Pt. 2
Sono sotto le coperte.
È tutto buio.
Sono più di 5 anni che non assaggio il sapore della libertà, tra cliniche e comunità, è per questo che ho azionato quel pulsante alla Gledhill. Avevo bisogno di libertà.
Quando un uomo ha capito di essere in gabbia può progettare la sua fuga.
Erano più di 5 anni che non assaggiavo il sapore della libertà, di un cancello aperto, di una barretta di cioccolato a casa, senza quei freddi piatti di ospedale.
Può sembrare un gesto banale aprire quel cancello, ma per me rappresenta una nuova frontiera della libertà. È un obiettivo che mi ero data: uscire da lì. E per uscire da lì non intendevo uscire dalla Gledhill, intendevo uscire da quei cancelli che tanto mi opprimevano. Uscire da quelle gabbie mentali che mi stavano strozzando.
Così dopo aver aperto quel cancello ero di nuovo libera. Libera di essere Chiara. Chiara e basta. Non un'etichetta.
Quanto tempo è trascorso dall'ultima volta che non mi hanno considerato borderline ma Chiara?
È chiaro che durante la mia assenza di mesi, anzi anni il mondo è cambiato.
Mentre fuggo, sorseggio un caffè da asporto che ho preso con un euro che ho trovato in tasca.
Ha un sapore buonissimo, rifletto sulla sfida che ho lanciato a me stessa due mesi fa, quando ho attraversato quel cancello, 5 mesi fa quando ho attraversato un altro cancello, 8 mesi fa quando ho attraversato un altro di quei cancelli: essere libera. Ed ho pensato anche alla consapevolezza che ho raggiunto nel frattempo.
È quasi Natale, e in comunità non si respirava per niente l'aria, entro in un negozio e sento l'aria natalizia che mi pervade. Non ho comprato un solo regalo. Ma io sono borderline, queste cose non me le posso permettere, forse perché ho un amministratore di sostegno che mi tiene al guinzaglio.
Mentre l'anno volge al termine ho deciso di lasciarmi alle spalle un bel po' di rimpianti.
La Fluoxetina mi aiuta a non stare male.
Tutti soffrono, eppure la vita va avanti.
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