5 dicembre 2020


Ultimo sabato per me a Bologna in questo 2020.

Mentre mi aggiro per le strade con sacchetti di carta rigorosamente bagnati per la pioggia che cerca di farmi sentire a casa, accompagnata dalle voci dei bolognesi che si lamentano per qualsiasi cosa (ad es. una ragazza fidanzata che dice all'amica: «Non so che c**^o regalargli, o i tortellini o boh», raffinata da morire, oppure una coppia di cui lei piena di borse e lui che spinge il passeggino, e lei dice: «Oh ma attento, chè sbatte la testa sul muro!» riferendosi all'andamento sbilenco del passeggino con sopra il bambino urlante, e lui: «Beh così magari si calma.» Molto simpy), noto questi squarci molto poetici e mi metto a fotografarli con mosse acrobatiche per non far scivolare l'ombrello. Troppa gente per camminare tranquillamente, peró in un certo senso un'ora e mezza di aria fresca è valsa la pena.

Spero che questa pioggia sappia lavare quel che di quest'anno va tralasciato, e che abbia anche e soprattutto scrosci di novità torrenziali, capaci di travolgermi e di farmi sentire sempre più viva.

Come dice Lucio Dalla, «chissà, chissà domani», e nel frattempo si continua a camminare..

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