Cap. 16 - Calma apparente
<<Akaashi...>>
Il ragazzo capì subito che aveva ragione.
<<Bokuto è uno stupido, lo avrai capito anche tu. Sono sicuro che qualsiasi cosa abbia fatto non aveva cattive intenzioni>> disse il cugino ma non era quello che [nome] voleva sentirsi dire, anzi, non voleva sentirsi dire niente, era troppo imbarazzata a parlarne con lui.
<<T-Tu cosa sai?>> domandò lei con un groppone in gola.
Il corvino si passò una mano fra i capelli e ammise alla cugina di averla vista dare un bacio sulla guancia al ragazzo la sera in cui lei era andata a cena fuori con "un gruppo di studio dell'università".
<<B-Beh, ecco... Ci siamo incontrati sul pullman ed ha deciso di accompagnarmi a casa vista l'ora!>> spiegò frettolosamente [nome] mentre gli occhi socchiusi ed accusatori di Akaashi la fissavano intensamente.
<<Come la sera della conferenza all'università?>>
La giovane annuì ripetutamente ma capì che Akaashi la stava solamente prendendo in giro.
<<Non mi credi, vero?>>
Lui abbassò lo sguardo e si toccò la nuca. Spesso aveva l'atteggiamento più di un padre che di un cugino ma non lo faceva apposta, era fatto così.
<<L'ho capito subito, dalla prima volta che vi siete visti... A me non interessa né con chi esci né cosa fai, l'importante è che tu stia bene>>
[nome] capì che non avrebbe avuto più senso mentire così confermò al cugino che stava effettivamente uscendo con Bokuto.
<<Ti ho lasciato qualcosa per cena>> mormorò lui avvicinandosi al tavolo da pranzo seguito dalla cugina.
La giovane mangiò silenziosamente mentre Akaashi era intento a lavorare col computer sul divano.
Avrebbe tanto voluto sfogarsi con lui ma sentiva come se ci fosse un muro a separarli. Non le sembrò il caso raccontargli di quella misteriosa ragazza dai capelli rossi così, una volta finito di cenare, si ritirò nella sua camera.
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[Qualche ora prima]
<<E così è andata alla grande! Certo, un bacio vero e proprio sarebbe stato meglio ma state facendo comunque progressi!>> esclamò Reina entusiasta mentre mangiava del sushi che avevano ordinato per cena <<E poi quando l'hai "salvata" da quel drogato, sei così schifosamente romantico>>
Bokuto si rabbuiò.
<<Prendilo come un complimento>> sottolineò lei ridendo.
Il grigio annuì e mangiò degli uramaki.
<<Perché sei così giù?>>
Lui sospirò e guardò l'amica negli occhi: <<All'inizio non avevo capito chi fosse il nuovo allenatore, ma poi, vedendo la tua reazione, ho capito... Cosa farai?>>
Reina si bloccò e poggiò le bacchette sul tavolo.
Per lei quello era probabilmente il tasto più dolente.
<<Io sono sempre stata un po' la vostra manager, non ufficiale, ma vi ho sempre aiutato negli allenamenti, ho dato una mano a Foster con spostamenti, prenotazioni varie... Essendo stata nel mondo della pallavolo per parecchi anni so come funziona sia il gioco che i retroscena più burocratici.... Ora, con il suo arrivo, non so cosa fare...>>
<<Non penserai di andartene?>> disse Bokuto battendo una mano sul tavolo.
Specialmente per lui, Reina era sempre stata un punto di riferimento, un'amica speciale, una spalla su cui piangere da quando aveva lasciato la sua famiglia ed era andato a vivere da solo. Non voleva perderla, aveva ancora bisogno dei suoi consigli, dei suoi rimproveri...
<<Non lo so sinceramente... Valuterò in questi giorni cosa fare...>>
La rossa si sporse verso Bokuto e, con le bacchette del ragazzo, gli mise in bocca un hosomaki.
<<Mangia e non pensare a queste cose! Non vogliamo che [nome] ti veda sciupato, giusto?>>
Lui annuì ma, l'idea di perdere, anche se momentaneamente, Reina, dopo che Foster se n'era andato, continuava a ronzargli in testa.
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[Qualche giorno dopo]
[nome] quella mattina non aveva alcuna lezione all'università. Di studiare non ne aveva proprio voglia [Autrice: ehi, ma sono io ahahahah], così decise di andare ad un mercato lì vicino e fare la spesa. Di solito era Akaashi che si occupava di tutto ma lei insistette nel volerlo aiutare con le faccende domestiche a cui lui, abitando da solo ormai da anni, si era abituato a fare.
L'aria invernale stava iniziando a farsi sentire e [nome] si mise addosso degli abiti abbastanza spessi per non morire di freddo.
"Quella ragazza non mi è nuova... Dove l'ho già vista?"
Continuava a rimuginare su chi fosse quella giovane; era convinta di averla vista da qualche parte ma non ricordava in nessun modo né dove né quando.
Prese l'ascensore e, una volta scesa, si avviò per le piccole vie del quartiere.
In giro non c'era molta gente, era tutto molto tranquillo. Il freddo le solleticava quei pochi lembi di pelle scoperti e, respirando, continuavano a formarsi le classiche "nebbioline" di fiato per lo sbalzo di temperatura.
Dopo una decina di minuti arrivò al mercato: i banchi erano ancora immacolati, a comprare vi erano solo poche anziane e tutto in quel giorno sembrava essere davvero troppo tranquillo, un po' come se il velo di tristezza nell'animo di [nome] si fosse disperso anche nell'ambiente circostante.
Cosa doveva fare? Aspettare un'altra mossa da parte di Bokuto? O doveva essere lei a farsi avanti? E poi, con quella ragazza, sarebbe potuta continuare la loro conoscenza?
Scosse la testa cercando di buttare fuori tutti quei pensieri e si avvicinò ad un banco dove vendevano della frutta.
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[Una decina di minuti dopo]
"Dannazione a me ed ai loro sconti di inizio stagione!" imprecò mentalmente [nome] mentre arrancava nel portarsi dietro delle borse di frutta e verdura alquanto pesanti.
Sia lei che Akaashi mangiavano spesso fuori casa ma, quando potevano cucinare loro, preferivano mangiare qualcosa di più naturale e sano.
<<Hai bisogno di una mano?>>
[nome], che era occupata a pensare ossessivamente a Bokuto, uscì dalla sua trance e si girò per vedere chi le stesse parlando.
<<Giuro che non ti stavo seguendo, è solo una coincidenza>> sottolineò il ragazzo.
Osamu Miya era come il prezzemolo in quei giorni, se lo ritrovava ovunque!
<<C-Ce la faccio!>> rispose la giovane col fiatone, le mani gelide tendenti al viola e le buste talmente pesanti che si sarebbero potute rompere in qualsiasi momento.
<<Perché hai comprato così tanto?>> le chiese Osamu afferrando entrambe le buste con facilità.
<<Era tutto a poco prezzo e poi a casa il frigo iniziava ad essere vuoto>> ammise lei strofinandosi le mani e facendo una smorfia di dolore.
A causa del freddo e delle buste taglienti le si erano formati dei piccoli tagli sulla pelle.
<<Abiti tanto lontano?>> domandò il giovane.
<<No, una decina di minuti circa>>
Osamu iniziò a camminare tenendo con fermezza le buste.
<<N-Non c'è bisogno che mi accompagni!>> cercò di fermarlo lei ma fu tutto inutile. Non che le dispiacesse essere aiutata ma a casa c'era Akaashi che lavorava e non voleva che vedesse Osamu facendosi chissà quale idea!
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[Nel frattempo]
<<Va bene, va bene... Vieni pure...>> sospirò Akaashi.
Non era la prima volta che lavorava da casa, anche quando [nome] non aveva lezione all'università e stava con lui nell'appartamento riusciva tranquillamente ad adempiere ai suoi doveri, ma quando ci si metteva di mezzo il suo migliore amico, per di più insistente, era tutta un'altra storia.
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Osamu, non volendo risultare troppo indiscreto, decise di accompagnare [nome] solo fino all'ascensore.
Mise le buste stracolme di spesa a terra e guardò [nome].
Era davvero bella: le guance si erano arrossate per il freddo, i capelli sparpagliati ovunque per l'umidità e la differenza di altezza tra di loro lo stava facendo impazzire.
Prima che la giovane potesse chiudere l'ascensore e salire, Osamu la bloccò e la fece mettere poggiata con la schiena contro la parete.
<<M-Miya!?>> mormorò lei sorpresa e spaventata allo stesso tempo.
Il ragazzo chinò la testa e la guardò dritta negli occhi.
"Vicino, troppo vicino" pensò lei avvampando.
Osamu sentì dei passi pesanti e veloci avvicinarsi all'ascensore e, dopo aver guardato chi fosse, lasciò [nome] libera interrompendo quel kabedon inaspettato.
<<Cerca di scaldarti o prenderai un raffreddore>> con quelle parole il gemello Miya se ne andò lasciandola sola dentro l'ascensore con le buste ancora a terra.
[nome], che aveva trattenuto il fiato fino a quel momento, tirò un lungo sospiro di sollievo.
"Cosa gli è preso?" pensò col cuore a mille.
Era così impassibile... Così imprevedibile...
Osamu, mentre usciva dal condominio, incrociò il ragazzo che era appena entrato ed aveva interrotto il suo momento con [nome].
<<Buongiorno>>
<<Myaa-sam>> rispose l'altro facendogli cenno con la testa.
La ragazza si sporse dall'ascensore per chiudere la porta ma, prima che potesse farlo, vide Bokuto in carne ed ossa di fronte a lei.
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