Capitolo 15: una strana complicità

Ormai vagavo senza meta da 3 giorni; mi sembrava di vederla in ogni angolo della città ma avevo l'impressione che fosse la birra e la disperazione ad offuscarmi la vista.

Dove si sarà nascosta questa fottuta ragazzina? Perché ogni cosa deve essere sempre più complicata di ciò che sembra? 

Mentre riflettevo con in mano una birra su una panchina illuminata soltanto dalla penombra di un lampione, una ragazza incappucciata con fare maldestro e un paio di occhiali da sole si sedette al mio fianco.
Mi chiedo come lei possa aver anche solo pensato di sedersi al mio fianco che a primo impatto  sembravo soltanto una barbona ubriaca. Sicuramente, era una persona che non badava alle apparenze, proprio come Celeste.

La ragazza in questione rimase un paio di minuti immobile con lo sguardo fisso rivolto verso un punto in lontananza e tra la sbronza e le lacrime decisi di fare lo stesso; non sembrava infastidita dal mio odore di alcool e disperazione, anzi, sembrava esser malinconia tanto quanto me.

Rimase persa nei suoi pensieri, finché non alzai il braccio per gettare la bottiglia; al muoversi del mio braccio voltò lo sguardo e sembrava quasi sorpresa che io fossi lì, anche se, effettivamente,ero al suo fianco da ormai mezz'ora.
Quando girò il volto dal cappuccio nero riuscì ad intravedere una ciocca di capelli rossi...

"Cel...." accennai a voce alta, prima che lei non mi tappò la bocca e prendendomi per un braccio mi trascinò in un angolo buio.

Celeste: ascolta, non si chi tu sia, non so come fai a conoscermi, ma ti chiedo soltanto di tacere, se sapranno che mi hai vista mi riporteranno lì, capiscii?
Samantha: sono Samantha, sono la sorella di Mattia, ricordi?

Celeste iniziò ad indietreggiare mollando il collo della mia maglietta, che stringeva per tenermi ferma.

Celeste: mio dio, Mattia, come posso esser stata così stupida? L'ho abbandonato proprio nel momento in cui aveva più bisogno di me...
Samantha: conosci il disturbo di Mattia?
Celeste: lo percepisco, uno dei riscontri positivi del mio dono...
Samantha: ma porca miseria, Celeste di che dono parli?
Celeste: riesco a percepire i pensieri degli altri soltanto toccandoli... Non gridare, hai bevuto molto, il tuo alito non è dei migliori.

La disinvoltura con cui Celeste mi parla, mi lascia di stucco e la sua rivelazione mi stupisce ancor di più...

Celeste: ti consiglierei di non affogare le tue frustazioni per Nathan nella birra, il tuo fegato non ha colpe e Nathan sarà uno stronzo anche dopo quattro Cosmopolitan
Samantha: cosa ne sai tu e poi non è carino frugare nei pensieri altrui...
Celeste: oh tesoro, secondo te a me fa piacere sentire ogni pensiero di ogni persona che incontro? Non mi hanno chiusa in un manicomio per nulla
Samantha: effettivamente, bella seccatura...

Durante quel dialogo la birra parlò per me.
Quando mi svegliai nel parco, Celeste era al mio fianco e a mente lucida era il momento giusto per affrontare l'argomento Mattia.

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