quando conficcherai un altro ago nel mio fragile braccio?
Sam: la terapia inizierà prestissimo, abbi pazienza! 
Cele: che collega invadente! Stai nel tuo bellina.
Mattia: che collega indelicata, facciamo due chiacchiere da soli...
Sam: non combinare guai!
Mattia: tranquilla... collega!

Mattia mi fece un occhiolino e si allontanò trasportando Celeste su una sedia a rotelle; finalmente riuscii a vederlo felice, se pur a causa di un disturbo psicopatico molto labile.

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