I viaggi di Gulliver

Scheda di lettura

· Titolo: I viaggi di Gulliver

· Autore: Jonathan Swift

· Anno di pubblicazione: 1726

· Casa editrice: io ho letto un'edizione Mondadori del 1998

· Genere: romanzo d'avventura, satira

Trama

Nato come uno sfogo contro una determinata congiuntura sociale e politica nell'Inghilterra dei primi del Settecento, Gulliver è uno di quei libri che cedono nuove ricchezze ad ogni successiva lettura. I suoi bersagli - l'intolleranza, la corruzione, l'avidità, l'ipocrita fiducia nella scienza come soluzione dei mali causati dall'uomo - non hanno perso nulla della loro attualità, e l'amara sintesi che ne deriva è racchiusa nelle parole del re di Brobdingnag, il paese degli abitanti alti come campanili. «Da quando mi avete narrato della vostra nazione» egli dice a Gulliver, «devo concludere che la maggioranza dei vostri indigenti è la più perniciosa massa di vermiciattoli che la natura mai soffrì che strisciasse sulla superficie della Terra».

Copertina

Recensione

Ho letto "I viaggi di Gulliver" il mese scorso per la scuola e devo dire che non è per niente quello che mi aspettavo.

Inizialmente mi ero immaginata un romanzo d'avventura simile a Robinson Crusoe o a quelli di Jules Verne, invece la vera essenza di questo libro è costituita dalla satira che l'autore muove non solo verso la società inglese del tempo, ma nei confronti dell'intero genere umano.

Il resoconto delle sfortunate peripezie del protagonista si svela essere nient'altro che un espediente, un mezzo utilizzato da Swift per tradurre il suo disprezzo per la natura irrimediabilmente corrotta dell'essere umano.

Questa critica la si percepisce in particolar modo nell'ultima parte del romanzo, in cui Gulliver si ritrova abbandonato dai pirati su un'isola abitata dagli Houyhnhnms (consiglio: non provate a leggere questa parola, è tempo sprecato). Essi sembrano a prima vista dei comunissimi cavalli ma, come suggerisce il significato del termine "Houyhnhnms", ossia "perfezione della natura", sono in realtà degli esseri eccezionali, in grado di comunicare con una propria lingua e dotati di grande intelletto. Nel loro vocabolario non esistono parole che esprimano sentimenti, falsità, o qualunque concetto negativo. La loro è una società perfetta, senza religione, senza timore della morte, senza alcuna bassezza morale.

In opposizione a queste creature vi sono gli Yahoo, esseri dalle sembianze umane ma degenerati nello spirito, brutali, selvaggi, schiavizzati dagli Houyhnhnms perché è l'unico modo per tenere a bada i loro istinti più che animaleschi. Gulliver li disprezza, ma non può cambiare il fatto che nelle sembianze sia quasi identico a loro; e per questo gli Houyhnhnms, che non conoscono altra realtà, sono convinti che sia della loro stessa specie, sebbene siano colpiti dalle sue capacità che vanno ben oltre quelle degli Yahoo.

Gulliver passa un tempo relativamente lungo su quest'isola, arrivando non solo a parlare e a pensare ma anche a comportarsi come uno Houyhnhnm, tanto che proverà a farsi accettare nella loro società. Essi, però, sono contrari all'idea e Gulliver è costretto a ripartire per la sua terra natale.

Ma nulla è più come prima: una volta tornato a casa, non riesce neanche a sopportare la vista né l'odore della sua famiglia perché gli ricordano inevitabilmente i terribili Yahoo, tanto che per cercare conforto passerà molto tempo nella stalla a parlare con i suoi cavalli.

Riguardo la struttura nel romanzo, esso è organizzato in modo molto semplice: la trama è lineare e segue sempre lo stesso schema. È divisa in quattro parti, ciascuna a sua volta suddivisa in vari capitoli.

Ogni parte rappresenta un diverso viaggio di Gulliver, tranne la terza che ne comprende alcuni insieme, che però ho trovato la più noiosa e infatti per leggerla velocemente non ci ho capito granché.

Nella prima parte Gulliver naufraga su un'isola abitata da piccoli esseri dalle sembianze umane, i Lillipuziani, che inizialmente lo tengono in prigionia nel timore che possa distruggere la loro terra, ma poi lo ospitano nella capitale del regno e il re stesso lo tratta con grande riguardo. Quest'ultimo, poi, decide di sfruttarlo come arma contro i nemici dei Lillipuziani, con cui è nato un conflitto a partire da un'opinione discordante su una questione paradossalmente futile: se fosse più giusto rompere un uovo dall'estremità più piccola o da quella più grande. A voi i commenti.

Comunque, alla fine la corte cospira contro Gulliver che, grazie alla soffiata di un Lillipuziano suo amico fidato, riesce a fuggire.

Nella seconda parte, invece, dopo aver preso nuovamente parte a un altro viaggio in mare in qualità di medico di bordo, viene abbandonato dai suoi compagni su un'isola abitata da giganti, i Brobdingnag (no, meglio che non proviate a leggere nemmeno questa parola). Qui, Gulliver viene "adottato" da una famiglia contadina e fatto esibire in giro per il regno in cambio di denaro, seguito ovunque dalla figlia piccola del contadino che prova un grande affetto per lui e si occupa della sua protezione. Infatti in quest'isola tutto è più grande, perfino gli animali, che rappresentano un serio pericolo per Gulliver.

In seguito viene comprato dalla regina e, insieme alla bambina, viene ospitato a corte, dove si intratterrà con numerose discussioni col re.

Un giorno, durante una gita, la sua casetta viene afferrata da un'aquila e lasciata cadere in mare, dove verrà avvistata da una nave che passava di lì per caso. Grazie all'aiuto dei marinai, Gulliver riesce a tornare a casa.

Nella terza parte il protagonista finisce nella terra fluttuante di Laputa, i cui bizzarri abitanti si occupano dello studio di musica e matematica da un punto di vista esclusivamente teorico e astratto, tanto da non essere in grado di applicarlo nella pratica. Gli scienziati di quest'isola, infatti, eseguono ricerche ed esperimenti alquanto assurdi che non portano a nessun risultato ragionevole.

Gli abitanti di Laputa opprimono gli abitanti della terra sottostante, dove Gulliver si reca successivamente e incontra alcuni personaggi storici.

Poi passa un breve periodo tra esseri immortali, che vivono questo dono come una condanna, e infine fa ancora una volta ritorno a casa.

Del quarto e ultimo viaggio ho già parlato all'inizio (meno male perché mi sono stancata).

Se devo dare un parere soggettivo, devo dire che all'inizio è stato interessante leggerlo ma a una certa ha cominciato ad annoiarmi terribilmente, soprattutto a causa dello schema ripetitivo dei capitoli: Gulliver arriva su un'isola, incontra nuovi esseri, descrive la loro società e i loro costumi, infine è costretto ad andare via.

È stato comunque interessante comprendere il punto di vista dell'autore che traspariva dalle pagine e il suo parere strettamente pessimista nei confronti di tutti gli uomini. Anche notare i riferimenti alle fazioni politiche della società inglese a lui contemporanea inseriti nelle descrizioni delle varie società, grazie alle notazioni che stavano nell'edizione che ho letto io (alquanto datata), ha reso la lettura più stimolante.

I temi trattati, d'altronde, sono quanto mai attuali, e ciò fa riflettere su quanto l'essere umano sia imperfetto; e la sua natura ipocrita, corrotta, disonesta, immorale non cambierà mai, a dispetto del passare dei secoli e dei millenni.

Voto: 8/10

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