Ricevimento allo Stanley Hotel
Lo Stanley Hotel si staglia davanti a me in tutta la sua inquietante maestosità. Rigiro tra le mani l'invito al compleanno del grande re Kingcraft, antico maestro dell'orrore. È per me un onore trovarmi qui, in Colorado, a respirare quest'aria intrisa di mistero. King stesso ha soggiornato in questo hotel e io non vorrei essere in nessun altro posto al mondo! Sono certo che questo sia il luogo perfetto per incontrarlo. Lui verrà qui, me lo sento.
Due siepi mi accolgono vicino alla scalinata d'ingresso. Rappresentano due creature mostruose: una ha denti aguzzi al termine di lunghe braccia protese verso di me, l'altra ha grandi ali di pipistrello e testa da polpo con tentacoli pronti a ghermirmi. Shub-Niggurath e Cthulhu mi danno il benvenuto. L'inizio non potrebbe essere più promettente.
La tarda ora pomeridiana avvolge la reception in una semi oscurità che mi solletica la pelle. Mi avvicino al bancone, euforico ma con un'ansiosa aspettativa nelle viscere. Un uomo, che potrebbe benissimo essere un cultista, ritira il mio pass senza degnarmi di una parola. Sotto il suo cappuccio, nell'ombra, intravedo un volto anziano. Sarò anche un fan spasmodico, ma deglutisco a fatica quando l'uomo mi fissa con sguardo agghiacciante, senza l'accenno di un sorriso, e appoggia la mia chiave sul bancone. 217. La prendo, estasiato e inquieto allo stesso tempo. Faccio un veloce cenno di ringraziamento e mi avvio verso il secondo piano.
Non scorgo anima viva. L'hotel è immerso in un silenzio surreale.
Salgo le scale. Sento il sangue scorrermi nelle vene. Le assi di legno scricchiolano sotto i miei piedi. Ovviamente, come in ogni storia dell'orrore che si rispetti.
Mi fermo davanti alla mia stanza. La porta mi sembra normale. Chissà cosa mi aspettavo di diverso. Giro la chiave nella serratura. Il chiavistello scatta. La porta si apre leggermente col caro, classico, scricchiolio da brividi. Mi sembra di veder sfarfallare le luci del corridoio, ma sarà solo suggestione e la mia malsana voglia di terrore.
Entro in quella stanza che tanti anni fa ha ospitato "il re" in persona. Mi accoglie il bagliore intermittente delle luci del televisore acceso. Con una mano cerco l'interruttore nella parete.
Un urlo, forte, potente, terrificante squarcia il silenzio.
Lascio cadere la borsa perdendo parte della mia sanità mentale, poi sorrido. Ok, bella mossa davvero! Complimenti.
Mi faccio coraggio. Col cuore in gola, premo l'interruttore ed entro nella stanza. La porta si chiude lentamente alle mie spalle. L'espressione folle di Jack Nicholson mi fissa dal televisore dove il canale 42 sta trasmettendo, a ciclo continuo, il film che ha fatto la storia del cinema horror: Shining. Oh, adoro questo posto!
Getto un fuggevole sguardo fuori dalla finestra per godere della tanto decantata vista panoramica sulle Rockies e, nel cortile, scorgo quello che sembra essere un labirinto. Sapevo ne avessero costruito uno di recente per attirare turisti, ma certamente non per veri appassionati. Le piante non sono nemmeno così alte e folte da incutere paura. Scuoto la testa amareggiato: è un vero peccato, avrebbe avuto del potenziale.
Mi cambio in fretta, tanta è l'impazienza di andare in esplorazione. Il corridoio è immerso nel silenzio. Una luce sfarfalla. Allora non era stata la mia immaginazione! Mi va bene tutto, anche incontrare dei fantasmi, a patto che non appaiano due gemelle inquietanti. Cerco di sdrammatizzare per nascondere a me stesso l'inquietudine che, pian piano, si sta facendo largo dentro di me mentre percorro i corridoi ancora deserti. Ma dove diavolo sono tutti?
Decido di scendere al piano di sotto, quando una folata di aria ghiacciata mi investe. Ok, mi rimangio il discorso sui fantasmi! Accelero il passo. Il rumore dei tacchi delle mie scarpe mi arriva alle orecchie nell'immensità del silenzio. Non un suono, un movimento. Nulla. Poi, come a rompere quell'incantesimo, odo distintamente, dietro di me, le risate di alcuni bambini. È il suono più inquietante del mondo e mi fa rizzare i peli delle braccia. Una goccia di sudore freddo mi scorre lungo la schiena mentre, procedendo a passo spedito, mi sforzo di non voltarmi indietro.
Il sollievo di arrivare al piano terra viene bruscamente cancellato dalla figura incappucciata che, immobile davanti a me nella semi oscurità, con il braccio proteso mi indica una direzione. Va bene, lo ammetto: ora ho davvero paura!
Finalmente un vociare festoso e le note melodiose di un pianoforte arrivano alle mie orecchie. La musica è sempre più forte man mano che mi avvicino alla sala da ballo. Carico di aspettativa, spalanco la sontuosa porta d'ingresso. La sala da ballo è maestosa e... deserta. Il silenzio improvviso torna a farmi sprofondare in un oblio dei sensi. Le mie gambe sembrano guidarmi involontariamente verso un tavolo al centro della stanza.
La porta si chiude di colpo dietro di me.
Mi giro a guardarla con orrore, mentre le mie gambe non danno segno di volersi fermare. Sussurri e lievi voci sommesse sembrano fuoriuscire da un grande tomo di pelle antica che giace al centro del tavolo. Ho solo un veloce istante per scorgere la scritta sulla copertina prima che il libro si spalanchi di fronte a me. "Necronomicon", il libro dei morti di Craft.
Con mani tremanti sfioro la carta consunta di quel capolavoro, mentre i sussurri si fanno sempre più forti e sembrano recitare una litania in una lingua sconosciuta, antica. Leggo ad alta voce la scritta di sangue che compare, come inchiostro magico, su quelle pagine.
"Il fuoco uccide qualsiasi cosa."
Un calore improvviso mi avvolge i piedi. Con orrore, abbasso lo sguardo e vedo fiamme verdi lambire le mie caviglie. Crescono.
Provo a spostarmi, ma le mie gambe continuano a non piegarsi alla mia volontà. Sento il calore di quel fuoco dannato.
Le fiamme mi avvolgono le ginocchia. Sento il dolore ustionante fino al busto.
Con gli occhi sbarrati, butto la testa indietro, fissando il nulla sopra di me.
Urlo.
Brucio.
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NOTE DELL'AUTORE
(che sono lunghe quasi quanto il racconto! Ops...)
Per gli estranei a King e Lovecraft, o anche agli appassionati che però non conoscono tutti i dettagli ma hanno voglia di scoprire qualcosa di più, volevo qui riportare un po' di curiosità e i riferimenti che ho volutamente incastrato dentro a questa storia (li trovate in corsivo nel testo).
Lo Stanley Hotel
La stanza 237 non esiste. I proprietari dell'hotel chiesero alla regia del film di cambiare il numero della 217 citata nel libro in 237 preoccupati che i turisti non volessero più soggiornare in quella stanza. In realtà avvenne l'esatto contrario: dopo il successo dei film, molti turisti chiesero esplicitamente di poter avere la stanza 237 per scoprire, loro rammarico, che non esisteva.
Stephen King soggiornò proprio nella stanza 217 e da quella vacanza ebbe l'ispirazione per scrivere il suo capolavoro "The Shining".
Nelle stanze dell'hotel, sul canale 42 dei televisori, viene davvero trasmesso il film "Shining" di Kubrick a ciclo continuo (davvero inquietante!)
Un labirinto (che è presente nel film, ma non ne libro) è stato costruito nel 2015 per attirare turisti.
L'hotel si ritiene sia davvero infestato. Il quarto piano è quello che vanta più presenze tra cui bambini che ridono nei corridoi e un ladro fantasma (che infesta anche molto animatamente la sua stanza). Chi ha investigato sull'hotel non è riuscito a dare nessuna spiegazione agli eventi che si verificano nella sala da ballo dove si sentono musiche di festa e il suono di un pianoforte. Le manifestazioni riguardano anche avvistamento di fantasmi che passeggiano nei corridoi, un tavolo che vola in aria, letti che si muovono.
Lovecraft
Lovecraft ha creato un intero mondo in cui ci sono creature chiamate "i grandi antichi". Per questo all'inizio c'è il gioco di parole "grande re Kingcraft, antico maestro dell'orrore". Re e maestro sono invece riferimenti a King, anche se Stephen King, in una recente intervista, dice: "La gente può definirmi uno scrittore horror, se vuole, e va bene. Ma credo di fare molto di più, mi interessa il mistero di ciò che siamo e di quello che siamo capaci di fare".
Lo Shub-Niggurath e Cthulhu sono due grandi antichi del mondo creato da Lovecraft (Cthulhu è il principale, nonché sacerdote)
I cultisti sono i membri della setta che venera i grandi antichi nell'attesa del ritorno di Cthulhu
Sui racconti di Lovecraft sono stati prodotti una marea di giochi da tavolo. In quasi tutti i giocatori/personaggi hanno resistenza (vita) e sanità mentale. Il riferimento "perdere sanità mentale" è un piccolo tributo a questo mondo (oltre al fatto che, anche nella narrativa, la sanità mentale e la paura svolgono un ruolo fondamentale).
Il Necronomicon è un libro che è stato inventato da Lovecraft e ha una storia alquanto singolare: è un libro mai scritto, ma citato come se fosse vero in libri realmente esistenti. Esistono ancora persone che credono nella sua vera esistenza, nonostante Lovecraft stesso abbia dovuto confessare che si tratta in realtà solo di una sua invenzione. Sembra addirittura che sia apparso nei cataloghi della biblioteca centrale dell'università della California.
Shining il libro
Nel libro non esiste il labirinto che invece è fulcro del film, soprattutto nel finale, ma ci sono invece delle siepi, potate per avere l'aspetto di animali, che si animano e attaccano il protagonista.
La stanza 217 è la stanza in cui è avvenuto un omicidio e in cui viene fatto un brutto incontro dal bambino. Nel film la stanza è la 237.
"Il fuoco uccide qualsiasi cosa" è una citazione tratta dal finale del libro (che non vi svelo se qualcuno vorrà leggerlo visto che è anche molto diversa da quella del film).
Shining il film
La scena dello sguardo di Jack Nicholson attraverso lo squarcio della porta è una delle scene più famose del film.
Il labirinto è parte fondamentale del film, ma non è invece presente nel libro.
Una delle cose più spaventose del film sono i fantasmi di due gemelle che chiedono al bambino di andare a giocare con loro per sempre. Anche le gemelle non sono invece presenti nel libro. (Non avete idea di quanto ci sia rimasta male quando, finendo la lettura del libro, mi sono ritrovata senza averle mai incontrate... sarebbero state perfette tramite la penna di King!)
Sì... ho esagerato con i riferimenti e le ricerche (anche se molte cose già le sapevo da appassionata di giochi da tavolo a tema Lovecraft e di Stephen King), ma mi sono divertita da morire nel farlo e volevo rendervi partecipi di questa meraviglia!
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