Capitolo 21: amata libertà
Sudo, le mani tremano, il battito aumenta, lo sento esplodere, mi sembra di fluttuare, non mi sento più le gambe.
Una luce, un faro, un fascio luminoso acceca i miei occhi...Cerco di ostacolarlo con le mani ma la luce è talmente abbagliante da oltrepassare le mie dita.
Non vedo nulla per un istante, l'oscuro mi permette di schiarire la vista ed aguzzare lo sguardo...
Sul fondo dello scenario, un alone luminoso si avvicina progressivamente, è un'aureola di un bianco soffuso e tra tutta quella luce riesco ad intravedere due ombre sfocate che sembrano avanzare al passo della nuvola iridiscente.
Man mano che avanzano nella mia direzione riesco ad adocchiare le loro sembianze e a distinguerne le identità, sono una coppia, un uomo e una donna.
Quando sono ad un passo da me, inaspettatamente, si fermano;ma prima che potessi correre verso di loro,un'altra ombra, proveniente dalle tenebre,si mette al loro fianco...
Quell'ombra proveniente dalla loro destra sono io, e riesco anche ad indetificare le altre due anime: Mattia e Celeste.
Mentre loro due continuano ad avanzare vedo la mia ombra piangere nell'oscurità con la testa basta.
Mattia: è quello che succederà se non verrai via da lì, noi moriremo e tu rimarrai sola negli inferi.
Vedo il volto di Mattia ravvicinato al mio, ha gli occhi furenti e il volto furibondo.
Celeste: vieni via Sam, sei caduta nel tranello di chi non vuole la tua salvezza, sono andata via senza di te così che tu potessi prendere coscienza di ciò che realmente vuoi, ti sto aspettando...
Celeste e Mattia indietreggiano con volto sereno, con loro si concede anche la mia anima, che accolta dalla luce mi saluta con un cenno di mano.
Mi sveglio in un bagno di sudore tra le braccia bollenti di Anson, lui sembra dormire serenamente e cerco di fare il benchè minino rumore pur di non destare sospetti.
Prendo carta e penna, non merita un addio così acre, gli scrivo un biglietto:
"Non so se sei stato soltanto un abbaglio, ma mi hai illuminato la vita.
A presto!
-Tua, Samantha"
L'orologio segnava le 4:25 am, proprio in quel lampo, presi consapevolezza delle mie priorità e di ciò che desideravo realmente. Pensai tra me e me "se Anson ci tiene davvero, mi verrà a cercare" io intanto, avevo altre necessità ben più prevalenti dell'amore.
Lasciai l'ospedale cercando di essere il più discreta possibile; fu Louis ad aprirmi la porta d'uscita facendomi l'occhiolino e sussurrandomi "abbi cura di te!"
Sono finalmente fuori, l'aria sembra essere più bella di quando sono entrata qui dentro, profuma di coraggio e indipendenza...
Rieccomi amata libertà, sentivi la mia mancanza?
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