Iris. Bacio
Domenica 8 luglio
Uscii dall'hotel con un diavolo per capello. Dovevo ammetterlo, Christopher era stato astuto e mi aveva tirato un bel colpo. Avevo passato anni ad essere la perfetta sottomessa di Thomas, ed ora lui mi diceva che ero tutto al di fuori di sottomessa. Come se non bastasse avrei dovuto contendermi il ruolo del film con Veronika.
Aderire alla sua richiesta di partecipare al suo film era stato un errore sin dall'inizio, ora era troppo tardi. Il ruolo in quel film sarebbe stato la mia rinascita. Avrei trovato la vera Iris e dimostrato a tutti chi ero.
It's never too late to be what you might have been - Non è mai troppo tardi per essere quello che avresti potuto essere.
Christopher mi aveva sconvolto la giornata ma allo stesso tempo mi aveva dato il coraggio di prendermi e godermi la vita che non avevo mai vissuto, e avrei cominciato dalla festa in piscina a casa di Thomas.
Martedì 10 luglio
Ero in casa a preparare tutto per la festa quando vidi entrare nello studio di Thomas la sua domestica.
«Signorina, il Signore mi ha chiesto di consegnarle questi documenti.»
«Grazie Tiara.»
Vidi la domestica uscire e guardai con curiosità quella cartellina verde, chissà cosa c'era dentro. Respirai profondamente e aprii.
Quello che trovai dentro mi avrebbe cambiato la vita.
Presi un bigliettino e lo lessi:
"Iris, tutti questi fascicoli sono dei tuoi nuovi 'amici', i nomi che non troverai qui sono collegati al tuo passato ed è proprio da loro che devi cominciare."
Veronika, Ryan, Gonçalo, Jona e Arleen. Lessi per ore le loro vite, fogli e fogli di informazioni. Ora sapevo tutto su di loro, ogni segreto, ogni cosa.
Matthew, Kaylee, Kat, Christopher ed Eleonor, su di loro nulla, fascicoli bianchi. Loro erano collegati al mio passato. Il nome della mamma di Kaylee compariva sempre come se fosse lei la chiave di tutto. Loro avrebbero composto i pezzi del mio puzzle.
Erano le dieci di sera quando vidi entrare Christopher, e poco dopo Jona.
Decisi di avvicinarmi a Jona e lo salutai lasciandogli due baci sule guance.
«Sono contenta che sei venuto.»
Scoppiò a ridere. «Come potevo perdermi questa festa?»
Risi, lo presi per mano e lo trascinai con me, verso la piscina. Notai lo sguardo di fuoco che mi lanciò Christopher.
«Allora spogliati, tuffiamoci in piscina.»
«Tu sei pazza.»
Risi e appoggiai le mani sul suo petto, sbottonando ogni bottone della sua camicia bianca.
Mi bloccò un polso. «Iris.»
«Vuoi divertirti, Jona?»
Guardavo Jona alternare lo sguardo tra me e la piscina, lo presi per mano e lo trascinai in casa.
«Iris.»
Mi girai e vidi Christopher guardarmi arrabbiato. Jona aveva la camicia sbottonata, le mani erano sul suo petto. Bene, avevo appena combinato un guaio.
Guardai Christopher con occhi seducenti. «Un drink?»
«No.»
«Tu, Jona?»
«No.»
Scoppiai a ridere. «Rilassatevi ragazzi. Troppi no, ultimamente.»
Presi tre bicchierini e una bottiglia di rum.
«Allora siamo tre, tre giri, che ne pensate?»
Versai il rum nei tre bicchierini e vidi Christopher prendere il suo e berlo velocemente.
«Uno, solo per me e tu ora viene con me. Jona, ti rubo l'amichetta.»
Christopher mi trascinò in camera da letto.
«Spogliati.»
«Che?»
«Spogliati Iris.»
«Scordatelo.»
«Non farmelo ripetere ragazzina.»
«Perché hai dato il ruolo anche a Veronika?»
«Perché comando io, Iris. Io sono il regista. E tu devi imparare.»
«Sei uno stronzo.»
«Questo stronzo vuole solo il tuo bene ed ora spogliati.»
Cominciai a slacciarmi il vestitino quando sentii il mio telefono vibrare.
«Un attimo, Chris.»
«Certo.»
Notai un sorriso sul suo volto. Chissà, forse gli aveva fatto piacere come lo avevo chiamato.
Presi il telefono, non conoscevo il numero. Apri il messaggio e vidi una sola foto.
Non ci potevo credere!
Respirai profondamente e appoggiai il telefono.
«Tutto bene Iris?»
«Certo. Devo ancora spogliarmi?»
«Sì.»
Annuii e lo guardai. «Cosa hai fatto ieri?»
«Il motivo di questa domanda?»
«Niente, lasciamo perdere.»
«Allora ti spogli?»
«Posso baciarti prima?»
Vidi Christopher perplesso. «Vediamo che sai fare.»
Mi avvicinai lentamente alle sue labbra. Sentivo il suo respiro sul mio viso, appoggiai lentamente le mie labbra sulle sue, chiudendo gli occhi. Insinuai la mia lingua nella sua bocca e poco dopo la mia e la sua iniziarono a duellare, un bacio fatto di voglia e pieno di tensione... un bacio che stava suggellando l'inizio o la fine.
Mi allontanai di scatto dalle sue labbra e mi appoggiai al muro appoggiando una mano sul mio petto. Le lacrime minacciavano di uscire dai miei occhi ma dovevo essere forte, lo dovevo a me stessa...
«Meglio questo o il bacio di Arleen?»
Vidi Christopher sbarrare gli occhi. Certo non se l'aspettava, ma quella foto come al solito era arrivata al momento giusto. Ero certa che fosse opera di Thomas, e di qualche investigatore che aveva assunto, ma vedere quella foto aveva fatto più male di vedere Gonçalo e Kaylee dalla finestra.
Non dovevo piangere, dovevo essere forte, nella notte avrei versato le lacrime che non stavo versando in quel momento.
«Iris.»
«Fuori.»
Non avevo nemmeno la forza di arrabbiarmi.
«Vai via per favore.»
Annuì e uscì dalla camera. Mi affacciai alla finestra e vidi Christopher che usciva dal cancello dalla villa, Arleen e Matthew che parlavano. Avevo compreso che c'era del tenero fra di loro. Allora perche aveva baciato Christopher?
Chiusi la finestra e mi gettai sul letto, per me quella serata era finita.
Mercoledì 11 luglio
Mi alzai con una faccia da zombie ma quella mattina dovevo presentarmi sul set del film. Coprii le mie occhiaie con il correttore e uscii.
Feci finta che nulla fosse accaduto per tutto il tempo delle prove, Christpher mi lanciava di tanto in tanto sguardi che io puntualmente deviavo. Avevo bisogno di tempo.
Al termine mi avvicinai a Matthew.
«Ti va di andare a pranzo insieme?»
Lo vidi esitare.
«Hai un appuntamento?»
«No tranquilla, andiamo.»
Uscimmo e ci recammo in un piccolo ristorantino che si affacciava sul mare.
«I tuoi occhi.»
Guardai Matthew. «Cosa?»
«Hai pianto e hai delle occhiaie assurde.»
«Sei venuto a pranzo con me per pietà?»
«Iris smettila di difenderti, si vede che non stai bene.»
«Non ho nessuno Matthew, tutti mi mentono. Mi manca la mia famiglia, mi mancano i miei genitori.»
Senza rendermene conto iniziai a piangere.
«È normale, Iris. Loro erano il tuo punto di riferimento. Sei cresciuta senza di loro. Hai dovuto a modo tuo lottare contro una vita piena di difficoltà.»
«Non ho nessuno...»
«Ci sono io.»
«Scusami.» Mi alzai dal tavolo e uscii fuori... lasciandolo lì.
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