Natale rosso sangue
"Jingle Bell Rock, esecuzione impeccabile. White Christmas, una gioia per il cuore. Happy Xmas, da brividi. Spettatori dall'aria sognante e compiaciuta. Ovviamente."
Fisso il mio taccuino. Un articolo sul Concerto di Natale, non poteva capitarmi nulla di più noioso quest'anno! Il caporedattore vuole farmela pagare per l'anno passato, quando mi sono divertito fondendo il Natale con i Grandi Antichi di Lovecraft in un articolo a sorpresa. Ok, forse non era esattamente quello che mi aveva chiesto di fare, ma dai, un po' di allegria! Sempre questa storia melensa che a Natale si è tutti più buoni, gioia e calore, regali e famiglia, bla bla bla.
Certo, i cantanti sono stratosferici, ma le canzoni sono sempre quelle, trite e ritrite. Siamo a metà concerto e già mi annoio a morte.
Comincia "Santa Claus is coming to town". Mi appunto anche questa. Sovrappensiero fisso quelle parole e mi accorgo di aver scritto "Cthulhu" al posto di "Claus". Ok, forse ho una fissa per Lovecraft. Però infondo suona meglio, no?
Va bene, basta, sono rimasto qui abbastanza. Tanto so già come sarà la giornata: noiosa. Io me la svigno.
Mi alzo, passo davanti ad una coppia che mi fa gesti di stizza. Eh sì, lo spirito natalizio è proprio nell'aria.
Sto attraversando la sala quando il cantante stona incredibilmente. Mi giro verso il palco estraendo il taccuino dalla tasca: la questione si fa interessante. Mi sembra di intravedere un lampo nei suoi occhi. Ma no, saranno solo le luci. Poi la sua voce... cambia. È roca, bassa, gutturale. Anche la musica strumentale sembra mutare. Ho un brivido.
Il cantante intona "Santa Cthulhu". No, è impossibile, è solo suggestione, è solo la mia immaginazione! Cerco di convincermi da aver sentito "Claus", ma dentro di me so che non è così.
Un brusio pervade la sala. Le luci si abbassano.
Nella prima fila si alzano un paio di persone. Qualcuno grida.
Restando a distanza, vedo il pavimento ricoperto di liquido lucido rosso, sono certo non faccia parte degli addobbi natalizi. Molti degli spettatori si alzano in piedi con gli occhi sgranati. I loro volti sono rigati di rosso. Sanguinano dagli occhi, dal naso, dalle orecchie, dai lati della bocca. La musica, tetra e oscura, continua in sottofondo mascherando gli urli e i lamenti della folla.
Stringo il mio taccuino. Indietreggio a passo svelto mentre le persone si accasciano al suolo una dopo l'altra, come un enorme domino.
Scivolo fuori dalla porta quando gli urli si mischiano a quella melodia che sembra arrivare dall'inferno e il buio scende sulla sala. Una forza invisibile mi chiude improvvisamente fuori. La porta si muove, isterica, davanti ai miei occhi. Immagino le persone, terrorizzate, che cercano di uscire.
Guardo il taccuino che ho in mano, è macchiato di sangue. Mi cola qualcosa sul collo. Porto istintivamente la mano all'orecchio. Guardo le mie dita: rosse.
Sono vivo per miracolo. Sono elettrizzato: finalmente ho il mio scoop, ho il mio articolo! Vedo già il titolo in prima pagina: "Natale rosso sangue".
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